giovedì 30 aprile 2015

Nuove Resistenti n. 541

Il Centro di cultura e documentazione Popolare, Via Pisa 41 - Torino,
ti invita alla lettura delle notizie pubblicate sul sito www.resistenze.org nell'ultima settimana:

Movimento Comunista Internazionale

- Iniziativa comunista europea sul diritto al lavoro e alla tutela dei disoccupati
- No alle politiche migratorie assassine dell'UE

Movimento operaio internazionale

- FSM: 1° Maggio 2015, con determinazione, internazionalismo e lotta
- Il movimento sindacale al bivio?
- La settimana di 30 ore: alla conquista del tempo perduto...

Transizione - analisi e prospettive

- Libertà per chi? La base di classe delle libertà civili

Della guerra

- Dall'Iraq allo Yemen, la trappola confessionale (seconda parte)
- I droni dei serial killer

Mondo - politica e società

- America latina e Stati Uniti: Una relazione asimmetrica

Mondo - salute e ambiente

- EXPO e TTIP: Le manette della dittatura capitalista che occorre combattere
- Devastazione e saccheggio

Gioventù comunista

- Il ruolo dei comunisti nella Resistenza

Grecia

- Manifestazione del PAME presso gli uffici UE di Atene contro la politica europea sugli immigrati

Spagna

- PCPE: 1° Maggio, unire la classe operaia e rinforzare le fila comuniste

Ucraina

- Un regime all'insegna del revisionismo e del negazionismo

Vietnam

- La grande vittoria della Primavera 1975
- Vo Thi Thang: la ragazza del sorriso della vittoria

Italia - politica e società

- Milano: Il PD cancella il corteo del 25 Aprile
- 1° Maggio: parliamo di lavoro, non c'è niente da festeggiare

Scuola

- Smantellamento della scuola pubblica. Una cronistoria per capire quando è cominciato

Lettere

- 70 anni dalla resistenza: scaduti i diritti d'autore

www.resistenze.org
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domenica 26 aprile 2015

Il filo rosso della resistenza: partigiani ieri e oggi


Il filo rosso della resistenza: partigiani ieri e oggi 

Quest’anno il 70° anniversario della liberazione dal nazi-fascismo arriva in una fase storica particolarmente delicata, in cui sotto il peso di una crisi infinita e delle politiche di austerità abbiamo assistito in tutta Europa alla crescita di formazioni politiche populiste, neofasciste, razziste ed xenofobe.
Ma in questi ultimi mesi, ed in particolare dopo la strage di Parigi all’interno della redazione del giornale “Charlie Hebdo”, è certamente l’ISIS (o Stato Islamico) ad essere utilizzato maggiormente come strumento per seminare odio ed agitare lo spauracchio della minaccia alla civiltà (ed al sistema aggiungiamo noi) occidentale.
Una campagna islamofoba e reazionaria si sta sviluppando in tutto il vecchio continente, fomentando paura e isteria attraverso la costruzione dello stereotipo del nemico per eccellenza: immigrato e mussulmano.
Le forze fasciste impegnate a cavalcare da tempo l’emergenza migranti, cercano di trarre ulteriore vantaggio dagli ultimi accadimenti: dalla Le Pen ed il suo Front National in Francia, passando per Pegida (il movimento anti-immigrati nato in Germania) fino ad arrivare ai fascio-leghisti nostrani (Salvini in testa).
Tutti provano ad inzuppare il pane in questa brodaglia rancida , ergendosi a protettori della civiltà contro la barbarie islamica e lanciando un autentica crociata in nome della cristianità. Chi fa questo, centrando la questione sull’elemento religioso (e di conseguenza su quello nazionale) piuttosto che sulla forma tipicamente fascista e reazionaria del califfato nero, lo fa con l’unico scopo di provare a raccogliere consenso per i loro beceri scopi elettorali.
Crediamo invece che, anche se in una forma diversa dal passato (almeno quello a noi storicamente più vicino),l’ISIS si ponga in assoluta continuità con quella che è l’idea di sopraffazione, totalitarismo e nazionalismo tipica dell’ideologia fascista.
Stato Islamico o fascismo islamico?
Lo Stato Islamico non è altro che un miscuglio di fanatismo islamico e nazionalismo radicale.
Questo ne fa uno stato fascista. Gli estremisti hanno usato il Corano per disprezzare e vessare i non arabi o più genericamente chi non stava dalla loro parte.
L’ISIS è la progenie del fascismo moderno portato avanti attraverso il culto della superiorità, l’ideologia oscurantista ed il mito della Nazione, ed ogni tentativo dei fascisti occidentali di cavalcare l’islamofobia va doppiamente respinta e frontalmente attaccata, ribadendo che la lotta contro il Califatto nero è prima di tutto lotta antifascista, per la libertà e l’emancipazione dei popoli.
Partigiani di ieri e di oggi
Mentre le potenze occidentali stanno alla finestra a guardare la carneficina dei Daesh ,le popolazioni del Medioriente ed in particolari quella Curda nella regione del Rojava (Kurdistan occidentale – Nord della Siria n.d.r.)hanno iniziato da tempo una lotta di liberazione e per l’autonomia.
Da alcuni anni proprio nel Rojava è in corso un processo politico di trasformazione della società incisivo e radicale. Da quando il conflitto siriano si è intensificato e si è trasformato in guerra civile, il movimento curdo in Siria guidato dal PYD (Partito di Unione Democratica) ha preso il controllo di gran parte della regione curda a nord del paese. Nel novembre 2013, il PYD ha annunciato di avere ultimato tutte le preparazioni per dichiarare l’autonomia, ed è stata proposta una costituzione chiamata Carta del Contratto Sociale.
La rivoluzione popolare in Rojava ha condotto alla costruzione di una regione autonoma, divisa in tre cantoni – ciascuno con il proprio autogoverno democratico e autonomo. Il Cantone di Cizire ha dichiarato l’autonomia il 21 gennaio, seguito dal Cantone di Kobane il 27 gennaio, e dal Cantone di Efrin il 29 gennaio. I cantoni si sono dotati di assemblee popolari e forze di autodifesa le YPG (miste) e le YPJ (composte solo da donne) in prima linea nella battaglia contro i fascisti dell’IS.
Dopo un lungo periodo di silenzio completo dei mezzi di informazione ufficiali sulla situazione in Rojava, negli ultimi mesi la città di Kobane, capoluogo dell’omonimo cantone, ha guadagnato l’attenzione di stampa e tv.
L’assedio delle truppe dell’IS alla città durato 134 giorni e si è concluso con la vittoriosa liberazione della città di Kobane, mentre tutt’oggi le partigiane ed i partigiani Curdi continuano a combattere a qualche decina di km dalla città contro le milizie del califfato.
Sappiamo bene che la guerra in corso non è solo una guerra contro la regione e i suoi abitanti, ma è anche e soprattutto guerra contro una possibilità, quella rappresentata dall’esperienza di autonomia del Rojava, non uno stato per un popolo, ma un’esperienza di autogoverno per tutte le comunità che vivono quella terra.
I curdi non stanno combattendo per avere un loro stato con delle bandiere, delle frontiere e della polizia, ma si stanno difendendo per affermare la libertà di un popolo ad autogovernarsi come “confederazione democratica” del territorio. Anche in questi mesi di resistenza e di guerra, la società del Rojava non ha abbandonato la strada intrapresa per superare le differenze di genere nella vita quotidiana ed il modello maschilista e patriarcale, insieme all’assunzione di responsabilità nel preservare l’ambiente e difenderlo dalle aggressioni del capitalismo di sovrasfruttamento delle risorse.
Lo Stato Islamico è stato costretto a ritirarsi davanti al suo peggiore incubo: uomini e donne liberi e uguali, con gli stessi diritti e gli stessi doveri verso la comunità, fratelli e sorelle di una nuova una rivoluzione fiorita nel Medio Oriente devastato dall’integralismo, dalle dittature e soprattutto dall’imperialismo occidentale.
Quello che oggi accade in Rojava ci racconta di una saldatura più che mai forte ed attuale tra la storia della resistenza partigiana contro il nazifascismo e la lotta di liberazione contro l’IS.
Ci conferma di quanto attuale e sempre presente sia la necessità di un memoria storica, ma soprattutto di un azione antifascista praticata dalle forze popolari contro il fascismo che si reinventa sotto nuove facce.
Non sono lotte che vanno di pari passo, non sono solo lotte che si intersecano: sono materialmente la stessa lotta, una sola, inscindibile.
E’ la lotta per l’autodeterminazione, l’uguaglianza, la costruzione di una società basata su un modello altro, quello della partecipazione e non della sopraffazione, quello della solidarietà e non dell’odio.
Una società contro lo sfruttamento e che lotta per la liberazione dei popoli dall’oppressione del fascismo e del capitalismo.
Nel voler mantenere vivo e saldo quel filo rosso fondamentale che lega la Resistenza di ieri con le resistenze di oggi, mentre ricordiamo la Resistenza rinnovando l’impegno a proseguire le lotte ogni giorno, un pensiero di solidarietà e fratellanza non può non andare all’eroica Resistenza Kurda di Kobane.
Alle partigiane ed ai partigiani del Rojava cadute/i in nome della libertà

“Il domani era venuto e la notte era passata
c’era il sole su nel cielo
sorto nella libertà.”

sabato 25 aprile 2015

25 APRILE 2015 in Piazza S. Spirito

25 APRILE 2015 in Piazza S. Spirito

A partire dalle 15 banchini informativi, musica, interventi, cibo e bevande

Alle 17 CORTEO fino a Piazza Tasso e ritorno in S. Spirito

Al ritorno i canti del MENESTRELLO

A seguire CENA in piazza e CONCERTO con IVANOSKA e BANDA K100

ORA E SEMPRE RESISTENZA!

A 70 anni di distanza dal 25 Aprile 1945, le ragioni che portarono i partigiani a prendere le armi sono più attuali che mai. Durante la Resistenza gran parte delle formazioni partigiane affrontavano fascisti e nazisti armi in pugno non solo per farla finita con la dittatura, ma per un mondo libero da ingiustizia, sfruttamento e guerra. La loro era una battaglia contro i padroni non meno che contro i loro tirapiedi fascisti. Oggi affrontiamo gli stessi nemici. I padroni che approfittano della crisi per sfruttarci sempre di più, e ci minacciano o ci licenziano se lottiamo per i nostri diritti. Il governo Renzi che, come tutti quelli che si sono succeduti nei decenni, attacca le condizioni di vita e di lavoro di operai, pensionati, disoccupati, studenti con controriforme come il Jobs act o la cosiddetta "buona scuola", con il piano casa, i tagli alla sanità, le grandi opere. Le forze della repressione, sempre pronte a colpire con denunce, arresti, processi chi si oppone a tutto questo. E infine i fascisti, che mai sono scomparsi dal panorama politico di questo paese, e dal 1945 hanno continuato ad occupare posti chiave nello Stato, dalla magistratura, alla polizia, all'esercito, coprendo le bombe, gli omicidi, le aggressioni degli squadristi che mai sono cessate contro lavoratori, migranti e antifascisti.

Il compito che i fascisti sono chiamati oggi a svolgere dal capitale è di dividere le classi popolari, fomentando l'odio contro l'immigrato con parole d'ordine populiste e razziste, e scatenando così una guerra tra poveri, mentre non una parola viene spesa contro chi sfrutta o delocalizza all'estero, contro le aggressioni militari e il saccheggio delle risorse che spingono migliaia di proletari ad emigrare. Ricordiamo che proprio in questa città il fascista Casseri, militante di Casapound, ha messo in pratica le sue idee razziste uccidendo due lavoratori senegalesi e ferendone gravemente un terzo. E ora Casapound sta cercando di mantenere aperta una sede a Coverciano, camuffata da libreria, la cui presenza è stata chiaramente rifiutata dal quartiere. La questura ha risposto alla mobilitazione antifascista prima proteggendo notte e giorno la sede e militarizzando il quartiere, e poi con le denunce contro gli antifascisti.

I fascisti alzano il tiro anche perché si sentono legittimati da decenni di propaganda revisionista e dalla sistematica diffamazione della Resistenza alimentata da tutti i partiti istituzionali. In particolare Casapound cerca oggi una piena agibilità istituzionale attraverso l'alleanza elettorale con la Lega di Salvini. Non si può negare il diritto di parola a chi si presenta alle elezioni, dicono istituzioni e giornalisti, e così la "libertà di espressione" dovrebbe diventare, secondo questi soggetti, lo scudo per far circolare liberamente nei quartieri popolari la propaganda fascista di Lega, Forza Nuova, Casapound, e per coprire le loro azioni squadriste.

Secondo le istituzioni chi si oppone ai razzisti si pone contro la legalità, e questo non può meravigliarci perché la legge è sempre e soltanto uno strumento nelle mani delle classi dominanti. L'unico antifascismo che conosciamo, e l'unico che realmente produce risultati, è quello quotidiano, vissuto nei quartieri, che non conosce deleghe. Un antifascismo che non ha nulla a che spartire con chi nel giorno della Liberazione vorrebbe provocatoriamente sfilare a Milano accanto agli oppressori del popolo palestinese, sotto le bandiere sioniste responsabili dei massacri di Gaza; né con chi, dal governo e dall'opposizione, promuove e sostiene le aggressioni militari in Siria, Libia, come già in Jugoslavia, e appoggia i gruppi nazisti in Ucraina. Per questo il nostro 25 Aprile non avrà nulla di rituale, ma sarà una giornata di solidarietà militante verso tutti gli antifascisti, e in particolare Emilio, del centro sociale Dordoni di Cremona, gravemente ferito dagli squadristi di Casapound, e sarà una giornata di mobilitazione anticapitalista, perché la Liberazione arriverà veramente solo quando gli ideali sociali che hanno guidato la Resistenza saranno realizzati e lo sfruttamento cancellato definitivamente dalla Storia.


Firenze Antifascista

venerdì 24 aprile 2015

Basta sciacallaggio sulle vittime di guerre e fame create dal nostro sistema economico

Basta sciacallaggio sulle vittime di guerre e fame create dal nostro sistema economico


Vorremmo esprimere il nostro ringraziamento più sentito alle persone che martedì sera hanno preso parte alla fiaccolata in ricordo della strage avvenuta nel mediterraneo. 
Riteniamo che sia stato anche un momento utile per dibattere, tra uguali cittadini, sui temi dell’accoglienza e delle cause che spingono migliaia di persone a lasciare la propria casa. Utile anche perché si è palesata un’enorme distanza di obiettivi e metodi tra i rappresentanti delle istituzioni e chi lavora ogni giorno a contatto con certe situazioni (quest’ultimi di provenienza politica differente, cosa molto importante).
Ci dispiace (benché non ci sorprenda) l’assenza delle forze politiche di destra, che hanno perso l’occasione per dimostrare un po’ di umanità. 

D’altro canto, ci pesa sottolineare come proprio in questi giorni si sia intensificata l’attacco indiscriminato verso tutti i migranti, da parte di persone che si definiscono civiche e civili. Si vede che tali persone non si sentono parte della tragedia.
In particolare, tramite internet l’associazione “Insieme per Cambiare” ha pubblicato un documento, che alleghiamo, della Prefettura di Sassari, del Marzo 2014. Noi non riteniamo che i nostri interlocutori, chiunque essi siano, possiedano scarso intelletto, per ciò vi invitiamo a leggere da soli il documento e magari informarvi da soli sulla legislazione internazionale che lo riguarda.
La lista “civica”, che da mesi ostenta un mal celato razzismo e classismo, addita il documento come “prova” del fatto che i migranti ricevano 30 € al giorno. Se davvero vogliamo informare con trasparenza e chiarezza, dobbiamo ricordarci di alcune cose:

- Il documento in allegato si riferisce ai richiedenti asilo (c'è scritto "richiedenti protezione internazionale"), non a tutti i migranti.
- Ai richiedenti asilo spettano tali diritti, per NORMA INTERNAZIONALE: Regolamento 2003/343/CE (detto regolamento di Dublino) e la Convenzione di Ginevra.
- I fondi utilizzati sono dunque stanziati dall'Unione Europea per tali casi; l’Italia versa la sua parte che deve andare per queste azioni umanitarie internazionali. Si calmino i bollori, non sono sottratti a nessuno, a meno che non stiate scappando da un Paese in guerra…

Delle due cose, l’una: o si dà una notizia a metà per via della poca informazione, e allora si deve chiedere scusa e rettificare; oppure c’è la volontà di omettere parte del discorso per fomentare l’odio tra le persone, distrarre dalle vere cause della crisi e fare pubblicità elettorale a chi, davvero, vive da anni sulle spalle dei lavoratori, come il segretario della Lega.
È bene ricordare che la Convenzione di Ginevra sui Rifugiati (4º Convenzione) è un trattato internazionale adottato dall’ONU. 
Pensare di aggirarlo ci qualificherebbe come uno dei Paesi peggiori al mondo.

Restiamo umani.
Castello a Sinistra

Novedades Lucha de Clases

Tragedia en el Mediterráneo: La inmigración y los crímenes del capitalismo

Escrito por Hamid Alizadeh 
Con la muerte de más de 800 inmigrantes, ahogados el pasado sábado a bordo de un viejo pesquero, a 60 millas al sur de la isla italiana de Lampedusa, la cifra de inmigrantes que han fallecido en 2015 intentando llegar a Europa por esta vía alcanza los 1600. Este tragedia revela la dramática situación que se vive en África y Oriente Medio después de años de intervención imperialista.
Leer más: Tragedia en el Mediterráneo: La inmigración y los crímenes del capitalismo

El caso Rato – Por una alternativa socialista a la corrupción capitalista

Escrito por David Rey 
La revelación de que Rodrigo Rato se acogió a la amnistía fiscal del PP del año 2012 para hacer aflorar legalmente su capital oculto, ha dado una nueva vuelta de tuerca al tema de la corrupción en España. Nadie duda que el capital “blanqueado” por Rato proviene de la evasión de impuestos y divisas, y del saqueo de Bankia. Esto añade el insulto a la injuria contra quienes venimos sufriendo la delincuencia económica y social del gobierno del PP y de sus políticos. Ha sido la sospecha de la procedencia ilícita de este dinero, lo que llevó la semana pasada a la detención de Rato durante 7 horas, y a la apertura de nuevas causas judiciales en su contra.
Leer más: El caso Rato – Por una alternativa socialista a la corrupción capitalista

Sobre el asesinato de un profesor por un alumno en Barcelona

Escrito por Ferran Alemany, profesor de instituto - Barcelona 
Nos quieren solos, nos tendrán en común
El dia de hoy será recordado como un día negro en la historia de la educación en Catalunya. Cuando el dolor por la tragedia aún nos tiene colapsados, Wert y Rigau, responsables ambos de los recortes en la eduación, se afanan en escurrir el bulto y eludir sus responsabilidades.
Leer más: Sobre el asesinato de un profesor por un alumno en Barcelona

El acuerdo nuclear con Irán: ¿Qué significa?

Escrito por Hamid Alizadeh 
El jueves, 2 de abril, Irán y las naciones más poderosas del mundo firmaron un esbozo de acuerdo preliminar sobre el programa nuclear de Irán. También se abordaron las diversas sanciones impuestas a Irán por parte de los EEUU, la ONU y la Unión Europea. Esto marca el principio del fin de un enfrentamiento de 12 años entre los EEUU e Irán. Pero, ¿qué hay detrás de las negociaciones y qué significa el acuerdo?
Leer más: El acuerdo nuclear con Irán: ¿Qué significa?


Sudáfrica: ¡Socialismo o barbarie! ¡Detener la xenofobia - luchar contra el capitalismo!

Escrito por Ben Morken (CMI-Sudáfrica) 
La reaparición de la violencia brutal contra los inmigrantes africanos, principalmente en algunas partes de Sudáfrica en la última semana, ha vuelto a destacar como centro de atención el empeoramiento de la situación que está desarrollándose en el país. Estos ataques reaccionarios van contra toda la esencia de la historia del movimiento obrero sudafricano, que nació principalmente de la necesidad de combatir este tipo de violencia y discriminación racista y xenófoba, para unir a todas las capas oprimidas de la sociedad bajo el paraguas de la solidaridad obrera.
Leer más: Sudáfrica: ¡Socialismo o barbarie! ¡Detener la xenofobia - luchar contra el capitalismo!

Nueva publicación de Lucha de Clases: "La Transición, ¿qué ocurrió realmente?" ¡Reserva tu ejemplar!

Por una alternativa socialista revolucionaria al fracaso del régimen de 1978
La Corriente Lucha de Clases va a publicar próximamente un amplio documento sobre la llamada "Transición a la democracia". En él abordamos, desde un punto de vista marxista, el carácter del régimen franquista, la lucha clandestina contra la dictadura, y el desarrollo del proceso revolucionario que llevó a su caida. Pero, sobre todo, analizamos la traición de las esperanzas puestas por millones de trabajadores y jóvenes en un cambio social profundo, debido al nefasto papel jugado por las direcciones del movimiento obrero y de la izquierda de aquel momento. Estas expectativas traicionadas quedaron plasmadas en la consagración del régimen establecido por la Constitución de 1978, que ahora atraviesa la crisis más importante de su historia. 

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giovedì 23 aprile 2015

Notizie Resistenti n. 540

Il Centro di cultura e documentazione Popolare, Via Pisa 41 - Torino,
ti invita alla lettura delle notizie pubblicate sul sito www.resistenze.org nell'ultima settimana:

Movimento Comunista Internazionale

- Il KKE a 70 anni dalla vittoria antifascista. Sulla lotta contro il fascismo e le guerre imperialiste

Antifascismo

- Ricordare il passato vigilando contro i pericoli del presente e del futuro
- 25 Aprile 1945: Il grande giorno!
- «Noi sempre lotterem» Documentario sulla Resistenza (video)

Movimento operaio internazionale

- FSM: Sulla tragica morte di centinaia di rifugiati e immigrati nel Mediterraneo

Economia

- Dalla Grecia al Qe, la questione della irriformabilità dell'Euro

Della guerra

- Dall'Iraq allo Yemen, la trappola confessionale (prima parte)
- Escalation Usa/Nato in Europa

Cuba

- Più di sette milioni di cubani hanno esercitato il diritto di voto

Grecia

- KKE: Per la prima volta, forze statunitensi e israeliane alle esercitazioni delle forze armate greche
- KKE: Il "dialogo sociale" è una frode

Ucraina

- La bellicosa retorica della NATO incoraggia il fascismo in Ucraina

Italia - politica e società

- Il governo che avremo il prossimo 25 aprile
- Viva il 25 Aprile
- A conquistare la rossa primavera!

Lavoro

- Lavorare in Expo ai tempi del Jobs Act
- Slai Cobas Pomigliano: Primo Maggio di Riorganizzazione Operaia con Assemblea Pubblica

Biblioteca digitale Mels

- Lenin: Opere complete Vol. 06
- Secchia: Lotta antifascista e giovani generazioni

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SOS-STERMINIO IN MARE



SOS-STERMINIO IN MARE
Oltre 900 morti nel Mediterraneo nella notte tra sabato 18 aprile e domenica, a 60 miglia dalle coste libiche. È il più grande sterminio in mare dal dopoguerra. Questo è un giorno di svolta. A partire da oggi occorre mettere la parola urgenza, al posto di emergenza. Bisogna dare alla realtà il nome che merita: siamo di fronte a crimini di guerra e sterminio in tempo di pace.
Il crimine non è episodico ma ormai sistemico, e va messo sullo stesso piano delle guerre e delle carestie acute e prolungate. Il Mar Mediterraneo non smette di riempirsi di morti: cominciò con il naufragio di Porto Palo, il giorno di Natale del 1996, con 283 vittime, seguito tre mesi più tardi dal naufragio della Katër i Radës, in cui oltre cento profughi albanesi annegarono nel canale di Otranto. Lo sterminio dura da almeno 18 anni: più delle due guerre mondiali messe insieme, più della guerra in Vietnam. È indecenza parlare di “cimitero Mediterraneo”. Parliamo piuttosto di fossa comune: non c’è lapide che riporti i nomi dei fuggitivi che abbiamo lasciato morire.
Le azioni di massima urgenza che vanno intraprese devono essere, tutte, all’altezza di questo crimine, e della memoria del mancato soccorso nella prima parte del secolo scorso. Non sono all’altezza le missioni diplomatiche o militari in Libia, dove – anche per colpa dell’Unione, dei suoi governi, degli Stati Uniti – non c’è più interlocutore statale. Ancor meno lo sono i blocchi navali, gli aiuti alle dittature da cui scappano i richiedenti asilo, il silenzio sulla vasta destabilizzazione nel Mediterraneo – dalla Siria e l’Iraq  alla Palestina, dall'Egitto al Marocco – di cui l’Occidente è responsabile da anni.
 Le azioni necessarie nell’immediato, eccole:
1. Urge togliere alle mafie e ai trafficanti il monopolio sulle vite e le morti dei fuggitivi, e di conseguenza predisporre vie legali di fuga presidiate dall’Unione europea e dall’Onu. I trafficanti non sono la radice del male, ma un suo sintomo.
2. Urge organizzare e finanziare interventi di ricerca e salvataggio non solo lungo le coste europee ma anche in alto mare, come faceva Mare Nostrum e come ha l’ordine di non fare Triton - anche se rifinanziata. Questo, nella consapevolezza che la stabilizzazione del caos libico non è ottenibile nel breve-medio periodo.
3. Urge che gli Stati europei collaborino lealmente a tale scopo (art. 4 del Trattato dell’Unione), smentendo quanto dichiarato da Natasha Bertaud, portavoce della Commissione di Bruxelles: “Al momento attuale, la Commissione non ha né il denaro né l’appoggio politico per predisporre un sistema di tutela delle frontiere, capace di impegnarsi in operazioni di search and rescue”. Risorse che invece si trovano per operazioni di polizia europea (Mos Maiorum, Amber Light,Jot Mare)  e per le spese militari. Una frase che ha il cupo suono dell’omissione di soccorso: un reato contro la persona, nei nostri ordinamenti giuridici.
4. Occorre che l’Onu stessa decida azioni d’urgenza, e che il Consiglio di sicurezza fronteggi il dramma con una risoluzione. Se i crimini in mare somigliano a una guerra o a carestie nate dal tracollo diffuso di strutture statali nei paesi di transito o di origine, non vanno esclusi interventi dei caschi blu, addestrati per il search and rescue. I soccorsi e gli aiuti agli affamati e sfollati sono una prassi sperimentata delle Nazioni Unite. Sia oggi applicata al Mediterraneo.
5. Occorre rivedere al più presto i regolamenti di Dublino. Con una sentenza del 21 dicembre 2011, la Corte di giustizia europea a Lussemburgo e la Corte europea dei Diritti dell’uomo (Ricorso Sharifi contro Italia e Grecia) pongono come condizione essenziale per procedere al trasferimento l’aver positivamente verificato se il migrante corra il rischio di essere sottoposto a trattamenti inumani e degradanti. Si tratta di un vero e proprio obbligo di derogare ai criteri di competenza enumerati nelle norme di Dublino.
6. Con la medesima tempestività, occorre tener conto che i paesi più esposti ai flussi migratori sono oggi quelli del Sud Europa (Grecia, Italia, Cipro, Malta, Spagna): gli stessi a esser più colpiti, dopo la crisi iniziata nel 2007-2008, da politiche di drastica riduzione delle spese sociali (che  includono l’assistenza e il salvataggio di migranti e richiedenti asilo). Il peso che ingiustamente grava sulle loro spalle va immediatamente alleviato.
7. Occorre pensare a un sistema di accoglienza in Europa che garantisca il diritto fondamentale all’asilo, con prospettive di reinsediamento nei Paesi disponibili, nel rispetto della volontà dei rifugiati.
8. Infine, la questione tempo. È finito il tempo della procrastinazione, e delle ambiguità che essa consente. È dall’ecatombe di Lampedusa che Governi e Parlamenti in Europa preconizzano un’organica cooperazione con i paesi di origine e di transito dei fuggitivi, al fine di “esternalizzare” le politiche di search and rescue e di asilo. Il Commissario all’immigrazione Avramopoulos ha addirittura auspicato una “cooperazione con le dittature”, dunque il ricorso ai respingimenti collettivi (vietati dalla Convenzione di Ginevra sullo statuto dei Rifugiati del 1951, art. 33, e dagli articoli 18 e 19 della Carta europea dei diritti fondamentali). Non c’è tempo per costruire dubbie relazioni diplomatiche – nei cosiddetti processi di Rabat e Khartoum – perché i fuggitivi sono in mare qui e ora, e qui e ora vanno salvati: sia dalla morte, sia dalle mafie che fanno soldi sulla loro pelle e riempiono un vuoto di legalità che l’Unione deve colmare senza più rinvii. È adesso, subito, che bisogna organizzare un’operazione di salvataggio dell’umanità in fuga verso l’Europa. 
Primi firmatari: 
Barbara Spinelli, eurodeputato, gruppo GUE-Ngl, Alessandra Ballerini, Sandra Bonsanti, Lorenza Carlassare, Erri De Luca, Roberta De Monticelli, Maurizio Ferraris, Stefano Galieni, Domenico Gallo, Paul Ginsborg, Daniela Padoan, Francesco Piobbichi, Marta Pirozzi, Annamaria Rivera, Alberto Vannucci, Fulvio Vassallo Paleologo, Guido Viale, Gustavo Zagrebelsky, Libertà e Giustizia

martedì 21 aprile 2015

COMINCIAMO CON UN MINUTO DI SILENZIO NELLE SCUOLE E NELLE ISTITUZIONI

COMINCIAMO CON UN MINUTO DI SILENZIO NELLE SCUOLE E NELLE ISTITUZIONI

Raccogliamo e facciamo nostro l’invito lanciato oggi dai COBAS e dal centro sociale Intifada, riguardo all’ennesimo genocidio di migranti nel mediterraneo.
Ancora morti nel mediterraneo ancora ipocrisia da parte dell'Europa e dell'Italia, parole razziste da parte dei soliti noti.
Frasi ipocrite da chi dovrebbe accogliere i migranti che fuggono da guerre stragi violenze, di cui l'Europa tutta e gli Stati uniti sono responsabili, ma oggi non vogliamo fare la cronistoria delle responsabilità (che non si dovrebbero dimenticare) ma vorremmo ragionare su come un territorio come il nostro dovrebbe costruire accoglienza, oltre che materialmente anche culturalmente. 
Stiamo assistendo da qualche mese ad una campagna martellante razzista, che oggi più mai stai attecchendo in un tessuto sociale dilaniato dalla crisi economica, e banalmente quando si vivono difficoltà si tende ad incolpare sempre il vicino più disgraziato non riconoscendo nei volti di  bambini donne e uomini che arrivano in Italia alla ricerca di una vita senza guerre, volti simili a quelle degli italiani che partivano agli inizi del 900 per cercare una vita migliore.
Campagna razzista, fatta di menzogne e notizie appositamente falsificate, che è arrivata anche a Castelfiorentino e che a spinto le ultime giunte ad avallare posizioni ed iniziative delle destre. Non sapendo più come giustificare i tagli e la crisi, ormai anche le forze di governo usano i migranti come capro espiatorio. Con il risultato di fomentare un becero razzismo basato su infondate paure e menzogne.
Soprattutto dopo quest’ultima tragedia, è urgente l'apertura di un canale umanitario l’unica risposta degna che si può dare a questo immane dramma, il fatto di denunciarlo a gran voce da anni non rende meno dolorosa la morte di tanti uomini e donne. E’ una tragedia talmente dolorosa da diventare insopportabile, perché è evidente che anche in questo caso , come in tanti altri, si sarebbe potuta evitare. 
C'è bisogno di ricostruire gli anticorpi contro il razzismo all'interno del tessuto sociale, iniziando dai nostri bambini delle scuole elementari fino ai ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori per questo chiediamo che tutte le scuole del circondario dedichino un minuto di silenzio per i morti del mediterraneo.
CHIEDIAMO CHE AL MASSIMO CON IL PROSSIMO CONSIGLIO COMUNALE, SE NON PRIMA, IL COMUNE SI IMPEGNI A RICHIEDERE CANALI UMANITARI IMMEDIATI
CHIEDIAMO CHE ANCHE IN TUTTI GLI UFFICI PUBBLICI VENGA RISPETTATO 1 MINUTO DI SILENZIO E CHE VENGANO ESPOSTE LE BANDIERE LISTATE A LUTTO.
Basta stragi nel mediterraneo Basta razzismo Basta ipocrisie, canali umanitari subito!!!!
Invitiamo tutta la cittadinanza a raccogliersi domani, martedì 21 Aprile, alle ore 21:20, in una fiaccolata che dal Teatro salirà a Piazza del Popolo.

[ Empoli ] Intifada: “Basta stragi nel Mediterraneo, basta razzismo. Subito canali umanitari” | gonews.it

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sabato 18 aprile 2015

La settimana di Contropiano


Conoscere il Jobs Act per abbatterlo. Si può

In che mondo viviamo? Quali sono - oggi – le regole base su cui si regge? E, parlando di sfruttamento del lavoro, cosa sta accadendo con l'introduzione del Jobs Act? Comprendere e padroneggiare le coordinate...Leggi tutto

Squadroni della morte a Kiev: assassinati tre politici e giornalisti dell’opposizione

Com’era prevedibile, la tregua nell’est dell’Ucraina non sta reggendo e con l’arrivo della primavera i combattimenti si fanno sempre più intensi e numerose le violazioni non solo con scambi di...Leggi tutto

"Grexit" a un passo, Atene non cede

I margini si riducono col passare dei giorni. L'Unione Europea e la Troika avevano preso la determinazione del nuovo governo greco come una semplice esibizione semi-elettorale, non vera. Del resto, quella...Leggi tutto

Se la Grecia sfrutta la competizione globale contro la dittatura europea

A quasi tre mesi dalla sua costituzione dopo la vittoria di Syriza delle ultime elezioni politiche del 25 gennaio, il bilancio riformista del governo ellenico è assai magro. A causa della scarsa determinazione...Leggi tutto

“Il lavoro si paga”. Fiorella Mannoia mette in riga il ministro. Ministero convoca Cremaschi

L'operazione ideologica dei Renzi boys tesa a legittimare l'uso del lavoro gratuito sta incontrando – per fortuna – le dovute resistenze sul suo cammino. Ultima in ordine di tempo è la cantante Fiorella...Leggi tutto

"Lo rifarei mille volte". La banalità del torturatore autorizzato

Un universo in un solo tweet. E' difficile trovare un concentrato così illuminante sulla "cultura" che pervade le forze di polizia di questo paese - tutte le polizie, nessuna esclusa - dall'ultima recluta...Leggi tutto

Chi deve morire prima e chi deve vivere di più. In vendita il Dna dei sardi più longevi

La notizia somiglia ad un incubo della modernità ma è stata confermata. Il dna di 15mila abitanti dell’Ogliastra in Sardegna, noti per la loro longevità potrebbe essere messo in vendita ai privati. Il...Leggi tutto

Dittatura europea: la Bce contro la legge greca che blocca gli sfratti dalle prime case

La Banca Centrale Europea – facendosi portavoce delle altre istituzioni che formano il cosiddetto ‘Brussels Group, l’ex troika – sabato scorso ha fatto sapere di non gradire affatto il progetto...Leggi tutto

Raul Castro. La visione di Cuba sulla Nuestra America, senza sconti per gli Usa

Riportiamo la seconda parte dell'intervento del Presidente cubano Raul Castro al vertice delle Americhe in corso a Panama. Ieri molti hanno sottolineato il fatto storico dell'incontro con Obama, il prinmo...Leggi tutto

La crisi è finita? No, sta per esplodere...

Mentre in molti continuano a raccontarci la favola della crescita che sta per ripartire, basta fare ancora “qualche piccolo sacrificio” - Renzi in Italia, Christine Lagarde per il Fmi – da qualche...Leggi tutto

La Nato testa la sua forza di reazione rapida contro la Russia

La Nato ha testato la sua nuova forza di reazione rapida per la prima volta pochi giorni fa con alcune esercitazioni che si sono tenute nella Repubblica Ceca e in Olanda. Secondo quanto ha riferito il...Leggi tutto

Se anche Gramellini si spaventa per il programma "dovete morire"

Capita, il sabato sera, che ci si dimentichi di spegnere la televisione alla fine del telegiornale. E capita dunque di ritrovarsi ad un certo punto davanti al cicaleccio semiserio tra Fabio Fazio e Massimo...Leggi tutto

Un ultimatum a Renzi. Da Confindustria

A Confindustria cominciano a pensare di aver sbagliato ancora una volta cavallo. Una classe imprenditoriale intelligente si chiederebbe come mai, per la centesima volta negli ultimi 35 anni, si rtrovano...Leggi tutto

Pensioni. Il governo nasconde la mano e prepara il colpo

Quando un governo come questo assicura di non voler toccare le pensioni, meglio mettersi sull'avviso e prepararsi allo scontro. Rispondendo a un normale question time alla Camera, il ministro del lavoro...Leggi tutto

Gino Strada: “Ebola è finalmente sotto controllo”. Il contributo di Cuba

Capita raramente, in questi tempi, di leggere un post che parla di vittorie. Ma le sei righe di Gino Strada ci confermano che è vero che le uniche battaglie che si perdono sono quelle che non vengono...Leggi tutto
  
 

giovedì 16 aprile 2015

Notizie Resistenti n. 539

Il Centro di cultura e documentazione Popolare, Via Pisa 41 - Torino,
ti invita alla lettura delle notizie pubblicate sul sito www.resistenze.org nell'ultima settimana:

Movimento Comunista Internazionale

- Dichiarazione di solidarietà con il popolo venezuelano

Dibattito teorico

- L'approccio leninista del KKE su imperialismo e piramide imperialista

Economia

- La crisi è finita? No, sta per esplodere...

Della guerra

- Grandi opere a Sigonella per i nuovi droni e pattugliatori USA

Mondo multipolare

- L'impero vulnerabile

Mondo - politica e società

- Raul e Obama, il dado è tratto

Mondo - salute e ambiente

- Capitalismo, crisi ambientale e socialismo

Gioventù comunista

- La nostra solidarietà con il Venezuela Bolivariano

Algeria

- PADS: Shale gas e la poltica energetica della classe sfruttarice

Cuba

- Raul Castro: Cuba continuerà a difendere le idee per cui ha combattuto
- Aleida Guevara: intervista con la figlia del Che

Grecia

- KKE sull'inaccettabile decisione anticomunista del Parlamento ucraino

Libano

- 40 anni dopo la guerra

Siria

- Yarmouk fronte del conflitto regionale

Spagna

- Basta false illusioni sulla questione della repubblica borghese

Ucraina

- Equiparazione tra nazismo e comunismo: falso storico negli interessi del capitale

Italia - politica e società

- Expo 2015: nutrire le multinazionali
- L'Italia spende 80 milioni al giorno in spese militari

Scuola

- 24 aprile: sciopero generale ed unitario della scuola italiana

www.resistenze.org 

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Livorno per la XI Settimana d'azione contro il razzismo

martedì 14 aprile 2015

18 Aprile - STOP TTIP

IL COMITATO FIORENTINO STOP TTIP INVITA LE SINGOLE PERSONE, I SOGGETTI ORGANIZZATI, I COMITATI, LE ASSOCIAZIONI, INSOMMA TUTTI COLORO CHE CONDIVIDONO QUESTA LOTTA, A PARTECIPARE A QUESTA IMPORTANTE GIORNATA.

Comitato Fiorentino Stop TTIP

PER LA GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO I TRATTATI USA-ITALIA SUL COMMERCIO 
 
Stop TTIP – Firenze  ORGANIZZA:
??#‎StopTTIP‬ ??#‎18A‬ anche a ??#‎Firenze‬ giornata globale di mobilitazione contro il TTIP:
- Ore 11:00 Flash Mob alla Stazione leopolda
- Ore 15:00 presidio Ponte Santa Trinita  e Corteo Cittadino !!!!
            in compagnia dei fiati sprecati

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L'albero di Benito

L'albero di Benito

18 aprile 2015 - Giornata di azione globale contro i Trattati di Libero Scambio

18 aprile 2015 - Giornata di azione globale contro i Trattati di Libero Scambio

Il 18 aprile 2015 si svolgerà una Giornata di azione globale per fermare le trattative sulla liberalizzazione degli scambi commerciali e degli investimenti e per promuovere un’economia che assicuri il pieno soddisfacimento delle esigenze materiali e culturali dei lavoratori e dei  popoli, preservando l’ecosistema. 
I principali  strumenti della liberalizzazione oggi si chiamano TTIP (Partenariato transatlantico su commercio e investimenti, tra USA e UE), CETA (Accordo economico e commerciale comprensivo, tra UE e Canada) e TISA (Accordo sul commercio dei servizi, tra 50 paesi compresa l’UE).
Il contenuto fondamentale di questi accordi è lo stesso: tutto deve essere privatizzato sotto il controllo del capitale monopolistico internazionale. 
Negli ultimi decenni  le società multinazionali basate negli USA hanno puntato su questi accordi come una leva per rafforzare il loro dominio economico e politico. Anche l'UE ha applicato questo metodo, e da anni ha negoziato in gran segreto accordi commerciali con gli USA allo scopo di creare un mercato transatlantico, dove le regole sono dettate esclusivamente dalle società per azioni che vogliono ottenere il massimo profitto. 
I livelli di protezione di lavoratori, la protezione ambientale e alimentare, il diritto alla salute, i servizi pubblici sono considerati da questi trattati come altrettante “barriere tecniche” da abbattere attraverso una  nuova regolamentazione sovranazionale a favore delle multinazionali. Si aprirà un'autostrada per i prodotti OGM, anche nei paesi che hanno rifiutato tali prodotti. Le privatizzazioni potranno riguardare tutto ciò che è ancora pubblico, come l’acqua e le reti idriche. Questi trattati costituiscono un attacco frontale mosso da USA e UE alla vita e ai diritti dei lavoratori e dei popoli.  
Se tali piani si realizzeranno, il risultato sarà la creazione di una NATO a livello economico.
Tramite questi accordi gli USA mirano infatti a conservare la supremazia nell'economia globale. Essi fanno dunque parte della sempre più aspra competizione interimperialista, in particolare fra USA, UE, Cina e Russia. 
Anche il nostro paese rischia di finire assoggettato agli accordi TTIP e TISA, dopo aver subito il Fiscal Compact, etc. Gli accordi avranno la priorità sui parlamenti e sulle leggi democratico-borghesi,  in quanto strumenti di più alto livello nella concezione imperialista del diritto e della sovranità. 
Il governo Renzi, i capi del PD e delle destre ci raccontano che con questi accordi ci sarà più occupazione. E’ una spudorata menzogna! La stessa ILO calcola che in conseguenza del TTIP si perderanno almeno 600 mila posti di lavoro nella UE. La pressione sui salari e il dumping sociale aumenteranno. I soli a guadagnarci saranno i monopoli capitalistici! 
L’opposizione al TTIP e agli altri accordi neoliberisti è in aumento a  livello europeo e in tutto il mondo. Bisogna estenderla e intensificarla come importante compito di lotta anticapitalista e antimperialista.
Il 18 aprile 2015 ci sarà una nuova giornata di mobilitazione e di azione unitaria contro il TTIP e gli altri trattati neoliberisti. Ovunque sia possibile diamo vita a cortei, presidi, volantinaggi, megafonaggi, affiggiamo manifesti e striscioni, etc. per far comprendere alle vaste masse la realtà di questi trattati e sviluppare nuove e più ampie manifestazioni.
NO al TTIP e agli altri trattati neoliberisti e antipopolari!
Togliamo ogni legittimità al governo Renzi che vuole rovinare il nostro futuro!  
Soltanto con l'opposizione organizzata, su una scala nazionale, europea e mondiale potremo sconfiggere le manovre del capitale internazionale e aprire la strada a una società non più dominata dalla maledetta legge del profitto: il socialismo! 

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia



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Visitate il sito www.piattaformacomunista.com

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