domenica 31 luglio 2011

FS: DERAGLIA FRECCIARGENTO A NAPOLI CENTRALE, PARALIZZATO TRAFICO NORD-SUD

ancora
IN MARCIA !
GIORNALE DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908
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FS: DERAGLIA FRECCIARGENTO A NAPOLI CENTRALE, PARALIZZATO TRAFICO NORD-SUD


UN TRENO ETR PENDOLINO 'FRECCIARGENTO' E' DERAGLIATO
CIRCA UN'ORA FA NELLA STAZIONE DI NAPOLI CENTRALE

L'INCIDENTE NON HA AVUTO CONSEGUENZE PER LE PERSONE
PERCHE' IL TRENO VIAGGIAVA A VELOCITA' MOLTO RIDOTTA PER
UN TRASFERIMENTO DALL'OFFICINA E NON TRASPORTAVA VIAGGIATORI

LE ULTIME DUE CARROZZE USCENDO DAI BINARI HANNO DANNEGGIATO LA
LINEA ELETTRICA AD ALTA TENSIONE E BLOCCATO DI CONSEGUENZA LA FUNZIONALITA'
DELLA STAZIONE CON FORTI RIPERCUSSIONI SULLA CIRCOLAZIONE NORD SUD

SULLE CAUSE AL MOMENTO NON VI SONO CERTEZZE.
LE IPOTESI PIU' PROBABILI SONO IL CEDIMENTO DEL SISTEMA
ROTAIA-SCAMBIO OPPURE DI PARTI MECCANICHE DEL CARRELLO DEL TRENO

DOPO L'INCENDIO DI ROMA TIBURTINA SI FA PIU' PRESSANTE LA
NECESSITA' DI GARANTIRE - SOPRATTUTTO NELLE GRANDI
STAZIONI - UN PIU' ADEGUATO LIVELLO DI SICUREZZA ED AFFIDABIITA'
DEI BINARI UTILIZZATI QUOTIDIANAMENTE DA MIGLIAIA DI PERSONE
A TUTELA DI TUTTI, VIAGGIATORI E FERROVIERI

Fino al cuore della rivolta. Festival della Resistenza, settima edizione 2011

Fino al cuore della rivolta. Festival della Resistenza, settima edizione 2011


Venerdì 29 luglio – Museo Audiovisivo della Resistenza


Ore 16.00 Presentazione dell’iniziativa e saluto delle istituzioni
Massimo Cervelli (Regione Toscana), Osvaldo Angeli (Presidente
Provincia Massa Carrara), Paola Sisti (Ass. Cultura Provincia della
Spezia), Massimo Dadà (Presidente MAR e Sindaco Fosdinovo), Gianni
Neri (Direttore MAR), Massimo Caleo (Sindaco Sarzana), Dino Baudone
(Pres. Cons. Comune Lerici), Marina Babboni (Festival Lunatica),
Massimo Marcesini (Vicesindaco Comune Ortonovo), Roberto Pucci
(Sindaco Comune Massa), Lisa Del Sarto (Ass. Memoria Comune
Fosdinovo), Daniele Montebello (Delegato alla Cultura, Comune
Castelnuovo Magra), Giovanna Bernardini (Ass. Cultura Comune Carrara),
Cristiano Ruggia (Ass. Comune della Spezia), Paolo Bissoli (Presidente
ISRA), Umberto Moisè (Presidente ARCI Massa Carrara), Alberto Tognoni
(Presidente ARCI Val di Magra), Paola Varesi (Museo Casa Cervi).
Saranno presenti le/i partigiane/i delle sezioni locali dell’ANPI



Ore 18.30
Dibattito/1


La crisi dell’antifascismo: revisionismo e uso pubblico della storia
con Angelo d’Orsi (Università di Torino), Simone Neri Serneri
(Istituto Storico della Resistenza in Toscana, Università di Siena)




Ore 21.00
Alessio Lega e Marco Rovelli
“Genova: le storie cantate”
parole e musica di e con Alessio Lega (voce e chitarra) e Marco
Rovelli (voce e chitarra), accompagnati da Guido Baldoni
(fisarmonica). Commento visivo a cura di Archivi della Resistenza –
Circolo Edoardo Bassignani


Ore 22.00
Canzoniere della rivolta
“150 anni di storia attraverso il canto sociale”
Concerto di Paolo Ciarchi, Claudio Cormio, Sandra Boninelli, Nuovo
Canzoniere Bresciano, Suonatori Terra Terra, Tano Avanzato e tanti
altri ospiti…




Dopo spettacolo/1
Visibì
con Alessandro Artino Innaria (batteria), Massimo Artino Innaria
(basso), Riccardo D'Ambra (voce, chitarra), Gianmaria Simon
(fisarmonica, voce)






Sabato 30 luglio - Museo Audiovisivo della Resistenza


Giornata in collaborazione con la Fondazione Ignazio Buttitta e
l’Istituto Ernesto de Martino


Ore 10.30
Laboratorio musicale per un canzoniere della rivolta


Ore 16.00
Fuori Orario/1
Pillole di Museo: visita con i partigiani Vanda Bianchi e Giuseppe Cargiolli

Ore 16.30
Dibattito/2
L’intellettuale rovesciato: Gianni Bosio a quarant’anni dalla morte
con Cesare Bermani (storico orale), Giuseppe Morandi e Gianfranco
“Micio” Azzali (Lega di Cultura di Piadena), Antonio Fanelli (Istituto
Ernesto de Martino)



Ore 18.00
Dibattito/3
Portella della Ginestra: la memoria della strage e un dramma ritrovato
di Ignazio Buttitta
con Ignazio E. Buttitta (Fondazione Buttitta), Stefano Arrighetti
(Istituto Ernesto de Martino), Paolo Pezzino (Università di Pisa) e i
curatori del libro Emanuele Buttitta e Antonio Fanelli




Ore 21.00
Blanca Teatro
“Portella della Ginestra”
Prima nazionale dello spettacolo liberamente ispirato all’omonimo
testo di Ignazio Buttitta
con Antonio Bertusi, Antonio Branchi, Giovanni Carli, Riccardo
Naldini, Matteo Procuranti. E la partecipazione di Tano Avanzato e
Erminia Terranova, con la collaborazione di Cristina Occhione.
Drammaturgia e regia Virginia Martini. Una produzione di Blanca
Teatro, Fondazione Ignazio Buttitta, Archivi della Resistenza,
Occupazioni Farsesche

A seguire
Omaggio a Enzo del Re


Dopo spettacolo/2
Kobayashi e “L’uomo con la macchina da presa” di Dziga Vertov
sonorizzazione del film con Flavio Andreani (batteria, percussioni,
theremin, computer, synth), Nicola Bogazzi (basso, casiotone, synth),
Andrea Marcori (chitarra, basso, casiotone, loop)








Domenica 31 luglio



Ore 10.30 - Museo Audiovisivo della Resistenza
Assemblea del festival
«Tra il dire e il fare»: incontro con gli ospiti di “Fino al cuore
della rivolta” per un cantiere di idee e proposte

Ore 16.00 - Piazza Matteotti - Fosdinovo
Dibattito/4
“Storia d’Italia, attraverso il canto sociale. Si può ancora cantare
Bella ciao?”
con Cesare Bermani (storico orale), Angelo d’Orsi (Università di
Torino), Paolo De Simonis (Università di Firenze), Stefano Arrighetti
(Istituto Ernesto de Martino)

a seguire
Paolo Ciarchi
“Microconferenza di musicologia applicata”


Ore 18.30 - Fosdinovo - Museo Audiovisivo della Resistenza
Camminata per i Sentieri della Resistenza dedicata a Ivan Bernardini.
Accompagnamento musicale dei Forasteri
a cura del Comitato Sentieri della Resistenza. Partenza dal borgo di
Fosdinovo, arrivo al Museo Audiovisivo della Resistenza. Tempo
previsto 45 minuti (per il ritorno sarà disponibile un servizio
navetta fino al borgo di Fosdinovo)


Ore 19.00
Fuori Orario/2
Pillole di Museo: visita con i partigiani Laura Seghettini e Giorgio Mori

Ore 21.00 - Fosdinovo - Museo della Resistenza
Maurizio Maggiani
“I Lombardi alla prima rivoluzione”



Ore 22.00
Banda Osiris
“Archivi della Banda Osiris”
con Gianluigi Carlone (sax soprano, flauto, voce), Roberto Carlone
(basso, trombone, tastiere), Giancarlo Macrì (percussioni, basso
tuba), Sandro Berti (mandolino, chitarra, trombone)




Dopospettacolo/3
Forasteri
con Lorenzo D’Angelo (chitarre), Natalia Caprili (fisarmonica, voce),
Nicola Bellulovich (sassofono), Siro Nicolazzi (chitarra, percussioni,
voce)







Lunedì 1 agosto - Museo Audiovisivo della Resistenza
Giornata in collaborazione con il festival “Lunatica”



Ore 10.00
Il museo incontra le/i bambine/i
con i partigiani Vanda Bianchi e Luigi Fiori


Ore 16.00
Fuori Orario/3
Pillole di Museo: visita con i partigiani Vanda Bianchi e Piero Guelfi

Ore 16.30
Dibattito/5
Le storie negate: colonialismo, emigrazioni e classi popolari. La
Resistenza degli storici
con Angelo Del Boca (storico), Cesare Bermani (storico orale), Paolo
De Simonis (Università di Firenze), Syrléa Marques Pereira (Università
di Rio de Janeiro). Introduce Federico Bogazzi (Radio Popolare Roma –
Popolare Network)

Ore 18.00
Dibattito/6
Donne tra Resistenza e cittadinanza
con Adriana Dadà (Università di Firenze), Paola Bora (Scuola Normale,
Casa della Donna di Pisa), Marta Baiardi (Istituto Storico della
Resistenza in Toscana)



Ore 21.00
Tiziano Scarpa
“I versi delle bestie”
Lettura scenica di Tiziano Scarpa con un documentario di Laila Pakalnina




Ore 22.00
Tre allegri ragazzi morti
“Pasolini, l’incontro”
con Davide Toffolo (disegni, voce e chitarra), Luca Masseroni
(batteria), Enrico Molteni (basso), Stefano Pasutto (chitarra)


Dopospettacolo/4
Antica Rumeria Lagrima de Oro
con Vito Andolini (voce e clarinetto), Pilar Morena Del Faro (voce),
Filomena Caruso (percussioni), Sante Mancini (basso), Inga Molnard
(sassofoni), Eremo De Passavilla (chitarra), Pepe Santucci
(fisarmonica)




Martedì 2 agosto - Museo audiovisivo della Resistenza


Ore 10.00
Il museo incontra i/le bambini/e
con i partigiani Vanda Bianchi e Luigi Fiori

Ore 16.00
Fuori Orario/4
Pillole di Museo: visita con i partigiani Turiddo Tusini, Luigi Fiori

Ore 16.30
Dibattito/7
Lido Galletto, ovvero la pedagogia della Resistenza
con Turiddo Tusini (partigiano della formazione «Orti»), Angela
Persici (Istituto Pedagogico della Resistenza), Giovanni Contini
(Soprintendenza Archivistica per la Toscana), Massimo Dadà (Sindaco di
Fosdinovo)

Ore 18.00
Dibattito/8
Canzone popolare e/o impegnata?
con Daniele Sepe, Marino Severini e gli ospiti del festival. Introduce
Matteo Bartolini (Contatto Radio - Popolare Network)




Ore 21.00
Redelnoir
“Ballate postmoderne”

Ore 21.30
Gang
“La rossa primavera”
con Marino Severini (voce, chitarra acustica ed elettrica), Sandro
Severini (chitarre elettriche), Francesco Caporaletti (basso), Fabio
Verdini (organo hammond, pianoforte e synth), Luca Ventura (batteria)


Ore 22.30
Daniele Sepe & Shaone
“Cronache di Napoli”. Jazz Hop in concerto
con Paolo Romano "Shaone" (voce), Daniele Sepe (sax e flauto), Franco
Giacoia (chitarra elettrica), Peter Di Girolamo (tastiere), Sasà
Brancaccio (basso), Daniele Chiantese (batteria)





Dopospettacolo/5
Redelnoir
con Davide Giromini (voce, fisarmonica, sinth), Alessandro Cucurnia
(chitarra), Daniele Pedrazzi (basso, voce), Lavinia Mancini (piano,
voce), Flavio Andreani (batteria), Nicola Bellulovich (sax)




INGRESSO GRATUITO PER TUTTI GLI SPETTACOLI

Il Museo Audiovisivo della Resistenza effettuerà la seguente apertura
straordinaria: ven 16-21; sab 16-21; dom 10-13 e 16-21; lun 16-21; mar
16-21. È possibile visitare il museo in orari diversi da quelli
indicati, su prenotazione e per gruppi di minimo 15 persone (info 0187
680014 www.museodellaresistenza.it)

Come arrivare

Per il festival info: 329.0099418 / 340.3935105

DONNE E UOMINI MIGRANTI Ricerca storica e ottica di genere. Domenica 7 agosto,

DONNE E UOMINI MIGRANTI
Ricerca storica e ottica di genere.

Domenica 7 agosto, ore 10, 30
Bagnone, Sala Consiliare
Piazza Roma, 4



Introducono i lavori:
Enrica Briganti, Presidente Commissione Pari Opportunità
Provincia di Massa

Marina Babboni, Dirigente Ufficio Cultura
Provincia di Massa


Relazioni:
Adriana Dadà, Università di Firenze
Volti e voci di donne e uomini migranti: dalla ricerca alla comunicazione storica

Syrléa Marques Pereira, Universidade do Estado do Rio de Janeiro – UERJ/FAPERJ
Dagli Appennini al Brasile: ricerche in corso

Hanno garantito il loro contributo:

Nancy Aluigi Nannini, antropologa e videodocumentarista
Rosella Barni, dirigente scolastica di Monsummano Terme (PT)
Andrea Bellucci, ricercatore
Lucilla Briganti, ricercatrice
Antonio Canovi, ricercatore Laboratorio Geostorico Tempo Presente, Reggio Emilia
Giovanna Caroli, ricercatrice, Assessora alla Cultura di Casina (RE)
Marco Giovanelli, ricercatore
Alessio Magnani, ricercatore
Dalmazia Notari, ricercatrice
Cinzia Pieraccini, Assessora alla Politiche Culturali, Comune di Castel del Piano (GR)

sabato 30 luglio 2011

Muoiono in mare 30 migranti egiziani diretti in Italia

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Barack Obama: «Il tempo è scaduto». Il rischio "default" alle porte

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Emergenza occupazione: due giovani su tre a spasso

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No Tav, torna la guerriglia nella notte. Presidio al cantiere

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Cie di Ponte Galeria, pestaggio in diretta

Cie di Ponte Galeria, pestaggio in diretta









Usa, la fabbrica della psicosi

PeaceReporter - Usa, la fabbrica della psicosi

PeaceReporter - Turchia, si sono dimessi tutti i capi delle forze armate

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Cyprus cabinet resigns ahead of reshuffle - Europe - Al Jazeera English

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Somali PM accuses UN of holding back aid - Africa - Al Jazeera English

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Eritrea 'planned to bomb AU summit' - Africa - Al Jazeera English

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Libyan rebels confirm Younes arrest warrant - Africa - Al Jazeera English

Libyan rebels confirm Younes arrest warrant - Africa - Al Jazeera English

Che amministrazione é quella che non pensa ai suoi cittadini?

Il 26 luglio in Consiglio Comunale è stata approvata la delibera che dà il via libera alla variante urbanistica per il piano di lottizzazione a San Martino alle Fonti.











Il piano prevede la realizzazione di 44 villette di pregio; il Gruppo Consiliare del PRC-Cittadini per Castelfiorentino ha votato contro: poiché a Castelfiorentino ci sono molti immobili vuoti, a fronte di quale domanda si fanno dei villini di pregio??
In un momento in cui la crisi abitativa é all'ordine del giorno e, purtroppo, gli sfratti stanno diventando "cronaca quotidiana" (cresciuti del 110% in 2 anni - dati Sunia), il Comune non ha praticamente nessun appartamento a disposizione delle emergenze e non esiste un piano attuativo per case a canone concordato, che senso ha variare, costruire e consumare territorio a fronte di un numero sconosciuto di immobili vuoti e una domanda di immobili in calo?

Inoltre abbiamo rilevato che uno dei progettisti è fratello dell'attuale Assessore ai Lavori Pubblici Giglioli.

Ci poniamo e poniamo alla maggioranza PD la seguente domanda: è opportuno, è buona prassi, è etico che il progettista di un piano di lottizzazione che prevede la costruzione di villini sia il fratello dell'Assessore ai lavori Pubblici, facente parte della Giunta che può autorizzare o meno la costruzione dei villini?

Secondo noi, non è corretto: chi fa l'Assessore, non dovrebbe avere dei parenti stretti che presentano consulenze, progetti e quant'altro.
Purtroppo quello che accade oggi è prassi nel nostro Comune ed è accaduto anche in passato con altri assessori nelle precedenti Amministrazioni.

Dal punto di vista economico, sappiamo bene che l'edilizia é un modo semplice (non sempre corretto) per creare posti di lavoro (non fissi) e far girare soldi. Il destino del Consorzio Etruria dovrebbe aver insegnato qualcosa... Maggiormente la bolla immobiliare statunitense. Ma il PD e la maggioranza tutta pensano che l'investimento cieco e senza pianificazione sociale sia il metodo per uscire dalla crisi, o forse peggio ancora che la crisi sia giá passata. Quante case, magari costruite pure bene, ci ritroveremo presto vuote perché nessuno puó comprarle? Non riteniamo che questo corrisponda ad amministrare correttamente il territorio.
Gruppo Consiliare PRC-Cittadini per Castelfiorentino

TAVOLO REGIONALE PER LA DIFESA DELLA SCUOLA STATALE*

TAVOLO REGIONALE PER LA DIFESA DELLA SCUOLA STATALE*
Il Consiglio di Stato conferma: i tagli agli organici del personale della scuola sono illegittimi

All'udienza di ieri sono stati discussi in Consiglio di Stato gli appelli della Ministra Gelmini contro le sentenze del TAR Lazio che avevano dichiarato illegittimi i tagli agli organici della scuola;il CdS anzitutto ha riconosciuto il pieno diritto dei genitori e dei lavoratori della scuola e dei Comitati della scuola ad impugnare gli organici anche per far valere le prerogative delle Regioni,nonostante la loro acquiescenza alle illegittimità della Ministra; nel merito ha accolto le censure dedotte dai difensori dei genitori e dei lavoratori della scuola ( Avv C. Mauceri anche per il Comune di Fiesole, M, Virgilio,F. Buccellato,P. Pupino per la Provincia di Pistoia .F. Giuffrè e Scaringella per il Comune di Imola) ,dichiarando l'illegittimità dei Decreti interministeriali con ì quali sono stati determinati i tagli agli organici del personale della scuola ( nel triennio oltre 87000posti!).

Finora si sono impegnati con il sostegno dei Comuni e delle Province prima indicate e soprattutto dei Comitati della scuola solo i genitori ed i lavoratori della scuola e la FLC.CGIL; ora spetta alle forze politiche ed alle istituzioni locali ed in primo luogo alle Regioni impegnarsi concretamente per il rispetto delle decisioni dei giudici; il Tavolo ha sollecitato più volte,ma sempre inutilmente, il sostegno delle Regioni di centro-sinistra;è auspicabile che finalmente il nostro appello abbia una risposta positiva.p. il Tavolo Sebastiano Busia

Discarica di amianto di Cappella Cantone: la sentenza del TAR non chiude la partita. Se ne apre una nuova.

Comunicato stampa
Cremona, 28 luglio 2011

OGGETTO: discarica di amianto di Cappella Cantone: la sentenza del TAR non chiude la partita. Se ne apre una nuova.

La decisione del TAR di non bloccare l’autorizzazione della discarica è grave e preoccupante sia se le motivazioni saranno di merito, sia se solo di procedura.
Comunque la partita non è chiusa sia perché l’autorizzazione dovrà passare per la prossima conferenza dei servizi, ma soprattutto perché, a questo punto, dovranno entrare in scena i diretti interessati, cioè i cittadini della zona.
Per quanto ci riguarda la questione non sposta di una virgola il problema e si confermano le nostre ragioni di opposizione ad una discarica pericolosa e rispondente solo agli interessi dei cavatori.
Rassicuriamo che, comunque, questa sentenza non sta a significare che la discarica si farà, è stato solo un ulteriore passaggio per bloccare e ritardare la realizzazione della discarica stessa.
L’esito di questa sentenza fa emergere ancora più chiaramente l’ambiguità e il doppiogiochismo di Salini, della giunta provinciale e della Lega i quali, a soli dieci giorni di distanza da questa sentenza, si sono sentiti in dovere di mettere in discussione la bontà del progetto della discarica. Noi alle loro parole non avevamo mai creduto e l’avevamo denunciato nel precedente comunicato. Ricordiamo, inoltre, che anche l’assessore regionale al territorio Belotti, della Lega, è da sempre favorevole alle discariche di amianto.
Alla prossima conferenza dei servizi Salini ha l’occasione di dire no a questo progetto pericoloso per la salute dei cittadini. In caso contrario si smaschererà e dovrà trarne le conseguenze sul piano politico.
Ora la parola dovrà passare nettamente ai cittadini e confermiamo la proposta a tutte le forze interessate di organizzare con noi un referendum, fra gli abitanti della zona, indipendentemente dalla volontà delle istituzioni.
Abbiamo anche intenzione di preparare subito dopo l’estate una mobilitazione estesa ad altre realtà di lotta a livello nazionale.
La discarica non si farà! Faremo come i NO TAV!

Mariella Megna – Cittadini contro l’amianto
Giorgio Riboldi – SU LA TESTA l’altra Lombardia
Carmine Fioretti – CUB Confederazione Unitaria di Base

Cittadini contro l'amianto della provincia di Cremona

FESTA di “LIBERAZIONE” 3 – 16 AGOSTO 2011 ROSIGNANO SOLVAY

FESTA di “LIBERAZIONE”

3 – 16 AGOSTO 2011
ROSIGNANO SOLVAY – Via della Costituzione



Animazione ▪ Ballo ▪ Cabaret ▪ Cinema Concerti ▪ Dibattiti ▪ Manifestazioni Sportive ▪ Mostre ▪ Musica ▪ Spettacoli
▪ Teatro dei Bimbi ▪

Nella Festa sono allestiti i seguenti Stands:

Associazioni $ Bar $ Coordinamento Festa$ Frateria $ Gioco della Spesa $ Gioco Piante e Fiori $ Gioco del Trenino $ Libreria $
Giovani Comunisti/e $ Pizzeria $
$Ristorante $

TUTTE LE SERE dalle ore 21,30 :
TOMBOLA

Il Ristorante e la Pizzeria sono aperti dalle ore 19,30; nei giorni festivi il Ristorante anche alle ore 12,30




OGNI SERA ALLE 21,00
TEATRO DEI BIMBI
14 giorni con la tecnica del Teatro di Narrazione all’improvviso.
Intratterranno i vostri BIMBI Giovanni BALZARETTI e Jessica TONELLI.

FESTA di “LIBERAZIONE”
3-16 AGOSTO 2011 - Rosignano Solvay
$ PROGRAMMA $


MERCOLEDI’ 3 AGOSTO

Ore 19,30 : Apertura della Festa

■ Spazio Dibattiti
Ore 21,30 : Fabio Sebastiani presenta il suo libro “Officina Italia. La FIAT secondo
Sergio Marchionne” (Il libro si pregia della prefazione di Maurizio Lan-
dini)
Introduce:
 Federico Giusti , della Confederazione COBAS di Pisa

● Palco Centrale
Ore 21,30 : Concerto della Filarmonica di Rosignano Solvay
▲ Spazio Giovani
Ore 21,30 : Cabaret con Valerio Delfino e Alessio Ingrassellino
♦ Teatro dei Bimbi
Ore 21,00 : “Favole a manovella” Conducono i contafiabe del “Teatro Agricolo”

GIOVEDI’ 4 AGOSTO

■ Spazio Dibattiti
Ore 21,30 : “Le politiche regionali e loro ripercussioni sulla Provincia di Livorno:
superstrade a pagamento?”
Partecipano:
 Leonardo Becheri – Segreteria Regionale del PRC
 Paolo Marini – Consigliere regionale Federazione della Sinistra-Verdi
 Michele Mazzola – Consigliere Provincia di Livorno del PdCI
Coordina : Federico Lenzi – Segretario Circolo PRC Rosignano

● Palco Centrale
Ore 21,30 : Ballo con il complesso “Antonio e Dany”
▲ Spazio Giovani
Ore 21,00 : Film “Roma città aperta” – Regia di Roberto Rossellini – (Italia 1945, b/n
– durata 99’) – Introduzione di Massimo Ghirlanda
♦ Teatro dei Bimbi
Ore 21,00 : “Favole a manovella” Conducono i contafiabe del “Teatro Agricolo”



VENERDI’ 5 AGOSTO


■ Spazio Dibattiti
Ore 21,30 : Prospettive per l’alternativa: cosa succede a sinistra?
Partecipano :
 Lorenzo Lombardi – Segretario Regionale dei Verdi
 Marco Manneschi - Consigliere Regionale IDV
 Un rappresentante del PD
 Un rappresentante di SEL
Coordina : Stefano Cristiano – Segretario Regionale del PRC

● Palco Centrale
Ore 21,30 : Orchestra spettacolo nazionale “Emy D.”
▲ Spazio Giovani
Ore 21,30 : Cabaret con “Gli ultimi della fila”
♦ Teatro dei Bimbi
Ore 21,00 : “Favole a manovella” Conducono i contafiabe del “Teatro Agricolo”



SABATO 6 AGOSTO



Via della Costituzione
Ore 16,30 : XVI G.P. Liberazione – Rosignano
Gara Ciclistica in circuito, riservata alle categorie Giovanissimi
(maschili e femminili dai 7 ai 12 anni) provenienti da ogni regione d’Italia

■ Spazio Dibattiti
Ore 21,30 : “Economia Crisi Lavoro: a che punto siamo?”
Partecipano:
 Vittorio Bardi – Responsabile nazionale FIOM – Siderurgia e Energia
 Riccardo Chiari – Giornalista del “Manifesto”
 Beppe Lupi – Operaio della “Lucchini” di Piombino
 Frida Nacinovich – Giornalista di “Liberazione”
 Fabrizio Tommaselli – Coordinatore nazionale USB
Coordina : Alessandro Favilli – Responsabile nazionale Lavoro del PRC
● Palco Centrale
Ore 21,30 : Ballo con il complesso “Domino”
▲ Spazio Giovani
Ore 21,00 : Film: “Bastardi senza gloria” – Regia di Quentin Tarantino (USA, Germania
2009, durata 153’) – Introduzione di Eva Cabras
♦ Teatro dei Bimbi
Ore 21,00 : “Favole a manovella” Conducono i contafiabe del “Teatro Agricolo”





DOMENICA 7 AGOSTO

Ore 12,30 : PRANZO al Ristorante della Festa

■ Spazio Dibattiti
Ore 21,30 : “Scuola Pubblica”
Partecipano:
 Loredana Fraleone – Segretaria Regionale del PRC del Lazio
 Giovanni Bruno – Esecutivo nazionale COBAS – Scuola
 Patrizia Nesti – Segretaria Provinciale UNICOBAS Livorno
 Patrizia Villa – Segreteria Provinciale FL-CGIL Livorno
 Rappresentanze studentesche di Rosignano e Cecina
Coordina : Alberto Giorgi - Responsabile Regionale Scuola - PRC
● Palco Centrale
Ore 21,30 : Ballo con il complesso “Luciano Ricci”
▲ Spazio Giovani.
Ore 21,00 : Film : “L’ultimo Metrò” – Regia di François Truffaut – (Francia 1980,
durata 128’) Introduzione di Anna Pala Spagnoli
♦ Teatro dei Bimbi
Ore 21,00 : “Favole a manovella” Conducono i contafiabe del “Teatro Agricolo”

LUNEDI’ 8 AGOSTO

● Palco Centrale
Ore 21,30 : Ballo con “Francesco e Sagittario New Group”
▲ Spazio Giovani
Ore 21,30 : Cabaret con “Enrico Rosteni e Nico Pelosini”
♦ Teatro dei Bimbi
Ore 21,00 : “Favole a manovella” Conducono i contafiabe del “Teatro Agricolo”


MARTEDI’ 9 AGOSTO

■ Spazio Dibattiti
Ore 21,30 : “Sanità Pubblica”: incontro con gli operatori
Partecipano :
 Marco Bolognesi – Medico di base
 Carlo Carriero – Psichiatra locale
 Gianfranco De Feo – Vice segretario FIMMG (medici di famiglia)
 Gabriele Falagiani – Medico di base
 Paolo Lucchesi - Dirigente ASL Zonale
 Sauro Pialli – Medico chirurgo Ospedale Zonale
 Antonio Valentini – Giornalista del “Il Tirreno”
Coordina : Giorgio Franconi – Consigfliere comunale del Gruppo Comunista-FdS –
Rosignano

● Palco Centrale
Ore 21,30 : Ballo con l’orchestra “Deborah e Pino Band”

▲ Spazio Giovani
Ore 21,00 : Film : “La rosa bianca – Sophie Scholl” – Regia di Marc Rothemund –
(Germania 2005, durata 117’) – Introduzione di Sabina Meini

♦ Teatro dei Bimbi
Ore 21,00 : “Favole a manovella” Conducono i contafiabe del “Teatro Agricolo”


MERCOLEDI’ 10 AGOSTO


● Palco Centrale
Ore 21,30 : Concerto : “Nuccio Pellegrino and Mr. Buffalo Blues Bands”
Francesco Luogo (chitarra), Marco Franci (chitarra), Marco Frulletti
(basso), Nuccio Bluesman Pellegrino (armonica), Roberto Fenzi (batteria)

▲ Spazio Giovani
Ore 21,00 : Film “Tutti a casa” Regia di Luigi Comencini - (Italia, Francia
1960, b/n - durata 117’)

♦ Teatro dei Bimbi
Ore 21,00 : “Favole a manovella” Conducono i contafiabe del “Teatro Agricolo”



GIOVEDI’ 11 AGOSTO

■ Spazio Dibattiti
Ore 21,30 : Fulvio Grimaldi presenta il suo docufilm
“Maledetta Primavera. Rivoluzioni, controrivoluzioni e guerre NATO nel mondo arabo”

● Palco Centrale
Ore 21,30 : Ballo con “Luana e il suo nuovo gruppo”

▲ Spazio Giovani
Ore 21,30 : Spettacolo di Cabaret con “Claudio Marmugi”

♦ Teatro dei Bimbi
Ore 21,00 : “Favole a manovella” Conducono i contafiabe del “Teatro Agricolo”


VENERDI’ 12 AGOSTO


● Palco Centrale
Ore 21,30 : Concerto della “Banda Bassotti”

♦ Teatro dei Bimbi
Ore 21,00 : “Favole a manovella” Conducono i contafiabe del “Teatro Agricolo”


SABATO 13 AGOSTO

● Palco Centrale
Ore 21,30 : Ballo con l’orchestra “Anna Pasi”

▲ Spazio Giovani
Ore 21,30 : “Parole, Paroline e...... Parolacce”
Serata comica in vernacolo livornese fra barzellette, stornelli e parodie con
la partecipazione di Aldo Bagnoli, alla chitarra Dario Paganin

♦ Teatro dei Bimbi
Ore 21,00 : “Favole a manovella” Conducono i contafiabe del “Teatro Agricolo”



DOMENICA 14 AGOSTO


Ore 12,30 : PRANZO al Ristorante della Festa

● Palco Centrale
Ore 21,30 : Ballo con l’orchestra “I Tam-Tam”

▲ Spazio Giovani
Ore 21,00 : Film “Persepolis” Regia di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud
( Francia 2007, b/n, durata 95’) – Introduzione di Eva Cabras

♦ Teatro dei Bimbi
Ore 21,00 : “Favole a manovella” Conducono i contafiabe del “Teatro Agricolo”



LUNEDI’ 15 AGOSTO

Ore 12,30 : PRANZO al Ristorante della Festa

● Palco Centrale
Ore 21,30 : Orchestra Spettacolo “Massimiliano Castagna”

▲ Spazio Giovani
Ore 21,00 : Film : “Il Partigiano Jonny” – Regia di Guido Chiesa – (Italia 2000,
durata 135’) – Introduzione di Federico Lenzi





MARTEDI’ 16 AGOSTO


● Palco Centrale
Ore 21,30 : Ballo con il complesso “Marta Valente”

▲ Spazio Giovani
Ore 21,30 : Cabaret con Giovanni Bondi





$ Il RISTORANTE e la PIZZERIA sono aperti tutte le sere dalle ore 19,30.
Nei giorni festivi il RISTORANTE è aperto anche alle ore 12,30.
$ Ore 20,30 apertura degli STANDS : Associazioni – Bar – Coordinamento Festa –
Frateria – Giochi vari (Spesa, Fiori, Trenino) – Giovani Comunisti – Libreria
$ Ore 21,30 : Tombolate

Non è un Paese per disabili. Ledha: “Un insegnante di sostegno ogni tre alunni”

PeaceReporter - Non è un Paese per disabili. Ledha: “Un insegnante di sostegno ogni tre alunni”

Lunedì 1. Agosto (Spazio Giovani) Dibattito: “Fotovoltaico a San Miniato, un affare di famiglia”

Lunedì 1. Agosto

(Spazio Giovani) Dibattito:

“Fotovoltaico a San Miniato, un affare di famiglia”

Partecipano:

Comitato a difesa del Territorio Sanminiatese (ASTRU)
Marco Ricci, Presidente Legambiente Circolo di Pisa
Paolo Papucci, Ing. Energie Rinnovabili
Fabio Corsi, Consigliere Comune di San Miniato Comunisti Uniti
Studio Avvocato- Bolelli, legale rappresentante (ASTRU)










venerdì 29 luglio 2011

Migranti, lavoro e l' “esercito industriale di riserva”

“Gli immigrati fanno i lavori che noi italiani non vogliamo più fare”

Questa semplicissima frase è diventata una sorta di leitmotiv degli antirazzisti. E' una frase che corrisponde al vero, che non è nuova anche in Italia, paese di immigrati da relativamente poco tempo rispetto agli altri paesi (fino a 20 anni fa era usata nei confronti dei meridionali), ma che non ci fa individuare il problema. Più che un'analisi dell'immigrazione è diventata una sorta di sentenza moralizzante.
In un video che circola su Youtube il ministro Brunetta, oltre a spiegare la sua speciale ricetta economica per la disoccupazione giovanile (“Andate a scaricare le cassette ai mercati generali”) usa questa frase proprio per giustificare le sue deliranti posizioni. E se andiamo a vedere dai ponteggi dei muratori alle concerie della zona del Cuoio, dai campi di pomodori a chi consegna volantini porta a porta, troviamo nella stragrande maggioranza dei casi immigrati.
Allora il Ministro Brunetta ha ragione? In realtà, e questo è un errore anche di chi da sinistra guarda l'immigrazione, la sentenza moralizzante “Gli immigrati fanno i lavori che noi italiani non vogliamo più fare” andrebbe integrata con “a quelle condizioni”. Con una semplicissima aggiunta si apre una strada immensa per la comprensione del fenomeno: gli italiani non sono disposti ad andare a due euro l'ora a nero a cogliere pomodori, senza assicurazione né diritti. In una condizione del genere gli immigrati diventano una sorta di bilanciamento rispetto le conquiste sindacali degli italiani.
Karl Marx definì i disoccupati come “esercito industriale di riserva”, ovvero come quella forza in mano al capitale che permette la riduzione dei diritti di chi già lavora, sotto il ricatto del “o lavori te a queste condizioni o trovo qualcun altro che lavora al posto tuo”. In una situazione dove la domanda di lavoro non aumenta, ma aumenta la forza lavoro con l'arrivo di immigrati (di sicuro non dal barcone che arriva prima dall'Albania poi dall'Africa, ma su questo ritorno dopo), la forza lavoro italiana sindacalizzata si riduce, sostituita da quella immigrata senza tutele e diritti. Se non comprendiamo questa dinamica non arriviamo da nessuna parte.
L'immaginario costruito da 20/30 anni sull'immigrazione, favorito dalla propaganda non soltanto leghista ma anche da chi a sinistra è in buona fede, è rappresentato emblematicamente dell'immagine del barcone pieno di immigrati che arriva sulle coste italiane. Come se fosse una scelta individuale dei singoli che decidono, nel pieno delle loro facoltà, di partire e cercare in un altro paese un futuro dignitoso. In realtà l'umanità si è spostata da sempre: dagli antichi greci, che mandavano la popolazione in eccesso a fondare nuove colonie, alle invasioni barbariche per l'Impero Romano. Adesso la globalizzazione ha accelerato questi spostamenti. Gli spostamenti di merce, di persone ma anche di idee sono più rapidi e più veloci.
Il capitale nell'età contemporanea ha sfruttato questa velocità: come si spostano più velocemente i prodotti da un paese all'altro si sposta anche più velocemente la merce per eccellenza, il lavoro umano.
Da una parte subiamo l'arrivo di immigrati che abbassano il costo del lavoro; dall'altra subiamo il fenomeno inverso, le industrie spostano la produzione dove il costo del lavoro è minore. Queste sono entrambe due facce della stessa medaglia. Invece che globalizzazione dei diritti si è attuata la globalizzazione dello sfruttamento. Come nella teoria dei vasi comunicanti, un costo del lavoro minore in un paese, a causa dell'abolizione dei confini nazionali (che non hanno più un ruolo di protezione dalle merci di altri paesi a causa della globalizzazione stessa) porta all'abbassamento del costo del lavoro (quindi di salari e diritti) in un altro. Se facciamo fatica ad individuare questo fenomeno del lungo termine, basti pensare a quello che è successo nella FIAT di Marchionne: il ricatto del “o lavori te a queste condizioni o trovo qualcun altro che lavora al posto tuo”, che si sta estendendo anche ad altre grandi aziende.
L'esempio più emblematico è l'entrata nell'Unione Europea di paesi come la Polonia o la Romania.
Lo stesso Berlusconi si è dichiarato favorevole all'ingresso di questi paesi: da una parte aziende come la FIAT (presa da esempio ma non è l'unica) possono delocalizzare la produzione là senza subire gli svantaggi di politiche doganali avverse proprio perché sono nel mercato comune europeo; dall'altra la FIAT può minacciare qua in Italia la delocalizzazione, chiedendo una diminuzione dei diritti.
Di fronte a questa situazione il dibattito su questo problema (perché, nei fatti, la miseria che spinge una persona a scappare dal proprio paese rappresenta un problema) è appiattito su posizioni che non lo risolvono affatto: si parla di diritti semplicemente civili (come il diritto di voto amministrativo o la costruzione di moschee), sicuramente sacrosanti, ma che appunto non risolvono il problema.
Esso è economico. Il meccanismo che fa scappare dalla fame il rumeno è lo stesso che porta alla cassa integrazione l'italiano. La discussione sull'immigrazione, anche all'interno della stessa sinistra, va portata su questo piano, perché (e questi sono i risultati) appiattirsi su altro può portare soltanto a palliativi, che non risolvono né razzismo né xenofobia.

Kirov










FdS Toscana sui tagli al personale scolastico

Il gruppo scuola regionale della Federazione della Sinistra, riunitasi a Firenze
ritiene che, nell’attuale crisi economia e finanziaria che colpisce in modo assolutamente intollerabile le classi sociali più deboli, la politica del Governo con il sostanziale sostegno del PD e di IDV sia una pesante penalizzazione per i lavoratori e lavoratrici e soprattutto per i giovani, ma anche per una adeguata ripresa economica.
In questo contesto la politica dei tagli alle spese della scuola ,se già era da considerarsi deleteria in sé; oggi diventa assolutamente dannosa per lo sviluppo democratico ed economico del Paese. La spesa per la scuola è una spesa di investimento; i tagli alla scuola sono tagli agli investimenti e quindi allo sviluppo. Nello stesso tempo arrecano un gravissimo pregiudizio all’attività didattica ,in taluni casi rendendo impossibile anche l’apertura delle scuole.
Purtroppo l’opposizione parlamentare è stata del tutto evanescente e priva di alcuna efficacia; le opposizioni non solo non si sono fatte promotrici di alcuna iniziativa di mobilitazione unitaria, ma hanno sempre disatteso o frenato gli appelli ad iniziative unitarie da parte del mondo della scuola, con il risultato rilasciare campo libero alla dissennata politica scolastica del Governo.
In questo contesto di sostanziale inerzia e subalternità alla politica governativa si colloca anche la politica scolastica della Regione Toscana e delle istituzioni locali, governate dal centro-sinistra.
Comune di Firenze, Provincia di Firenze e Regione Toscana, non solo non hanno contrastato la irresponsabile politica dei tagli alla spesa per la scuola, pur lamentano i danni che ne derivavano, ma hanno persino rifiutato il loro sostegno ai ricorsi al TAR proposti da centinai di genitori e lavoratori della scuola, consentendo in tal modo al Ministro di disattendere le sentenze con le quali il TAR del Lazio aveva annullato i tagli agli organici. della scuola statale.
Il gruppo regionale scuola della FdS deve anche denunciare l’assoluta chiusura della Regione Toscana ad ogni forma di confronto sui temi di politica scolastica; il Tavolo Regionale per la difesa della scuola statale ha richiesto la costituzione di una consulta Regionale per la scuola al fine di dare una voce al mondo della scuola sia per la politica della Regione e per quella nazionale. La richiesta è stata però disattesa; in tal modo per il mondo della scuola non è possibile né conoscere adeguatamente le scelte di politica scolastica né, tanto meno partecipare in modo trasparente con piena assunzione di responsabilità.
La Regione ha organizzato gli Stati Generali della scuola senza alcuna forma di partecipazione e senza alcuna trasparenza; allo stato il mondo della scuola non ne conosce i risultati e gli obiettivi concreti.
Sulle politiche regionali si hanno notizie frammentarie e molto spesso non condivisibili e peraltro mai confrontate; risulta alquanto ambigua la politica scolastica per la fascia 0 – 6, non risultano chiari le linee di una politica di diritto allo studio efficace e mirata ad evitare l’intollerabile dispersione scolastica ed i criteri di programmazione dell’offerta formativa regionale; infine si deve precisare che è assolutamente inaccettabile ogni forma di contribuzione finanziaria a favore delle scuole private ancorché paritarie.
Il gruppo scuola regionale della FdS ritiene che sia necessario ed urgente un confronto con le forze politiche della maggioranza nella convinzione che la politica scolastica della Regione debba coinvolgere, con le necessarie mediazioni, anzitutto tutte le forze politiche di maggioranza, oltre che il mondo della scuola in tutte le sue componenti ed articolazioni.
Nello stesso tempo però il gruppo scuola regionale della FdS ritiene urgente un incontro a livello nazionale per definire le linee condivise di una politica scolastica nazionale.

Migranti, arriva il test obbligatorio d'italiano

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FdS: L'IMPATTO DELLA MANOVRA ECONOMICA SUGLI ENTI LOCALI

FEDERAZIONE DELLA SINISTRA: L'IMPATTO DELLA MANOVRA ECONOMICA SUGLI ENTI LOCALI








DOCUMENTO DEL COORDINAMENTO NAZIONALE ENTI LOCALI DELLA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA
SULLA MANOVRA ECONOMICO FINANZIARIA del GOVERNO ED IL SUO IMPATTO SUGLI ENTI LOCALI E LE REGIONI.

I tagli dei trasferimenti agli EELL, previsti dalla manovra recentemente approvata dal Parlamento, per circa 6,4 miliardi di euro, che seguono tagli già operati nell’ultimo triennio dal governo Tremonti-Berlusconi per oltre 20 miliardi, DELINEANO CON CHIAREZZA UNA SCELTA GRAVISSIMA: scaricare sui cittadini più deboli i costi della crisi mettendo in discussione la possibilità dei Comuni e degli altri Enti Locali di garantire DIRITTI COSTITUZIONALI FONDAMENTALI come il diritto all’inclusione sociale, alla casa alla scuola, alla mobilità, alla salute ecc.
In particolare i tagli al comparto degli EELL sono per il 2013 di 1 miliardo per i Comuni, 0,4 per le Province, 0,8 per le Regioni ordinarie e 1,0 per le Regioni autonome; per il 2014 rispettivamente di 2,0; 0,8; 1,6 e 2,0 miliardi di euro.
A ciò si aggiungono ulteriori tagli sulla sanità di 2,5 miliardi per il 2013 e 5 miliardi nel 2014.
A regime, insomma, questa manovra sugli enti locali e sulla sanità vale 11,4 mld, pari al 23% della correzione del deficit prevista nella manovra stessa. L’effetto di questi tagli ai trasferimenti alle Regioni sulla Sanità sono gli ingiusti ed odiosi ticket che rischiano di aumentare anche in quelle Regioni dove già esistono a causa dei deficit accumulati e dei relativi piani di rientro e che molto spesso – al Sud in particolare – sono una forte limitazione del diritto alla salute soprattutto dei ceti più deboli, a causa di vecchie o nuove gestioni sbagliate da parte dei governi regionali.
Questi numeri cambiano radicalmente il quadro dei rapporti finanziari fra Stato ed Enti Locali e sono destinati, soprattutto nella fase di predisposizione dei bilanci preventivi per il 2012 a fine anno – quando si sommeranno gli effetti delle manovre pregresse con l’attuale – A COMPROMETTERE OGNI MARGINE RESIDUO DI AUTONOMIA E DI ADEGUATEZZA DEGLI ENTI LOCALI NEL GARANTIRE SERVIZI AI CITTADINI E DI ATTIVARE POLITICHE DI SOSTEGNO ALLO SVILUPPO.

Non si tratta solo di un pericoloso attacco all’autonomia dei comuni e degli altri enti locali che ne mette in discussione quel ruolo positivo di ente di prossimità più vicino ai bisogni dei cittadini, ma è anche un attacco diretto alle condizioni di vita dei cittadini più deboli che pagheranno i costi di questa sciagurata politica con tagli ai servizi sociali o con aumento di tasse e tariffe comunali.

Infatti, le misure economico-finanziarie contenute nella manovra per il 2012-2014 riguardanti, in particolare per il comparto dei Comuni, non solo non sostengono –come già evidenziato - processi veri di sviluppo e di crescita economica e non tutelano il reddito reale dei ceti più deboli ed i consumi aumentando la domanda interna, ma sono addirittura in aperto contrasto e in palese violazione del processo di attuazione del cosiddetto federalismo fiscale e municipale che, in questo modo - come la FDS aveva sin dall’inizio sostenuto – diventerà solo una copertura di una scelta centralistica di tagli lineari ed indistinti.
Tali tagli costringeranno i comuni e gli altri enti territoriali a sottostare solo ad una scelta perdente fra drastico ridimensionamento e/o privatizzazione dei servizi o vendita del patrimonio, tradendo ogni principio fondante del federalismo stesso. Va, in particolare, denunciata un’ambigua norma inserita al Senato - nell’ambito del capitolo liberalizzazioni dei servizi e delle attività economiche - tesa a incentivare, con apposite premialità, la privatizzazione dei servizi pubblici locali, in netta contrapposizione con lo spirito referendario affermatosi con la vittoria sulla pubblicizzazione dell’acqua.

La manovra è, insomma, inaccettabile perché ancora una volta prevede tagli insopportabili sui bilanci comunali, che seguono quelli già effettuati negli anni precedenti, in percentuali irragionevoli e del tutto sproporzionate rispetto al peso dei Comuni sul deficit della P. A.

I tagli colpendo o azzerando la spesa per lo sviluppo, gli investimenti e la spesa per il sociale, incideranno gravemente su questo settore delicatissimo che già risulta ampiamente sottodotato rispetto ai bisogni reali.

La stessa regionalizzazione del PATTO DI STABILITA’ – sbandierata come positivo risultato dalle associazioni autonomiste, a partire dall’ANCI - è assolutamente insufficiente e limitata, sia perché esclude tutte le Regioni che nel triennio precedente o abbiano sforato il patto o siano sottoposte a piani di rientro del deficit sanitario, sia perché in generale sarà assai arduo utilizzare positivamente questa opportunità IN UN QUADRO DI FORTE RIDUZIONE DELLE RISORSE STATALI DESTINATE AGLI ENTI LOCALI. E’ certo che il combinato disposto fra manovre correttive e decreti attuativi del federalismo fiscale e municipale determinerà l‘assenza di ogni coordinamento fra finanziamenti statali e regionali delle funzioni e dei servizi costituzionalmente garantiti, a partire dalla sanità e dal welfare.
Va, infine, denunciato il concreto rischio che di fatto si reintroduca l‘IRPEF sulla prima casa attraverso un meccanismo, previsto dalla manovra, di taglio di una serie di agevolazioni, detrazioni e deduzioni fiscali anche per i redditi bassi, a cominciare dai contributi sociali e pensionistici obbligatori: tale meccanismo diventerà automatico, in base ad un'ambigua “clausola di salvaguardia” dei saldi della manovra, se non verranno definite nuove compensazioni nell’ambito della prevista riforma fiscale ed assistenziale e di riordino della spesa in materia sociale. Anche in questo caso, aldilà di astrusi tecnicismi, si afferma un principio gravissimo e cioè che i saldi della manovra - frutto di tagli lineari - sono prioritari rispetto al diritto costituzionale alla casa ed al principio della progressività dell’imposta. Per i Comuni si realizzerebbe, peraltro, la beffa che il Governo Berlusconi dopo aver abolito l‘ICI anche per le prime case di lusso – privando i Comuni di un notevolissimo gettito - reintrodurrebbe una tassazione per la prima casa soprattutto dei redditi più bassi, i cui gettiti, al netto delle eventuali addizionali, andrebbe allo Stato e non ai Comuni stessi.

La manovra è – insomma – iniqua perché, aggravando ulteriormente quanto già stabilito lo scorso anno, carica sulle spalle dei Comuni e degli altri enti territoriali l’obiettivo di riduzione della spesa pubblica. Infatti, mentre gli effetti derivanti dalla riduzione di spesa a carico delle amministrazioni centrali, a partire dai tagli ai costi impropri della politica, appaiono incerti e aleatori, i tagli sui fondi dei Comuni sono immediati e certi.

Peraltro l’effetto immediato più evidente della manovra è, paradossalmente secondo alcuni osservatori del mondo dell’informazione ma non certo per noi, che Regioni, Province e Comuni STANNO IN QUESTE SETTIMANE UTILIZZANDO IN MANIERA SEMPRE PIU’ CONSISTENTE ED INDISCRIMINATA – e secondo noi sbagliata – LA FACOLTA’ PREVISTA DAI DECRETI ATTUATIVI SUL FEDERALISMO DI AUMENTARE TRIBUTI: Regioni, fino al 2013 solo quelle con deficit sanitario, e Comuni LE ADDIZIONALI IRPEF; le Province LE ALIQUOTE SULLA RCA AUTO. Molti Comuni in aggiunta, stanno introducendo la tassa di soggiorno in attesa di altri “tributi di scopo “.
Infatti, recenti notizie giornalistiche ci informano che fino alla metà di luglio ben 5 regioni (Campania, Lazio, Molise, Calabria e Puglia) e 180 comuni hanno aumentato le addizionali IRPEF e 36 Province l’aliquota sulle assicurazioni auto. Undici Milioni di cittadini e due milioni di automobilisti stanno, insomma, già sperimentando sulla loro pelle gli effetti perversi ed antipopolari di questo federalismo ingiusto coniugato alle manovre liberiste dei tagli lineari.
Pur comprendendo che in molti casi, soprattutto a livello di comuni e province, tali odiosi aumenti di tasse e tributi sono motivati dall’esigenza di non tagliare servizi per i più deboli, COME FEDERAZIONE DELLA SINISTRA RITENIAMO NECESSARIO RIBADIRE LA NOSTRA CONTRARIETA’ A TALI AUMENTI perchè connotano un atteggiamento difensivo e, di fatto, rassegnato alla filosofia che nella crisi devono, quasi inevitabilmente, pagare prioritariamente i lavoratori a reddito fisso ed i pensionati.

Proponiamo pertanto alcuni obiettivi generali, da articolare localmente, tenendo conto del fatto che un‘iniziativa di lotta delle AUTONOMIE LOCALI di contrasto alla manovra del governo non può limitarsi – come spesso è avvenuto in passato – ad una protesta che, di fatto, termina con l’approvazione ormai avvenuta, senza una visibile opposizione parlamentare, ma deve saper costruire una iniziativa duratura e coordinata degli enti locali e dei cittadini:
1 - Proporremo in tutti i consigli comunali, provinciali e regionali ordini del giorno contro la manovra ed i primi perversi effetti del federalismo, O.d.G. finalizzati a stimolare dal basso le associazioni autonomistiche tradizionali (ANCI, UPI, LEGAUTONOMIE, COORD. REGIONI ) ed in ogni caso a costruire coordinamenti locali diretti fra enti locali, in modo da evidenziare che la battaglia contro i tagli e per l’autonomia è un pezzo della battaglia più generale del sindacato e dei movimenti conto la crisi.
2 – Ci opporremo in tutte le Regioni agli aumenti dei ticket sanitari previsti dalla manovra governativa individuando nei bilanci altre possibilità di risparmio, non odiose socialmente, e valorizzando le buone pratiche in tal senso di alcune Regioni.
3 –Ci opporremo agli aumenti delle aliquote IRPEF sui redditi da lavoro dipendente almeno fino a 40000 euro lordi ed all’introduzione indiscriminata della tassa di soggiorno che rischia di compromettere l’economia turistica, concordando con le Regioni e con gli operatori del settore possibili misure alternative.
4 –Costruiremo a livello locale vertenze territoriali capaci di coinvolgere gli utenti dei servizi che rischiano l’aumento delle tariffe o la chiusura (es. asili nido, servizi sociali ecc. ) evidenziando con “scioperi alla rovescia “ o con altre iniziative anche simboliche le vere vittime di queste politiche governative.

La manovra, in conclusione, viola l’articolo 119 della Costituzione e la stessa legge delega n.42 che detta i criteri generali di coordinamento della finanza pubblica.
In particolare, la riduzione delle risorse attraverso i tagli lineari, coniugata ai vincoli del federalismo, rappresenta una grave violazione dei principi costituzionali in materia di autonomia di entrata e di corrispondenza fra finanziamento integrale e funzioni pubbliche esercitate; peraltro mette in discussione il principio costituzionale dell’universalità e dell’appropriatezza di tutti i servizi riconosciuti per legge come essenziali: DIRITTI E SERVIZI RISCHIANO DI NON ESSERE PIU’ GARANTITI IN MANIERA OMOGENEA E QUALIFICATA SU TUTTO IL TERITORIO NAZIONALE.

Proponiamo pertanto una risposta unitaria forte e chiara del mondo delle autonomie, dell’ANCI e di tutti i Comuni le Province e le Regioni che invitiamo a pronunciarsi con ordini del giorno contro questa iniqua manovra.

Riteniamo infatti fondamentale che la protesta contro la manovra non riguardi solo i Sindaci ed i Presidenti ma coinvolga tutti i consiglieri comunali, provinciali e regionali delle varie istituzioni lavorando sul territorio al coinvolgimento dei cittadini, che sono le vere vittime degli effetti della manovra del Governo.

Proponiamo, pertanto, a tutti i Comuni ed agli altri enti territoriali di adottare tutti gli strumenti necessari per evitare l’impatto della manovra stessa sui cittadini anche attraverso il ricorso alla Corte Costituzionale.

IL COORDINAMENTO NAZIONALE ENTI LOCALI DELLA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA

Roma 26 7 2011

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giovedì 28 luglio 2011

Genova 2011. I Giovani Comunisti motore del movimento dei movimenti

Genova 2011. I Giovani Comunisti motore del movimento dei movimenti

Genova brucia. Non della cruda verità della polvere da sparo, e neanche della commemorazione che nostalgica guarda al passato come alla fine di un volo spezzato a metà. Genova brucia della vivacità di nuove idee, e delle esperienze di conflitto che da lontano trovano un confronto per rilanciare univocamente il movimento dei movimenti, con la convinzione mai cessata che un altro mondo sia non solo possibile, ma immediatamente necessario.

La piaga del debito pubblico, il dramma occupazionale e la precarizzazione dell’esistenza, lo sfruttamento esasperato delle risorse naturali e la guerra imperialista, l’austerità declinata nel ridimensionamento dell’accesso ai saperi e ai beni universali sono i punti dirimenti di una crisi strutturale denunciata più di dieci anni fa. Le promesse di un capitalismo totalizzante, che potesse auto produrre ricchezza e democrazia hanno lasciato il passo ad una realtà fatta di schiavismo e sospensione dei diritti, sacrificati alla logica dell’iniquo profitto sulla gogna delle lobby internazionali. Avevamo ragione nel combattere un’impalcatura fatta di sangue e distruzione. Abbiamo ragione nel credere che la fase attuale di questo processo degenerativo necessiti di una risposta ancora più decisa.

Il mese appena trascorso ha visto i Giovani Comunisti (i compagni e le compagne che hanno lavorato pancia a terra, dal primo giorno) motore riconosciuto di un processo politico che oltre alla crisi globale, ha speso nutrite riflessioni sulle prospettive del movimento stesso. Legittimazione più alta di questo percorso, il fatto che la nostra organizzazione sia stata l’unica forza partitica a ricevere – in quanto tale – parola durante i lavori dell’assemblea conclusiva, a conferma di quanto credibilità ed agibilità politica percorrano il medesimo tragitto. La profonda convinzione della necessità di un patto di lavoro fra i soggetti del forum da un lato, e la corrispondente organizzazione logistica delle forze in campo dall’altro, ci hanno permesso di rilanciare energicamente un pensiero strutturalmente anticapitalista nei dibattiti che nell’ultima settimana hanno colorato le strade e le piazze della città.

L’offensiva globale dei centri di potere internazionali chiede una risposta cosciente ed universale che sappia coniugare con efficacia le istanze e le rivendicazioni che infinite giungono da ogni angolo del pianeta. I provvedimenti di macelleria sociale dei singoli Governi rispondono ad un interesse comune dettato da Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale, garanti e al contempo usurai della ristrutturazione del debito degli Stati potenzialmente insolventi. In questo senso la lotta degli Indignados spagnoli, è la lotta dei lavoratori greci, che è la lotta degli studenti italiani, delle barricate della Val di Susa, degli operai di Pomigliano e Mirafiori. E’ la lotta di chi oltre al futuro, vede negato il diritto al presente e alla dignità. Per tale ragione abbiamo reputato indispensabile il contributo ulteriore di analisi fornitoci dal movimento di Madrid, protagonista di più dibattiti tematici, entusiasta della collaborazione ormai consolidata con i Giovani Comunisti.

Loro la crisi, Noi la Speranza. Facciamo nostri gli appuntamenti nazionali ed internazionali individuati dal forum, a partire dall’assemblea che si terrà a Roma il 4 Settembre, e dalla mobilitazione europea del 15 Ottobre, con la certezza che sin dal prossimo autunno andranno sperimentate nelle piazze le sinergie politiche e le pratiche che in queste giornate genovesi hanno restituito vigore e dinamicità a tutto il movimento. Un patto di lavoro che dal conflitto riesca a costruire attraverso un percorso comune l’alternativa stabile e duratura al mostro liberista. Un patto di lavoro che, smarcandosi dall’antipolitica propria del qualunquismo, sappia individuare dei riferimenti politici capaci di dare voce e risonanza al lavoro quotidianamente svolto nelle miriadi di focolai di lotta.

Genova brucia di un’esperienza che lega indissolubilmente la rabbia di chi viene derubato della propria vita con il sogno di chi alla rassegnazione antepone il coraggio di sapersi mettere in discussione. E’ la consapevolezza di essere vela di un vento che lascia al palo i mezzi termini e i molok della realtà che diventa realismo. E’ la capacità di riconoscere i propri errori, mossa dal bisogno irrinunciabile di ritornare ad essere spinta propulsiva di un mondo libero dalla prevaricazione dell’uomo sull’uomo. E’ il nostro assalto al cielo, che fiero della propria identità non ha bisogno dell’identitarismo per sentirsi egemone, perché spinto sulle ali di una rivoluzione mossa dal consenso di chi necessita di un’altra realtà in cui vivere, prima che di un altro sogno in cui sperare. Mai più gabbiani ipotetici. Alla lotta!

Alessandro Fatigati
Danilo Borrelli
Simone Oggionni
Valerio Todeschini

Patto per la crescita: tanto ridicolo quanto dannoso. A quanto in piazza con Goldmann Sachs?

Patto per la crescita: tanto ridicolo quanto dannoso. A quanto in piazza con Goldmann Sachs?

di Giorgio Cremaschi


Un appello improvviso dal palazzo dei sindacati e delle imprese, chiede con urgenza al Governo un “patto per la crescita”. Ha ragione chi ha detto che è un tipico testo democristiano, dove si fanno grandi auspici che coprono manovre che non possono annunciate con chiarezza. L’appello nella sostanza chiede di cambiare il Governo, o almeno il ministro dell’Economia, o almeno quello dello Sviluppo economico. E lo fa nel nome dell’aggravarsi della crisi. Non c’è una sola proposta di merito in quel documento, se non la richiesta che l’economia debba riprendere a crescere con discontinuità, come dire che vogliamo il bel tempo dopo la tempesta. La realtà è che, se si va al concreto dei programmi che Il Sole 24 Ore allega all’appello, si vede che essi sono la versione italiana delle scelte greche. Tagli, tagli, e ancora tagli, soprattutto ai diritti, allo stato sociale, ai salari e ai contratti. E’ per questo che le banche possono firmare assieme agli artigiani e ai commercianti, che contro le banche sono scesi in piazza, e la Confindustria assieme alla Cgil, dopo che l’accordo del 28 giugno ha cominciato lo smantellamento del contratto nazionale.
Il segretario della Cisl, spiega che siamo in una situazione peggiore del ’92. E’ utile ricordare che in quell’anno il governo Amato, con un solo provvedimento, tagliò le pensioni delle donne, eliminò la scala mobile, bloccò tutta la contrattazione, aziendale e nazionale, aprì la via a tutte le privatizzazioni istituì una valanga di tasse. Se è quello il punto di riferimento, se, come auspica La Repubblica bisogna tornare allo spirito del ’92, allora il “patto per la crescita” non è altro che una nuova terribile stangata ai danni dei lavoratori e dei pensionati.
C’è però allora da chiedersi: e se Berlusconi uscisse dalla sua depressione finanziaria e politica e accettasse il “patto”? In questo modo firmerebbe un’assicurazione bancaria per la continuità del proprio governo e quindi renderebbe ridicola l’operazione politica tentata da chi, con l’appoggio delle banche, opera per sostituire Berlusconi con un governo più presentabile alle agenzie di rating. Se invece il Presidente del Consiglio dovesse rifiutare la proposta, cosa faranno i firmatari? Una manifestazione assieme ai rappresentanti della Goldmann Sachs? La realtà è che questo documento è solo un’ulteriore riprova della crisi complessiva delle classi dirigenti italiane, politiche, imprenditoriali e sindacali.
Fino a poche settimane fa avremmo detto che l’unica firma che stona in quel testo è quella della Cgil. Oggi purtroppo non possiamo più dirlo, perché la segreteria della Cgil ha appaltato alla Cisl le proprie scelte di fondo.


28 luglio 2011

Per un autunno di lotta

IL GOVERNO AMICO DEGLI SPECULATORI!
L'approvazione in tempi record della manovra del governo Berlusconi il 15 luglio è stata giustificata dall'ondata speculativa
che ha colpito il nostro paese. L'accelerazione dei tempi, che ne ha di fatto impedito ogni modifica, è stata condivisa
dalle opposizioni parlamentari, in nome della "responsabilità". Ma è "responsabile" colpire chi già non ce la fa più in
nome della finanza?
"Rassicurare i mercati e la finanza", "fare quello che dice l'Europa" continuano ad essere le parole d'ordine di gran parte
del mondo politico e mediatico. Come se i mercati, la finanza, le scelte europee fossero oggettive leggi di natura a cui
si può solo obbedire. Come se non fosse chiaro che per questa via non si fa altro che ripetere le stesse ricette che hanno
portato alla crisi e al disastro della Grecia. Come se non fosse chiaro che in questo modo continueranno a guadagnare
gli speculatori e a pagare le lavoratrici e i lavoratori, i pensionati, i giovani, le donne.
Opporsi alla speculazione e alla manovra del governo è necessario e possibile.
Con proposte alternative, con un autunno di lotte.
La speculazione e l'Europa
Dal 2008 - anno in cui è esplosa la crisi - ad oggi, gli stati europei hanno speso o accantonato oltre 3.000 miliardi
di euro per salvare le istituzioni finanziarie, senza prendere nessun reale provvedimento per riformarle: il debito
pubblico è così cresciuto. Il debito non deriva infatti dalla crescita della spesa sociale, ma dal salvataggio della finanza
e dalla recessione. La finanza ha così ripreso forza e ora specula nuovamente attaccando il debito degli stati.
Qual è il meccanismo della speculazione?
Le agenzie di rating, che non sono altro che soggetti privati legati alle grandi istituzioni finanziarie, declassano un
paese, cioè lo dipingono come inaffidabile rispetto al rimborso del debito. I grandi speculatori contemporaneamente
vendono titoli di stato. Possono farlo anche se non ne sono in possesso. Sembrerebbe folle, ma non lo è. Si chiama
"vendita allo scoperto". Questo fa crollare il valore dei titoli. Gli stati indebitati hanno bisogno però che i titoli vengano
acquistati, per coprire parte del proprio debito. Ma la vendita è possibile solo a tassi di interesse sempre più alti.
Questo aumenta ulteriormente il debito pubblico mentre contemporaneamente crescono i guadagni dei grandi
speculatori privati.
Chi paga?
L'Unione Europea e i paesi che la compongono, invece di contrastare la speculazione, con il nuovo patto di stabilità
hanno stabilito un rientro a tappe forzate del debito. Per questo gli Stati Europei stanno varando manovre di tagli
feroci alla spesa sociale. L'Europa invita anche a fare interventi sul mondo del lavoro che "moderino" i salari. L'idea è
che l'economia si debba reggere sulle esportazioni e che perché le merci possano essere più competitive si debbano
comprimere salari e diritti del lavoro. Ma chi dovrebbe comprare, se tra bassi salari e tagli al welfare si riducono i
consumi interni? In realtà i sacrifici servono solo per foraggiare gli speculatori, aggravando la crisi economica.
5 proposte contro la speculazione
1. Gli Stati possono proibire le "vendite allo scoperto". La Germania lo ha fatto. Perché l'Italia non lo fa?
2. La Banca Centrale Europea - diversamente dalla Federal Reserve negli Usa - non può acquistare i titoli del debito
pubblico direttamente dagli stati membri. Se potesse farlo verrebbe a mancare la possibilità di speculare sui titoli,
lucrando sui tassi di interesse. Si decida che la BCE acquisti al tasso di interesse ufficiale dell'1,5% i titoli degli stati
sottoposti ad attacchi speculativi. Se in Grecia si fosse intervenuti subito in questo modo la situazione sarebbe stata
del tutto sostenibile.
3. Si introduca immediatamente una tassa dello 0,05 sulle transazioni finanziarie. E' una tassa che colpirebbe solo
gli speculatori cioè chi fa compravendita di titoli in brevissimo tempo per lucrare sulle oscillazioni dei prezzi.
4. Si varino norme per impedire alle banche di tenere "fuori bilancio" i derivati.
5. Se queste misure non dovessero bastare l'Italia deve ristrutturare il debito, garantendo per intero i piccoli
risparmiatori e allungando unilateralmente i tempi di restituzione e le cifre da restituire alle grandi finanziarie, cioè
agli speculatori. Anche se nessuno ne parla, l'Islanda lo ha fatto con ottimi risultati.
5 proposte per una manovra alternativa
La manovra del governo Berlusconi alla fine vale quasi 48 miliardi, 8 in più della versione precedente, la maggior parte
dei quali 'scaricati' sugli anni 2013 e 2014. A regime il 60% della manovra graverà sulle entrate attraverso maggiori
tasse per i cittadini.
Si attaccano i diritti sociali e i servizi essenziali attraverso: nuovi tagli agli enti locali, alla sanità con la reintroduzione
dei ticket, il prolungamento ulteriore del blocco delle assunzioni e dei salari dei dipendenti pubblici, l’anticipo al 2013
(invece che il 2015) dell’adeguamento dei requisti pensionistici alla speranza di vita, il futuro aumento dell'età pensionabile
per le donne anche nel privato.
Un taglio drastico e lineare delle agevolazioni fiscali del 5% nel 2013 e del 20% nel 2014 (20 miliardi a regime) colpirà
famiglie con figli a carico, le spese per l’istruzione, quelle mediche e per gli asili nido.
Si interviene nuovamente sulla scuola, dal blocco degli organici all'accorpamento degli istituti.
Si parla di nuove privatizzazioni: dei servizi pubblici locali in spregio ai referendum e di quel che resta della grande
industria, continuando sulla strada che ha portato al drammatico impoverimento del nostro apparato produttivo.
Nessun taglio a privilegi e sprechi della casta politica italiana.
La manovra del governo è iniqua dal punto di vista sociale
ed è recessiva sul terreno economico.
Una politica alternativa è necessaria e possibile.
5 proposte per una manovra alternativa
1. Va colpito chi non ha mai pagato. In Italia l'1% degli ultraricchi possiede una quota di ricchezza pari a quella
detenuta dal 60% della popolazione meno abbiente. Ci vuole una patrimoniale sulle grandi ricchezze, la tassazione
delle rendite finanziarie, dei movimenti speculativi di capitale, il contrasto vero all'evasione fiscale. Si possono
recuperare 40 miliardi di euro da usare per redistribuire reddito alle lavoratrici e ai lavoratori, ai pensionati,
riqualificare il welfare, istituire il reddito sociale per le disoccupate e i disoccupati.
2. Vanno tagliate le grandi opere ambientalmente devastanti. Solo tagliando la Tav Torino-Lione, il Ponte sullo
Stretto, il terzo valico della Milano-Genova si recuperano 30 miliardi di euro. Per fare politiche industriali e creare
nuovi posti di lavoro nel risparmio energetico, le fonti rinnovabili, la mobilità sostenibile.
3. Vanno tagliate le spese militari, riducendo gli organici dell'esercito, ritirando le truppe dall'Afghanistan, smettendo
di bombardare la Libia, non acquistando i cacciabombardieri F35. Per finanziare scuola, università, ricerca e
riassumere i precari che il governo Berlusconi ha licenziato.
4. Vanno dimezzati gli stipendi dei parlamentari, eliminati gli enti inutili per stabilizzare i precari del pubblico
impiego.
5. Vanno contrastate le delocalizzazioni delle imprese, obbligandole a restituire i contributi pubblici ricevuti.
5 proposte contro la speculazione
www.controlacrisi.org - www.rifondazione.it

Lettera aperta al presidente Andrea Barducci ed ai sindaci dei comuni della Provincia di Firenze

Lettera aperta al presidente Andrea Barducci ed ai sindaci dei comuni della Provincia di Firenze

Gli enti locali Toscana subiranno tra il 2011 e il 2014 tagli ai trasferimenti per un totale di 473 milioni di euro. A questi tagli si aggiungono le norme limitative delle assunzioni di personale e dei rinnovi contrattuali.
Cresce così il sospetto che il governo attui un vero e proprio “trasferimento di impopolarità” dal centro alla periferia. Gli enti locali saranno costretti a scegliere fra tagliare i servizi o aumentarne le tariffe a scapito delle fasce economicamente più svantaggiate della popolazione.
Su questi temi, credo sia necessaria una mobilitazione ampia, a partire dai sindaci della provincia e dal suo presidente contrastare una manovra finanziaria così penalizzante per gli enti locali e per i cittadini.
Rifondazione comunista e la Federazione della Sinistra sono disponibili a contribuire a questa mobilitazione.
La redazione dei bilanci di previsione 2012 sarà una prima occasione per contrastare gli effetti della manovra e avviare una riflessione ampia su alcuni punti che intendiamo portare alla discussione:
attuare misure di “rigore sociale”, introducendo o rafforzando a livello comunale criteri di equità e progressività nei tributi e nelle tariffe;
stabilire un “paniere” di servizi (assistenza sociale, integrazione al reddito, diritto allo studio, servizi all’infanzia, contributi all’affitto, non autosufficienza, servizi agli anziani) i cui stanziamenti non siano diminuiti;
garantire il diritto alla mobilità attraverso una gestione pubblica del trasporto locale, mantenendo i collegamenti che rivestono forte valore sociale;
ripensare il ricorso al cosiddetto “project financing”, rafforzando le reali finalità pubbliche delle opere;
riconsiderare i piani delle grandi opere previste sul territorio della Provincia di Firenze, in particolare nella piana fiorentina, subordinandone la realizzazione a criteri di utilità, economicità, effetti sull’ambiente e sulla salute;
attuare politiche sui beni comuni, a partire dalla gestione dei servizi idrici integrati, in linea con il risultato del referendum del 12 e 13 giugno.
Le scelte che ci stanno di fronte sono essenzialmente politiche, non semplicemente tecnico-contabili. Gli amministratori locali sono di fronte a un bivio: o si limitano a svolgere il compito dettato dal governo o si riappropriano del loro ruolo fondamentale di base democratica dello Stato e di rappresentanza dei bisogni dei cittadini!
Nel secondo caso non potremmo che assicurare la nostra disponibilità!

Andrea Malpezzi, segretario provinciale PRC

Notizie Resistenti - n. 374 - 28/07/2011

Il Centro di cultura e documentazione Popolare, Via Reggio 14 - 10153 Torino,
ti invita alla lettura delle notizie pubblicate sul sito www.resistenze.org nell'ultima settimana:

Movimento Comunista Internazionale

- Dossier: 12° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai
- Dossier: Incontro dei Partiti Comunisti europoei - Bruxelles 11-12/04/2011
- Dossier: 20° Seminario Comunista Internazionale

Storia

- Antonio Gramsci e l’Unità d’Italia

Antifascismo

- E' morto il compagno Athos

Linguaggio e comunicazione

- Dossier: Guerra e disinformazione

Movimento operaio internazionale

- Dossier: 16º Congresso della Federazione Sindacale Mondiale [FSM-WFTU]

Economia

- Dossier: La crisi infinita
- La bancarotta USA e il baratto Cina-Iran

Mondo multipolare

- Il grande balzo della Cina in Africa

Europa - politica e società

- Dossier: L'Europa del capitale

Cuba

- Dossier: Il VI congresso del Partito Comunista Cubano
- Fidel Castro Ruz: La vittoria strategica

Honduras

- Dossier: Due anni di resistenza di un popolo

Libia

- Dossier: La guerra dell'imperialismo umanitario

Palestina

- Dossier: Verso uno Stato palestinese
- Solidarietà al popolo palestinese da otto Partiti Comunisti dei Balcani

Siria

- Dossier: Il pretesto per un "intervento umanitario"

Italia - politica e società

- Dossier: E' tornata la lotta di classe

Lavoro

- Dossier: Lavoro e rappresentanza sindacale

Documenti storici

- Dossier: L'Ordine Nuovo

Ccdp

- La pubblicazione delle Nuove resistenti riprenderà a settembre

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mercoledì 27 luglio 2011

Sgherri replica ai gestori del servizio idrico e a Cispel sulla funzione del 7% del capitale investito, abrogato dal referendum.

Sgherri replica ai gestori del servizio idrico e a Cispel sulla funzione del 7% del capitale investito, abrogato dal referendum.

Sgherri:“ Si mescola il sacro col profano, il vero motivo di tali dichiarazioni è unicamente voler continuare ad avere profitti garantiti per legge, ignorando la volontà dei cittadini espressa col referendum. Così non va e non può andare”


Firenze, 27 luglio. Servizio idrico: quanto sostenuto – secondo quanto riportato dalla stampa - dai gestori toscani e, soprattutto, dal presidente di Cispel Toscana ieri in una conferenza stampa è del tutto infondato, in quanto il “famoso” 7% di remunerazione del capitale investito – , allora imposto per legge e oggi abrogato dal referendum del giugno scorso - era ed è aggiuntivo rispetto a tutti i costi relativi all’assunzione e ammortamento dei mutui per gli investimenti, agli interessi bancari da pagare ecc. Pagato tutto ciò il “di più” imposto per legge era il 7 % (pagato in bolletta, come tutto il resto, dai cittadini). Quindi non aveva nulla a che vedere con la possibilità di assumere mutui. Affermare, come riportato dalla stampa, che senza esso si bloccano gli investimenti significa mescolare il sacro col profano e vuole indurre a pensare che senza il 7 % si blocchino gli investimenti, quando invece non è così. Il 7 % di remunerazione del capitale – imposto per legge – appariva semplicemente un “sopruso” cancellato dalla volontà di oltre venticinque milioni di cittadini col voto referendario. Chi sostiene il contrario dica tranquillamente che – nonostante la chiara volontà espressa col referendum – si vuol continuare ad fare profitti garantiti sull’acqua! Semmai uno dei problemi principali, di cui non parlano i gestori, sta – per i nuovi mutui – nel programmare piani di ammortamento per periodi più lunghi rispetto a quelli della concessione del servizio. Il nostro impegno, in ogni sede, sarà quindi di porre la massima attenzione e il massimo sforzo affinché sia rispettato il voto referendario. Nel passato infatti, vi sono stati troppe scelte dei gestori che dimostravano nei fatti di tenere a tutelare più gli interessi delle SpA che quelli dei cittadini. Anche le affermazioni che abbiamo letto oggi sulla stampa ci sembrano andare ancora una volta in questa direzione, ma la novità ineludibile è il referendum e il suo risultato chiaro. Referendum che non si può ignorare e di cui le istituzioni ad ogni livello devono tener conto.

La Capogruppo Monica Sgherri

27 luglio 1993, l'anniversario della strage di Via Palestro

VAL DI CORNIA: SCANDALOSA LA GESTIONE DELLA VICENDA AUTOSTRADA

VAL DI CORNIA: SCANDALOSA LA GESTIONE DELLA VICENDA AUTOSTRADA

Mercoledì 3 agosto si terrà la Conferenza dei servizi, fissata a Roma con tutti i sindaci interessati dal percorso della “nuova” Autostrada. Una tappa fondamentale per il futuro della “nuova autostrada”.
Visto che le pubbliche amministrazioni della Val di Cornia hanno in tutti i modi eclissato la discussione pubblica sulla futura autostrada tirrenica, e che entro venerdì prossimo i Comuni dovranno far pervenire alla Regione le proprie osservazioni sul progetto definitivo della Tirrenica, ovvero del tracciato che va da Palazzi a Tarquinia,

chiediamo pubblicamente

che i sindaci della Val di Cornia pubblichino sui loro siti ufficiali e sulla stampa gli atti che hanno fatto pervenire, o che faranno pervenire alla regione entro venerdì 29 luglio.

L’unico parere che ci risulta in essere a Piombino, ad esempio, è quello del consiglio comunale del 29 aprile scorso, nella cui seduta il consiglio ha dichiarato che è «Indispensabile la realizzazione della 398 fino al porto e la realizzazione di viabilità alternativa o l’esenzione del pedaggio per i residenti; e da’ mandato al sindaco di porre queste istanze in ogni sede competente».

Visto che la SAT non ha rispettato ne la prima indicazione (non c’è viabilità alternativa nel progetto definitivo) ne la seconda (è sicuro che c’è il pedaggio per tutti), siamo curiosi di leggere cosa ha inviato o invierà il sindaco del comune di Piombino, quello di Campiglia, eccetera in Regione.

Crediamo sia un segno di trasparenza e correttezza nei confronti dei cittadini della Val di Cornia che fino ad oggi non sono stati informati delle problematiche interconnesse con questo progetto presentato da SAT, e sono convinti che l’autostrada sarà gratis per i residenti.

Abbiano il coraggio di dire agli abitanti che pagheremo tutti, e che per andare e tornare da Venturina a Livorno ci vorranno tra i 15 e i 20 euro a viaggio!

Sappiamo dalla stampa ad esempio che Mercoledì 27 luglio nel pomeriggio a Firenze si è svolto un vertice tra i sindaci della Bassa Val di Cecina, il presidente della Provincia di Livorno Kutufà e l’assessore regionale ai trasporti Ceccobao.

C’era qualcuno in rappresentanza degli interessi della Val di Cornia? Perché tutto questo silenzio sull’argomento? Ci sono interessi occulti che vengono tutelati?

Chiediamo alla fine solo più trasparenza.

Gruppo No pedaggio sull’autostrada Aurelia

DPEF regionale. Sgherri: “Buon Documento. Crisi e manovra economica nazionale devastante ci danno uno scenario assai difficile. Massimo sforzo per con

CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA
GRUPPO CONSILIARE “FEDERAZIONE DELLA SINISTRA – VERDI”

DPEF regionale. Sgherri: “Buon Documento. Crisi e manovra economica nazionale devastante ci danno uno scenario assai difficile. Massimo sforzo per contrastare la manovra nazionale, indicare strade più eque e massimo impegno per continuare in Toscana a garantire i servizi su diritti fondamentali”

Firenze, 27 luglio. Il DPEF si trova ad affrontare ancora una volta uno scenario di crisi economica profonda. La crescita, la cosiddetta ripresina – basata sulle esportazioni, appare lenta e con il dato nuovo dell’assenza di nuova occupazione, mentre negli ultimi mesi ed anni si sono persi migliaia di posti di lavoro e, si prevede – in conseguenza della manovra nazionale – che si perderanno ulteriori sessantamila posti di lavoro. Senza dimenticare che il leggero aumento del PIL realizzatosi sarà praticamente azzerato dall’aumento del costo del petrolio. In questo contesto si inserisce in maniera devastante la manovra economica del governo la cui cifra è l’essere classista, togliendo ancora a chi a meno, regressiva, che farà ulteriormente aumentare la forbice sociale e porta un attacco – che rischia di essere “definitivo” - al welfare state italiano. Attacco alla capacità di spesa e quindi di offrire servizi di Regioni ed enti locali, minando “mortalmente” le protezioni sociali. Una vera e propria macelleria sociale. Tutto ciò ci appare – da parte del Governo – come un obbiettivo politico preciso: una riscrittura del concetto stesso di stato sociale, il quale garantisca servizi veramente minimali e favorisca – per chi può – un esodo verso il privato. Davanti a tutto ciò prioritaria, a livello regionale, una doppia via da seguire: da una parte mettere in atto ogni azione per poter arginare la macelleria sociale che si preannuncia, proseguendo con uno sforzo massimo l’azione regionale a sostegno dell’istruzione, della salute, dei trasporti e del lavoro anche davanti a questi drastici tagli, dall’altra adoperarsi in ogni modo per modificare il segno della manovra e prospettare un'altra strada: ripensare la priorità delle spese (riducendo ad esempio la spese militari) e delle entrate (lotta all’evasione e all’illegalità, tassa sui grandi patrimoni, una tassazione più equa che prenda a chi più ha, che colpisca la rendita finanziaria e immobiliare). Una manovra da contrastare duramente in ogni sede. Sempre in tema di manovra nazionale è necessario riaffermare la chiarezza dell’esito referendario sui servizi pubblici, contrastando il colpo di mano inserito in finanziaria che spinge a privatizzare : i risultati referendari chiedono di essere applicati e anche noi dovremo fare la nostra parte, a partire dalla legge regionale sui servizi pubblici che andremo ad approntare. Costituiranno una cartina di tornasole in questo senso le scelte che verranno operate al momento del prossimo bilancio e che valuteremo proprio sulla capacità di dare risposte concrete all’allargamento della forbice sociale. In un contesto di risorse scarse e crescenti bisogni il monitoraggio degli impegni e delle spese riveste importanza fondamentale, mentre il quadro degli interventi risulta (giustamente) sempre più articolato e reso incerto dalle scelte scellerate compiute a livello nazionale. In un contesto come questo siamo di fronte ad un buon DPEF regionale; esso infatti contiene condivisibili indirizzi: la promozione per la creazione di lavoro qualificato, per ridurre la precarietà incentivando l’occupazione intervenendo in particolare in favore delle nuove generazioni, contenendo anche la riconferma del piano di protezione sociale per chi si trova in difficoltà lavorative; ed inoltre contenendo buone proposte concrete per rilanciare il modello sociale toscano, come gli obbiettivi di equità per l’accesso alle prestazioni sociali, agevolare le famiglie più giovani e mono gentoriali, ecc. Impegni sempre più gravosi e risorse sempre più scarse impongono per tutto ciò uno sforzo senza precedenti, ma che è necessario compiere per far essere la Toscana all’altezza della sfida: cioè una vera e propria battaglia di civiltà.

La Capogruppo Monica Sgherri

Vedanta: è tempo di rinunciare definitivamente alla miniera di Niyamgiri

COMUNICATO STAMPA DI SURVIVAL INTERNATIONAL

27 luglio 2011


Vedanta: è tempo di rinunciare definitivamente alla miniera di Niyamgiri


Manifestanti di fronte alla sede del Consiglio
annuale (AGM) di Vedanta. © Survival Vedanta Resources, una delle 100 società più capitalizzate quotate allo Stock Exchange di Londra (FTSE-100), ha oggi dovuto far fronte al coro di proteste di Survival International e di altre associazioni, che hanno chiesto al gigante minerario di abbandonare definitivamente la ormai famosa miniera di Niyamgiri, nello stato indiano di Orissa.

A Vedanta è già stato negato il permesso di scavare sulle colline di Niyamgiri, dove abitano i Dongria Kondh, la tribù che ha lottato con forza contro l’apertura del sito minerario. Ora la vicenda è tornata nelle mani della Corte Suprema indiana. Durante il Consiglio annuale (AGM) della società, tenutosi oggi, numerosi manifestanti hanno chiesto a Vedanta – sia nel corso della riunione sia davanti alla sede del meeting – di rispettare le posizioni del governo e dei Dongria Kondh, e di abbandonare il progetto di Niyamgiri per sempre.

“Sono molto rammaricato che Vedanta abbia deciso di fare ricorso in tribunale contro i veti imposti sulla miniera dal Ministero dell’Ambiente indiano” ha dichiarato l’attore Michael Palin. “Vedanta deve abbandonare questo pessimo progetto una volta per tutte e rispettare i diritti dei Dongria Kondh.”


I sostenitori di Survival chiedono a Vedanta di
abbandonare definitivamente il progetto minerario
su Niyamgiri, in India. © Survival Preoccupati per i tristi primati della compagnia in materia di violazione dei diritti umani e rispetto dell’ambiente, in segno di protesta contro il progetto minerario di Niyamgiri molti azionisti hanno ceduto i loro pacchetti azionari per un totale di oltre 40 milioni di dollari. Prima del meeting odierno, il responsabile del patrimonio di Aviva Investors ha dichiarato che non approverà alcune decisioni-chiave del Consiglio annuale proprio a causa del preoccupante comportamento della compagnia.

“Quando gli azionisti disinvestono ed esprimono serie preoccupazioni rispetto al comportamento di una società, è il momento di riconsiderare la propria politica” ha dichiarato Stephen Corry, direttore generale di Survival International. “Vedanta dovrebbe rispettare i ripetuti “no” espressi dal governo dell’India e abbandonare la miniera di Niyamgiri: questa decisione potrebbe in qualche modo risollevare la sua terribile reputazione in tema di diritti umani”.

Sono disponibili immagini della manifestazione in alta risoluzione.




Per leggere la storia online: http://www.survival.it/notizie/7531

Sgherri replica ai gestori del servizio idrico e a Cispel sulla funzione del 7% del capitale investito, abrogato dal referendum.

CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA
GRUPPO CONSILIARE “FEDERAZIONE DELLA SINISTRA - VERDI

Sgherri replica ai gestori del servizio idrico e a Cispel sulla funzione del 7% del capitale investito, abrogato dal referendum. “ Si mescola il sacro col profano, il vero motivo di tali dichiarazioni è unicamente voler continuare ad avere profitti garantiti per legge, ignorando la volontà dei cittadini espressa col referendum. Così non va e non può andare”

Firenze, 27 luglio. Servizio idrico: quanto sostenuto – secondo quanto riportato dalla stampa - dai gestori toscani e, soprattutto, dal presidente di Cispel Toscana ieri in una conferenza stampa è del tutto infondato, in quanto il “famoso” 7% di remunerazione del capitale investito – , allora imposto per legge e oggi abrogato dal referendum del giugno scorso - era ed è aggiuntivo rispetto a tutti i costi relativi all’assunzione e ammortamento dei mutui per gli investimenti, agli interessi bancari da pagare ecc. Pagato tutto ciò il “di più” imposto per legge era il 7 % (pagato in bolletta, come tutto il resto, dai cittadini). Quindi non aveva nulla a che vedere con la possibilità di assumere mutui. Affermare, come riportato dalla stampa, che senza esso si bloccano gli investimenti significa mescolare il sacro col profano e vuole indurre a pensare che senza il 7 % si blocchino gli investimenti, quando invece non è così. Il 7 % di remunerazione del capitale – imposto per legge – appariva semplicemente un “sopruso” cancellato dalla volontà di oltre venticinque milioni di cittadini col voto referendario. Chi sostiene il contrario dica tranquillamente che – nonostante la chiara volontà espressa col referendum – si vuol continuare ad fare profitti garantiti sull’acqua! Semmai uno dei problemi principali, di cui non parlano i gestori, sta – per i nuovi mutui – nel programmare piani di ammortamento per periodi più lunghi rispetto a quelli della concessione del servizio. Il nostro impegno, in ogni sede, sarà quindi di porre la massima attenzione e il massimo sforzo affinché sia rispettato il voto referendario. Nel passato infatti, vi sono stati troppe scelte dei gestori che dimostravano nei fatti di tenere a tutelare più gli interessi delle SpA che quelli dei cittadini. Anche le affermazioni che abbiamo letto oggi sulla stampa ci sembrano andare ancora una volta in questa direzione, ma la novità ineludibile è il referendum e il suo risultato chiaro. Referendum che non si può ignorare e di cui le istituzioni ad ogni livello devono tener conto.

La Capogruppo Monica Sgherri

Zapatero e i suoi epigoni italiani

Zapatero e i suoi epigoni italiani
Il fallimento di un "modello" e dei suoi estimatori: Bertinotti, Ferrero, Vendola

di Claudio Mastrogiulio

Ricordiamo tutti, quando Josè Luis Zapatero fu eletto, gli elogi sperticati di gran parte dei leader dei partiti della sinistra italiana. Ogni occasione era buona pur di decantare le magnifiche sorti del governo riformista del socialista spagnolo, dimostrazione (a loro dire) della possibilità di governare "diversamente" il capitalismo. Ma poi, si sa, i fatti hanno la testa dura. L'eloquio stantio di un Bertinotti avviato alla presidenza della Camera prima, o l'ecumenica ed irritante retorica vendoliana dopo, non sono bastate a compensare il dichiarato segno classista delle politiche di Zapatero, oggi attaccate da un movimento di massa che ha riempito le piazze spagnole.

Le politiche di Zapatero: la realtà dietro la demagogia
Il “compagno” Zapatero, per citare un esempio lampante, ha approntato politiche migratorie che hanno trovato il plauso, in Italia, del partito xenofobo e razzista della Lega. Il governo spagnolo, in questi anni, non solo non ha accolto le centinaia di disperati che arrivavano sulle coste iberiche dopo viaggi in condizioni disumane, ma addirittura ha provveduto alla militarizzazione dei territori. Ai militari, posti a presidio delle coste, è stato impartito l'ordine di “proteggere” le zone, sparando a vista su chiunque tentasse di forzare lo sbarramento. E i militari, da collaudato strumento del potere borghese, hanno sparato ed hanno ucciso . Nella fattispecie, è successo nel 2005, a Ceuta e Melilla, nella enclave spagnola sulle coste del Marocco, dove i soldati della Guardia Civil sono giunti armati fino ai denti per impedire il passaggio di circa seicento persone (tra cui molti bambini). L'esercito ha utilizzato lacrimogeni, pallottole di gomme ed anche proiettili veri, che hanno colpito a morte. L'episodio rappresenta solo uno degli esempi che chiariscono il senso delle politiche criminali messe in atto dal governo a cui si sono ispirati per anni i vari Vendola, Ferrrero, Diliberto ecc.
Passando a un'analisi delle politiche economiche, Zapatero ha rappresentato, nel corso degli anni, un fedele esecutore dei desiderata delle più importanti istituzioni del capitalismo internazionale (Fmi, Fondo Monetario Internazionale, su tutte). Fulgidi esempi sono la recente riforma del mercato del lavoro, con l'introduzione del precariato, i pesanti tagli alla sanità ed alla pubblica istruzione, con il tentativo di disarticolare il sistema pensionistico pubblico. Sembra, insomma, di rileggere lo stesso curriculum del nefasto (per i lavoratori ed i giovani) governo Prodi; considerando che a farne parte integrante erano i medesimi cantori dello “zapaterismo”.

Il nuovo protagonismo delle masse
Ma la crisi del capitalismo, dicevamo, è un elemento che travolge, in un sol colpo, tutte le illusioni (più o meno prezzolate) nutrite nei confronti del centrosinistra spagnolo. Da fedele maggiordomo dei poteri forti internazionali, il buon (per i padroni) Zapatero si è affrettato a varare manovre economiche massacranti nei confronti dei lavoratori e dei giovani, a cui si aggiunge la disarticolazione di quel che resta dello stato sociale iberico. Paradigmatica è stata la riforma del mercato del lavoro, approvata sotto diretta dettatura del Fmi.
A questa crisi, le masse spagnole hanno risposto con grande radicalità, occupando, per intere settimane, le più importanti piazze delle città. Puerta del Sol, a Madrid, è stata un simbolo, l'effigie di una generazione (quella dei giovani indignados) che ha compreso la necessità di appropriarsi del proprio destino. I manifestanti spagnoli non hanno chiesto soltanto la fine della corruzione (come vogliono far credere i giornali borghesi italiani) o l'allentamento del potere oligarchico dei partiti dominanti; ciò che viene posto al centro della mobilitazione è oggettivamente l'incompatibilità degli interessi delle masse con quelli del capitalismo.
E' ormai patrimonio comune il ruolo antipopolare ricoperto dalle banche, veri e propri strozzini legalizzati, che detengono il potere effettivo in Spagna (ma, in generale, in tutti i Paesi a capitalismo avanzato); l'assoluto fallimento del governo Zapatero che, dietro un'apparenza di cambiamento, dopo essere stato esaltato da tutta la sinistra governista (come oggi succede qui da noi con i vari Vendola, Pisapia, De Magistris), ha peggiorato le condizioni di vita dei lavoratori e dei giovani spagnoli, garantendo sempre più ampi margini di profitto alle imprese, alle banche ed alle assicurazioni. La delega in bianco elargita fino ad ora ai partiti della borghesia, sembra essere un pallido ricordo del passato. L'unità col mondo dei lavoratori, dei disoccupati, dei migranti, lascia intravedere un'importante novità e maturità del movimento. Per tutta risposta il governo “progressista” ha utilizzato le solite armi di cui la “dittatura della borghesia” si serve, vale a dire la repressione e la mistificazione.

Il fallimento dell'illusione riformista
I vari Vendola, Ferrero, Pisapia ecc. rappresentano, in Italia, quello che, negli anni migliori, ha specificamente perseguito il governo iberico. Il totale disarmo politico delle masse lavoratrici e giovanili di fronte alla mattanza sociale richiesta dal parassitismo delle borghesie nazionali ed internazionali. In Italia, mentre disseminano illusioni che verranno puntualmente disattese (come già accaduto in passato) nella realtà di governo, i discepoli dello “zapaterismo” guardano con attenzione e preoccupazione agli accadimenti spagnoli, fingendo di non sapere che il medesimo protagonismo delle masse italiane potrà insediare le loro comode poltrone. Certo, anni di collaborazione di classe con potentati economici contro gli interessi dei lavoratori, degli immigrati e dei giovani, varranno a garantire qualche anno di comodità alle terga di questi grigi passacarte; ma le masse, con la loro radicalità e straordinaria imponenza, quando irromperanno sullo scenario politico, ne causeranno la deflagrazione e svuoteranno, almeno per un po', la pattumiera della storia.

Partito di Alternativa Comunista
Lega Internazionale dei Lavoratori - Lit

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