Ed,LA SOTTILE
LINEA ROSSA (DI BARAK OBAMA)
Una nuova campagna
militare si sta preparando, ormai da mesi e mesi, contro la Siria di Assad.
A prosieguo della stagione della
“primavera araba” - in cui il bilancio delle cosiddette ‘rivoluzioni’ dalla
Tunisia all’Egitto, passando per la Libia, risulta evidentemente fallimentare
per un’opzione democratica e popolare – sono emerse tra le pieghe della
mobilitazione dell’opposizione siriana evidenti infiltrazioni jahadiste del
fondamentalismo sponsorizzato da Al Queda e dall’Arabia Saudita, premessa
dell’aggressione militare alla Siria da anni minacciata e che sta maturando in
queste settimane.
Il ‘Premio Nobel per la Pace’
Obama ha indicato una linea rossa che non avrebbe dovuto essere
oltrepassata (da nessuno!), quella dell’utilizzo delle armi chimiche da
parte del regime. Il ricorso a tali armi, distruttive come altre, altrettanto
da bandire, segna senz’altro un imbarbarimento del conflitto, soprattutto
contro la popolazione civile; tuttavia, oltre al sospetto che non esistano
le prove di un reale utilizzo di tali armi da parte dell’esercito siriano
(dubbio più che legittimo, dopo che la guerra all’Irak di Saddam Hussein nel
2003 fu scatenata sulla base di inesistenti prove di armi di distruzione di
massa) a far suonare fasulle tali posizioni è il silenzio rispetto ai
cosiddetti “ribelli”, eterodiretti dalle forze reazionarie (statuali e
terroristiche) del Medio Oriente, che credibilmente hanno utilizzato
strumenti e metodi terroristici contro la popolazione civile, alimentando una
fuga disperata dalle regioni in cui si sono insediati e stanno tentando di
imporre leggi e costumi oscurantisti.
Il peccato mortale della Siria
di Assad, più ancora dell’Iraq di Saddam, è quello di essere rimasto un baluardo
del fronte nazionalista arabo (spesso contraddittorio e ambiguo) che, dall’ormai
abbattuta Libia di Gheddafi alla discutibile teocrazia iraniana, passando dagli
sciiti di Hezbollah, si oppone alla penetrazione imperialista occidentale. Gli
USA, di fronte alla prospettiva del confronto totale che si va dispiegando su
scala planetaria con l’Oriente indo-cinese, in cui giocherà un ruolo
fondamentale anche la Russia neoimperialista di Putin, non sopportano
l’esistenza di un tale fronte antimperialista che contrasta le petro-monarchie
di stretta osservanza americana (Arabia Saudita e Quatar in primis), pur temendo il potenziale destabilizzante delle
componenti fondamentaliste dell’islamismo radicale sunnita, (Wahabita e di Al
Quaeda).
I Paesi europei (impossibile
parlare di UE al di là delle politiche di strozzinaggio economico-finanziario
speculativo a favore delle banche private e del neocolonialismo germanico)
vanno in ordine sparso, senza una politica neppure minimamente convergente: il governo tedesco è contrario all’intervento, il
parlamento inglese e il Labour non
seguono Cameron nell’ennesima avventura militare a fianco degli USA, la Francia
del “socialista” Hollande pressa insistentemente per un intervento “umanitario”
(come fece con la Libia due anni fa). E l’Italia?
Le dichiarazioni del Ministro
degli Esteri Bonino sono almeno improntate alla prudenza: sarebbe comunque bene
che lo stesso Ministro rammentasse che, con
o senza mandato Onu, l'Italietta è in guerra da anni. A partire dalla
Guerra nei Balcani (che pagheranno ancora per decenni le conseguenze dei
bombardamenti con i tumori da uranio impoverito con un territorio contaminato e
una economia interamente controllata dalle multinazionali Usa e
occidentali e un territorio occupato da basi militari Nato) passando
dalle guerre nel Golfo, il nostro paese è stato sempre presente nelle guerre
cosiddette umanitarie, offrendo basi e aeroporti, un supporto militare e
logistico determinante.
Dopo l’invenzione delle “guerre
umanitarie”, per un ventennio la propaganda di guerra ha fatto proseliti
creando un luogo comune secondo il quale questi conflitti sono inevitabili per
la salvaguardia della democrazia e della libertà: però di democrazia ne
abbiamo vista ben poca e ancor meno di libertà, soprattutto se si considera
la totale mancanza di riconoscimento dei diritti dei popoli kurdo e palestinese
e l’appoggio incondizionato alla repressione che gli alleati (più o meno
“democratici”) come Turchia e Israele operano indiscriminatamente nel quadro
della strategia geo-politica occidentale, a vantaggio dei colossali interessi
delle multinazionali occidentali.
Per capire a fondo la situazione e comprendere le alleanze in atto
bisogna risalire ai tempi della prima guerra in Afghanistan (1979-1989), quando
gli USA si allearono con Al Queda di Bin Laden e i più estremisti integralisti
islamici (compresi i Talebani) per cacciare Comunisti e Sovietici e controllare
l’Afghanistan. Da allora, i Jahadisti sono sempre stati utilizzati in Bosnia,
in Libia, poi in Siria, ogni volta che serviva.
La “lotta contro il terrorismo” è
stata una specie di teatrino, di specchietto per le allodole, per giustificare
leggi eccezionali, programmare interventi armati e spaventare i benpensanti. Anche il famoso episodio dell’11 settembre 2001 (che
ufficialmente sarebbe stato programmato da una ventina di integralisti per di
più Sauditi, tutti ex agenti CIA) presenta molti aspetti oscuri su cui non è
stata detta tutta la verità (quasi il 40% degli Statunitensi ha espresso dubbi
in proposito).
Oltre a diffondere informazioni
corrette su quanto sta accadendo, occorre mobilitarsi contro l’ennesima escalation militare che ha come pretesto
l'aspetto umanitario per rilanciare un’economia di guerra imperialistica
(l’unica che possa veramente risolvere la durissima crisi economica che
attanaglia i Paesi capitalistico-industriali occidentali e che sta lentamente,
ma inesorabilmente, estendendosi anche agli emergenti BRICS - Brasile, Russia,
India, Cina, SudAfrica), quella stessa economia che nei paesi
occidentali la guerra la scatena contro i lavoratori sotto forma di salari da
fame, precariato, distruzione dello Stato Sociale (smantellamento dei servizi
pubblici per tutti: sanità, pensioni, istruzione, trasporti etc.): due facce della stessa medaglia!
Confederazione Cobas – Pisa
fipviasanlorenzop38pisa-31/08/2013

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