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venerdì 31 gennaio 2014
Firenze, 3 Febbraio: presidio per la sicurezza ferroviaria
"PRESIDIAMO LA SICUREZZA FERROVIARIA"
Fabrizio Fabbri 34 anni, manovratore di Trenitalia, muore la sera del 12 Gennaio travolto dal treno che stava trasferendo da solo, nella stazione di Firenze SMN. Fabrizio è morto perché ha tentato in ogni modo di fermare il treno, avviatosi senza controllo ed impedirgli di nuocere ad altre persone.
Pochi giorni dopo l'infortunio mortale di Fabrizio, accade l'incidente ad Andora nel quale sono rimasti feriti i due macchinisti e si è sfiorata la strage perché il treno, sviato dai binari, ha rischiato di precipitare nel vuoto, salvato solo da un costone di roccia.
Nello stesso giorno del 16 gennaio un operaio di RFI di 40 anni rimane gravemente ferito a Mignanego, nei pressi di Genova, per essere rimasto schiacciato fra un locomotore e la parete della galleria.
In Toscana nel solo mese di gennaio 4 persone sono state investite dai treni; un tragico bilancio che conta tre morti tra cui un pendolare investito a Vicchio del Mugello, dove manca anche il sottopasso ed una ragazzina studentessa di 15 anni, investita a Cascina e decapitata dal treno in transito.
Intanto le risorse vengono dirottate sul servizio Alta Velocità; così le stazioni vengono abbandonate senza personale, senza controlli per la tutela e la protezione di lavoratori ed utenti, senza sorveglianza di ragazzi e studenti che le frequentano.
Manifestiamo e recuperiamo insieme la cultura ed il vero concetto di Sicurezza, per una società che non si debba definire barbara!!
LUNEDI' 3 FEBBRAIO
ORE 11,00-15,00
STAZIONE di FIRENZE SMN
Lato PIAZZA ADUA
PRESIDIO
"PER LA SICUREZZA IN FERROVIA"
Ferrovieri per la sicurezza Assemblea 29 giugno Associazione “Il mondo che vorrei”
Comitato No Tunnel Tav Firenze
Fabrizio Fabbri 34 anni, manovratore di Trenitalia, muore la sera del 12 Gennaio travolto dal treno che stava trasferendo da solo, nella stazione di Firenze SMN. Fabrizio è morto perché ha tentato in ogni modo di fermare il treno, avviatosi senza controllo ed impedirgli di nuocere ad altre persone.
Pochi giorni dopo l'infortunio mortale di Fabrizio, accade l'incidente ad Andora nel quale sono rimasti feriti i due macchinisti e si è sfiorata la strage perché il treno, sviato dai binari, ha rischiato di precipitare nel vuoto, salvato solo da un costone di roccia.
Nello stesso giorno del 16 gennaio un operaio di RFI di 40 anni rimane gravemente ferito a Mignanego, nei pressi di Genova, per essere rimasto schiacciato fra un locomotore e la parete della galleria.
In Toscana nel solo mese di gennaio 4 persone sono state investite dai treni; un tragico bilancio che conta tre morti tra cui un pendolare investito a Vicchio del Mugello, dove manca anche il sottopasso ed una ragazzina studentessa di 15 anni, investita a Cascina e decapitata dal treno in transito.
Intanto le risorse vengono dirottate sul servizio Alta Velocità; così le stazioni vengono abbandonate senza personale, senza controlli per la tutela e la protezione di lavoratori ed utenti, senza sorveglianza di ragazzi e studenti che le frequentano.
Manifestiamo e recuperiamo insieme la cultura ed il vero concetto di Sicurezza, per una società che non si debba definire barbara!!
LUNEDI' 3 FEBBRAIO
ORE 11,00-15,00
STAZIONE di FIRENZE SMN
Lato PIAZZA ADUA
PRESIDIO
"PER LA SICUREZZA IN FERROVIA"
Ferrovieri per la sicurezza Assemblea 29 giugno Associazione “Il mondo che vorrei”
News PRC
Decreto Imu, Ferrero: Nella bagarre scompare il vero scandalo: i 7,5 miliardi regalati alle banchedi Paolo Ferrero – Trasformare il confronto politico in rissa con relativi insulti e spintoni produce un effetto solo: alla fine tutti hanno ragione e tutti hanno torto, scompare il merito delle questioni e la gente non capisce più nulla, salvo che è tutto uno schifo. Il vero scandalo avvenuto ieri – e che sta |
Electrolux, presidio PRC al consolato svedese a Venezia: no ai ricatti!di Prc Veneto – Rifondazione Comunista del Veneto ha organizzato un presidio informativo e di protesta presso la sede del Consolato Onorario di Svezia a Venezia. L’iniziativa è nata per denunciare gli effetti devastanti che la condotta predatoria di due importanti multinazionali svedesi operanti sul territorio della Regione Veneto – Electrolux e Assa Aboly – |
F-35: il ritardo è servitodi Francesco Vignarca – www.altreconomia.it – Continuereste a dire di sì ad un progetto problematico, sia dal punto di vista tecnico che dei costi, senza metterlo davvero e sensatamente in discussione? Probabilmente no: sta nell’esperienza di tutti. Eppure è quello che succede all’Italia, e non solo, con il programma Joint Strike Fighter dei cacciabombardieri F-35. |
Electrolux non deve passare!di Roberta Fantozzi – La multinazionale svedese Electrolux con il ricatto della delocalizzazioni degli stabilimenti italiani in Ungheria e Polonia, chiede che le lavoratrici e i lavoratori accettino il taglio dei salari fino al 40%, tra diminuzione della paga oraria, taglio dei premi aziendali, blocco dei pagamenti delle festività e degli scatti di anzianità, riduzione |
Appello associazioni e movimenti: Giorni cruciali, fare tutti ogni sforzo possibileSiamo attivisti di alcune fra le tante associazioni, organizzazioni, gruppi, reti, movimenti di base che nel nostro paese da sempre lottano nei territori e nella società per la difesa e la riappropriazione dei diritti, dei beni comuni e della democrazia. Ciascuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie pratiche e il proprio campo di azione, sperimentiamo ogni giorno |
Si chiude la storia Fiat: è nata la Fcadi Antonio Sciotto – il manifesto Addio al Lingotto, si «emigra» in Olanda, Gran Bretagna e Usa. Fiom e Cgil preoccupate: «Ora investire in Italia». Marchionne realizza il sogno di essere tra i big globali: con Chysler il gruppo è settimo nel mondo Ieri è stato un giorno storico: non solo dal punto di vista industriale |
Poveri, disoccupati, pensionati vivono in un paese classista e senza giustiziadi Roberto Ciccarelli – il manifesto Il rapporto annuale del Consiglio d’Europa di Strasburgo denuncia sette violazioni della Carta sociale dei diritti in Italia Le pensioni minime di 506 euro al mese (6.247 euro all’anno) sono inadeguate per garantire la sopravvivenza in Italia. Lo sostiene il Comitato europeo dei diritti sociali che ha diffuso ieri il rapporto annuale |
Ritocchino a due piazzedi Andrea Fabozzi – il manifesto Tre sole modifiche, la legge elettorale rimane sostanzialmente quella sottoscritta da Renzi e Berlusconi nello storico incontro in casa Pd. La prima modifica è quella sulla quale il Cavaliere ha resistito di più, dando il via libera finale solo ieri, a ridosso del pranzo. Sale di due punti percentuali la soglia da raggiungere |
Gustavo Zagrebelsky aderisce alla “lista Tsipras”di Gustavo Zagrebelsky – liberazione.it – L’Europa ha smarrito gli ideali originali, tradendo la volontà degli stessi Padri costituenti. Prima che muoia del tutto, è necessaria una “scossa”. Per questo aderisco all’appello per la costruzione di una lista autonoma e della società civile che sostenga Alexis Tsipras alla Presidenza della Commissione di Bruxelles. Dietro tale |
Fiat, Locatelli (Prc): Via da Torino con il vergognoso beneplacito di Fassino-Chiamparino & C.“A Torino siamo in presenza più che ad una classe politica e di governo a degli struzzi che non sanno o fanno finta di non vedere la realtà. Non si può derubricare lo spostamento all’estero della sede legale (e fiscale) Fiat, dopo la fusione intervenuta con Crysler, a mero “vulnus simbolico” tale da non incidere |
Presentazione del libro "Utopie Letali"
Il mondo del lavoro e la sinistra, tra “post” e “neo”, dopo il ‘900.
Presentazione del libro "Utopie Letali" con
* l'autore, Carlo Formenti,
* Marco Betti, sociologo dell’economia e dottore Unifi,
* Massimo Torelli, Alleanza per il Lavoro, i Beni Comuni e l'Ambiente.
Introduce e coordina Dmitrij Palagi de Il Becco
Firenze, Casa del Popolo Il Progresso (via Vittorio Emanuele II 135).
Sabato 15 febbraio, ore 16.30
Presentazione del libro "Utopie Letali" con
* l'autore, Carlo Formenti,
* Marco Betti, sociologo dell’economia e dottore Unifi,
* Massimo Torelli, Alleanza per il Lavoro, i Beni Comuni e l'Ambiente.
Introduce e coordina Dmitrij Palagi de Il Becco
Firenze, Casa del Popolo Il Progresso (via Vittorio Emanuele II 135).
Sabato 15 febbraio, ore 16.30
www.ilbecco.it, FB: Il Becco, TW: @IlBecco
giovedì 30 gennaio 2014
L'orrenda operazione della Seves
Rifondazione Comunista - Circolo Le Panche
E così va via un altro pezzo di realtà produttiva della nostra città. Le lettere di licenziamento per 100 dipendenti e la chiusura dello stabilimento della Seves rappresentano solo l'ultimo atto di uno smantellamento dell'apparato industriale cittadino.
Una decisione dissennata, su cui sono state tralasciate le questioni più urgenti relative allo stato di crisi dell'area – che rende assai problematica una ricollocazione – e sulla quale non si è svolta alcuna riflessione partecipata sui disastri portati dalla desertificazione industriale, dalla compressione degli spazi di democrazia e partecipazione che una fabbrica incarna in maniera quasi naturale, se qualcosa di buono il novecento riesce ancora a trainare in questo secolo segnato da un ripiegamento istituzionale e sociale.
I territori diventano dormitori e la produzione va via. L'emblema della delocalizzazione si sussume nel licenziamento degli operai della Seves, a cui non è stato risparmiato nulla: neppure un gioco di vendite, rivendite e rilanci in una partita che - ancora sulle loro spalle - si è intrecciato con torbide questioni politiche come quella sulla destinazione degli spazi lasciati liberi dallo stabilimento fiorentino, ed economiche.
Sulla strada, perciò, rimarranno solo le speranze disilluse dei lavoratori di veder realizzato un piano industriale - dato per possibile in diverse fasi della crisi ma mai concretizzato - sulla scia di una precedente gestione fallimentare aggravata dalla scelta della nuova proprietà di abbandonare l'impianto produttivo.
E per strada rimarranno anche le spoglie di un patrimonio civile, di tessuto produttivo, di solidarietà operaia e sindacale, che lo svuotamento industriale rende pericolosamente attuale, investendo la capacità di sostentamento dei lavoratori e la loro stessa dignità, minacciata dall'indigenza e dal precariato ormai imperante, con contorni ideologici sempre più chiari.
Rifondazione Comunista ha, da sempre, denunciato la mancanza di una politica industriale per la città di Firenze, ampliando la problematica a un a mancanza di programmazione economica, finanziaria e di ricerca, che lascia ai territori produzioni costose e sorpassate spesso in competizione con i paesi emergenti, in questo ripetendo in piccolo le enfasi razziste dei discorsi sulla globalizzazione di una buona parte della politica nazionale.
La riduzione dei diritti sociali e dei salari pare, sovente, essere l'unica mediocre via d'uscita all'incombente crisi, tali ipotesi sono emendate anche dagli “uomini della speranza” se vengono confermate dalle dichiarazioni di Davide Serra - uno dei consiglieri economici più ascoltati del sindaco e segretario nazionale del PD – relativamente alla questione Electrolux.
La nostra Federazione è stata e sarà sempre al fianco dei lavoratori della Seves, perché i loro diritti non finiscano divorati nell'inconsistenza dei piani comunali per il quartiere, i quali – accogliendo tutto e il contrario di tutto – mostrano una reale incoscienza per le sorti del territorio e della città e confermano una mancanza di visione d'insieme sul ruolo dell'industria, della cultura e dei servizi, su cui abbiamo continue rivelazioni.
Trasformare librerie in ristoranti e negozi à la page, chiudere il rubinetto ad esperienze culturali come il “Maggio”, disinvestire l'impegno comunale dal trasporto pubblico locale sono scelte restituiscono l'immagine di una città del terziario, snaturata nella sua storia operaia e produttiva e impegnata, nella sua amministrazione, a sviare in maniera circoscritta e puntiforme crisi che invece sono sistemiche.
Avremmo preferito avere dalla parte nostra quei poteri locali che con la loro passività hanno segnato il passo di un'ulteriore perdita di terreno dei settori produttivi. Quei poteri che, non infrequentemente, enfatizzano il loro ruolo di difensori della città contando sul solo aspetto di un'appartenenza territoriale.
Il PRC è interamente a disposizione dei lavoratori della Seves, con le sue strutture e la sua solidarietà, perché si resista all'ennesima serrata ai danni della classe operaia.
Se cinque anni vi sembrano troppi: la sperimentazione del liceo breve
Se cinque anni vi sembrano troppi: la sperimentazione del liceo breve
di Marina Boscaino
da Micromega
29 gennaio 2013
Lo stato della ricerca e della sperimentazione nel nostro Paese è talmente avanzato che le ipotesi di fattibilità non hanno nemmeno bisogno di tempi congrui e dei tradizionali protocolli di indagine scientifica: lepistemologia del Pensiero Unico le considera positive e produttive anche prima della verifica empirica e dello studio dei relativi dati.La cialtroneria neoliberista di bassa lega che, per derubricare definitivamente spesa per istruzione ed emancipazione mediante il pensiero critico, venderebbe a poco prezzo anche la propria madre,avendo poi cura di evitare la rendicontazione degli autentici risultati e delle conseguenze effettive delle affermazioni di inizio percorso ha aggiunto qualche giorno fa un nuovo paradosso alla serie infinita cui ci ha abituati in questi anni dolenti. La Maria Montessori del Gruppo Per lItalia, membro della commissione Cultura alla Camera, la deputata Milena Santerini (il cui curriculum specialistico Laurea in lettere e filosofia, Corso di perfezionamento in Storia medievale e moderna, Dottorato di ricerca in pedagogia; Professore ordinario di discipline pedagogiche avrebbe fatto auspicare ben altri esisti) ha organizzato un seminario alla Camera Diplomarsi a 18 anni con successo, cui ha partecipato anche il ministro Carrozza, con lo scopo di spiegare ai colleghi come e perché sia cosa buona e giusta la sperimentazione del liceo breve. Vale a dire: dalle politiche economiche a quelle sullistruzione, ciò che conta sono le ipotesi predigerite dallesecutivo, alle quali allinearsi senza riflessione autonoma e senza spazio di dibattito democratico. Lipotesi di commissariamento dei parlamentari si consolida giorno dopo giorno, materia dopo materiaDopo liniziale cooptazione esclusivamente di scuole paritarie (una delle prime ma non lunica, delle anomalie che ha fatto registrare questa strana vicenda), il Miur come è noto ha deciso di estendere il reclutamento di istituti che sperimentano il liceo breve anche ad alcune statali: inseriti nel decreto sulla sperimentazione, a decorrere dallanno scolastico 2014-2015, lIIS Carlo Anti di Verona, lITI Ettore Majorana di Brindisi e lITC Enrico Tosi di Busto Arsizio scuole pubbliche con un sofisticato pedigree di rapporti privilegiati con Viale Trastevere, diventate istituti internazionali in grado di attivare in rete un progetto di innovazione metodologico-didattica che prevede labbreviazione del percorso di studi da cinque a quattro annualità, come recita il decreto stesso.Lon. Santerini ha palesemente anteposto valutazioni di carattere strettamente politico a considerazioni scientifiche, affermando: «Le grandi riforme di sistema sono complicate, ma dobbiamo trovare dei modi per produrre cambiamento e innovazione». La riflessione si articola attorno ad alcuni nodi centrali: «Avvicinare scuola superiore e mondo del lavoro, qualificare la scuola, contrastare la dispersione scolastica». Rimane misterioso il rapporto tra lotta alla dispersione, valorizzazione della scuola e taglio di un anno di frequenza. Non altrettanto il risparmio che le casse statali ricaverebbero dalloperazione.
«Non è qualcosa di negativo perché effettivamente siamo uno dei Paesi in cui i giovani entrano più tardi sul mercato del lavoro, lesigenza è giusta. Agire sui primi anni, anticipando la scuola, non è corretto per ragioni pedagogiche; infatti le scuole dei paesi migliori cominciano a 7 anni». Tutto da verificare. In ogni caso, il rigurgito pedagogico di Santerini è prontamente represso: «Non bisogna guardare a quellanno in meno come un taglio, come un meno, né si possono fare riforme della scuola partendo dal principio del risparmio e della riduzione di un anno. Il tema è come qualificare i quattro anni di scuola superiore, come migliorare gli apprendimenti dei nostri giovani». E a cosa bisogna guardare, allora? Non al principio di equità questo sconosciuto cui ormai la politica nostrana, di qualsiasi matrice essa sia, non ha interesse; tanto e vero che la sperimentazione è riservata a istituti di prestigio, di selezione sociale, di visibilità mediatica, di risorse incamerate con anni di tête à tête con il Miur.
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5 Febbraio, udienza di appello per reintegro di Sandro Giuliani
MERCOLEDI’ 5 FEBBRAIO ore 9,30
PRESSO
LA CORTE D’APPELLO DI ROMA
via Varisco, ingresso piazzale Clodio
Si svolgerà l’udienza di appello per revocare l’assurdo licenziamento, disposto il 21 gennaio 2011, del nostro collega Sandro Giuliani,
dopo che in primo grado il giudice ha negato il reintegro.
Partecipiamo numerosi
per testimoniare la nostra solidarietà!
Per informazioni Giuseppe Carroccia 335 7400 252
COMITATO PER IL REINTEGRO DI SANDRO GIULIANI
PRESSO
LA CORTE D’APPELLO DI ROMA
via Varisco, ingresso piazzale Clodio
Si svolgerà l’udienza di appello per revocare l’assurdo licenziamento, disposto il 21 gennaio 2011, del nostro collega Sandro Giuliani,
dopo che in primo grado il giudice ha negato il reintegro.
Partecipiamo numerosi
per testimoniare la nostra solidarietà!
Per informazioni Giuseppe Carroccia 335 7400 252
COMITATO PER IL REINTEGRO DI SANDRO GIULIANI
News PRC
Fiat, Locatelli (Prc): Via da Torino con il vergognoso beneplacito di Fassino-Chiamparino & C.“A Torino siamo in presenza più che ad una classe politica e di governo a degli struzzi che non sanno o fanno finta di non vedere la realtà. Non si può derubricare lo spostamento all’estero della sede legale (e fiscale) Fiat, dopo la fusione intervenuta con Crysler, a mero “vulnus simbolico” tale da non incidere |
Tsipras, nella crisi l’occasione di una svoltadi Loris Caruso – il manifesto – Quello che sta succedendo attorno all’idea di costruire una lista Tsipras per le elezioni europee è importante e per certi versi inedito. Per la prima volta da molti anni c’è in Italia un progetto che potrebbe aggregare soggetti e organizzazioni spesso conflittuali tra loro, trascendendo la tradizionale area di riferimento della |
Electrolux, gli operai: “L’inferno? Per noi è proprio questo”di Sebastiano Canetta, Ernesto Milanesi – il manifesto Gelati dall’Ungheria dov’è destinata ad emigrare la produzione, «ridotti a schiavitù» dalla scure salariale (800 euro) e snobbati dal governo, a cominciare dal ministro Flavio Zanonato. Le tute blu dell’Electrolux all’alba sono in assemblea. Dalle 7 presidiano i cancelli della loro fabbrica, invadono la statale Pontebbana in corteo fino a Conegliano, vengono ricevuti dal |
I giorni cantati di Pete Seegerdi Alessandro Portelli – il manifesto – Dicono che l’umanità non sopravviverà a lungo, ma io vorrei sapere che cos’è che li fa essere così sicuri. L’ora più buia è sempre quella prima dell’alba, si sta facendo mattino, e io so che possiamo ancora avere singing tomorrows», domani fatti di musica, «giorni cantati». Così cantava |
Poste Italiane, Prc: no al progetto di privatizzazionedi Ufficio Credito ed Assicurazioni del Partito della Rifondazione Comunista – Esprimiamo radicale contrarietà al progetto di privatizzazione di Poste Italiane. L’operazione annunciata in questi giorni prevede, nell’immediato, la messa sul mercato del 40% del capitale (quota di per sé già molto elevata) ma, stando alle spudorate dichiarazioni di importanti esponenti del Governo e dei |
Electrolux, Prc: inaccettabile la proposta dell’azienda, apre la strada al taglio dei salari italianidi Paolo Ferrero – La richiesta dell’Electrolux di dimezzare gli stipendi è inaccettabile: mentre i padroni aumentano i profitti vogliono tagliare gli stipendi, mettendo i lavoratori gli uni contro gli altri. Inoltre il taglio degli stipendi, oltre ad essere ingiusto, determinerebbe un ulteriore aggravamento della crisi economica che in Italia è frutto per intero del |
Disoccupazione e orario di lavoro: Italia recorddi Stefano Perri – il manifesto Se un italiano lavorasse le stesse ore annue di un europeo, l’occupazione dovrebbe crescere del 12,54%. Se lavorasse come un francese avremmo un più 18,34%, come un tedesco il 29,95% in più. Si tratta solo di un esercizio meccanico ma dice che è possibile lavorare meno e lavorare tutti Che |
Electrolux, proposta indecente: Dimezzare i salariAntonio Sciotto – il manifesto Un piano choc, di quelli che si possono sentire solo dentro una crisi. Che i sindacati hanno respinto con decisione: ma ci chiediamo se gli operai, spinti dal terrore di perdere il posto, non siano invece assaliti dal dubbio. E comunque, sarebbe sempre per disperazione. L’Electrolux ha praticamente subordinato la sua presenza |
Un colpo di stato consentito dall’inerziadi Gianni Ferrara – il manifesto Poche ore dopo la pubblicazione della sentenza 1/2014 della Corte costituzionale, la ragione per la quale era stata dichiarata l’illegittimità costituzionale del Porcellum era scomparsa dai media di questo paese. La propaganda dei distruttori della democrazia mediante lo svuotamento dei suoi fondamenti e dei suoi strumenti la aveva già occultata dietro il |
Le ambiguità di Vendola e la linea politica di Rifondazionedi Nando Mainardi – liberazione.it – L’esito del congresso di Sinistra Ecologia e Libertà, a partire dalla collocazione per le imminenti elezioni europee, è stato contraddittorio. Non era un esito scontato, poiché l’intenzione di Nichi Vendola, fin dalla relazione introduttiva, era in tutta evidenza di confermare l’internità senza e senza ma del proprio partito nel |
PRESIDIO “PER LA SICUREZZA IN FERROVIA“
LUNEDÌ 3 FEBBRAIO, ORE 11,00-15,00
STAZIONE di FIRENZE SMN
LATO PIAZZA ADUA
PRESIDIO “PER LA SICUREZZA IN FERROVIA“
Ferrovieri per la sicurezza
Assemblea 29 giugno
Comitato No Tunnel TAV Firenze
Legge elettorale Appello dei costituzionalisti
Legge elettorale Appello dei costituzionalisti
La proposta di riforma elettorale depositatat alla Camera a seguito dell’accordo tra il segretario del partito democratico Matteo Renzi e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi cosiste sostanzialmente, con pochi correttivi, in una riformulazione della vecchia legge elettorale – il cosiddetto “Porcellum”- e presenta,perciò,vizi analoghi a quelli che di questa hanno motivato la dichiarazione di incostituzionalità ad opera della recente sentenza della Corte Costituzionale n.1 del 2014.
Notizie Resistenti
Il Centro di cultura e documentazione Popolare, Via Reggio 14 - 10153 Torino,
ti invita alla lettura delle notizie pubblicate sul sito www.resistenze.org nell'ultima settimana:
Movimento Comunista Internazionale
- Intervista a Carmelo Suárez (SG del PCPE) per il 30° anniversario dalla nascita del partito
Storia
- 70 anni fa la fine dell'Assedio di Leningrado
Dibattito teorico
- Euro: dodici anni al servizio del capitale monopolista
- Perché Tsipras non è la soluzione
Lotta per la pace
- FSM denuncia l'intensificazione delle operazioni militari nella Repubblica Centrafricana
Mondo - politica e società
- Cent'anni della ricetta Ford contro il movimento operaio
Colombia
- FARC denunciano lo sterminio di attivisti del movimento Marcia Patriottica
Messico
- Gruppi di autodifesa: Tra contro-insurrezione e difesa popolare
Palestina
- Nuovi Accordi di Oslo per la Palestina?
Saharawi
- La disputa sul Sahara Occidentale oscura il sogno solare del Marocco
Turchia
- PC di Turchia (TKP) sulla recente crisi
Ucraina
- Petro Symonenko: Come salvare l'Ucraina dalla guerra civile
- Sugli eventi in Ucraina
Venezuela
- Il 2014 per nuovi rapporti di forza
Italia - politica e società
- Continua la Resistenza contro il MUOS
- Stanno aprendo quella porta...
Lavoro
- Lettera al Prefetto di Bologna sulla repressione dei lavoratori della Granarolo
- Electrolux: tra banditismo padronale e complicità politiche e sindacali
Biblioteca digitale Mels
- Stalin: Opere complete Vol. 8
www.resistenze.org
Sostieni il nostro lavoro di informazione: iscriviti o fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.
Per comunicazioni, commenti, collaborazione e contatti scrivere a posta@resistenze.org
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Movimento Comunista Internazionale
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Storia
- 70 anni fa la fine dell'Assedio di Leningrado
Dibattito teorico
- Euro: dodici anni al servizio del capitale monopolista
- Perché Tsipras non è la soluzione
Lotta per la pace
- FSM denuncia l'intensificazione delle operazioni militari nella Repubblica Centrafricana
Mondo - politica e società
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Lavoro
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Dal Blog di Beppe Grillo sul caso Electrolux
Dal Blog di Beppe Grillo sul caso Electrolux:
“.. E' subito partita la canea dei sindacati, dei “ricatti occupazionali”, del “comportamento inaccettabile”, ma anche della “dittatura dei mercati”. Un pianto unico, lacrime di coccodrillo.. La Electrolux leva le tende, taglia i salari, e nessuno si chiede perchè. Perchè un'azienda straniera dovrebbe venire o restare in Italia? Per pagare più tasse a uno stato che dilapida buona parte dei suoi incassi di 800 miliardi l'anno? Se altrove il costo del lavoro è più basso, l'azienda andrà in Polonia, in Irlanda, in Romania, in Spagna e persino in Germania. Quasi ovunque in Europa il costo del lavoro e le tasse sono minori.. Sarebbe bene che lo Stato non spolpasse le aziende e i lavoratori..”
Riduciamo le tasse ai capitalisti, leviamo loro l'Irap ( che finanzia la sanità), altrimenti fanno bene a licenziare gli operai e ad andare all'estero. La collocazione di Grillo sul caso Electrolux è esemplare. Non è un caso se Grillo e Casaleggio hanno fatto pellegrinaggi nel Nord Est per promettere alle unioni confindustriali l'abbattimento delle tasse. L'attacco alla “canea sindacale” è il risvolto della solidarietà ai padroni contro gli operai.
La natura reazionaria e anti operaia del grillismo emerge una volta di più alla luce del sole.
“.. E' subito partita la canea dei sindacati, dei “ricatti occupazionali”, del “comportamento inaccettabile”, ma anche della “dittatura dei mercati”. Un pianto unico, lacrime di coccodrillo.. La Electrolux leva le tende, taglia i salari, e nessuno si chiede perchè. Perchè un'azienda straniera dovrebbe venire o restare in Italia? Per pagare più tasse a uno stato che dilapida buona parte dei suoi incassi di 800 miliardi l'anno? Se altrove il costo del lavoro è più basso, l'azienda andrà in Polonia, in Irlanda, in Romania, in Spagna e persino in Germania. Quasi ovunque in Europa il costo del lavoro e le tasse sono minori.. Sarebbe bene che lo Stato non spolpasse le aziende e i lavoratori..”
Riduciamo le tasse ai capitalisti, leviamo loro l'Irap ( che finanzia la sanità), altrimenti fanno bene a licenziare gli operai e ad andare all'estero. La collocazione di Grillo sul caso Electrolux è esemplare. Non è un caso se Grillo e Casaleggio hanno fatto pellegrinaggi nel Nord Est per promettere alle unioni confindustriali l'abbattimento delle tasse. L'attacco alla “canea sindacale” è il risvolto della solidarietà ai padroni contro gli operai.
La natura reazionaria e anti operaia del grillismo emerge una volta di più alla luce del sole.
ANCHE MUSSOLINI NEL 1924 VOLEVA LA GOVERNABILITA’
ANCHE MUSSOLINI NEL 1924 VOLEVA LA GOVERNABILITA’
27 Gennaio 2014
L’ombra di Giacomo Acerbo sul patto elettorale Renzi-Berlusconi.
Esagerò con il premio di maggioranza ma non impose soglie di sbarramento e ammise il voto di preferenza. Il “bimbo” di Firenze non è Acerbo ma produce con un pregiudicato un super-porcellum che azzera le rappresentanze minoritarie.
di Lucio Manisco
Correva l’anno 1924 e il cav. Benito Mussolini era ossessionato come molti al giorno d’oggi dal problema della governabilità. Affidò pertanto all’On. Giacomo Acerbo il compito di modificare la legge elettorale del 1919 basata sul proporzionale: a differenza del “bimbo” di Firenze l’Acerbo nominò una commissione di 18 insigni personaggi in gran parte liberali, socialisti e democratici (Vittorio Emanuele Orlando, Ivanoe Bonomi, Filippo Turati, Alcide De Gasperi ed altri dello stesso calibro) che sfornò una nuova legge elettorale che prevedeva un premio di maggioranza entro un collegio nazionale suddiviso in sedici circoscrizioni: in ogni circoscrizione le liste potevano presentare da tre a più candidati per un totale nazionale di 356 seggi sui 535 in lizza; il cosiddetto diritto di tribuna veniva garantito dall’assegnazione, quale che che fosse l’esito elettorale, dei rimanenti 179 seggi ai partiti minori. Infine oltre al voto di lista era ammesso il voto di preferenza. L’aberrazione fascistica e antidemocratica era evidenziata dal premio di maggioranza che assegnava due terzi dei seggi, e cioè i 356 di cui sopra, al partito che avesse ottenuto il 25% dei voti.
Il Cavalier B. Mussolini ovviamente stravinse con un listone nazionale che con le liste civetta ottenne poco meno di 5 milioni di suffragi su 7 milioni di votanti. Al Partito Comunista d’Italia andarono 268.000 voti (19 seggi), ai due partiti socialisti 46 seggi, al Partito Popolare 39, ai liberali 15, ai repubblicani 7. Secondo il patto elettorale Renzi-Berlusconi nessuno di questi partiti di allora avrebbe ottenuto un solo seggio alla Camera e al Senato.
Si tratta di assonanze e non di analogie vere e proprie, ma vanno menzionate almeno come singolari curiosità storiche: il duce licenziò su due piedi tre fascisti dissidenti, Renzi ha provocato le dimissioni di Fassina e Cuperlo. Quattro mesi dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti Mussolini minacciò di portare i suoi manipoli nell’aula “sorda e grigia” di Montecitorio: Matteo Renzi non ha assassinato nessuno e non dispone di manipoli ma con l’imposizione del prendere o lasciare, così com’è, il patto con il Cav. Berlusconi fa il bullo nella direzione del suo partito e poi con i parlamentari del PD. Naturalmente non accenna ad altri imbarazzanti contenuti della chiacchierata con Letta zio e con il Cavaliere di Arcore, contenuti peraltro sicuramente registrati dai centri d’ascolto sallustiani della N.S.A americana a Roma. E con l’esclusione dal parlamento dei piccoli partiti di opposizione che anche messi insieme non raggiungeranno mai le soglie di sbarramento, a tutti gli effetti pratici va al di là di quanto osato dall’altro cavaliere di ottanta anni fa. E per carità di patria fermiamoci qui.
Esagerò con il premio di maggioranza ma non impose soglie di sbarramento e ammise il voto di preferenza. Il “bimbo” di Firenze non è Acerbo ma produce con un pregiudicato un super-porcellum che azzera le rappresentanze minoritarie.
di Lucio Manisco
Correva l’anno 1924 e il cav. Benito Mussolini era ossessionato come molti al giorno d’oggi dal problema della governabilità. Affidò pertanto all’On. Giacomo Acerbo il compito di modificare la legge elettorale del 1919 basata sul proporzionale: a differenza del “bimbo” di Firenze l’Acerbo nominò una commissione di 18 insigni personaggi in gran parte liberali, socialisti e democratici (Vittorio Emanuele Orlando, Ivanoe Bonomi, Filippo Turati, Alcide De Gasperi ed altri dello stesso calibro) che sfornò una nuova legge elettorale che prevedeva un premio di maggioranza entro un collegio nazionale suddiviso in sedici circoscrizioni: in ogni circoscrizione le liste potevano presentare da tre a più candidati per un totale nazionale di 356 seggi sui 535 in lizza; il cosiddetto diritto di tribuna veniva garantito dall’assegnazione, quale che che fosse l’esito elettorale, dei rimanenti 179 seggi ai partiti minori. Infine oltre al voto di lista era ammesso il voto di preferenza. L’aberrazione fascistica e antidemocratica era evidenziata dal premio di maggioranza che assegnava due terzi dei seggi, e cioè i 356 di cui sopra, al partito che avesse ottenuto il 25% dei voti.
Il Cavalier B. Mussolini ovviamente stravinse con un listone nazionale che con le liste civetta ottenne poco meno di 5 milioni di suffragi su 7 milioni di votanti. Al Partito Comunista d’Italia andarono 268.000 voti (19 seggi), ai due partiti socialisti 46 seggi, al Partito Popolare 39, ai liberali 15, ai repubblicani 7. Secondo il patto elettorale Renzi-Berlusconi nessuno di questi partiti di allora avrebbe ottenuto un solo seggio alla Camera e al Senato.
Si tratta di assonanze e non di analogie vere e proprie, ma vanno menzionate almeno come singolari curiosità storiche: il duce licenziò su due piedi tre fascisti dissidenti, Renzi ha provocato le dimissioni di Fassina e Cuperlo. Quattro mesi dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti Mussolini minacciò di portare i suoi manipoli nell’aula “sorda e grigia” di Montecitorio: Matteo Renzi non ha assassinato nessuno e non dispone di manipoli ma con l’imposizione del prendere o lasciare, così com’è, il patto con il Cav. Berlusconi fa il bullo nella direzione del suo partito e poi con i parlamentari del PD. Naturalmente non accenna ad altri imbarazzanti contenuti della chiacchierata con Letta zio e con il Cavaliere di Arcore, contenuti peraltro sicuramente registrati dai centri d’ascolto sallustiani della N.S.A americana a Roma. E con l’esclusione dal parlamento dei piccoli partiti di opposizione che anche messi insieme non raggiungeranno mai le soglie di sbarramento, a tutti gli effetti pratici va al di là di quanto osato dall’altro cavaliere di ottanta anni fa. E per carità di patria fermiamoci qui.
LUCIO MANISCO
PCL: occupare l'elettrolux!
Il regalo ai padroni di CGIL CISL UIL in fatto di deroga ai contratti nazionali di lavoro ( 28 Giugno 2011) stanno producendo i primi effetti. I padroni della multinazionale svedese Electrolux pretendono l'abbattimento verticale dei salari e delle condizioni del lavoro nei suoi quattro stabilimenti come “condizione” per rimanere in Italia. La Confindustria di Pordenone coglie la palla al balzo per proporre una generalizzazione di questa ipotesi di accordo, con contratti d'impresa che abbattano del 20% il costo del lavoro. Si sta aprendo il varco per un possibile salto drammatico dell'offensiva padronale contro il proletariato italiano. Se i padroni passano all' Electrolux, rischia di determinarsi un effetto domino su scala nazionale.
L'attacco dell' Electrolux non deve passare. La sua “piattaforma” è irricevibile, e non può essere oggetto di negoziazione. Ma non basta il rifiuto e la denuncia della provocazione padronale. Occorre un'azione di forza capace di sconfiggerla. E' necessario che le organizzazioni sindacali promuovano immediatamente l'occupazione degli stabilimenti Electrolux, e che attorno a questa lotta si sviluppi una mobilitazione di sostegno dell'intero movimento operaio e sindacale, con la costituzione di una cassa nazionale di resistenza. Se i sindacati non promuoveranno l'occupazione, è necessario che l'azione di lotta si sviluppi dal basso per iniziativa diretta dei lavoratori, con la formazione di un comitato unitario di lotta eletto dall'assemblea operaia. Solo una lotta radicale e di massa può piegare il padrone e chiudere il varco che si è aperto. La rinuncia a questa azione di lotta può avere conseguenze disastrose per tutti i lavoratori italiani.
La rivendicazione dell'esproprio di Electrolux, senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori, va posta apertamente, con una determinazione uguale e contraria a quella del padrone. E' la forza che decide non le chiacchiere.
Il PCL si impegnerà attivamente in ogni sede su questa proposta di azione.
L'attacco dell' Electrolux non deve passare. La sua “piattaforma” è irricevibile, e non può essere oggetto di negoziazione. Ma non basta il rifiuto e la denuncia della provocazione padronale. Occorre un'azione di forza capace di sconfiggerla. E' necessario che le organizzazioni sindacali promuovano immediatamente l'occupazione degli stabilimenti Electrolux, e che attorno a questa lotta si sviluppi una mobilitazione di sostegno dell'intero movimento operaio e sindacale, con la costituzione di una cassa nazionale di resistenza. Se i sindacati non promuoveranno l'occupazione, è necessario che l'azione di lotta si sviluppi dal basso per iniziativa diretta dei lavoratori, con la formazione di un comitato unitario di lotta eletto dall'assemblea operaia. Solo una lotta radicale e di massa può piegare il padrone e chiudere il varco che si è aperto. La rinuncia a questa azione di lotta può avere conseguenze disastrose per tutti i lavoratori italiani.
La rivendicazione dell'esproprio di Electrolux, senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori, va posta apertamente, con una determinazione uguale e contraria a quella del padrone. E' la forza che decide non le chiacchiere.
Il PCL si impegnerà attivamente in ogni sede su questa proposta di azione.
mercoledì 29 gennaio 2014
Vicenda Seves. Sgherri: inspiegabile e inaccettabile anticipare la mobilità
CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA
GRUPPO CONSILIARE “FEDERAZIONE DELLA SINISTRA – VERDI”
Vicenda Seves. Sgherri: inspiegabile e inaccettabile anticipare la mobilità. Massimo impegno perché venga fatta marcia indietro. Quali le reali motivazioni di questa mossa?”
Firenze, 29 gennaio. Vicenda Seves. “Una mossa inaccettabile, a che gioco si gioca ? quali sono i reali obbiettivi della proprietà? Sono domande che a questo punto si pongono nettamente. L’azione immediata da mettere in atto, a cominciare dalle istituzioni tutte, Regione compresa, è ogni forma di pressione perché la procedura di mobilità venga ritirata; anticiparla rispetto alla scadenza della cassa integrazione è uno schiaffo alla possibilità di dare una soluzione positiva – che dia prospettive di tenuta dell’occupazione e della ripresa produttiva - della vicenda Seves, oltre a gettare nel baratro i lavoratori. Così Monica Sgherri – Capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi” in Consiglio Regionale. Esprimo tutta la mia solidarietà e vicinanza ai lavoratori Seves, che si trovano in una fase che li vede protagonisti di una già annosa e dolorosa vicenda la quale rischia di chiudersi con un vero e proprio dramma. E’ necessario incrementare gli sforzi – prosegue Sgherri – per la ricerca di acquirenti interessati al rilancio della produzione ma nell’immediatezza vanno convocate le parti e va fatta chiarezza sul perché dell’anticipo della mobilità, nonché richiedere di ritirarla: si punta alla chiusura definitiva e si hanno mire di altro tipo? La procedura va ritirata e va sgombrato il campo da questi pesanti dubbi. Ribadisco – da parte mia – il massimo impegno a seguire tutta l’evoluzione della vicenda.
Novedades Lucha de Clases
Escrito por Esquerda Marxista (CMI-Brasil) Miércoles 29 de Enero de 2014
Hace mucho tiempo que hemos denunciado la creciente ofensiva del Estado burgués en cuanto a la represión y criminalización de los movimientos sociales. Esta vez, una tentativa de intimidación del Ayuntamiento de San Pablo, a través de su Compañía de Ingeniería de Tráfico (CET), golpeó la puerta de Esquerda Marxista.
Escrito por Corriente Socialista Militante – Argentina Martes 28 de Enero de 2014
Nuevamente los sectores económicamente dominantes embaten violentamente contra el gobierno a través del sabotaje económico que se traduce en forma de especulación y corridas cambiarias. La presión insostenible apunta fundamentalmente a seguir profundizando la devaluación del peso argentino ante el dólar estadounidense.
Escrito por Ben Peck Lunes 27 de Enero de 2014
Marcas de artículos de lujo como Louis Vuitton, Rémy Martin y Bentley han publicado informes de caídas, tanto en el crecimiento como en los beneficios en el período reciente, tras haber alcanzado máximos históricos. Que las ventas de artículos de lujo hayan estado en auge en un período de recesión mundial en los últimos años, constituye algo notable en sí mismo. Este fenómeno contradictorio, y su más reciente declive, pone de manifiesto un determinado aspecto de la crisis capitalista.
Escrito por Guillermo Romero - Palma de Mallorca Viernes 24 de Enero de 2014
Coca-Cola Iberian Partners ha propuesto un ERE que afectará a 1.200 trabajadores, con 750 despidos y cerca de 500 recolocaciones, y además plantea cerrar las plantas de Palma, Asturias, Alicante y Madrid.
Escrito por Rob Sewell Viernes 24 de Enero de 2014
Hace noventa años, el 21 de enero de 1924, Vladimir Lenin, el gran marxista y dirigente de la Revolución Rusa, murió a causa de complicaciones derivadas de un disparo de bala en un intento de asesinato anterior. Desde entonces, ha habido una campaña sostenida para calumniar su nombre y distorsionar sus ideas, en la que han participado desde historiadores y apologistas burgueses, a reformistas, liberales y anarquistas de diferentes tendencias. Su tarea ha sido la de desacreditar a Lenin, el marxismo y la revolución rusa, en interés de la dominación "democrática" de los banqueros y capitalistas.
Escrito por Alon Lessel Viernes 24 de Enero de 2014
Con motivo de la muerte de Ariel Sharon, republicamos un artículo que escribimos en 2006
Notizie di ControLaCrisi
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martedì 28 gennaio 2014
ELECTROLUX - Il piano: stipendi quasi dimezzati
ELECTROLUX
Il piano: stipendi quasi dimezzati
L'azienda replica, operai in sciopero
La proposta del colosso: abbassare il costo del lavoro ai livelli polacchi. E i lavoratori si preparano ad assemblee e scioperi
Il piano: stipendi quasi dimezzati
L'azienda replica, operai in sciopero
L'azienda replica, operai in sciopero
La proposta del colosso: abbassare il costo del lavoro ai livelli polacchi. E i lavoratori si preparano ad assemblee e scioperi
MESTRE - L'Electrolux ha presentato, per i quattro stabilimenti italiani, secondo fonti sindacali, una proposta con un drastico taglio dei salari che porterebbe gli stipendi, oggi calcolati in 1.400 euro al mese, a circa 700-800 euro. La proposta prevede un taglio dell'80% dei 2.700 euro di premio aziendali, la riduzione delle ore lavorate a 6, il blocco dei pagamenti delle festività, la riduzione di pause, permessi sindacali (-50%) e lo stop agli scatti di anzianità.
Per far sopravvivere gli stabilimenti di Susegana, Porcia, Solaro e Forlì, secondo quanto si apprende dai sindacati impegnati nella riunione a Mestre, il gruppo svedese ha lavorato a una proposta che punta a ridurre gli attuali 24 euro di costo orario di 3-5 euro medi, così da ridurre il gap con il costo del lavoro in Polonia, dove gli operai di Electrolux percepiscono 7 euro l'ora. Stando sempre a fonti sindacali, se il piano non dovesse essere accettato verrebbero bloccati gli investimenti che il gruppo avrebbe intenzione di fare in Italia. Per discutere la proposta sono state già convocate per domani assemblee dei lavoratori, ma contestualmente si profilerebbe anche uno sciopero delle maestranze.
Per lo stabilimento Electrolux di Porcia (Pordenone) non c'è piano industriale: a dirlo sono fonti sindacali, a margine dell'incontro tra delegati e rappresentanti del gruppo per l'Italia che hanno presentato la loro proposta sui quattro stabilimenti italiani. Di fatto, il costo di produzione delle lavatrici sommato al costo orario del lavoro complessivo, riferiscono, sarebbero tali da non permettere per Porcia una progettazione. Electrolux, nel piano presentato, prevede, sempre secondo fonti sindacali, a fronte degli attuali 24 euro l'ora per lavoratore, di tagliare 3,20 euro a Solaro, 3 euro a Forlì e 5,20 euro a Susegana. Per Porcia il taglio sarebbe stimato in 7,50 euro l'ora ma il costo del prodotto finito, la lavatrice, graverebbe di 30 euro a pezzo mandando fuori mercato la produzione. Secondo le fonti sindacali, Electrolux sarebbe costretta a tagliare, oltre Porcia, anche lo stabilimento in Polonia, vittime entrambi della concorrenza asiatica di Samsung e Lg. Per gli altri siti produttivi italiani, qualora il piano fosse comunque approvato dai sindacati, si prevedono investimenti per 28 milioni di euro a Forlì, 40 milioni a Solaro e 22 a Susegana.
I sindacati intanto hanno annunciato che ora andranno a parlare dell'Electrolux «con il premier Enrico Letta, perché la nostra è una vicenda paradigmatica dell'intero Paese». «Abbiamo atteso invano un confronto con il ministro per lo Sviluppo Flavio Zanonato che non c'è mai stato - hanno detto i delegati e le Rsu - ora andiamo direttamente da Letta perché Electrolux per sbarcare in Italia ha usato soldi degli italiani e ora per guardare a Est utilizza fondi Ue che in parte sono sempre nostri». Il clima dell'incontro è stato teso ma accettabile finché si è parlato di Solaro, Forlì e Susegana (dove si fanno frigoriferi e piani cottura) dove si prospetta il taglio del costo del lavoro. Poi si è parlato della friulana Porcia (lavatrici), per la quale Electrolux ha prospettato l'impossibilità di produrre per un costo eccessivo di 30 euro a pezzo. A quel punto, i sindacati hanno prospettato lo spettro dell'impossibilità «di far sopravvivere lo stabilimento», senza però mai usare il termine chiusura. Pronta la replica di Zanonato: «Il problema è che i prodotti italiani in tutto il campo dell'elettrodomestico sono di notevole qualità ma risentono di costi produttivi superiori a quelli dei nostri concorrenti. Sentiamo che proposta emerge da Elctrolux, siamo pronti a dare una mano a un comparto strategico per la nostra industria».
Pronta anche la governatrice del Friuli-Venezia Giulia, nella cui regione ha sede lo stabilimento di Porcia, al momento il più colpito dal piano di Electrolux: «Letta e Zanonato - ha detto la Serracchiani del Pd - ci convochino immediatamente per valutare assieme le proposte da rilanciare alla multinazionale: il Governo non faccia il notaio della volontà svedese. « inaccettabile che il Governo assista inerte mentre accade quello che si temeva e che abbiamo denunciato. Per il Friuli-Venezia Giulia la chiusura di Porcia è una prospettiva che non prendiamo in considerazione».
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