Sedici anni agli amanti che fuggirono con la cassa di Acque Spa

PISA. Una pena di quasi sedici anni per gli amanti che fuggirono con la cassa di Acque Spa quattro anni e mezzo fa. Il tribunale infatti, ieri pomeriggio, ha condannato Emanuele Enrico Busetta, 49...
di Candida Virgone

PISA. Una pena di quasi sedici anni per gli amanti che fuggirono con la cassa di Acque Spa quattro anni e mezzo fa. Il tribunale infatti, ieri pomeriggio, ha condannato Emanuele Enrico Busetta, 49 anni, sedicente ingegnere catanese, prima della fuga residente a Monsummano, e Laura De Liso, 45 anni, di Santa Margherita (Capannori), impiegata dell’azienda, a sette anni e dieci mesi ciascuno, più due milioni di risarcimento ed uno di provvisionale. Condannati ovviamente in contumacia perché da quando sparì la cassa, e cioè di fatto dall’estate del 2007, di loro non si sa più nulla, per quanto si sia a lungo vagheggiato di rientri in Italia e perfino in zona all’insaputa di tutti. I due sarebbero fuggiti all’estero, chi dice in Costa Rica, chi a Santo Domingo, con quasi due milioni di euro, parte dei quali recuperati in corner dagli investigatori.Erano accusati di concorso in peculato e in falso materiale, il primo capo di imputazione dovuto alla sparizione di un milione e ottocentomila euro, di cui circa 480mila recuperati e 450mila sotto sequestro in una banca a Lugano, il secondo ad una firma falsa della dirigente del settore amministrativo dell’azienda pisana incaricata dell’erogazione dell’acqua, con cui era stato disposto un giroconto di 3 milioni di euro, soldi che sarebbero dovuti transitare prima su un conto aziendale e poi accreditati su quelli personali degli imputati. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, dai computer della società quell’estate partirono diversi bonifici destinati a due conti correnti aperti a Montecatini e Larciano, nella disponibilità di Busetta. Dalla Valdinievole i soldi passarono il confine per finire in una banca di Lugano, di cui l’uomo era cliente con un suo personale deposito di risparmi. A giudizio dell’accusa a fare i bonifici fu la cassiera Laura De Liso, che pochi giorni dopo lasciò una lettera di dimissioni e sparì dopo aver venduto casa sua a Santa Margherita. Il mandato di cattura nei confronti dei due fu spiccato nel novembre del 2008. Si racconta però non solo di apparizioni in zona qualche anno fa, ma anche che il primo maggio 2009 Busetta sia stato fermato al volante di una Bmw dalla polizia stradale di Novara per eccesso di velocità.
26 maggio 2012