Legge 194 e obbiezione di coscienza. Sgherri: garantire la piena applicazione della legge 194 per assicurare un diritto fondamentale per le donne. Già presentati emendamenti al futuro piano socio sanitario regionale in questa direzione".
Firenze, 6 giugno. Sta partendo in questi giorni la campagna nazionale per la difesa e la piena applicazione della 194, che tocca quindi anche il tema scottante dell’obiezione di coscienza. Una campagna importante e benvenuta tanto più in un momento in cui – come faceva sostanzialmente notare alcuni giorni orsono Adriano Sofri in un suo articolo – il peso dell’obbiezione di coscienza è tale in tutte le Regioni da portare nei fatti alla non applicazione della legge 194. In Toscana, già circa un anno fa all’ospedale di Arezzo si era creata una situazione per la quale era di fatto impossibile accedere alla scelta dell’interruzione di gravidanza a causa dell’obbiezione di coscienza da parte di tanti medici, caso che fummo proprio noi a sollevare. Interruzione di gravidanza che è scelta difficile e dolorosa per le donne, che semmai andrebbero supportate a livello medico, sociale e psicologico una volta presa tale decisione e non certo impedite nei fatti a compierla. E’ necessario che la Toscana, così come ha avuto il coraggio di essere la prima a consentire la sperimentazione della “pillola del giorno dopo” presso le strutture sanitarie, dimostri altrettanto coraggio per contribuire a dare piena applicazione alla 194 intervenendo su queste questioni: se è legittima l’obiezione di coscienza è però doveroso infatti garantire la piena applicazione della 194 e quindi avere la possibilità di interruzione della gravidanza. In questa direzione ho già presentato emendamenti al futuro piano socio sanitario Regionale, che auspico abbiano la massima condivisione e che quindi vengano approvati.
La Capogruppo Monica Sgherri

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