giovedì 31 luglio 2014

"Sindacalista scomodo "deportato" dall'ospedale di Ponte a Niccheri"

Matteo Pucci
"Sindacalista scomodo "deportato" dall'ospedale di Ponte a Niccheri"

La furibonda denuncia dei Cobas: "Ma la Asl stia tranquilla... Noi non ci arrendiamo!"
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PONTE A NICCHERI (BAGNO A RIPOLI) - Non ci vanno leggeri i Cobas della Asl 10 in merito allo spostamento di un loro delegato,Andrea Calò. E tutto ruota attorno all'ospedale Santa Maria Annunziata di Ponte a NIccheri

"Da alcuni settimane - dicono i Cobas - siamo impegnati a contrastare lo smantellamento dell’ospedale di Ponte a Niccheri cercando di impedire la chiusura del punto prelievi, il trasferimento della sierologia, il continuo taglio dei posti letto e il persistente blocco degli organici dovuto al blocco delle assunzioni, l’aumento dei carichi di lavoro, il peggioramento della qualità dei presidi, l’utilizzo scorretto di molti istituti contrattuali, l’aumento delle liste di attesa dovute ai tagli di personale e al sottoutilizzo dei comparti di sala operatori".

"Uno smantellamento in grande stile - dicono - accompagnato da un decadimento dei servizi a favore di un mercato privato sempre più alla ricerca di nuovi profitti".

Ed eccoci nel dettaglio: "Non è piaciuta alla direzione aziendale che Andrea Calò, dirigente sindacale provinciale e aziendale dei Cobas, sia in prima linea in questa azione di contrasto, che lo faccia proprio da dentro l’ospedale che sono intenzionati a ridimensionare e che trovi sempre più consenso fra i lavoratori".

"Non è piaciuto alla direzione aziendale - proseguono - che i Cobas continuassero a denunciare le esternalizzazioni e gli appalti, la logica spartitoria negli assetti dirigenziali, la cessione di servizi e attività alle lobbie delle associazioni del volontariato e/o l’ingresso del terzo settore al 118 e sull’emergenze territoriali".

"Ma soprattutto - accusano - al direttore generale e "soci" non è piaciuto che  riprendesse fiato un sindacato che rompe la luna di miele che c’è con Cgil, Cisl,Uil, la loro subalternità e complicità,  che sveglia una Rsu inesistente e che contrasta i soprusi, le continue violazioni contrattuali sui diritti, che respinge intimidazioni, ricatti e che non chiude gli occhi allo strapotere".

Sono durissimi in Cobas: "Si è quindi pensato bene di deportare Andrea Calò lontano da Ponte a Niccheri, in un luogo dove non ci sia contatto con gli altri lavoratori. Un tentativo di  relegarlo al “confino”,  in un qualche ufficio isolato dove gli sarà impossibile svolgere alcunché di attività sindacale e di denunciare le malefatte della direzione. Insomma colpirne uno per educarne cento".

Ma i Cobas Lanciano il loro grido di battaglia: "Il direttore generale ha fatto male i conti perché il provvedimento, emesso in fretta e furia, ha una evidente natura ritorsiva, intimidatoria, discriminatoria e comunque lesiva dei diritti contrattuali e soprattutto di ciò che prevede lo Statuto dei Lavoratori ( Legge 300/70) ed è quindi illecito".

"Abbiamo così deciso - annunciano i Cobas - di impugnare, insieme al lavoratore, il trasferimento coattivo, chiedendo all’azienda di avere la ragionevolezza di annullare l’atto e di riportare il lavoratore al suo luogo di assegnazione precedente. In caso contrario non resteranno che le vie giudiziarie che saranno  sostenute presso il Tribunale competente, chiedendo il rispetto di quanto prevede lo Statuto dei Lavoratori e il contratto di lavoro".

"Stiano tranquilli tutti - concludono - I Cobas continueranno, senza lasciarsi intimidire, ad esercitare l’azione sindacale. A tutel dei lavoratori e utenti. E a difesa del servizio sanitario pubblico".

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