martedì 13 marzo 2012

Cremaschi: Mobilitiamoci ora



[redazione del sito www.rete28aprile.it]
 
 
 
Mobilitiamoci ora
di Giorgio Cremaschi

Il governo si appresta, come ha dichiarato Susanna Camusso, a portare alle assise padronali e finanziarie delle prossime settimane lo scalpo dell’articolo 18. Sulla cassa integrazione e sulla mobilità, per dirla con le parole di Bonanni, il governo prepara un’ecatombe sociale.

Queste definizioni corrispondono alla gravità delle misure che il governo sta preparando e che vuole portare a conclusione entro la fine della prossima settimana per poter presentare i suoi successi al convegno di Cernobbio.
La cassa integrazione per crisi e la mobilità vengono abolite e l’indennità di disoccupazione è sostituita da un’assicurazione, come i fondi pensionistici e sanitari, che servirà più a fare affari che a dare diritti. E che, soprattutto, non verrà in ogni caso data ai lavoratori precari, intermittenti, senza un minimo di continuità nel posto di lavoro.
I lavoratori precari non avranno un solo centesimo da questa controriforma, mentre tutti gli altri perderanno reddito e diritti. Un’operazione di tagli sociali brutali viene presentata come la riforma degli ammortizzatori sociali. Così come la controriforma delle pensioni, che ha dotato l’Italia del sistema pensionistico più feroce ed iniquo d’Europa, è stata presentata come una misura progressiva e a favore dei giovani e delle donne, che in realtà ne sono stati penalizzati di più.
Tutto questo avviene nel silenzio compiacente di un’opinione pubblica istituzionale e di un parlamento che hanno delegato tutte le loro scelte al governo tecnico delle banche. Tutto questo avviene con la remissività e la passività delle grandi organizzazioni sindacali confederali che si preparano a subire un’altra e ancor più drammatica sconfitta dopo quella delle pensioni.
La cancellazione dell’articolo 18 sarebbe una macchia indelebile per la nostra democrazia. Ciò che non è riuscito a Berlusconi può riuscire a Monti, per la complicità delle principali organizzazioni del centrosinistra, che stanno rinunciando alla loro funzione democratica.
In questo incredibile pastrocchio affondano assieme gli ultimi diritti del lavoro e la democrazia costituzionale. Per questo dobbiamo fare una sola cosa: mobilitarci. Con le forze che abbiamo, negli appuntamenti che vengono definiti, con chi ci sta. Ignorando chi ha deciso di aspettare non si sa quando, non si sa che cosa.
Mobilitiamoci ora con le forze che abbiamo, facciamo sentire al governo Monti che non siamo d’accordo con la sua controriforma del mercato del lavoro, che porta a termine i disastri dell’era berlusconiana.

13 marzo 2021


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