mercoledì 27 marzo 2013

ONU chiede la ‘sospensione immediata’ del progetto gas in Amazzonia.


COMUNICATO STAMPA DI SURVIVAL INTERNATIONAL

25 marzo 2013

ONU chiede la ‘sospensione immediata’ del progetto gas in Amazzonia.

L’ampliamento del progetto Camisea rischia di esporre i Nanti a malattie verso cui hanno basse difese immunitarie.
L’ampliamento del progetto Camisea rischia di esporre i Nanti a malattie verso cui hanno basse difese immunitarie.
© Anon
Le Nazioni Unite hanno richiesto la sospensione immediata dei piani di ampliamento di uno dei maggiori progetti per lo sfruttamento del gas dell’Amazzonia Peruviana. A motivare la richiesta è la preoccupazione che le attività possano mettere a grave rischio la vita degliIndiani incontattati che vivono nelle vicinanze.
In una lettera al governo peruviano, la Commissione delle Nazioni Unite per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale (CERD) ha richiesto la “sospensione immediata” dell’ampliamento dell’attuale progetto Camisea all’interno della riserva Nahua-Nanti poiché “minaccia la sopravvivenza fisica e culturale dei popoli indigeni che ci vivono”.
L’intervento dell’ONU risponde all’appello inviato al CERD dalle organizzazioni degli indigeni peruviani AIDESEPORAU e COMARU, che stanno anche promuovendo un’azione legale contro il governo e le compagnie coinvolte nel progetto da 1,6 miliardi di dollari.
Camisea è gestito da un consorzio di compagnie tra cui l’argentina Pluspetrol, la statunitense Hunt Oil e la spagnola Repsol, ed è uno più grandi progetti di estrazione di gas in Amazzonia.
Oltre la metà dei membri della tribù di quest'uomo Nahua è morta per malattie diffuse negli anni ’80, quando la Shell cercava gas nell'area.
Oltre la metà dei membri della tribù di quest'uomo Nahua è morta per malattie diffuse negli anni ’80, quando la Shell cercava gas nell'area.
© David Hill/Survival
Il progetto del gas prevede di arrivare con la prospezione fino al cuore della Riserva Nahua-Nanti, che fu creata per proteggere la terra e le vite degli Indiani isolati.
Le compagnie stanno progettando di effettuare test sismici nella foresta – dove dovrebbero far detonare migliaia di cariche esplosive – e di scavare più di venti pozzi esplorativi.
Tale attività avrebbe un impatto devastante sugli abitanti locali che per sopravvivere dipendono dalla foresta e dalla sua selvaggina. Inoltre, qualunque contatto con gli Indiani isolati potrebbe rivelarsi fatale.
Nel 2003, fu approvato un Decreto Supremo che vietava qualsiasi ulteriore espansione del progetto come condizione per l’erogazione di un prestito della Banca di Sviluppo Interamericana. Ciò nonostante, in flagrante violazione del Decreto, nell’aprile 2012 il Ministero dell’Energia del Perù ha approvato la una parziale espansione di Camisea. Il Ministero è ora pronto ad autorizzare anche la fase successiva dell’ampliamento, del costo di 480 milioni di dollari.
“Il governo peruviano ha promesso alla Banca Interamericana per lo Sviluppo che non avrebbe ampliato il progetto Camisea” ha commentato Stephen Corry, Direttore generale diSurvival International, “e ha persino approvato un Decreto Supremo per convertire in legge l’impegno preso. Ora sta facendo esattamente ciò che si era impegnato a non fare. Non stupisce che le Nazioni Unite abbiano chiesto il blocco del progetto”.


Per leggere la storia online: http://www.survival.it/notizie/9062

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