mercoledì 30 novembre 2011

Finalmente una buona notizia dalla Regione Toscana



Finalmente una buona notizia dalla Regione Toscana 29/11/2011

In questo anno scolastico, dove a fronte di un aumento del numero degli alunni disabili nelle scuole toscane (salito da 9.915 a 10.202), a causa dei tagli lineari, è rimasto invariato (4.690) il numero degli insegnanti di sostegno, il diritto al sostegno è stato fortemente limitato. Dopo numerosi ricorsi legali, la stessa Corte Costituzionale ha affermato che  il sostegno è un diritto, come tale deve essere pienamente garantito e non può essere subordinato alle logiche di bilancio.
In collaborazione con molti genitori, docenti di sostegno e in sintonia con il tavolo regionale per la scuola della repubblica, come Rifondazione Comunista abbiamo attivato, anche sul tutto il territorio provinciale di Livorno, una petizione indirizzata alle autorità statali e locali con cui si chiedeva il reperimento di risorse finanziarie urgenti per il sostegno all'integrazione degli alunni diversabili nella Scuola pubblica.
Sono ad oggi diverse centinaia le persone che hanno sottoscritto la petizione (che consegneremo nei prossimi giorni al Prefetto),finalmente una buona e prima risposta ci giunge dalla Regione Toscana e possiamo affermare con soddisfazione che circa 300 studenti delle scuole toscane potranno beneficiare di un aumento delle ore di sostegno. Una vittoria di resistenza sociale in un periodo di attacco generalizzato alle condizioni di vita e dei diritti, ma anche una narrazione umana della consapevolezza che cambiare rotta è possibile e che non esistono percorsi obbligati, come vorrebbe farci credere quella parte della politica che ha ceduto la propria sovranità alla speculazione finanziaria.

E’ questo il risultato di un protocollo d’intesa firmato dalla regione Toscana e dall’Ufficio scolastico regionale che prevede un finanziamento per il sostegno dei disabili pari a un milione di euro (stanziato interamente dalla regione). Con cui verranno finanziate: le ore di sostegno in deroga; le ore aggiuntive di insegnamento per i docenti curricolari della classe; le ore aggiuntive di sostegno. Sono anche previste ore retribuite per la progettazione, la documentazione e la verifica, nonché possibilità di attivare esperienze di laboratori che coinvolgano l’intera classe.
Saranno anche finanziate attività di formazione a cui la maggioranza dei docenti avrà l’obbligo di sottoporsi.
Ad ogni classe che accede alla sperimentazione sarà abbinato un docente-tutor (che saranno nominati dagli Uffici scolastici territoriali).
In prospettiva il protocollo prevede anche un aggiornamento del documento base della regione Toscana (le “linee di indirizzo per l’integrazione scolastica dei disabili”), la proposta di percorsi di accoglienza/inclusione/apprendimento che coinvolga personale ATA (amministrativo Tecnico e Ausiliario), personale docente, operatori e studenti di tutte le scuole toscane anche nel garantire agli alunni disabili una libertà di scelta nei percorsi di istruzione.

Si tratta di un primo parziale successo delle mobilitazioni territoriali ma che necessita anche di un intervento di verifica nella sua attuazione concreta.
Siamo ovviamente felici di questo risultato, un impegno aggiuntivo e migliorativo delle regioni è ovviamente da apprezzare, ma non può essere sostitutivo dell'impegno prioritario dello Stato per il semplice motivo che si tratta di un diritto primario ed universale che lo Stato deve  garantire a tutti/e ed in tutte le realtà locali, su tutto il territorio nazionale.
Occorre adesso evitare un'odiosa discriminazione territoriale del diritto allo studio che  non può essere condizionato dalle diverse sensibilità politiche regionali.
Un discussione del titolo V a fronte della confusione dei ruoli che si sta determinando, anche a causa di scelte politiche sbagliate, è assolutamente indilazionabile.

Silvio Lami capogruppo alla Provincia di Livorno - Rifondazione Comunista
-- 

NO al Pirogassificatore - Manifestazione 10 Dicembre 2011


L’impresa del comunismo non merita abiure - ControLaCrisi.org

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Pensioni, Il Pd prova a difendere la linea dei 40 anni, ma con scarsa convinzione - ControLaCrisi.org

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FERRERO (PRC) PROPONE A VENDOLA UNITA' A SINISTRA CONTRO GOVERNO MONTI E SCIOPERO GENERALE - ControLaCrisi.org

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IL PACCHETTO DI NATALE DI MARIO MONTI - ControLaCrisi.org

IL PACCHETTO DI NATALE DI MARIO MONTI - ControLaCrisi.org

VOTO UNANIME PER VINCOLO BILANCIO IN COSTITUZIONE. ABBIAMO UN PARLAMENTO INTERO AL SERVIZIO DI BANCHE E PADRONI

VOTO UNANIME PER VINCOLO BILANCIO IN COSTITUZIONE. ABBIAMO UN PARLAMENTO INTERO AL SERVIZIO DI BANCHE E PADRONI. - ControLaCrisi.org

Paolo Ferrero ad Agorá -- Governo Monti: nulla traspare

Video Rai.TV - Agorà 2011 - 2012 - Governo Monti: nulla traspare

Fermare la stangata di Monti sulle pensioni

"Monti vuole fare una stangata biblica e farsela approvare in pochissimo tempo in modo da non dare tempo alla costruzione dell'opposizione sociale. E' un ulteriore attacco alla democrazia da parte di un governo tecnocratico che usa la scusa della speculazione per distruggere le conquiste sociali accumulate in decinedi anni dal movimento operaio e progressista in Italia e in Europa. Contro questo governo costituente dobbiamo costruire una opposizione costituente.
Questi vogliono abolire le pensioni di anzianità, tagliare l'adeguamento delle pensioni al coosto della vita e passare tutti al contributivo: E' l'universalismo della miseria in cui il 90% viene uniformato in basso mentre il 10% se la ride. Laviriamo a costruire l'opposizione al governo dei banchieri!"
P. Ferrero, PRC-FdS

Arrestato anche il titolare della Locatelli per inquinamento da amianto



Dalle ultime notizie apprendiamo che è stato arrestato anche il titolare della Locatelli, azienda che noi per primi e da tempo abbiamo indicato come pericolosamente infiltrabile dalla malavita organizzata. Ricordiamo che la Locatelli ha sede a Bergamo e aveva rilevato il 100%  delle quote associative della Cavenord, intestataria della domanda di autorizzazione della discarica di amianto di Cappella Cantone. Pare che il titolare della Locatelli pagasse tangenti persino ai proprietari dei terreni limitrofi all’ex cava Retorto perché riducessero l’irrigazione dei campi, in modo da tenere bassa la falda acquifera. (vedi il nostro comunicato dettagliato inhttp://cittadinicontroamianto.blogspot.com/2010/08/la-discarica-non-sha-da-fare-cappella.html)


Cittadini contro l'amianto della provincia di Cremona

Meglio tardi che mai.. Superare il Circondario, dare vita all'Unione dei Comuni

MEGLIO TARDI CHE MAI...

Apprendiamo con soddisfazione dalla stampa locale che anche il Partito
Democratico,
dopo il PDL, ha maturato la decisione che si debba superare il
Circondario Empolese
Valdelsa verso unʼUnione dei Comuni.
Sono infatti ormai diversi anni che da parte nostra riteniamo
politicamente e
istituzionalmente esaurita lʼesperienza del Circondario, proponendo
come alternativa
proprio il modello dellʼUnione dei Comuni.
Il Circondario ha infatti avuto il merito di centralizzare alcuni
servizi (a dire il vero ancora
pochi) e di ricevere alcune deleghe dalla Provincia, ricercando così
un livello ottimale di
governo del territorio. Livello che ovviamente non può risiedere né a
Firenze, né nei singoli
Comuni. Il Circondario è stato una prima risposta a questa necessità.
Tuttavia ha manifestato sin da subito limiti strutturali che abbiamo
avuto occasione di
sottolineare ad nauseam in ogni sede (assemblea, stampa, dibattiti
pubblici, Consigli
Comunali, ecc...).
I limiti non risiedono solo nella lontananza percepita dai cittadini -
che a torto o a ragione
guardano al Circondario come ad un “carrozzone” - ma anche e
soprattutto
nellʼimpossibilità di operare dentro le garanzie previste dal
T.U.EE.LL. (che forse è anche
la causa del primo aspetto).
Tutto ciò comporta alcune conseguenze. In primis il Circondario, a
differenza di unʼUnione
di Comuni non può assumere direttamente personale di ruolo; le
conseguenze di ciò sono
che da un lato si è esposti alla decisioni di pianta organica prese
altrove, e dallʼaltro si
possono assumere solo dipendenti precari (ed è difficile organizzare
servizi efficaci per il
cittadino senza poter disporre di personale adeguatamente formato nel
tempo e
direttamente legato alla struttura).
In secondo luogo il Circondario non può assumere quote di
partecipazione in nessuna
azienda pubblica. Noi abbiamo sempre avversato i processi di
esternalizzazione. Eʼ ora
evidente a tutti che, anche a seguito della recente vittoria
referendaria, cartina di tornasole
della modificata sensibilità sul tema dopo la sbornia privatizzatrice
degli anni ʼ90, bisogna
dotarsi, dove non è possibile reinternalizzare in tempi brevi i
servizi, di più efficaci e
stringenti strumenti di controllo. Ed il primo strumento è quello di
riorganizzare i servizi in
modo tale che vi sia un unico organismo assembleare allo stesso
livello territoriale del
servizio in questione e dellʼeventuale società pubblica che lo
gestisce. Ciò poiché
altrimenti si verificano contesti simili a quelli dei servizi a
carattere industriale dove i singoli
Consigli Comunali, pur essendo formalmente titolari di potestà
dʼindirizzo e controllo non
sono neppure in grado di conoscere ciò che i Sindaci decidono nellʼAto
(ammesso che
questi ultimi abbiano davvero la potestà di controllare tali servizi
in detta sede...) con
lʼovvia conseguenza che le aziende, pur spesso a proprietà pubblica,
diventano lontane
dal controllo democratico dei cittadini ed impongono, con i propri
piani industriali, quanto
dovrebbe essere facoltà decisionale delle assemblee democratiche (per
esempio le
tariffe).
Insomma se i servizi esternalizzati sono polverizzati in varie società
(anche totalmente
pubbliche) ma a partecipazione ora di questo ora di quel Comune, non
è, di fatto, possibile
produrre un governo democratico dei medesimi poiché il singolo
Consiglio Comunale
rappresenta un luogo troppo piccolo e quindi privo di potere reale di
controllo ed indirizzo,
mentre il Circondario è ad oggi incompetente in materia.
Si potrebbe continuare con le deficienze e le lacune dellʼattuale
assetto istituzionale,
proprio e soprattutto con riferimento al Governo del territorio ed al
miglioramento della
qualità dei servizi ai cittadini.
Tuttavia ciò che conta è che adesso, causa anche lʼipotesi nazionale
di superamento delle
Province, anche Pd e Pdl abbiano maturato la consapevolezza che
lʼunica strada
percorribile è quella dellʼUnione di Comuni.
Adesso cʼè da recuperare il tempo perso.

Paolo Gaccione (Capogruppo F.d.S. Circondario Empolese Valdelsa)

Gabriele Bini (Capogruppo F.d.S. Comune di Empoli)

WIFI libero a Empoli grazie ai comunisti

Esprimiamo soddisfazione per lʼaccoglimento, nellʼultimo Consiglio
Comunale di Empoli di
lunedì 28 novembre della nostra mozione che chiedeva lʼadesione del
nostro Ente alla
rete nazionale “Free Wifi Italia”. Questʼultima rientra in un progetto
promosso dal Comune
di Venezia, dalla Provincia di Roma e dalla Regione Sardegna, progetto
che prevede la
possibilità per ogni cittadino che risieda sul territorio di una delle
Amministrazioni
interessate, di poter accedere con le stesse credenziali (user name e
password) a tutte le
reti wifi italiane delle Amministrazioni che aderiscono al progetto.
Ciò anche in considerazione del fatto che “lʼaccesso alla rete
rappresenta sempre più un
elemento di esclusione sociale per chi ne resta privo (per ragioni
economiche, sociali,
tecniche, ecc...) e che anche molti servizi pubblici sono accessibili
solo, o comunque con
notevoli risparmi di tempo, attraverso la rete”. Va inoltre
“considerato come la nostra città
sia divenuta sede universitaria e quindi veda la presenza sul proprio
territorio, tra lʼaltro, di
giovani studenti che spesso hanno necessità di collegarsi alla rete
(anche in mobilità)” pur
non potendo disporre di connessioni a pagamento degli operatori di
rete.

Gabriele Bini (Capogruppo Consiglio Comunale Empoli F.d.S.)

Paolo Gaccione (Consigliere Comune Empoli F.d.S.)




COMUNE DI EMPOLI
Provincia di Firenze

Gruppo Consiliare
Rifondazione - Comunisti Italiani

Il Consiglio Comunale di Empoli

Considerato che l’accesso alla rete rappresenta sempre più un elemento
di esclusione sociale per chi ne resta privo (per ragioni economiche,
sociali, tecniche, ecc...)

Rilevato come anche molti servizi pubblici siano accessibili solo, o
comunque con notevoli risparmi di tempo, attraverso la rete

Considerato come la nostra città sia divenuta sede universitaria e
quindi veda la presenza sul proprio territorio, tra l’altro, di
giovani studenti che spesso hanno necessità di collegarsi alla rete
(anche in mobilità)

Valutata positivamente la recente scelta dell’Amministrazione di
rendere gratuito l’accesso ad internet all’interno dei locali della
biblioteca comunale

Considerato come la diffusione del wifi consenta di rendere
effettivamente fruibile a molti nostri concittadini l’accesso alla
rete anche fuori dai suddetti locali

Premesso che il nostro Comune è dotato di una connessione wifi aperta
dal 20 gennaio 2011 (“Empoli wifi libero”) ubicata in Piazza della
Vittoria

Rilevato come in tutta Italia vada progressivamente affermandosi un
progetto di condivisione degli hot spot wifi pubblici promosso da
Comune di Venezia, Provincia di Roma, Regione Sardegna e denominato
“Free Italia Wifi”

Considerato che il suddetto progetto si prefigge l’obiettivo di
rendere accessibili gli hot spot dei territori delle Amministrazioni
associate a tutti i cittadini che siano già iscritti ad una rete
pubblica convenzionata con il progetto senza dover richiedere un nuovo
account

Impegna il Sindaco e la Giunta

ad aderire al progetto “Free Italia Wifi” rendendo la nostra rete
fruibile ai cittadini iscritti ad altre reti e, contemporaneamente,
consentendo ai nostri concittadini di accedere agli hot spot aperti
delle Amministrazioni italiane convenzionate con le stesse credenziali
utilizzate ad Empoli

Un altro outlet in provincia di Firenze


Nasce l’ennesimo mega centro di moda e design Fashion Valley Company Store a Leccio contiguo ai tanti outlet. L’inaugurazione del Centro viene osannato come grande occasione di lavoro per i territori in crisi. Provincia di Firenze, Comune di Reggello stipulano un accordo con i gruppi proprietari per la formazione e la selezione degli addetti alle vendite nei 32 negozi previsti. Nuova cattedrale della precarietà e dello sfruttamento sul lavoro o reale beneficio per nuova occupazione? Rifondazione Comunista apre la verifica sulla effettiva natura dell’operazione e sui costi sostenuti dalla Provincia. 



La discarica di amianto di Cappella Cantone non si farà più!


Comunicato stampa
Cremona, 30 novembre 2011
Oggetto:  la discarica di amianto di  Cappella Cantone non si farà più!
Sequestrata la discarica di amianto di Cappella Cantone (CR). Verità e giustizia, questo chiedevamo, questo abbiamo ottenuto. La nostra tenacia e la nostra determinazione hanno vinto. Ricordiamo che domani 1 dicembre a Cremona presso il CISVOL via S. Bernardo, 2 alle ore 17.30 faremo una conferenza stampa in cui oltre a presentare l’iniziativa del 20 dicembre a Bruxelles affronteremo in modo più approfondito alcuni aspetti di queste ultime vicende.
L’ex cava Retorto di Cappella Cantone (Cr), che la Regione Lombardia aveva da poco autorizzato ad essere adibita a discarica di rifiuti di amianto, è stata messa sotto sequestro nell’ambito di un’indagine che sapevamo era in corso da tempo e che ha portato all’arresto, tra gli altri, del vicepresidente del Consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani (PdL) e di Giuseppe Rotondaro,  coordinatore degli staff della direzione generale dell’ARPA Lombardia  con l’accusa  di traffico di rifiuti illeciti e corruzione. Altri clamorosi sviluppi si attendono nelle prossime ore e potrebbero essere coinvolti altri politici anche locali. Tra gli arrestati pare ci sia anche l’imprenditore marito dell’ex ministro Gelmini.
Abbiamo sempre denunciato l’intreccio tra malaffare e politica nella nostra battaglia contro la discarica in questi quattro anni, lo abbiamo sostenuto nell’esposto che abbiamo presentato alla Procura di Cremona nel 2009, lo abbiamo ribadito agli inquirenti che ci hanno ascoltato e con cui abbiamo collaborato.
Non ci siamo mai rassegnati, abbiamo continuato a combattere con ogni mezzo e ora abbiamo raggiunto un importante risultato nonostante che avevamo come avversari non solo i pochi favorevoli alla discarica, ma anche coloro i quali diffondevano a piene mani, fino a ieri, rassegnazione e sfiducia per rendere ininfluente la nostra battaglia, oltre all’assessore regionale alla partita, Daniele Belotti (Lega), che voleva tapparci la bocca con una querela per diffamazione, perché avevamo denunciato pericoli di infiltrazione della n’drangheta.
La battaglia contro il malaffare e l’intreccio politica-n’drangheta per noi non è affatto conclusa e continuerà finché non sarà fatta giustizia a tutti i livelli e finché non avremo ottenuto la moratoria degli iter autorizzativi di tutte le discariche di amianto e l’annullamento delle autorizzazioni già concesse. Noi  vogliamo che lo smaltimento dell’amianto sia pianificato e programmato insieme ai cittadini delle aree interessate e che non sia più fonte di profitti più o meno leciti. Questo sarà possibile solo quando avremo la garanzia che i controlli ambientali non siano più fatti dall’ARPA che è un’emanazione diretta della giunta della Regione Lombardia, ma da un organismo terzo, indipendente dai partiti.
Le nostre posizioni saranno ribadite a Bruxelles il prossimo 20 dicembre quando presenteremo la nostra petizione al Parlamento Europeo in occasione della consegna delle migliaia di firme che abbiamo raccolto in questo ultimo mese contro la discarica di amianto di Cappella Cantone (CR).
Per comprendere ancor meglio la vicenda di Cappella Cantone ricordiamo brevemente ruoli e funzioni svolti in questi ultimi 15 anni da Franco Nicoli Cristiani e da Giuseppe Rotondaro.
Franco Nicoli Cristiani è stato assessore regionale in Lombardia all’ambiente e poi al commercio, consigliere regionale dal 1995. E’ stato condannato in appello per abuso di ufficio nell’inchiesta della discarica di Cerro Maggiore, poi scagionato nel 2008 in Cassazione per insussistenza del fatto. Quando è in pieno svolgimento la vicenda della discarica di Cappella Cantone, il 13 gennaio 2009 diventa vice coordinatore regionale e responsabile della macroarea di Bergamo-Brescia-Mantova-Cremona per il PdL.
Giuseppe Rotondaro, geologo, è stato sempre all’interno di strutture regionali della Lombardia che si occupavano di ambiente.  Dal 1997 è dirigente dell’ufficio e poi del servizio Protezione Ambientale e Sicurezza Industriale della Direzione Generale Tutela Ambientale della Regione Lombardia e dal 2001 direttore generale vicario di questa stessa direzione generale. Dal 2008 è direttore centrale dell’ARPA Lombardia e poi coordinatore delle funzioni di staff della direzione generale dell’ARPA Lombardia. In base alla nuova normativa regionale le nomine dei vertici dell’ARPA sono fatte direttamente dalla Giunta regionale e non c’è più il passaggio in Consiglio.

Ricordiamo di seguito i punti oscuri della vicenda che da sempre abbiamo denunciato nel nostro dossier, nei nostri comunicati e nei nostri volantini distribuiti a migliaia nei numerosi  presidi di questi anni e nei nostri banchetti di questo ultimo mese per raccogliere le firme per la petizione al Parlamento Europeo e ricordiamo anche che la ditta che voleva gestire la discarica, la Locatelli, aveva dato in passato lavori in subappalto a ditte risultate poi infiltrate dalla n’drangheta (vedi il nostro comunicato dettagliato inhttp://cittadinicontroamianto.blogspot.com/2010/08/la-discarica-non-sha-da-fare-cappella.html)

 

Cronaca di un disastro annunciato. Fatti e misfatti della storia della discarica di amianto di Cappella Cantone (Cremona)

 

Antefatto

Nel novembre 2005 la ditta Seraco presenta in comune di Cappella Cantone la richiesta relativa alla discarica di amianto, ma l’Opera Pia Robbiani, proprietaria del terreno  si oppone alla vendita 

I14 giugno 2007 Cavenord, che intanto ha acquistato la Seraco, firma un contratto di acquisto con un privato per il terreno adiacente a quello della Fondazione Pia Robbiani per 2 milioni e mezzo di euro, circa sei volte il valore di mercato e il 21 agosto fa domanda alla Regione Lombardia per  realizzare la discarica in località Cascina Retorto

La strana storia del piano rifiuti

Nell’ottobre 2007 il Piano rifiuti della provincia di Cremona viene inviato in Regione. Non prevede discariche di amianto ma impone un vincolo di 5 km tra impianti di discaricaLa Regione impone la cancellazione di questo vincolo (può avere qualche attinenza che tra il progetto di discarica di amianto nella ex cava Retorto e la discarica chiusa di rifiuti solidi urbani di Corte Madama ci sono solo 500 metri di distanza?). Questo è un fatto curioso perché è la stessa normativa regionale che lo  prescrive! Nelle linee guida che la Regione Lombardia dà alle Province per la predisposizione dei piani  rifiuti, pubblicate sul BURL  il 15 febbraio 2008, vi è l’indicazione di stabilire alcuni limiti da rispettare nella localizzazione di nuovi impianti a discarica, in particolare una distanza minima dagli impianti già in esercizio esauriti o da bonificare. Vi è anche una specifica circolare del 6 agosto 2007 di Raffaele Tiscar, direttore generale Reti e servizi pubblica utilità e sviluppo sostenibile della Regione Lombardia, in cui invita le Province a prevedere  nei loro Piani distanze minime fra discariche, esaurite o da bonificare.


Le delibere mai scritte o scritte “ad hoc”
Nel settembre 2009 la commissione ambiente regionale approva i criteri da applicare nella localizzazione dei siti che dovranno ospitare le discariche per rifiuti speciali. Il limite minimo di profondità della falda é fissato a 5 metri . Ma la commissione é solo consultiva, l’assessore competente per l’autorizzazione della discarica ignora questi criteri e l’argomento non verrà neppure trattato dal consiglio regionale (eh già, la falda nell’ex cava Retorto è a 50 centimetri!).
Avevamo sperato che il progetto della discarica di amianto si fermasse perché vi erano delle incongruenze con il piano cave. Ma ecco che arriva una nuova delibera, n.1594 del 20/11/2011, con cui la Giunta  regionale, di fatto,  esautora la provincia sul piano cave, esercitando un atto di indirizzo verso quest’ultima su argomenti di competenza  delle singole provincie. E’ stata approvata in corso d’opera, pensando di  creare un nuovo quadro normativo senza più ostacoli per la realizzazione della discarica, anzi delle discariche, nelle ex-cave. Traducendo: per coprire atti esplicitamente fuori dalle norme, si approvano delibere per annullare la illegalità!
La ‘fantasia al potere’. Il caso dell’ARPA di Cremona
A metà novembre dell’anno scorso tutti noi, quelli contrari alla discarica di amianto di Cappella Cantone, avevamo cantato vittoria. Le misurazioni dell’altezza della falda acquifera fatte dall’ARPA di Cremona avevano stabilito che non venivano rispettati i famosi due metri di altezza fra il fondo della discarica e la falda per cui la Regione Lombardia aveva scritto a Cavenord che se non modificava il suo progetto entro dieci giorni questo sarebbe stato respinto. Evviva! Passano dieci giorni, passa un mese, due mesi. Tutto tace. Si scopre poi, PER CASO, solo perché un sindaco ha sollecitato la Regione, che sono state presentate in tempo utile (?) le modifiche, che queste consistono nell’aggiungere uno strato di m 1,40 di materiale isolante e che l’ARPA prosegue tranquillamente le misurazioni della falda “facendo finta” che esista questo strato aggiuntivo di terreno. Domanda alla giunta: perché non è stato subito reso noto che le modifiche erano state presentate? La normativa sulla trasparenza lo prevede.
Che esistano falde affioranti in quella zona lo sanno tutti senza scomodare i tecnici. Basta un semplice temporale per allagare l’ex cava Retorto e i torrenti e le rogge della zona facilmente esondano. Lo abbiamo documentato con foto più di una volta, nel settembre 2007 e nel febbraio 2009. Nel giugno 2010 si è verificato addirittura un ulteriore innalzamento della falda. Infatti  dopo circa due mesi di forte siccità, in meno di sei ore di pioggia consecutiva l’area si è quasi completamente allagata. Ma per i tecnici dell’ARPA non è un problema, anzi per il dirigente dell’ARPA di Cremona che, guarda caso, è anche consigliere comunale di Cremona per il PdL, lo stesso partito di Formigoni, Rossoni ecc..
Il comportamento “schizofrenico” della giunta provinciale di Salini
Nel corso dei procedimenti per la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) la  giunta Salini (PdL-Lega) esprime parere negativo al progetto di discarica di amianto di Cingia de’ Botti  e positivo per quella di Cappella Cantone. Le sue motivazioni per respingere il progetto di Cingia de’ Botti: presenza di acqua effimera superficiale, situazione viabilistica (Strada statale Giuseppina) critica in termini di incidentalità, zona inserita nel piano faunistico e venatorio come zona di ripopolamento e cattura, presenza di aree circostanti individuate come DOP e IGP, sono in previsione due grandi progetti (un insediamento industriale e un circuito auto motociclistico). 
Il sito di Cingia de Botti respinto e il sito di Cappella Cantone approvato dalla medesima giunta? Eppure a Cappella Cantone vi è un’ instabilità idrogeologica ben più grave di quella paventata a Cingia de’ Botti e vi è anche la presenza di fontanili; la situazione viabilistica è critica (strada statale Paullese), nelle vicinanze vi sono due stabilimenti agro-alimentari tra i più importanti in Italia, a 500 metri vi è una discarica di rifiuti solidi urbani in fase di post chiusura.
Da notare che il peso della giunta provinciale in un procedimento di autorizzazione ambientale è notevole e, difatti, la Regione respinge, giustamente, il progetto di Cingia de’ Botti e approva quello di Cappella Cantone.

Tadi, sindaco di Cappella Cantone, un uomo per tutte le stagioni.
Il sindaco Tadi, fino ad un certo punto, si è sempre dichiarato pubblicamente contro la discarica ma si è guardato bene, soprattutto prima delle scorse elezioni amministrative del giugno 2009, di rendere noto che già il 18 maggio 2009 aveva inviato agli uffici regionali della valutazione di impatto ambientale il suo parere tecnico non escludente con prescrizioni. E ancora: il comune di Cappella Cantone ha stipulato una convenzione con Cavenord nell’agosto 2009, molto prima che fossero rilasciate le autorizzazioni. Tadi sostiene che questo atto è stato firmato per il bene della sua comunità, peccato che non lo ha dichiarato subito, quando ancora gli altri sindaci lo ritenevano contro la discarica, ma solo quando il fatto è stato reso noto sulla stampa locale.

Cittadini contro l’amianto
d.ssa Mariella Megna
Giorgio Riboldi
 

Cittadini contro l'amianto della provincia di Cremona

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"Fabiola. Storia di una trans". A Firenze


Venerdì 2 dicembre ore 16,30 presentazione libro "Fabiola. Storia di una trans". A Firenze

Presso il Consiglio Regionale. Palazzo Panciatichi, Sala degli affreschi. Via Cavour, 4.

Il Gruppo Consiliare “Federazione della Sinistra – Verdi” della Regione Toscana

 

è lieto di invitarvi:

 

Venerdì 2 dicembre ore 16,30

Presso Consiglio Regionale

Palazzo Panciatichi, Sala degli Affreschi

Via Cavour, 4 Firenze

 

 

Alla presentazione del libro

 

“Fabiola. Storia di una trans”

 

Intervengono

 

Mauro Romanelli – Consigliere Regionale

 

Monica Sgherri – Presidente del Gruppo Consiliare Regionale “Federazione della Sinistra – Verdi”

 

Daniela Domenici – Autrice

 

Darianna Saccomanni – Vicepresidente Associazione Trans Genere

 

Daniella Vangieri – Associazione Lavoro e Libertà

 

 

Modera:

 

Maria Grazia Campus 

PRANZO A SOSTEGNO DELLA MISSIONE IN PALESTINA DEI GC TOSCANI

CON LA PALESTINA NEL CUORE

DOMENICA 4 DIC ore 12.30

Casa del Popolo di Sovigliana - Vinci

Pranzo di autofinanziamento per la missione di solidarietà in
Palestina dei Giovani Comunisti toscani

Per info e prenotazioni tel. 3495160760 e 3296027372.


mangiar bene tra amici e compagni
ANTIPASTO TOSCANO
RISOTTO RADICCHIO E TALEGGIO
PENNE ALLA BOSCAIOLA
SCAMERITA ARROSTO
CONTORNO: PISELLI E PATATE AL FORNO
DOLCE: PAN DI SPAGNA
VIN SANTO,CAFFE ’
20 EURO

50° anniversario della richiesta di Indipendenza del Papua Occidentale: paura di repressioni



COMUNICATO STAMPA DI SURVIVAL INTERNATIONAL

30 novembre 2011



50° anniversario della richiesta di Indipendenza del Papua Occidentale: paura di repressioni

Papuasi marciano per l’indipendenza indossando le
t-shirt con la bandiera della “Stella del mattino”.
© West Papua Media/Survival
Papuasi pro-indipendenza hanno organizzato manifestazioni capillari per giovedì prossimo, in concomitanza con i 50 anni trascorsi da quando innalzarono per la prima volta la loro simbolica bandiera “Stella del mattino”. Sull’anniversario incombe un clima di paura perchè l’Indonesia continua a reprimere brutalmente qualunque opposizione e infligge condanne irrisorie alle forze di sicurezza responsabili di violenze.

Sventolare la bandiera, diventata un simbolo della lotta per l’indipendenza del Papua Occidentale sin da quando fu fatta sventolare per la prima volta il 1 dicembre 1961, è punibile come reato di tradimento.

In ottobre i Papuasi occidentali hanno pagato ancora una volta il duro prezzo delle loro rivendicazioni d'indipendenza. Durante le fasi di dispersione di un raduno, le forze di sicurezza indonesiane hanno ucciso più di dieci persone. I principali funzionari coinvolti pare abbiano ricevuto dei semplici richiami.

Le proteste pacifiche previste per giovedì si prefiggono l'obiettivo di dimostrare il forte desiderio di mettere fine a quasi mezzo secolo di occupazione e a flagranti abusi dei diritti umani.
Una ragazza Korowai nel Papua Occidentale,
occupato dall’Indonesia dal 1963. © Survival
Si stima che dal 1963, anno d'inizio dell’occupazione indonesiana, siano stati uccisi circa 100.000 civili.

Uno dei raduni più importanti si terrà nella città di Jayapura, presso la tomba di un leader papuaso, Theys Eluay, ucciso dall’esercito indonesiano nel 2001. Ai sette uomini colpevoli del suo omicidio sono state inflitte pene detentive irrisorie.

L’uso spropositato della forza da parte dell’Indonesia e la chiara mancanza di giustizia, stanno alimentando molta paura tra i Papuasi determinati a celebrare l’anniversario di giovedì, denuncia il Reverendo Benny Giay.

Parlando a Survival International dal Papua Occidentale, Benny Giay ha dichiarato: “La maggior parte dei siti commerciali chiuderà e per questo la gente sta facendo scorta dei beni di prima necessità… Per paura dei militari, a Jakarta molti studenti stanno lasciando gli ostelli per tornare presso le loro famiglie. La situazione è molto tesa”.

“L’occupazione illegale del Papua Occidentale da parte dell’Indonesia non ha praticamente uguali per brutalità” ha commentato Stephen Corry, Direttore di Survival International. “È scandaloso che la comunità internazionale continui a tenere gli occhi chiusi su quasi mezzo secolo di spietata oppressione e sfrenata violenza contro il popolo di Papua.”

In vista delle manifestazioni, all'Indonesia stanno arrivando pressanti richieste per il libero ingresso di giornalisti stranieri e osservatori australiani.


Nota agli editori.

L'attivista per l'Indipendenza di Papua Benny Wenda è disponibile per interviste in merito ai contenuti di questo comunicato.

Dopo aver ottenuto asilo politico nel Regno Unito, Wenda ha costituito l'associazione Free West Papua. Il governo indonesiano vuole il suo rientro in patria e ha chiesto all'Interpol di arrestarlo. Wenda dichiara che le accuse mosse contro di lui sono false e che sono state architettate per motivi politici.




Per leggere la storia online: http://www.survival.it/notizie/7920

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martedì 29 novembre 2011

Crociate culturaliste


Crociate culturaliste
Neonati
Negli ultimi giorni è scoppiato su alcuni giornali e sui blog il caso delle bambine mai nate.
Intendiamoci: si tratta di un problema serio e drammatico, che bisognerebbe conoscere meglio e contrastare con efficacia, a diversi livelli: giuridico e socioculturale. Non tornerò a ribadirlo. Ma spesso ci si impadronisce di un tema serio e lo si usa da farisei, come scriveva un famoso saggio.
Così, in numerosi organi di stampa si è intervenuti in maniera per lo meno impropria e strumentale su tale tema.


di Giuseppe Faso

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Per Lucio


Lucio Magri ha deciso di andarsene.
Come Monicelli ha scelto quando e come morire.
Se ne è andato un grande compagno ed una intelligenza raffinata.
Il suo testamento politico, il sarto di Ulm, è un libro di straordinaria bellezza, un saggio politico avvincente come un romanzo.
Non so se fra i motivi della sua scelta ci sia stato anche il peso, ritenuto insopportabile, di una sconfitta politica.
Non so quanto abbia influito la scomparsa di sua moglie ed un male, sottile ed insidioso, come la depressione.
Ciò che so è che fino agli ultimi giorni della sua vita Magri non ha mai abbandonato gli ideali della sua lunga vita politica.

A noi il compito storico di far sì che il pensiero e la vita di questo grande comunista non siano passati invano...!

UN ABBRACCIO E UN SALUTO A PUGNO CHIUSO CARO LUCIO!


Stefano Cristiano, Segr. PRC Toscana

IL 17 DICEMBRE TUTTE E TUTTI A ROMA PER DIRE NO AL DEBITO E NO AL GOVERNO MONTI


IL 17 DICEMBRE
TUTTE E TUTTI A ROMA
PER DIRE NO AL DEBITO E NO AL
GOVERNO MONTI

Il movimento Noi No Debito, che ha tenuto la sua prima assemblea a Roma il 1° ottobre, chiama
tutte e tutti coloro che sono intenzionati a rifiutare i diktat della Banca europea, della finanza
internazionale, delle multinazionali e del grande padronato, a una grande assemblea a Roma il 17
dicembre.
E’ caduto il governo Berlusconi e questo è sicuramente anche frutto della nostra mobilitazione di
questi anni. Ma è stato sostituito da un governo che ha adottato come suo programma
fondamentale la lettera diktat della Bce. Cioè quel programma economico di strutturazione
selvaggia che in nome del pagamento del debito propone di tagliare lo stato sociale e i diritti, di
ridurre il salario legandolo sempre di più alla produttività, di privatizzare i beni comuni. E non vuol
dire niente sostenere che la politica della Bce verrà mitigata dall’“equità”. Non si può rendere
giusta una politica che parta dal presupposto che bisogna sacrificare tutto pur di pagare il debito,
che bisogna rassicurare i mercati, cioè la speculazione finanziaria, che bisogna rendere ancora più
vincolanti le politiche liberiste che hanno portato alla crisi.
Il nostro movimento è iniziato già prima della caduta del governo Berlusconi, dichiarando
esplicitamente che un vero cambiamento sociale fondato sull’eguaglianza, sulla giustizia e la
democrazia non può realizzarsi né con il centrodestra, né con il centrosinistra, perché entrambi
adottano le politiche della Bce e del Fondo monetario internazionale. Abbiamo rivendicato la
nascita di uno spazio politico pubblico nuovo e alternativo, abbiamo chiesto piena legittimità
politica a questi cinque punti:
non pagare il debito, far pagare la crisi alle banche, alla
finanza internazionale e ai ricchi
no alle spese militari e a tutte le spese di guerra
giustizia per il mondo del lavoro, diritti per tutte e tutti, no alla
flessibilità e alla precarietà
beni comuni come alternativa alle privatizzazioni e al mercato
selvaggio
una democrazia reale in alternativa al populismo berlusconiano
e alla tecnocrazia imposta dalla Bce
A partire da questi cinque punti stiamo costruendo un movimento
politico e sociale, che ha come primo obiettivo quello di impedire
che passino nel nostro paese le ricette neoliberali del capitalismo
internazionale, che sempre più portano all’aggressione ai diritti e alla democrazia. La decisione
dell’amministratore delegato della Fiat di cancellare i contratti e le libertà sindacali, il moderno
fascismo aziendalistico che dalla Fiat si sta diffondendo in tutto il mondo del lavoro, dimostrano
che dietro le ricette neoliberali c’è un sistema autoritario che mette in discussione i valori
fondamentali della democrazia, della libertà e della Costituzione.
Per questo proponiamo la mobilitazione a tutte e a tutti coloro che, dopo aver lottato contro il
governo Berlusconi e le sue politiche, non intendono ora accettare la tecnocrazia liberista del
governo Monti. Vogliamo poter decidere del nostro futuro e quindi rivendichiamo un referendum
per poter dire no ai vincoli della finanza internazionale e della Banca centrale europea.
DIAMO APPUNTAMENTO A TUTTE E A TUTTI A ROMA
IL 17 DICEMBRE ALLE ORE 10.00
PER COSTRUIRE L’OPPOSIZIONE
SOCIALE E POLITICA AL GOVERNO DELLE BANCHE

La crescita del movimento: siamo il 99%!


Indignati Usa
La crescita del movimento:
siamo il 99%!
 
di Adriano Lotito (*)
 

Sono passati più di due mesi dalla nascita (il 17 settembre scorso) del movimento Occupy Wall Street, nel cuore del capitalismo mondiale. Un movimento che nel giro di poche settimane è arrivato a estendersi su tutto il territorio nordamericano, dall’Atlantico al Pacifico, da New York a Los Angeles, nonostante la repressione sempre più feroce della polizia di Obama e le mistificazioni dei mass media. Dopo aver analizzato le ragioni e le dinamiche della protesta nell’articolo uscito sul nostro sito qualche settimana fa, adesso vediamo di descrivere gli ultimi sviluppi di un fenomeno che sta facendo tremare la grande borghesia americana.
 
17 novembre: Day of Action! Nel mese di novembre il movimento degli indignati made in Usa oltre a espandersi in tutti gli altri Stati della federazione ha alzato il fronte di lotta uscendo dalla iniziale timidezza e mirando all’occupazione di sempre più importanti punti strategici e animando un dibattito politico e culturale molto vivace. Nello stesso tempo però anche la risposta delle forze repressive si è fatta più seria e aggressiva e il 15 novembre il sindaco di New York, Bloomberg, ha deciso di passare alla "tolleranza zero" nei confronti dei giovani studenti e lavoratori che hanno bloccato Zuccotti Park, la piazza situata nei pressi della famigerata Borsa di Wall Street.
Dopo duri scontri i manifestanti sono stati costretti dalla brutalità delle cariche ad abbandonare una prima volta la piazzetta. Due giorni dopo, il 17 novembre, cadeva la giornata internazionale di mobilitazione studentesca nonché secondo "mesiversario" dalla prima occupazione di indignati in terra americana. Il Day of Action, come è stato denominato dal movimento di Occupy Wall Street, vede decine di manifestazioni in tutte le maggiori città degli States, decine di migliaia di manifestanti, tra disoccupati, lavoratori e studenti, che affermano la loro netta contrarietà al piano di salvataggio per le banche varato dal presidente Obama (fino a poco tempo fa leader elogiato anche da tutta la sinistra italiana, con poche eccezioni). Nella sola New York sono trentamila i manifestanti. Nello stesso giorno sono centinaia i giovani fermati e schedati dalla polizia (duecento solo nella Grande Mela). Mentre accade tutto questo le nostre televisioni mandano in onda il “commovente” discorso che Roberto Saviano rivolge ai manifestanti...
 
Il capitalismo americano è in crisi…di panico!Il culmine della violenza e della brutalità si è avuto però nella inaudita repressione di Seattle, dove la polizia ha fatto largo uso di manganellate e spray urticante contro un sit-in pacifico di giovani e donne. Le immagini di Dori Rainey, la militante ottantaquattrenne sfregiata in volto dallo spray al peperoncino, hanno fatto il giro di tutto il mondo. E’ di qualche ora invece la notizia che il sindaco di Los Angeles, Antonio Villaraigosa, ha dichiarato scaduto l’ultimatum lanciato qualche giorno fa agli occupanti e si prepara a farli sgomberare con la forza mentre gli elicotteri sorvolano il campo occupato in modo da bloccare ogni tentativo di fuga. La falsa democrazia statunitense svela così il suo volto più militaresco e aggressivo, e scopre anche la sua grande paura, la paura dello spettro di una rivolta o, badate bene, di una rivoluzione. Non si spiegherebbe altrimenti il perché di così tanta violenza contro il movimento, quasi che i potentati americani siano stati colti di sorpresa perché non hanno mai adeguatamente riflettuto sul pericolo che avrebbero corso dopo tanti massacri sociali ai danni dei giovani e dei lavoratori. Qualcosa di inaspettato per loro, di entusiasmante per i lavoratori che lottano in tutto il mondo.
Il terrore in cui sono piombati politici e padroni statunitensi può essere paragonato a quello stesso clima che attraversò gli States all’indomani della rivoluzione d’Ottobre, quando il fantasma del bolscevismo vittorioso in Russia procurò un bel po’ di palpitazioni ai governi che si succedevano alla Casa Bianca. All’epoca si misero i lacci alle organizzazioni comuniste e a qualche intellettuale scomodo, ma adesso la cosa sembra troppo estesa persino per il più grosso apparato di sicurezza del mondo, al centro delle polemiche grazie a tanti coraggiosi blogger che in questo momento stanno denunciando le efferatezze della polizia.
 
Resistere ad oltranza contro il padronato e i suoi sgherri armati!Altro che "non violenza". Non solo l'esperienza storica ma anche la cronaca dimostrano la necessità di organizzare l'autodifesa delle manifestazioni dagli attacchi della polizia e delle altre bande armate del padronato. Gli studenti e i lavoratori che finora si sono dimostrati pacifici ma ugualmente radicali devono organizzarsi per controbattere efficacemente la repressione poliziesca. Difendere le piazze e le strade occupate è una questione fondamentale sia dal punto di vista immediatamente tattico, sia da una prospettiva politica di radicamento e rafforzamento organizzativo del movimento. Tanto più che in diverse città si passa dall'occupazione delle piazze cittadine all'organizzazione di scioperi di massa. Di grandissima importanza in questo senso l'esperienza di Oakland.
Non solo negli Usa, ma anche in Europa e in Italia, dobbiamo prendere esempio dal coraggio delle masse del Nord Africa e del Medio Oriente che, sacrificando pure le loro vite, si stanno battendo frontalmente contro eserciti e carrarmati. Eserciti, carrarmati e governi borghesi non potranno resistere a lungo di fronte alle masse se le masse sapranno organizzarsi. Siamo il 99%!
 
(*) responsabile nazionale Giovani di Alternativa Comunista

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