giovedì 8 marzo 2012

IL MINISTERO DELL’AMBIENTE CONTESTA I SINDACI


IL MINISTERO DELL’AMBIENTE  CONTESTA  I SINDACI
MA LE TARIFFE DELL’ACQUA  2012 AUMENTANO LO STESSO
Il Ministero dell’Ambiente, cui in mancanza di un’apposita autorità  di controllo compete la verifica della correttezza del piano 2010-2021 relativo alla gestione del servizio idrico approvato dai sindaci dei comuni delle province di  Firenze, Prato e Pistoia, il 20 gennaio con una lunga relazione ha chiesto la modifica di ben 15 voci fondamentali del piano che se verranno recepite dall’ATO dovrebbero dar luogo ad un diverso calcolo tariffario con una diminuzione della tariffa stessa..
Tra i rilievi più gravi l’aver calcolato i costi degli interventi da realizzare in base ad informazioni incerteprovenienti da stime del gestore. I sindaci – dice in sostanza il ministero – potevano approvare una diminuzione dei costi operativi per evitare di far pagare in tariffa interventi che non hanno certezza di realizzazione come già accaduto ad esempio nel triennio 2007-2009 quando non sono stati effettuati investimenti – già pagati dagli utenti in bolletta – per 11 milioni di euro l’anno su un totale di 85 milioni, ossia ben il 13% del totale. Viene inoltre criticata la motivazione addotta dall’ATO che a giustificazione del  piano gonfiato dichiara che è stato formulato su richiesta “dei consulenti  dalle banche che dovrebbero erogare a Publiacqua il finanziamento strutturato”.  
Addirittura viene contestata la legittimità della procedura adottata dall’ATO per l’approvazione del piano: infatti nel dicembre 2010 l’Assemblea dei sindaci ha approvato solo una previsione tariffaria (cioè quanto gli utenti pagheranno  in 10 anni), mentre è stato il Consiglio di Amministrazione successivamente a predisporre e approvare il piano. In realtà, rileva il Ministero, l’Assemblea avrebbe dovuto approvare il piano e la conseguente revisione delle tariffe.
Dunque non eravamo lontani dalla verità quando abbiamo dichiarato che i sindaci non conoscono il contenuto dei piani: prova evidente è la vicenda dei fontanelli inclusi nei piani operativi, sottolineata  anche dal Ministero. L’ATO sostiene che la richiesta di inserimento proviene dai sindaci ma noi siamo convinti che i sindaci del Mugello e della Val di Sieve, se si fosse mai aperta una discussione nell’assemblea dell’ATO,  si sarebbero dichiarati contrari all’inclusione perché nel loro territorio i fontanelli sono già stati pagati e vengono mantenuti direttamente dall’unione dei Comuni e dai cittadini.
Nonostante le prescrizioni del Ministero ed in totale spregio dei risultati dei referendum sull’acqua (in tariffa stiamo pagando ancora il famoso 7% di interessi pagati “a babbo morto” a Publiacqua e “cancellati” dal referendum)  nel frattempo sono entrate in vigore le tariffe 2012.
Come sempre abbiamo rifatto i conti  sulle diverse fasce di consumi (contabilizzando anche l’IVA al 10%): gli aumenti sono impressionanti tenuto conto della capacità degli stipendi di far fronte ai notevoli aumenti di prezzi, tariffe e tasse previste per il 2012.
Per fare qualche esempio, con un consumo annuo di 60 mc (una persona) l’aumento annuo in bolletta sarà dell’8,1 % e la bolletta passerà da 112,97  a 122,12 euro. Con un consumo di 120 mc l’aumento sarà del 7,3% e la bolletta passerà da 250,91 a 269,3 euro.Con un consumo di 200 mc  l’aumento sarà del 7,5% passando da 503,03 a 540,87 euro. Per le famiglie numerose (5-6 persone) che consumano ad esempio 250 mc l’aumento sarà del 7,5 % e la bolletta passerà da 751,63 a 808,17 euro. 
Come capita ormai da diversi anni è diventata consuetudine per l’ATO prevedere anche l’aumento della “quota fissa” che passa da 26,50 a  28,22 euro. Poichè questa voce grava su chiunque abbia un contatore, anche con consumi uguali a zero, è evidente che i più penalizzati risultano le persone sole, magari anziane, ed in genere tutti coloro che cercano di risparmiare il più possibile i consumi di acqua.
In conclusione chiediamo ancora una volta ai sindaci del nostro territorio di svegliarsi, di andarsi a leggere la relazione del Ministero, di far rispettare l’esito dei referendum e fare finalmente qualcosa per cambiare questa situazione.
E chiediamo alla Regione Toscana, attuale responsabile del controllo  e dell’approvazione dei piani di gestione idrica – dopo il commissariamento degli ato entrato in funzione il 1 gennaio 2012 – di modificare il piano 2010-2021 accogliendo le richieste del Ministero dell’Ambiente evitando il ricorso al TAR.  
 

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