giovedì 29 marzo 2012

RSA nell’area fiorentina. Posti letto vuoti e lavoratori in cassa integrazione



CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA
GRUPPO CONSILIARE “FEDERAZIONE DELLA SINISTRA – VERDI”

RSA nell’area fiorentina. Posti letto vuoti e lavoratori in cassa integrazione. Sgherri:”preoccupante e paradossale a fronte di bisogni non diminuiti ma addirittura crescenti. Presentata interrogazione”


Firenze, 29 marzo. Fare chiarezza su una situazione grave e paradossale: a quanto appreso –  portato alla luce dai sindacati e riportato oggi anche dalla stampa – per oltre venti lavoratori di alcune Residenze Sanitarie Assistite (in un caso tutti gli addetti ivi impegnati) nell’area fiorentina sarebbe stata attivata la cassa integrazione o la riduzione dell’orario di lavoro come conseguenza del fatto che a fronte dei posti letto convenzionati si troverebbero numerosi posti vuoti: un tragico paradosso se si pensa al sempre crescente bisogno di ricoveri in RSA e alle conseguenti liste d’attesa per accedervi. Fra le motivazioni che emergerebbero vi sarebbe una riduzione consistente delle quote sanitarie corrisposte dall’ASL fiorentina agli utenti per il ricovero in RSA. Aspetto sul quale va fatta altrettanta chiarezza. Come mai scelte di questo tipo da parte dell’ASL 10 di Firenze ? Sulle quote sanitarie ricordo infatti la nostra storica “battaglia” affinché vi fosse invece copertura adeguata e anche porre in atto ogni azione perché ve ne fossero di aggiuntive, così da migliorare l’ampiezza dei servizi offerti e ridurre le liste d’attesa per l’accesso alle RSA. Così Monica Sgherri – Capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi” in Consiglio Regionale - spiega il contesto e le domande di fondo dell’interrogazione presentata alla giunta Regionale oggi. Nell’esprimere solidarietà ai lavoratori coinvolti -  che, a quanto appreso, non sarebbero soltanto quelli sopra citati in quanto vi sarebbero il non rinnovo dei contratti a termine, ridotte le ore svolte dai lavoratori delle cooperative, ecc. – non si può che evidenziare una forte preoccupazione per la riduzione dei servizi offerti a fronte a bisogni crescenti, nonché della qualità dei medesimi. Ma sono sparite le liste d’attesa e sono diminuite le necessità ? Non è certo così ed anzi i bisogni sono in aumento, quindi la vicenda in questione è intollerabile per i lavoratori che rischiano il posto di lavoro, per i pazienti e per le loro famiglie.

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