SCANDALI IN VATICANO E PAPA “RIFORMATORE”.
Si è sempre saputo che le gerarchie ecclesiastiche per
tenore di vita e potere economico si guardano bene dal seguire la povertà
evangelica e gli insegnamenti di S. Francesco. La bibliografia ed i documenti
che provano questa verità sono innumerevoli. Per questo motivo non mi ha
certamente meravigliato il recente scandalo suscitato dalla fuga di documenti
sulla gestione dell’ingente patrimonio edilizio del Vaticano, sulla sfarzosità
delle abitazioni cardinalizie e sull’esigua percentuale dei denari ricevuti in
elemosine, impiegati in effettiva beneficenza.
Il Cristianesimo ha certamente esercitato una azione di
progresso nei primi anni dopo la morte di Cristo. Predicare l’uguaglianza degli
uomini in una società basata sulla schiavitù, era rivoluzionario; come
rivoluzionario era rivendicare il diritto a seguire la propria fede.
Questa carica progressista del Cristianesimo venne gradatamente
svirilizzata, sminuita, resa puramente formale dal potere politico dell’impero
romano. Si capì che l’aspetto mite di “porgere l’altra guancia” che
l’affermazione che “gli ultimi saranno primi nel Regno dei Cieli”, poteva
essere usata ( per dirla con Marx) come oppio del popolo. E così fu, a partire
dall’Editto dell’imperatore Costantino del 313 con il quale si assunse il
Cristianesimo come religione di Stato.
Da quella data le gerarchie ecclesiastiche divennero la
punta di lancia delle classi dominanti, appoggiarono sempre e sistematicamente
il potere economico-politico. Ogni movimento rivoluzionato fu condannato ed
ostacolato dalla Chiesa: basta pensare agli esempi più rilevanti storicamente
come la Rivoluzione Francese, il Risorgimento italiano, la Comune di Parigi e
la Rivoluzione d’Ottobre.
Questo giudizio complessivo delle Gerarchie Ecclesiastiche
non vuole oscurare figure isolate come S. Francesco d’Assisi, o per stare più
vicini ai nostri tempi, i sostenitori della Teologia della Liberazione, oppure
tanti preti vicini e solidali con il popolo come Don Gallo o il Vescovo di
Molfetta Tonino Bello. Se vissuta in modo autenticamente fedele al Vangelo, la
religione Cristiana può divenire parte del fronte progressista.Resta la
necessità per un marxista di combattere (ideologicamente e lasciando la libertà
individuale della fede) ogni religione come portatrice di irrazionalità ed
atteggiamenti antiscientifici.
Una considerazione mi sento di fare, anche se la mia
posizione di marxista e di ateo può non avere sufficiente autorevolezza: tutti
coloro che si richiamano ed operano in nome del Vangelo dovrebbero per coerenza
e credibilità dissociarsi dalla Religione Cattolica ufficiale e dalla sua
Gerarchia. In caso contrario possono, anche involontariamente, divenire la
foglia di fico che nasconde la natura retrograda e reazionaria del
Cattolicesimo.
E proprio partendo da questa ultima considerazione, la
figura dell’attuale Papa mi sembra avere solo la funzione di ridare credibilità
ad una struttura marcia, reazionaria ed antipopolare.
I casi possono essere due ed in entrambe avrebbero l’effetto
di perpetuare l’operato nefasto della Chiesa Cattolica:
-il Papa vuole davvero riformare la Chiesa ed allora verrà
ostacolato in ogni modo dalla Gerarchia anche con l’uccisione ( ricordiamoci
che il Diritto Canonico vieta l’autopsia dei pontefici per evitare ogni prova
dell’eventuale eliminazione fisica);
-il Papa vuole solo dare l’impressione di fare alcune
“riforme”.
La seconda ipotesi mi sembra più probabile. Due fatti
rendono ambigua la figura di Bergoglio: è stato vescovo in Argentina ed ha
sempre combattuto contro la Teologia della Liberazione; è stato gesuita, cioè
quanto di più lontano da S. Francesco e poi ne prende il nome….
Orlando Simoncini.
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