mercoledì 31 agosto 2011

Reds ITA - [01/18]

Cobas Cremona: O SCIOPERI, O .... SEI FRITTO!

O SCIOPERI, O .... SEI FRITTO!



· Vuoi perdere tutte le conquiste e i diritti nel tuo posto di lavoro, perchè tanto ti possono licenziare senza “giusta causa”? (come prevedono le manovre del governo)

· Vuoi che sia inutile impugnare il tuo “contratto” a termine, parziale, a collaborazione, ... perchè tanto ti possono licenziare senza “giusta causa”? (come prevedono le manovre del governo)

· Vuoi il blocco del tuo stipendio, non avere nemmeno più un aumento, neppure al di sotto dell’inflazione? (come è già previsto per i dipendenti pubblici dalle manovre del governo)

· Vuoi pagare sempre di più il ticket sanitario? (come prevedono le manovre del governo

· Vuoi pagare ancora di più la benzina? (come prevedono le manovre del governo)

· Vuoi che il tuo TFR ti sia pagato due anni dopo essere andato in pensione? (come è già previsto per i dipendenti pubblici dalle manovre del governo)

· Vuoi che l’età e/o gli anni di contribuzione per andare in pensione siano aumentati ancora? (come è previsto dalle manovre del governo per le donne nel settore privato e per tutti dalla controriforma pensionistica che lo farà nel 2015)

· Vuoi lavorare gratis dei giorni in più, con lo spostamento alla domenica di una serie di festività? (come prevedono le manovre del governo)

· Vuoi che il contratto nazionale sia definitivamente smantellato e che su tutte le questioni possano decidere solo i padroni e i sindacati firmatari di contratto? (come prevedono le manovre di governo e l’accordo di giugno tra Cgil-Cisl-Uil e Confindustria)

· Vuoi essere trattato a calci in culo come gli operai della Fiat da Marchionne? Meno salario, meno diritti e solo promesse di lavoro stabile (forse) in un indistinto futuro? O vivere in una condizione di schiavitù come i lavoratori delle coop della logistica: senza diritti, sfruttati, ricattati, espulsi?



Se sei favorevole a tutto questo meglio se ti fai curare dallo psichiatra (Attento, però, perchè dovrai pagarlo di tasca tua!). Ci penseranno poi i tuoi figli a ricordarti che bel futuro hai contribuito a preparare per loro! Se non sei favorevole, oggi hai poche scelte di fronte, solo:



SCIOPERARE IL 6 SETTEMBRE

PER 8 ORE (TUTTA LA GIORNATA)

PARTECIPARE ALLE INIZIATIVE DI LOTTA E ALLE MANIFESTAZIONI



La giornata del 6 settembre deve essere solo l’inizio di un periodo di mobilitazioni contro le politiche del governo e le pretese del padronato. (che si è affrettato a dire che “tutte queste misure sono ancora troppo poco”!) Per questo abbiamo proclamato lo sciopero per il 6 settembre assieme ai sindacati USB, Slai Cobas, ORSA, CIB-Unicobas, Snater, USI.

Occorre mobilitarsi per modificare i rapporti di forza a favore dei lavoratori. Dobbiamo unirci indipendentemente dall’iscrizione a questo o quel sindacato, costituendo comitati di lotta e di sciopero, dando vita a iniziative comuni e di massa, che durino nel tempo.

Le manifestazioni “passeggiata” o “processione”, gli scioperi rituali per far vedere che ci siamo anche noi, non bastano! Dobbiamo far sentire il “costo” dei nostri scioperi rompendo la pace sociale, dare vita a un movimento sociale contro la gestione della crisi capitalista per favorire ancora di più gli interessi e i profitti di padroni, banchieri, speculatori finanziari!

Dobbiamo mobilitarci per difendere le nostre condizioni di vita e di lavoro, non per ripristinare la concertazione, né per un impossibile capitalismo più “equo”, come fa la Cgil, rilanciando quella politica che ha contribuito al peggioramento delle nostre condizioni in tutti questi anni.

Come lavoratori non possiamo contare che su noi stessi. Iniziamo a farlo, altrimenti saremo sempre e solo noi a pagare la crisi economica e finanziaria del capitalismo.

S.I. Cobas

Sindacato Intercategoriale Cobas

www.sicobas.org - coordinamento@sicobas.org

sede nazionale: Via Marco Aurelio 31, 20127 Milano Tel. /Fax 02.49661440 fip 28-8-11





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S.I. Cobas
Coordinamento Provinciale di Cremona
Via Mazzini, 24 – 26010 Bagnolo Cremasco (CR) - presso lo Spazio Popolare La Forgia

Apertura sede sindacale martedì e giovedì dalle ore 17.00 alle 19.00
Per appuntamenti tel.3335986270 - 0373473214
cremona@sicobas.org
slaicobascremona@gmail.com

http://www.youtube.com/user/slaicobascremona
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Sindacato Intercategoriale Cobas
S.I. COBAS
Lavoratori Autorganizzati

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Sede legale: Via Mazzini, 24 - c.a.p. 26010 Bagnolo Cremasco (CR), tel. 0373473214
sito web: www.sicobas.org e-mail: coordinamento@sicobas.org
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Prospettato ridimensionamento dell’ospedale di Portoferraio. Interrogazione di Sgherri.

Prospettato ridimensionamento dell’ospedale di Portoferraio. Interrogazione di Sgherri.

Sgherri “la Regione intervenga, per quanto di competenza, per il rispetto degli accordi già in essere e quindi per scongiurare il ridimensionamento”


Firenze, 31 agosto. La Regione metta in atto tutte le azioni – nell’ambito delle proprie competenze – affinché si scongiuri il prospettato ridimensionamento dell’ospedale di Portoferraio, in particolare del reparto di ortopedia, e così si rispettino gli accordi e protocolli fra la medesima e l’ASL di Livorno, che, a quanto ci consta, – a differenza di quanto viene prospettato dalla Azienda Sanitaria labronica – prevedevano una riqualificazione del presidio elbano e il mantenimento di ortopedia.
Questa la ratio dell’interrogazione presentata oggi alla Giunta Regionale da Monica Sgherri, capogruppo di Federazione della Sinistra – Verdi in Consiglio Regionale.
Il ridimensionamento prospettato, ricorda Sgherri, rappresenta l’ultima tappa di quello che appare un drastico ridimensionamento non solo di quest’ospedale ma dell’intera sanità ospedaliera elbana, a cui non è seguito per giunta un potenziamento della sanità sul territorio.
Situazione questa che ha inevitabilmente ha visto i cittadini dell’isola esprimere forte preoccupazione per quanto sta accadendo su uno dei servizi primari come questo.
A quanto ci consta – conclude Sgherri – tutto ciò è in palese contrasto con gli accordi e i protocolli intercorsi fra Regione, conferenza dei sindaci dell’Elba e Asl livornese, ed è quindi doveroso che la Regione, per quanto di competenza, intervenga al fine di scongiurare questo ridimensionamento.

L’attacco alla Costituzione non è solo sulle pensioni


L’attacco alla Costituzione non è solo sulle pensioni
di Giorgio Cremaschi

Il governo ritira il provvedimento sulle pensioni perché incostituzionale. Bene, ma gran parte della manovra lo è. E’ anticostituzionale l’articolo 8 che permette ad accordi aziendali di rinunciare non solo al contratto nazionale ma persino alla legge che tutela le lavoratrici e i lavoratori contro i licenziamenti ingiusti. E’ anticostituzionale, nel senso che si viola lo spirito profondo della nostra Carta, pensare di imporre il pareggio di bilancio come vincolo costituzionale permanente. Nessun’azienda accetterebbe un vincolo di questo tipo, mentre dovrebbe essere imposto allo stato italiano, perché così vogliono la Germania e la Banca europea. Inaccettabile, incostituzionale e anche stupido.
E’ incostituzionale caricare di un contributo di solidarietà solo i più alti redditi tra i dipendenti pubblici, lasciando fuori tutti i manager privati. E’ incostituzionale la rappresaglia sulla tredicesima dei dipendenti pubblici, che verrebbe a mancare se chi comanda nei loro uffici sbaglia i progetti. E’ incostituzionale ignorare completamente il risultato del referendum che ha detto sì all’acqua come bene pubblico e che ha anche detto sì al mantenimento dei grandi servizi sotto la sfera pubblica, ed invece lanciare una grande campagna di privatizzazioni. E’ incostituzionale continuare a tollerare l’evasione fiscale, la fuga dei capitali, un sistema pubblico finanziato per grandissima parte solo dai soldi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati.
Si può andare avanti percorrendo la manovra e scoprendone in ogni lato piccoli e grandi attacchi alla Costituzione. Questo perché è il senso stesso della manovra e del governo che la ispira, che va contro i principi di fondo della nostra Costituzione. Contro i principi di uguaglianza e giustizia che sono alla base di essa e che, non a caso, il governo vuole mettere in discussione in tanti punti, a partire dall’articolo 41 che pone precisi limiti alla libertà d’impresa.
A questo punto a maggior ragione bisogna lottare e mobilitarsi, perché la manovra cada e il governo con essa. L’alternativa va costruita sulla base di un altro progetto economico e sociale, che metta in discussione non solo le scelte catastrofiche della destra, ma anche il potere autoritario che su di noi esercitano la Banca europea e il governo unico dei banchieri e della finanza. E’ stato detto che l’Italia è commissariata dall’Europa. Ma non si commissaria un paese senza cancellarne la Costituzione. Via Berlusconi, dunque. Ma per ripristinare davvero la Costituzione bisogna anche mettere in discussione i diktat dell’Europa delle banche e il cosiddetto potere dei mercati, che stanno distruggendo la nostra democrazia.

31 agosto 2011

ONU: lanciata campagna contro l’estinzione di 35 tribù della Colombia


COMUNICATO STAMPA DI SURVIVAL INTERNATIONAL

31 agosto 2011


ONU: lanciata campagna contro l’estinzione di 35 tribù della Colombia


Madre e figlio Nukak, Cano Chua, Colombia.

© David Hill/Survival Le Nazioni Unite hanno lanciato una campagna per proteggere 35 tribù colombiane dall’estinzione. Survival International lavora a stretto contatto con una di esse, i cacciatori-raccoglitori Nukak che vivono nel bacino amazzonico nord-occidentale.

La campagna è la risposta a una pioggia di minacce che potrebbero spazzare via gli Indiani. Fra queste si citano sfratti, rapimenti, massacri, mine anti-uomo e reclutamenti forzati di giovani indigeni nei gruppi armati.

Nel 2010, un articolo redatto dalle Nazioni Unite in preparazione di questa campagna denunciava che “il rischio di una scomparsa fisica o culturale rimane, e in alcuni casi è addirittura aumentato”. Fra le tribù in maggior pericolo erano elencati i Nukak-Maku, i Guayaberos, gli Hitnu e i Sicuani.

Secondo l’ONIC, l’organizzazione nazionale degli indigeni della Colombia, negli ultimi otto mesi sono anche stati assassinati 60 indigeni. Spesso, la paternità di gran parte dei crimini che avvengono in Colombia è attribuita ai gruppi guerriglieri, come le FARC, ma le prove raccolte dall’ONIC collegano la maggioranza degli omicidi alle forze armate paramilitari e statali.


Ragazzo Nukak gioca con la sua famiglia, Colombia.
© Arnau Blanch/Survival Attraverso la sua campagna, l’ONU si prefigge di aumentare la preoccupazione pubblica per le tribù più vulnerabili della Colombia. La sua speranza di “unire il pubblico coinvolgendolo in azioni di solidarietà capaci di promuovere la protezione delle tribù” è rafforzata dal titolo della campagna: “Se loro scompariranno, se ne andrà anche una parte di te”.

La storia recente dei Nukak dimostra quanto è importante la campagna dell’ONU per far conoscere all’opinione pubblica queste tribù e i gravi pericoli che le minacciano. La guerra civile ha indotto molti dei Nukak a fuggire dalle loro terre tradizionali facendoli riversare nelle periferie delle città, dove ora versano in condizioni drammatiche.

Il contatto con gli esterni è stato fatale. Dal primo incontro avvenuto nel 1988, più della metà dei Nukak sono morti di malattie importate. Quelli che un tempo erano cacciatori-raccoglitori liberi, oggi subiscono l’attacco continuo di malattie e depressione, e devono affrontare un futuro molto incerto.

“La campagna dell’ONU riconosce giustamente che l’estinzione di una tribù non è una tragedia solo per chi è direttamente coinvolto” ha ricordato Stephen Corry, Direttore Generale di Survival International, “ma anche una perdita irreparabile per l’intera umanità”.

Per ulteriori informazioni: www.mipresente.org



Per leggere la storia online: http://www.survival.it/notizie/7648

Una cartolina razzista dalla spiaggia di Follonica


Una cartolina razzista dalla spiaggia di Follonica

http://www.carmillaonline.com/archives/2011/08/004010.html#004010

di Alberto Prunetti
KKK-KnightsParty.jpg
Breve cronaca di ordinario razzismo balneare dalle coste di Follonica, ridente cittadina della costa toscana. Sono le 11 del mattino di stamani 30 agosto, minuto più, minuto meno, l'estate sta finendo e io - che mi trovo da queste parti per preparare la vendemmia nella vigna del nonno, lavare la cantina e controllare la densità degli zuccheri nell'uva - decido che fa troppo caldo per andare avanti e che sono troppo sudato per farmi solo una doccia. Urge il bagno al mare, che si trova solo a 300 metri dalla casa in cui sono nato. Bel bello inforco la bicicletta, mi compro un paio di quotidiani e faccio il mio ingresso nella stessa spiaggia in cui vado da sempre, a pochi metri dal bagno Tangram, famoso in zona perché organizza concerti a favore di Emergency e altre iniziative antirazziste. Sono nella spiaggia cosiddetta libera, la poca rimasta tra un bagno e l'altro, e niente sembra poter turbare la mia tranquillità. La spiaggia è meno affollata della settimana scorsa, molti turisti se ne sono andati, e il mare è pulito e placido. Fin qui tutto bene. 
Allargo il mio asciugamano e mi sdraio pensando al sangiovese, al babometro, al torchio vinario e ai cinghiali che vorrebbero mangiarmi l'uva. Poi sento delle urla. Una voce di donna, disperata, di quelle che arrivano in questi giorni dall'Africa del nord quando una madre piange un figlio morto nella guerra civile o in una traversata notturna del Mediterraneo. Mi alzo, la gente attorno a me si alza.
Ci avviciniamo a un ombrellone, dove una donna si è accasciata e continua a urlare in una lingua che non riesco a capire. La signora, un'ambulante forse nordafricana che era passata pochi istanti prima offrendo le sue merci, adesso piange e sputa, mentre le mucose irritate emettono liquidi dalle narici, e soprattutto dagli occhi. C'è solo una parola in italiano che tutti sentono bene: “Razzisti!”. Arrivano altri venditori ambulanti, aiutano la signora a calmarsi, lei riesce a spiegare cosa è successo. La gente è abbastanza solidale, la aiutiamo a lavarsi la faccia presso il bagno adiacente, il bagnino si fa in quattro e più di tutti si mobilita un venditore ambulante di libri, un ragazzo nordafricano che vende libri su un carretto e col quale mi metto a fare domande a tutti i bagnanti. La situazione un po' si chiarisce: un tipo, un italiano sui 35 anni, coi capelli corti, quasi rasati e un tatuaggio, ha gettato qualcosa in faccia alla signora nordafricana che vendeva qualche merce da un ombrellone a un altro. Sembra che il tipo fosse innervosito perché - sotto l'ombrellone con la moglie, piccola di statura, la bambina e due cani di taglia piccola - la figlia non riusciva a dormire. Il suo nervosismo è esploso contro il capro espiatorio che la società gli ha fornito: la venditrice ambulante straniera, che per caso è passata dal suo ombrellone. Non è chiara la dinamica: secondo i bagnanti che erano vicini, l'uomo ha rapidamente portato via dalla spiaggia la moglie, la bambina e i cani, poi è andato a prendere o uno spray antistupro, di quelli al peperoncino, o un qualche liquido irritante che poi, secondo un'altra ipotesi, ha mescolato con l'acqua di mare. Aveva con sé il liquido? Ormai gli italiani si portano lo spray antistupro per essere più sicuri sulla spiaggia? Comunque l'uomo è tornato in spiaggia, ha raggiunto la signora ambulante a pochi metri di distanza e le ha spruzzato in faccia il liquido o lo spray. Una parte di questo liquido ha colpito su un occhio anche un'altra signora, a cui la venditrice stava proponendo la sua merce. Poi, mentre tutti si avvicinavano alla signora nordafricana in lacrime, è scappato.Intanto abbiamo chiamato il pronto soccorso: la signora non sembrava gravissima ma sentiva molto dolore: l'hanno portata in ospedale per darle qualche collirio e verificare la sua situazione. Sono arrivati i carabinieri quando la signora nordafricana era già stata portata via in ambulanza. Per inerzia dello stereotipo, devono aver pensato che c'era una vittima italiana e un assalitore marocchino. Abbiamo provveduto a capovolgere la loro prima impressione. Abituato a vederli molto aggressivi e determinati, è stato buffo trovarli, complice la calura estiva, tranquilli. Abbiamo dovuto fare un po' di pressing per spiegare che qualcuno aveva già visto in zona la bella famigliola di “quiet italians” passeggiare da alcuni giorni la sera sul lungomare Italia, e al terzo tentativo abbiamo anche trovato il modo di farli parlare con una signora con due bambine che aveva un occhio irritato anche lei perché aveva ricevuto incidentalmente uno schizzo della sostanza urticante e che non sapeva come farsi notare. Intanto io e il venditore ambulante di libri abbiamo percorso un paio di strade adiacenti alla spiaggia e parlato con chi potesse conoscere l'aggressore. I carabinieri hanno raccolto la denuncia del bagnino e del libraio nordafricano. Non avendo con sé i documenti, si sono offerti di accompagnarlo alla sua automobile, dove erano conservati. Io mi sono detto: vuoi vedere che adesso chi va nei casini è proprio lui? L'ho preso da parte: mi ha detto che aveva i documenti in regola e che davvero stavano nell'automobile, e che gli bastava solo che controllassi il carretto dei suoi libri. Così, dopo che i carabinieri hanno fatto i complimenti alle bambine e alle mamme e se ne sono andati col libraio, io sono rimasto a vendere libri sulla spiaggia col carretto. Il libraio ambulante è tornato dopo quindici minuti. Gli hanno detto che l'aggressore lo troveranno di sicuro. Io al solito sono un po' scettico. Mi sono scusato perché in quindici minuti io non solo non ho venduto un libro, ma ho parlato così male dei libri di un importante autore, che una signora stava per comprare, che gli ho rovinato anche quel modesto affare.Il libraio ambulante mi ha detto di non preoccuparmi, che lo sa anche lui che sono libracci. Ma a gente che viene al mare per gettare spray al peperoncino o roba simile in faccia a una signora di mezza età, che libri vuoi vendere? Le poesie di Nazim Hikmet? Non avevo obiezioni.
Mentre me ne andavo, pensavo a quella canzone dei Baustelle che ha fatto incazzare tanto i miei concittadini follonichesi. Ma lo sai che tra i rifiuti abbandonati sulla spiaggia, che in effetti non se ne trovano troppi, c'è una cosa che i Baustelle non hanno raccontato. E' il razzismo. E forse qui a Follonica invece di sprecare energie per incazzarsi con i Baustelle bisognerebbe ricominciare a ragionare su altre parole chiave: la globalizzazione, l'intercultura, il razzismo come meccanismo di distrazione sociale, la comprensione della realtà in chiave antisecuritaria e antiallarmistica. Perché a me non mi fanno incazzare né i preservativi sulla spiaggia né le canzoni dei Baustelle, ma i fottuti razzisti dell'Illinois sulla spiaggia in cui vado sempre a bagnarmi. Compagni, io non li sopporto proprio e non ce li voglio vedere.


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Sanremo 2011 - Luca e Paolo - Indifferenti - Antonio Gramsci.mp4

Renzi anti-Stato

«Lasci il consiglio regionale Non credo alla diversità etica» - Corriere della Sera

State Terror: Deadly Libya strikes 'NATO policy, not mistake'

Nepal: eletto premier maoista // Nepal elects Maoist prime minister - Central & South Asia - Al Jazeera English

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Russia battles racism in football - Europe - Al Jazeera English

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Turkish air strikes 'kill 160 PKK fighters' - Europe - Al Jazeera English

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Deadly shooting outside Denmark mosque - Europe - Al Jazeera English

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No relief for Somali refugees in Dadaab - Africa - Al Jazeera English

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Trieste, migliaia di turchi "prigionieri" nel porto - Rassegna.it

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Libia, almeno 50mila morti da inizio guerra - Rassegna.it

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Camusso: dopo il golpe sulle pensioni, sciopero sacrosanto - Rassegna.it

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Sciopero 6 Settembre - ritrovo a Firenze




MARTEDI' 6 SETTEMBRE 2011 SCIOPERO GENERALE

per la provincia di Firenze, ritrovo e concentamento
ore 9.00, Piazza Cavalleggeri (difronte Bibblioteca Nazionale)


La Federazione PRC di Firenze aderisce e partecipa allo sciopero indetto dalla CGIL, contro una manovra iniqua e recessiva.


PARTECIPIAMO NUMEROSI!! 

martedì 30 agosto 2011

Dal 2 al 18 settembre - Festa Regionale di Liberazione. A Scandicci (Firenze)


dal 2 al 18 settembre - Festa Regionale di Liberazione. A Scandicci (Firenze)

da venerdì 2 al 18 settembre presso il Palazzetto dello Sport di Scandicci (Firenze)

Dal 2 al 18 settembre presso il  Palazzetto dello Sport di Scandicci (Firenze) si svolgerà la festa regionale Toscana di Liberazione – Festa Regionale di Rifondazione Comunista. Tutte le sere aperitivi, ristorante, pizzeria, dibattiti, possibilità di visitare gli stand, concerti, birreria e molto altro.

Programma dei dibattiti  serali - tutti alle ore 21 :

Venerdì 2 settembre:

*Un BUS chiamato desiderio: assicurare il diritto alla mobilità.
- Ugo Boghetta (Resp. Naz. Trasporti PRC),
- Rossano Rossi (CGIL Toscana)
- Emiliano Favilla (Ex Assessore viabilità Provincia di Lucca)
- Tommaso Grassi (Consigliere Comunale “Sinistra e cittadinanza” Firenze)

Domenica 4 settembre: 

* Pubblica Distruzione: scuola e università saranno ancora per tutti?


- Corrado Mauceri (Portavoce Tavolo regionale Scuola),
- Stella Targetti (Vice Presidente Regione Toscana)
- Vito Meloni (Responsabile Nazionale Scuola PRC)
- Un rappresentate dei comitati dei genitori
- Un rappresentante degli studenti

Lunedì 5 settembre: 

* Facciamo piazza pulita: verso uno sviluppo a misura di pianeta.

- Rosa Rinaldi (Segreteria Nazionale PRC)
- Tommaso Sodano (Vicesindaco di Napoli)
- Lorenzo Lombardi (coPresidente Regionale dei Verdi Toscani)
- Alessio Ciacci (Assessore all’ambiente Capannori)

martedì 6 settembre :

* Se eri un banca ti avrebbero salvato: dagli USA all’Europa a Tremonti

- Luciano Vasapollo (Professore associato di Statistica Aziendale – Università “La Sapienza” di Roma)
- Stefano Zuccherini (Direzione Nazionale PRC)
- F. Colonna (giornalista Corriere Fiorentino)
- Luca Ciabatti (PRC Toscana)

mercoledì 7 settembre:

* La decisione è presa: dall’esito referendario alla costituente dei beni comuni
- Massimo Rossi (Portavoce Nazionale FDS)
- Monica Sgherri (Capogruppo Regionale Toscano FDS – Verdi)
- Colin du Liege (Movimento per l’acqua bene comune toscano)
- Un rappresentante dell’ARCI
- Fulvia Bilanceri (Segreteria Regionale PRC)

Giovedì 8 settembre:

* Casa… non c’è Casa: Politiche sociali e diritto all’abitare

- Salvatore Allocca (Assessore Regione Toscana Welfare e politiche abitative)
- Walter De Cesaris (Responsabile Nazionale Unione Inqulini)
- Simone Porzio (SUNIA Toscana)
- Simona Fabiani (CGIL Toscana)

Venerdì 9 settembre:

* Guerra o Pace: si scrive democrazia e si legge petrolio

- Roberto Passini (Coordinatore Regionale Socialismo 2000)

- Izzedin Elzir (Imam Firenze, presidente UCOII)
- Alessandro Leoni (Responsabile Regionale Esteri PRC)

Sabato 10 settembre: 

* Genova – Val di Susa: Alta Mobilitazione. 2001-2011 un decennio di lotte
- Lorenzo Guadagnucci (giornalista)
- Haidi Giuliani (Mamma di Carlo Giuliani, compagna del PRC),
- Un rappresentante del movimento No Tav Val di Susa
- Francesco Piobbichi (Responsabile Nazionale Partito Sociale PRC)

Domenica 11 settembre: 

* Il caso della Richard Ginori. Quando il conflitto sindacale riafferma che il lavoro è diritti e dignità. Dopo Pomigliano d’Arco un altro caso di resistenza operaia.

- Giovanni Nencini (Cobas Richard Ginori e delegato RSU)
- Andrea Calò (Capogruppo PRC e Presidente della Commissione Lavoro Provincia di Firenze)
- Dino Miniscalchi (RSU Fiom Fiat Sata Melfi)
Lunedì 12 settembre :

… finchè c’è la Salute! Un diritto per tutti o un privilegio per pochi?

- Daniela Scaramuccia (Assessore Regionale Toscana Sanità)

- Erminia Emprin (Direzione Nazionale PRC)
- Anna Nocentini (Presidente Adina)
- Andrea Brachi (CGIL FP Toscana)
- Danielle Vangieri (Responsabile Regionale Sanità PRC)


Martedì 13 settembre: 

* No al governo di (ir)responsabilità nazionale. Per un’alternativa di sinistra al berlusconismo
- Paolo Ferrero (Segretario Nazionale PRC)
- Enrico Rossi (Governatore della Toscana)
- Luca Telese (giornalista)
- Stefano Cristiano (Segretario Regionale PRC)

mercoledì 14 settembre: 

* Revisionismo Neo-Fascista: il sonno della memoria genera mostri

- Giovanni Pallanti (Storico e scrittore)
- Bianca Bracci Torsi – PRC Nazionale resp. Memoria e Antifascismo,
- Saverio Ferrari – Osservatorio democratico sulle nuove destre,
- Ennio Saccenti- Vicepresidente ANPI Toscana

giovedì 15 settembre : 

* Sinistra: la storia e l’avvenire

- Claudio Grassi (Responsabile Organizzazione PRC Nazionale)
- Fausto Bertinotti
- Norma Rangeri (giornalista de “Il Manifesto”)
- Fulvia Bandoli (Segreteria Nazionale SEL)

Venerdì 16 settembre: 

* Il lavoro logora chi non ce l’ha: quale futuro per il diritto al lavoro e al reddito

- Gianni Rinaldini (Segreteria Nazionale FIOM)
- F. Tommasiello (Coord. Naz. USB)
- Paolo Marini (Consigliere Regionale Toscana FDS – Verdi),
- Roberta Fantozzi (Responsabile Nazionale Lavoro PRC)
- Alessandro Favilli (Responsabile Nazionale Grandi Industrie e Lavoro privato PRC)
- Adriana Miniati (Segreteria Regionale PRC)

- Sabato 17 settembre (alle ore 17.00):

* Autorganizzazione Popolare e pratiche di resistenza dentro la crisi (seminario sul Partito Sociale con le realtà di lotta e di autorganizzazione)

- Introduce e coordina Francesco Piobbichi (Responsabile Nazionale Partito Sociale PRC)


Domenica 18 settembre : 

Democrazia e rappresentanza politica (incontro seminariale) sempre ore 21:
- Antonio Floridia – Osservatorio Elettorale Regione Toscana
- Alessandro Chiaramonte – Università di Firenze
- Carlo Fusaro – Università di Firenze

Per i Gruppi consiliari regionali:
PD – Vittorio Bugli
IDV – Marco Manneschi
FdS/Verdi – Monica Sgherri
PSI – Pieraldo Ciucchi
UDC – Marco Carraresi

Introduce e coordina

- Gianluigi Pegolo (Responsabile Nazionale Democrazia ed Istituzioni PRC)



Programma dei dibatti organizzati dai Giovani Comunisti (spazio birreria) :
sabato 3 settembre ore 18.00: 

* IRA: una storia di indipendenza e socialismo

- Alessandro Leoni (Reponsabile Esteri PRC Toscana)


- Rivista Indipendenza

mercoledì 07 settembre, ore 18.00:

* Inchiesta sui luoghi di lavoro
- Matteo Gaddi (autore del libro "Lotte operaie nella crisi")
- Vittorio Rieser (sociologo)

sabato 10 settembre ore 18.00:

* Presentazione del fumetto "Carlo Giuliani, il ribelle di Genova"
- Haidi Giuliani
- Francesco Barilli (autore del fumetto)
- Simone Oggionni (Portavoce nazionale Giovani Comunisti)

domenica 11 settembre ore 18.00:

*Cento anni fa nasceva Lanciotto Ballerini

- Silvano Sarti (Presidente ANPI Firenze)

- Liliana Benvenuti “Angela” (staffetta partigiana)
- Lorenzo Ballerini (Segretario Circolo PRC Campi Bisenzio)

mercoledì 14 settembre ore 18.00:

* Il fascismo non ha eroi, ecco perchè Casapound ricorre al Che
- Eugenio Simoncini (Giovani Comunisti Firenze)
- Daniele Maffione (Responsabile Antifascismo Giovani Comunisti e Presidente ANPI Campania
- CAAT
- Chiara Casini- ANPI Bagno a Ripoli

Venerdì 16 settembre ore 18.00 :

* C'è in un'isola lontana, una favola cubana: come si evolve l’economia cubana con il VI Congresso del PCC”

- Andrea Genovali (Coordinatore Associazione Amicizia Italia-Cuba Toscana)
- Fabio Amato (Responsabile Esteri PRC)
- Vladimir Perez (consigliere politico Ambasciata Cubana)

Sabato 17 settembre, ore 18.00:

Vuoi capire cosa succede in Nord Africa ?  Guarda alla Cina

- Bruno Casati (PRC)
- Riccardo Chiari (il manifesto)
- Frida Nadovich (Liberazione)

10 domande per noi.

10 domande per noi.

Longevità – indigena brasiliana festeggia 121 anni



COMUNICATO STAMPA DI SURVIVAL INTERNATIONAL

30 agosto 2011



Longevità – indigena brasiliana festeggia 121 anni

Maria Lucimar Pereira della tribù dei Kaxinawá è
ritenuta essere la persona più anziana del mondo.
© INSS/Survival
Survival International ha individuato un’indiana brasiliana che è ritenuta essere la persona vivente più anziana al mondo dal momento che si sta preparando a celebrare il suo 121° compleanno.

Maria Lucimar Pereira appartiene alla tribù dei Kaxinawá e vive nell’Amazzonia brasiliana occidentale. Trascorrerà il suo compleanno, il giorno 3 settembre, con la sua famiglia.

Maria non ha mai vissuto in una città e attribuisce la sua longevità a uno stile di vita salubre. Mangia solo cibi naturali provenienti dalla foresta come carne grigliata, scimmie, pesce, manioca (una radice vegetale) e zuppe di banana. Non utilizza sale, zucchero né cibi elaborati.

Secondo il Direttore di Survival International Stephen Corry, questo stile di vita deve aver certamente contribuito alla sua longevità. “Noi tutti siamo testimoni degli effetti negativi che i cambiamenti forzati possono avere sui popoli indigeni. È bello vedere una comunità che ha mantenuto legami forti con la sua terra ancestrale e può godere dei suoi innegabili benefici”.

Maria Lucimar Pereira con i membri della sua
famiglia. © INSS/Survival
Nonostante abbia quasi 121 anni, Maria si mantiene in buona salute e relativamente attiva. Il leader della comunità ha raccontato a Survival che lei passeggia attorno al villaggio condividendone le vicissitudini, e che puntualmente fa visita ai suoi nipoti nelle aree confinanti. Parla solo lo kaxinawá (non il portoghese) e occasionalmente si reca nella città vicina di Feijó.

Il suo certificato di nascita è stato approvato nel 1985 e riporta come data di nascita il 1890. Ma un’età così avanzata non è infrequente nel suo villaggio che conta 80 abitanti, di cui quattro ultra novantenni. Mangiano cibi naturali e non usano sapone né alcun prodotto artificiale proveniente dalle città.

La vita di Maria ha attraversato l’arco di un secolo che ha visto drammatici cambiamenti. Gli Indiani della regione hanno subito le conseguenze del boom della gomma esploso nell’area alla fine del XIX° secolo, spazzando via il 90% della popolazione indigena in una terrificante ondata di schiavitù e violenze inenarrabili.


Scarica un breve documento informativo sui Kaxinawá, in inglese. (pdf, 37 KB)


Per leggere la storia online: http://www.survival.it/notizie/7639

Rammarico per la risposta del Presidente del Consiglio Alberto Monaci alla nostra richiesta di anticipare o posticipare di un giorno il consiglio straordinario sulla manovra economica vista la coincidenza con lo sciopero generale indetto dalla CGIL Nazionale.




Firenze, 25 agosto 2011




COMUNICATO STAMPA



Rammarico per la risposta del Presidente del Consiglio Alberto Monaci alla nostra richiesta di anticipare o posticipare di un giorno il consiglio  straordinario sulla manovra economica vista la coincidenza con lo sciopero generale indetto dalla CGIL Nazionale.

La Presidente del Gruppo Consiliare Regionale della Federazione della Sinistra-Verdi, Monica Sgherri, si dice “rammaricata per la risposta del Presidente Monaci alla richiesta di spostare al giorno prima o successivo al 6 settembre il Consiglio Regionale straordinario sulla manovra economica”.

Continua la Presidente Sgherri: “come già dichiarato, avevamo avanzato questa richiesta non perché ci sentiamo gli scagnozzi - pur sostenendone appieno le ragioni- della CGIL, così come speriamo che altri, con le loro dichiarazioni, non lo siano di altre organizzazioni sindacali confederali, ma per permettere –considerato che lo sciopero riguarda proprio la manovra governativa- il libero esercizio del diritto di sciopero e la possibilità della massima partecipazione  da parte di tutti.”

La Presidente Sgherri, dichiara ancora che “ribadirà questa posizione all’interno della riunione dei Capigruppo, che si terrà martedì prossimo 30 agosto così come chiederà che il consiglio- visto la indubbia importanza dell’argomento- si concluda con una risoluzione da trasmettere al Governo che contenga una proposta di radicale modifica della manovra governativa. Manovra che non colpisca, come al solito, i ceti popolari e i diritti dei lavoratori e dei pensionati e non scarichi sulle Regioni e sugli Enti Locali il costo della stessa.








PRC-PCL Castelfiorentino su caduti sul lavoro

Castelfiorentino entra oggi nella cronaca nera, quella dei caduti sul lavoro. Alla famiglia di Ndoc Gomila va tutto il nostro cordoglio.
La tragedia avvenuta stamattina, 29 Settembre, é paradigmatica nell'Italia di oggi, nella quale la Valdelsa, e la Toscana in generale, non sono isole felici. Ndoc, cittadino albanese da poco trasferitosi a Castelfiorentino alla ricerca di un lavoro onesto, é caduto dal tetto sul quale stava effettuando delle riparazioni. Ndoc aveva tre figli da mantenere, era stato assunto a nero e non era stato regolarizzato; i "giornali" oggi già strillavano della morte di un altro "irregolare". Ci teniamo a dire che qui, come in tutta Italia, di veramente irregolare c'é soltanto il fatto che si continui ad assumere a nero, e soprattutto che si continui a chiamare ditte per svolgere dei lavori senza assicurarsi della regolarità dei contratti né se i lavoratori prendono le dovute precauzioni di sicurezza. Il "datore di lavoro" di Ndoc, anch'esso un migrante, é tutt'ora in arresto, ma chi ha fornito il lavoro sembra non subirà nessuna conseguenza.
Questo é paradigmatico della situazione attuale, in cui prima della sicurezza, si pensa al risparmio. In ogni appalto, pubblico o privato che sia. Questo rispecchia un modo di pensare e di agire errato, in cui si mettono all'ultimo posto i diritti dei lavoratori; anche nel caso dei lavoratori stranieri, é bene ricordare che essi si trovano discriminati soprattutto in quanto sono minori i loro diritti come lavoratori, a causa di un intricato sistema di leggi.
Sulle classi lavoratrici (italiane o di origine straniera, non fa differenza) il governo e i padroni (appoggiati dal PD e dai sindacati "amici", direttamente o indirettamente) fanno ricadere il peso di una crisi economica causata dai padroni stessi.
Non é possibile tornare sull'argomento della sicurezza sul lavoro e della precarietà solo dopo che le classi subalterne hanno pagato con un'altra vittima. A queste tragedie si aggiungono quelle giornaliere dei licenziamenti, della disoccupazione e della vita precaria.
Come lavoratori di Castelfiorentino diciamo che é l'ora di finirla con chi si riempie la bocca con la "sicurezza" e i "diritti", mentre normalmente agisce per favorire ogni giorno le pratiche del lavoro nero e dello sfruttamento. Diciamo anche basta allo sciacallaggio di chi usa queste tragedie per farne propaganda razzista e xenofoba.

PRC - FdS Castelfiorentino
PCL Castelfiorentino





lunedì 29 agosto 2011

PRC Firenze sulle morti sul lavoro

COMUNICATO STAMPA
"Non possiamo restare indifferenti davanti all'ennesima tragedia che riporta prepotentemente l'attenzione di tutti sulla sicurezza sul lavoro. Questi drammi sono più assurdi di altri perché colpiscono chi sta soltando tentando di arrivare alla fine del mese, magari con uno stipendio da fame, e rischiando la vita". L'appello a una "sempre costante attenzione al tema del lavoro" arriva dal segretario provinciale del Prc di Firenze, Andrea Malpezzi, che dà la sua totale solidarietà alla famiglia e ai colleghi dell'operaio di 45 anni rimasto gravemente ferito l'altro giorno nel ribaltamento di un escavatore in una ditta di materie plastiche sulle colline di Certaldo. L'uomo ora rischia di perdere un arto inferiore. "E' necessario, soprattutto alla luce di questo crescendo di episodi e di incidenti, non abbassare mai la guardia - spiega Malpezzi - e per questo ben vengano iniziative di formazione a tutela della vita in ambito professionale e a tutela del lavoratore". Proprio in questi giorni la Regione Toscana ha indetto un progetto formativo per la sicurezza sul lavoro, denominato “Safety Manager”. "Si tratta di un progetto che prevede trenta borse di studio e che nasce e si sviluppa a livello inter-universitario, in collaborazione con l'Inail e le università di Firenze, Siena e Pisa - continua Malpezzi - Ma è essenziale, che accanto a iniziative come questa, si rafforzi la formazione professionale sia nei cantieri che nelle fabbriche. "E' importante che laureati e laureandi possano specializzarsi sul tema della sicurezza - incalza il segretario provinciale del Prc - ma non devono mancare esperienze fuori dai percorsi accademici per formare, ancora prima di futuri ingegneri che agiranno in veste di consulenti, datori di lavoro maggiormente responsabili e, anche, lavoratori più consapevoli dei rischi che corrono". "Prima di avere eccellenti consulenti domani - conclude Malpezzi - servono certezze e misure di prevenzione più forti oggi".

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Andrea Malpezzi
Segretario provinciale Prc - Firenze
Cellulare 329.2228803

URBANISTICA A CASTELFIORENTINO - Il PD usa la stessa arma di Berlusconi



URBANISTICA A CASTELFIORENTINO

La risposta del Sindaco Occhipinti e dell’Assessore Giglioli alla nostra domanda posta alla fine di luglio in Consiglio Comunale, ci farebbe sorridere, se non ci fosse da piangere.
La nostra domanda era: è opportuno, è buona prassi, è etico che il progettista di un piano di lottizzazione che prevede la costruzione di villini sia il fratello dell'Assessore ai lavori Pubblici, facente parte della Giunta che governa il territorio dove devono essere costruiti  i villini stessi?
Per tutta risposta abbiamo ottenuto delle parole stupefacenti (si veda Antenna 5 Cronaca del 2 agosto 
Il metodo è lo stesso usato da Berlusconi: se ti fanno una domanda scomoda, tu punta il dito contro colui che ti ha fatto la domanda e coprilo di ridicolo oppure massacralo con le parole.
Ci piacerebbe sapere che cosa ne pensa Roberto Saviano (tirato in ballo dall’Assessore Giglioli) della macchina del fango richiamata dall’assessore stessa. Quale sarebbe il fango che noi avremmo sollevato? Nessuno ha sostenuto che ci siano state pratiche men che lecite, noi abbiamo richiamato l’attenzione su una questione etica e di principio.
Alle parole di Sindaco e Assessore, noi rispondiamo che:
  1. Abbiamo chiesto, in più di una occasione durante i Consigli Comunali, quale sia la disponibilità di immobili inutilizzati nel nostro Comune e quale sia la richiesta di immobili. L’Amministrazione ha sempre risposto che non lo sa.
Che senso ha quindi continuare a costruire case, quando non si conosce di quanto patrimonio immobiliare il nostro Comune dispone e quale sia la richiesta di case? Quale è la politica di questa Amministrazione in merito all’edilizia residenziale? Siamo contrari a continuare a consumare territorio inutilmente.
  1. Il Sindaco e l’Assessore, con le loro parole, sembrano assolutamente estranei alle scelte urbanistiche di questa Amministrazione, come se non fossero loro a decidere cosa si deve o non si deve fare in questo Comune ma fossero lì per caso. A questo punto ci chiediamo chi decida della gestione del territorio nel nostro Comune. L’urbanistica e i lavori pubblici sono settori molto importanti per un’Amministrazione comunale, creano posti di lavoro, consumano territorio, fanno girare molti soldi, per questo è necessaria la massima chiarezza.
  2. Quella che noi poniamo, è una questione di etica politica. Il conflitto di interessi nell’Urbanistica del nostro territorio sembra essere stato sempre abbastanza presente, ma mai nessuno (Consiglio Comunale, partiti, tecnici, cittadini) sembra essersene accorto. Il cittadino deve potersi fidare degli Amministratori, per questo le situazioni di conflitto di interessi devono essere evitate, a prescindere dalla correttezza di comportamento degli Amministratori (che nessuno, per altro, ha mai messo in dubbio).
Invece di scaldarsi tanto, Occhipinti e Giglioli diano una risposta alla nostra domanda, perché ad oggi non ce n’è pervenuta alcuna che sia pertinente alla nostra domanda.
Dal livello locale al livello nazionale, il PD ha notevoli conflitti di interesse, essendo contemporaneamente coinvolto nel governare territori e nell’amministrare aziende, patrimoni, istituti di credito locali e nazionali, aziende semi-pubbliche di gestione dei servizi e beni comuni, etc…
Per questi motivi, finché il PD non risolverà la questione del conflitto di interessi, non è e non sarà mai una valida alternativa al berlusconismo in questo Paese. Proprio perché ne utilizza le stesse modalità.


Gruppo Consiliare PRC-Cittadini per Castelfiorentino









Cade dal tetto e muore arrestato il titolare della ditta

Cade dal tetto e muore
arrestato il titolare della ditta


http://firenze.repubblica.it/cronaca/2011/08/29/news/cade_durante_il_lavoro_operaio_muore_a_castelfiorentino-20999807/


Morto sul lavoro a Cambiano, la prima volta di un titolare arrestato per mancanza di sicurezza

La tragica fine di Ndoc Gomila, in Italia per un onesto impiego trovando invece la sua fine. Il dolore del sindaco, l'Asl: "Vicini alla famiglia per chiedere il sostentamento"

http://www.gonews.it/articolo_97181_Morto-lavoro-Cambiano-prima-volta-titolare-arrestato-mancanza-sicurezza.html


Tragedia alla Ve-Ca: 44enne muore sul lavoro



http://www.gonews.it/articolo_97107_Tragedia-alla-VeCa-44enne-muore-lavoro-irregolare-arrestato-lamico-titolare-ditta-esterna.html

Paolo Ferrero a Nardò. "LOTTA DI CLASSE NON SI FA IN POLTRONA"

Scuola, gli stipendi italiani tra i più bassi d'Europa - Rassegna.it

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Autostrade: sindacati, rinnovato contratto per 14 mila addetti - Rassegna.it

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Signora Camusso, difenda il futuro degli operai - Rassegna.it

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Crisi: Ubs taglia 3.500 posti di lavoro - Rassegna.it

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domenica 28 agosto 2011

F2i diventa secondo gestore nazionale del gas


26/08/2011 15:24
F2i diventa secondo gestore nazionale del gas
La partecipata di Fondazione MPS attiva nel settore industriale

F2i diventa secondo gestore nazionale del gasDi Umberto De Santis

 
SIENA. Movimenti importanti nella galassia delle partecipazioni che gravita intorno al nome Monte Paschi. Con una nota della Commissione europea, abbiamo saputo dell’autorizzazione “ai sensi del regolamento Ue sulle concentrazioni, all'acquisizione del controllo congiunto della società italiana G6 Rete Gas da parte di Fondi italiani per le Infrastrutture (F2i) e di tre fondi d'investimento gestiti indirettamente da Axa Private Equity, che fanno parte del gruppo Axa”. Il costo dell'operazione sarebbe di circa 772 milioni di euro (75% da F2i e 25% da Axa private equit). La società acquistata, G6 Rete Gas, apparteneva fino allo scorso giugno, epoca dell’affare, alla multinazionale francese Gdf Suez. Così l’azienda italiana, guidata dal presidente Ettore Gotti Tedeschi e dall’amministratore delegato Vito Gamberale, che fornisce servizi di distribuzione del gas metano e accessori ed è concessionaria per la distribuzione in 474 comuni italiani con 15mila chilometri di rete in gestione, diventa il il secondo operatore nazionale dopo Eni. gestisce il patrimonio del fondo F2i ed agisce in suo nome. Il fondo F2i investe in attività nei settori delle infrastrutture e delle reti.
Nel gruppo degli investitori spicca la presenza della Fondazione MPS, che esprime anche un consigliere, l’ex assessore per le Infrastrutture alla Regione Toscana del PD Riccardo Conti. Che assomma a questa la carica di consigliere di amministrazione di Gesac, ovvero la società che gestisce l’aeroporto di Napoli. L'operazione era stata notificata all'Ue il 18 luglio. “Esaminato l'incidenza dell'operazione sul settore del gas, constatando che l'operazione comporta limitate sovrapposizioni orizzontali tra le attività di F2i e di G6 Rete Gas nel mercato della distribuzione del gas tramite gasdotti a media e a bassa pressione in Italia e che sui mercati interessati rimarrebbe un numero sufficiente di concorrenti” assicura così la nota della Commissione, che ricorda “i servizi di distribuzione del gas in Italia sono forniti in base a concessioni accordate dai comuni. Il concessionario ha un monopolio locale per un periodo determinato di tempo, dopo il quale il comune invita a presentare offerte per la nuova concessione in base alla pertinente legislazione italiana”. Dunque “l'operazione non ostacolerà in maniera significativa una concorrenza effettiva nello Spazio economico europeo (See, che comprende i 27 Ue più Islanda. Liechtenstein e Norvegia, ndr) o in una sua parte sostanziale”. E’ dal 1989 che la Commissione Europea deve le concentrazioni e le acquisizioni alle quali partecipano imprese con un fatturato importante al fine di impedire le acquisizioni che ostacolerebbero in maniera significativa una concorrenza effettiva nel See o in una sua parte sostanziale. 
Nell’azionariato di F2i la Fondazione MPS è in buona compagnia: oltre ad altre 6 fondazioni, sono presenti Unicredit, Intesa, CdP e Merryll Linch.Fra le tante partecipazioni presenti nel portafoglio dell’azienda, ci sembra utile segnalare quella del 15,71% diAlerion Spa (società in cui MPS ha un ulteriore 6,23% alla data del 27/01/2011) che è attiva nel settore delle rinnovabili. Uno dei suoi vicepresidenti è Giuseppe Garofano, che è anche presidente di Industria e Innovazione e RcrCrystal. Giusto le aziende che con la società Coll’energia srl stanno cercando di realizzare una mega centrale elettrica a biomasse ferocemente contestata a Colle Valdelsa.



La burocrazia Cgil costretta a proclamare lo sciopero generale
MA IL 6 SETTEMBRE DEVE DIVENTARE
L’INIZIO DI UN AUTUNNO BOLLENTE
Contro governo e padronato
 
 
 
 
di Fabiana Stefanoni
 
Dopo aver lasciato, per un’intera estate, alla presidente di Confindustria Emma Marcegaglia il ruolo di portavoce unico delle cosiddette “parti sociali” (espressione con cui ci si riferisce a Confindustria e sindacati, portatori di un presunto interesse comune di padroni e operai), dopo aver siglato il 27 giugno il putrido accordo tra le direzioni di Cgil, Cisl, Uil e Confindustria (che abbiamo analizzato in altri articoli sul nostro sito web), la Camusso ha infine proclamato per il 6 settembre uno sciopero generale di otto ore.
La notizia non dovrebbe destare stupore: in tutta Europa – dalla Spagna al Portogallo, dalla Grecia alla Francia – da due anni si susseguono scioperi generali contro le misure adottate dai governi borghesi (di centrodestra e centrosinistra) per scaricare la crisi sulle spalle dei lavoratori, delle giovani generazioni, dei precari, degli immigrati. Eppure, la proclamazione dello sciopero generale da parte della Cgil è, in effetti, una novità: per quasi tre anni, fino allo scorso 6 maggio, la principale confederazione sindacale italiana si è rifiutata di indire uno sciopero generale. Ora, a distanza di tre mesi, è la volta di un nuovo sciopero generale. In realtà, è uno sciopero che per la burocrazia Cgil rappresenta al contempo l’ammissione di una sconfitta (l’accordo del 28 giugno si è rivelato un boomerang per il sindacato, aprendo la strada alle manovre di Sacconi, Tremonti e Berlusconi che hanno colto la palla al balzo per ridurre ulteriormente il ruolo della Cgil nella contrattazione) e il tentativo di rientrare nel gioco. 
 
L’accordo del 28 giugno e il ruolo della burocrazia Cgil
L’accordo del 28 giugno non è, come cercano di far credere i dirigenti della sinistra Cgil (a partire dai vertici della Fiom Landini, Airaudo, Cremaschi), un incidente di percorso. L’immagine della Marcegaglia, della Camusso, di Angeletti e Bonanni che si stringono le mani come i quattro moschettieri - immagine che abbiamo pubblicato due mesi fa sul nostro sito - condensa il senso stesso dell’agire della burocrazia Cgil: lo scopo era e rimane quello di tornare al tavolo della concertazione, per svolgere un ruolo prezioso per il padronato italiano, quello di becchino delle lotte. La Marcegaglia e i settori maggioritari del padronato italiano hanno ben compreso l’importanza del coinvolgere la burocrazia Cgil nel massacro in corso: un patto con la più grande confederazione sindacale, in tempi di prepotente ascesa delle lotte in tutta Europa, può garantire al padronato ancora qualche speranza di arginare l’esplosione della mobilitazione di massa nel nostro Paese. Non ci stupiamo, quindi, che la stessa Marcegaglia – nominata portavoce unico del patto infame tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria – abbia pochi giorni fa chiesto proprio di “non isolare la Cgil” e dichiari anche oggi, all’indomani dell’indizione dello sciopero, di tenere molto a “mantenere rapporti forti, solidi e duraturi con tutti i sindacati che hanno firmato l’accordo del 28 giugno” (si veda l’intervista del 24 giugno su la Repubblica).
Ma il governo Berlusconi, ormai invischiato nelle proprie contraddizioni e avviato a larghi passi verso il declino, gioca una partita a sé: la decisione di far saltare l’accordo tra sindacati e Confindustria forzando sul contratto nazionale dimostra che esiste uno scollamento tra la maggioranza della grande borghesia industriale, di cui la Marcegaglia è portavoce, e alcuni settori del mondo della finanza e delle banche, su cui Tremonti e Berlusconi oggi ripongono le loro ultime speranze. E’, quindi, nella competizione tra settori del padronato che va inquadrato il ruolo della burocrazia Cgil: gli accordi del 28 giugno hanno rappresentato un patto tra sindacati e quei settori (maggioritari) della grande borghesia che non si riconoscono più in Berlusconi e che puntano a un cambio di governo (preferibilmente un governo tecnico per evitare le elezioni, altrimenti un governo di centrosinistra).
Senza questa premessa, difficilmente si comprenderebbe che differenza passi tra l’accordo del 28 giugno (che prevedeva lo smantellamento del contratto nazionale e la limitazione del diritto di sciopero previa l’approvazione tramite referendum truffaldini) e la proposta di Sacconi (che prevede la stessa cosa, senza referendum). In realtà, la burocrazia Cgil ha letto tra le righe del decreto ciò che a essa interessa: che questo governo non ha interesse a tornare alla concertazione e preferisce forzare la mano. Il motivo per cui la Camusso, dopo aver affondato la testa nel fango a fine giugno, ha deciso di rialzarla chiamando i lavoratori allo sciopero generale, può essere così efficacemente riassunto: dimostrare al governo che in questa fase gli conviene riassumere la Cgil nel gioco concertativo.
 
La piattaforma e le modalità di indizione dello sciopero
La piattaforma dello sciopero generale Cgil è una conferma di quanto diciamo. E’ una piattaforma che ricalca, grossomodo, la cosiddetta “contromanovra” del Pd (la cui maggioranza dirigente, se escludiamo la componente ex-Margherita, sosterrà, non senza qualche timore di esplosione sociale, lo sciopero). La Cgil chiede lo stralcio di alcuni punti della manovra, ma allo stesso tempo propone una ricetta “per uscire dalla crisi” che non mette minimamente in discussione gli interessi di fondo e i privilegi della grande borghesia italiana. Tanto per fare qualche esempio: si accetta il pagamento del debito come necessità ineludibile, chiedendo solo l’allungamento di due anni della decorrenza dei vincoli di bilancio; si chiede l’emissione immediata di Eurobond, come se questo offrisse qualche vantaggio ai lavoratori; si rivendica il federalismo; si insiste sul ruolo fondamentale dei fondi pensioni, definiti addirittura come una risorsa strategica (forse perché l’apparato Cgil ha molti interessi economici nella gestione degli stessi?); si approva il taglio alle spese dei ministeri; si chiedono maggiori incentivi pubblici per le imprese; addirittura, si chiede un potenziamento dell’apprendistato (cioè di contratti da fame per i giovani lavoratori) con incentivi alle industrie che ne fanno uso. Se escludiamo qualche rivendicazione di facciata a difesa dei cosiddetti “beni comuni” e la richiesta di una tassazione delle “grandi ricchezze” e dei “grandi immobili”, la piattaforma della Cgil ben poco toglie alla classe padronale.
Un discorso simile va fatto, ancora una volta, sulle modalità di indizione dello sciopero. Come dimostrano le lotte che stanno solcando l’Europa in questi mesi, anche uno sciopero su piattaforma concertativa, come lo sciopero del 6 settembre, può diventare l’occasione di un’esplosione sociale. Mai come ora, l’indizione di una grande manifestazione a Roma avrebbe permesso di assediare i palazzi del potere borghese, mettendo in seria difficoltà il governo. Ma non è questo che vuole la burocrazia Cgil, che fa la voce grossa solo per reclamare un po’ di attenzioni e tornare a ricevere morbide carezze da governo e padronato: per questo, ancora una volta, le manifestazioni saranno territoriali, divise provincia per provincia, sempre per non disturbare troppo.
 
Il sindacalismo di base: un primo, insufficiente, passo avanti
Le organizzazioni del sindacalismo di base (che inizialmente si erano limitati a proclamare scioperi inutili di due ore nel pubblico impiego e di quattro ore nei trasporti, tra l’altro in date diverse: è il caso di Usb) hanno già deciso di indire un loro sciopero lo stesso giorno dello sciopero generale della Camusso. Si tratta di una scelta, finalmente, in controtendenza rispetto all’usuale propensione settaria e autoproclamatoria delle direzioni dei sindacati di base. Fino ad oggi, ad esempio, la direzione di Usb ha sempre rivendicato con fermezza l’impossibilità di convergere sugli scioperi Cgil e persino, talvolta, degli altri sindacati di base, al punto da accanirsi contro la minoranza interna (Unire le lotte – Area Classista Usb, che ha dato battaglia contro il settarismo nella questione degli scioperi) fino ad espellere con motivi pretestuosi la sottoscritta (coordinatrice dell’area) proprio all’indomani dell’adesione dell’area a uno sciopero di altri sindacati.
Ma, anche in questo caso, c’è il rischio che non si riesca ad organizzare una risposta all’altezza dell’attacco in corso: i sindacati di base che fino ad oggi hanno proclamato lo sciopero (Usb, Cub, Slai Cobas, Si.Cobas, Usi, Snater, ecc.) hanno deciso, a loro volta, di organizzare manifestazioni territoriali, per di più separate da quelle della Cgil: un modo per parlare a pochi intimi anziché intercettare le masse lavoratrici. Hanno inoltre presentato piattaforme rivendicative che, benché siano più avanzate di quella della Cgil, paiono essenzialmente rivolgersi contro la speculazione, la finanza e l’evasione fiscale, non cogliendo la necessità di sferrare l’attacco al capitalismo nel suo complesso.
Ciò che manca, sul fronte sindacale a sinistra della Camusso, è una piattaforma transitoria, che sia basata sulla parola d’ordine dell’esproprio (sotto controllo operaio) della grande industria. Più in generale, le cosiddette sinistre sindacali annaspano in piattaforme riformiste in tempi in cui spazi di riformismo non esistono più. Si propone una politica esitante, centrata su un generico antiliberismo, sulla sola lotta alla “speculazione” e all’“evasione fiscale”, proprio nel momento in cui non bisogna esitare, ma andare all’attacco del capitalismo in tutte le sue espressioni: l’iniziativa che l’area di Cremaschi in Cgil ha lanciato per inizio ottobre insieme a dirigenti di alcuni sindacati di base e alle organizzazioni politiche riformiste e centriste (settori di Rifondazione, Sinistra Critica, Pcl e altri piccoli gruppi stalinisti come la Rete dei comunisti e i Carc) rappresenta il più emblematico condensato di questa politica (come dimostra, del resto, il ruolo esercitato anche dalla stessa area cremaschiana nel sostegno agli ammortizzatori sociali, usati dal padronato come il principale strumento di contenimento del conflitto sociale da quando è esplosa la crisi economica nel 2007).
 
Partecipare allo sciopero generale: ma per trasformarlo in qualcosa di diverso
Come ci hanno insegnato le rivoluzioni arabe, in un contesto economico e sociale segnato dall’acuta crisi del capitalismo basta una scintilla per dare il via a movimenti rivoluzionari in grado di rovesciare persino regimi secolari. Ora il vento rivoluzionario sta attraversando l’Europa: dalla Spagna al Portogallo, dalla Grecia all’Inghilterra, gli eventi degli ultimi mesi dimostrano che la crisi del sistema economico, come sempre nella storia, ridà fiato alle lotte di massa. L’Italia è il fanalino di coda, anche grazie al fatto che il più grande sindacato di casa nostra, la Cgil, ha finora solo finto di chiamare i lavoratori alla lotta. Oggi, allora, è necessario aderire allo sciopero generale: ma per farne l'inizio di una stagione di lotte di massa anche nel nostro Paese. Perché ciò avvenga occorre trasformare quello sciopero in una mobilitazione ad oltranza con la costruzione di comitati di lotta in ogni città e luogo di lavoro, in un percorso che sfoci in un grande sciopero prolungato fino a piegare governo e padronato. Per questo, Alternativa Comunista sarà in piazza il 6 settembre, con una piattaforma anticapitalista e socialista.
 

su www.alternativacomunista.org
aggiornamenti quotidiani con: articoli di politica, economia, sindacato, scritti appositamente per il sito e la news del Pdac; corrispondenze di lotta; interviste; dichiarazioni; e traduzioni di articoli dalla stampa della Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale,
presente con proprie sezioni in decine di Paesi dei diversi continenti
 
 
ultimo testo pubblicato ieri su www.alternativacomunista.org
 
GRANDE VITTORIA DELLE MASSE LIBICHE
E DELLA RIVOLUZIONE ARABA
Le masse popolari in armi stanno distruggendo il regime di Gheddafi!

dichiarazione del Segretariato della Lega Internazionale dei Lavoratori
- Quarta Internazionale
 

 
 

Lo sciopero del 6 settembre segni l’avvio della riscossa operaia e popolare


Lo sciopero del 6 settembre segni
l’avvio della riscossa operaia e popolare!
    
     La CGIL, sotto la pressione della base operaia, ha proclamato lo sciopero generale di 8 ore per il 6 settembre. Anche molti sindacati di base hanno deciso di convocarlo per lo stesso giorno. Ciò va nella giusta direzione e deve spronare ad una sempre maggiore unità di lotta dal basso. Il 6 settembre costituisce il proseguo delle mobilitazioni operaie e popolari che si sono svolte in Italia in questi ultimi anni, si inserisce nel percorso odierno di grandi lotte di massa a livello internazionale e va collegato con esse in un’unica battaglia contro l’oligarchia finanziaria.  

     L’attacco alla classe lavoratrice è ormai senza limiti. Mai prima d’ora un governo aveva provato a demolire per legge l’esistenza del Contratto Nazionale, a cancellare lo Statuto dei lavoratori, a spalancare le porte alla libertà di licenziamento. Mai prima d’ora si era tentato di cancellare il 25 aprile e il Primo Maggio. Ed invece, un governo tanto reazionario quanto commissariato dalla BCE non ha avuto remore nell’approvare queste misure antioperaie.

     Dobbiamo preparare unitariamente lo sciopero nei posti di lavoro, coinvolgere tutti i lavoratori, e scendere in piazza uniti, non divisi per sigle. Nessuna assenza può essere giustificata. I limiti della politica e delle scelte delle dirigenze sindacali non possono costituire un’impedimento all’unità d’azione della classe sfruttata! Al contrario, l’unità del movimento operaio e popolare, l’azione collettiva, è il requisito della vittoria.
La risposta della classe operaia deve essere all’altezza dell’offensiva capitalista. Gli operai uniti hanno la capacità di rendere questo sciopero una giornata di lotta che blocchi effettivamente il paese, e dare uno schiaffo sonoro a chiunque voglia ridurlo ad uno sciopero sfogatoio, e tornare al teatrino della “coesione sociale”. Col protagonismo di massa dei lavoratori, con la lotta di massa dura, unita e organizzata,  possiamo non solo far saltare la manovra e il patto sociale che sta dietro agli accordi antioperai, ma anche far cadere il governo fantoccio di Berlusconi, impedendo l’avvento di altri governi che facciano, magari cambiando qualche virgola, la stessa politica ad esclusivo servizio dei monopoli finanziari. Occorre dare allo sciopero un carattere politico e di lotta intransigente per tracciare una prospettiva di rottura rivoluzionaria con questo sistema marcio e inumano.

     Lo sciopero del 6 settembre non deve rimanere un evento isolato. Esso deve essere l’avvio di una vasta e prolungata mobilitazione generale e riorganizzazione della classe operaia volta a riconquistare il terreno perduto in anni di arretramento politico e sindacale. I tempi dell’approvazione della manovra consentono di mettere all’ordine del giorno altre grandi giornate di lotta con manifestazioni nazionali a Roma. Bisogna lavorare affinchè esse siano realizzate, combattive  ed unitarie.

     Al fronte comune degli sfruttatori dobbiamo contrapporre il fronte unico del proletariato contro l’offensiva capitalista, la reazione politica, i pericoli di guerra, e costruire la più ampia unità di azione degli operai, dei disoccupati, dei lavoratori, dei giovani, delle donne del popolo, dei pensionati, di tutte le forze disponibili.
Altro che le pallide e illusorie misure dei Bersani, organiche alla politica neoliberista dell’UE! Altro che corrispondere gli interessi agli strozzini che detengono i titoli di stato!
    
I lavoratori non devono pagare nulla! Sono i padroni, i ricchi, i parassiti responsabili
della crisi, del debito e della speculazione che devono pagare!

     Abbandoniamo il moderatismo e i rituali riformisti, che ci fanno solo arretrare. Proseguiamo con ancora più forza la mobilitazione dopo lo sciopero, nei posti di lavoro, nei quartieri, nelle scuole, in modo coordinato e unitario,  costruendo Comitati operai e popolari per spingere alla lotta masse più ampie.

     La situazione è urgente, ci dicono. Sì, è urgente cambiare politica, cambiare società!
La fase delle lotte pacifiche e delle illusioni parlamentari è finita, inizia un periodo di conflitti di classe aperti, che pone di fronte al proletariato compiti nuovi.
Il rovesciamento rivoluzionario del dominio dei padroni, la costruzione della società dei lavoratori, necessitano di una direzione politica. Di qui la necessità del partito comunista, reparto di avanguardia della classe operaia basato sul marxismo-leninismo. A questo compito, separandosi dagli opportunisti, chiamiamo i migliori elementi del proletariato.
     Organizziamoci!

     27 agosto 2011                                                                                 Piattaforma Comunista


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Per contatti e contributi: teoriaeprassi@yahoo.it


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