giovedì 26 luglio 2012

Mura lorenesi


http://www.bazzigiacomo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=91%3Apolemiche-a-4-zampe&catid=7&Itemid=109

In merito alla lettera della signora Francesca Bonfiglioli, essendo anche io fruitore del parco “Mura Lorenesi”, desidero esprimermi su questa vicenda che si trascina ormai da troppo tempo e che non sembra avviarsi a soluzione condivisa tra le parti interessate. La prima considerazione, attiene ai comportamenti purtroppo spesso obbligati dei Vigili. E’ del tutto ovvio che i Vigili Urbani fanno solo il proprio lavoro di esecutori, su decisioni a cui sono comandati,  ma ciò non toglie il fatto che su alcune decisioni e comportamenti potrebbero ritrovarsi nella condizione sgradevole di dover calpestare, in alcuni aspetti, la dignità e la sensibilità di alcuni cittadini.

E’ questa una vicenda che vede coinvolti principalmente i condomini di via Mario Magnozzi, appunto quelli che si affacciano sul bellissimo parco delle mura Lorenesi e dove sembra acuirsi la disputa relativa al fatto se questo parco ha una destinazione pubblica o se al contrario ne è previsto il privilegio di un uso privato solo per alcuni. Tale contenzioso infatti è il risultato dalla contraddizione relativa al fatto che soltanto una parte dei condomini residenti in quel complesso, hanno i giardini con ingresso e cancello privato all’interno del parco, questa decisione, per sentito dire, è stata dettata dalla necessità di poter intervenire sui pozzetti di scarico in caso di emergenza. Nel merito l’osservazione critica, che mi sento di dover rilevare, è riferita al fatto che la amministrazione ha sottovalutato le conseguenze possibili a fronte di una diversa concessione di utilizzo di questa risorsa/bene comune, non parliamo di una cosa marginale, ma al contrario di un polmone di grande importanza, all’interno di un quartiere con forti criticità sociali e ambientali.
In mezzo alle mura fu pensato e creato un passaggio pedonale, chiamato il buco del cannone, al fine di rendere fruibile il parco ai cittadini del quartiere, ma in seguito  per una serie di lamentale degli stessi abitanti (almeno questo è quanto si vocifera) e per evitare disturbi e rumori notturni, non di rado prodotti da frequentazioni di soggetti non sempre facilmente gestibili, questo passaggio è stato dotato di un cancello per consentire la apertura soltanto in orari compatibili con la tranquillità dei residenti. Tutto vero, tutto ragionevole e condivisibile, ma nei fatti quel parco adesso rischia progressivamente di avere una destinazione ad uso privato, tanto è che spesso durante le ore di chiusura, i condomini, con accesso privato ne usufruiscono accendendo persino dei barbecue e/o comunque lo utilizzano in modo esclusivo, pertanto o la regola è condivisa e vale per tutti o diversamente si pone un problema di disparità di trattamento.
Un’altra lamentela condivisibile attiene al comportamento di alcuni padroni di cani che non sempre si attengono alle norme in materia e in particolare al buon senso civico di raccogliere gli escrementi dei loro compagni domestici, questo comunque è un problema concreto da dover risolvere, ma che non attiene al diritto di fruizione del parco e poco a che vedere con l’orario di apertura.
Quindi due problemi da dover governare; il primo riferito al diritto di parità rispetto all’utilizzo di un bene pubblico, l’altro il diritto di chi risiede confinate con questo bene ad avere una condizione abitativa che non sia inquinata da comportamenti incivili o comunque disturbata a tal punto da doverne subire un disagio. Ma, governare un fenomeno non può limitarsi all’atto repressivo come nel caso della multa alla signora Francesca, occorre che la sanzione sia preceduta o quantomeno accompagnata da atti e percorsi di educazione al comportamento civico del cittadino, diversamente risulterebbe un atto isolato e separato da quel potere di autoregolazione e partecipato capace di creare un precedente, affinché tale comportamento venga riconosciuto come atto culturalmente e socialmente inaccettabile e deprecabile da tutti. Nel caso invece delle frequentazioni di soggetti tossicodipendenti, qui il problema è certamente più complesso e di carattere generale, dove necessitano politiche di maggior controllo sul territorio e di gestione complessiva di questo fenomeno, che comunque non può e non deve essere in alcun modo scaricato sulle capacità di sopportazione di un condominio.
Detto questo però un punto deve essere chiaro e posto a paletto, cioè che niente, per quanto ragionevole, può essere usato strumentalmente e preso a pretesto nel tentativo di alcuni di appropriarsi indebitamente di un bene che appartiene alla collettività, ma che in quanto tale deve essere rispettato e utilizzato con cura e il dovuto rispetto.

Giacomo Bazzi

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