domenica 11 marzo 2012

“Il nuovo anno scolastico previsioni da allarme rosso”



Il nuovo anno scolastico previsioni da allarme rosso”
Allarme rosso per la scuola toscana. Lo lancia la FlcCgil regionale (è alla vigilia del rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie nelle 524 scuole della regione), convinta che, dopo la durissima stagione dei governi Berlusconi, nemmeno il governo Monti lasci ben sperare per l’istruzione: «Il governo sta assistendo immobile alla scomparsa della scuola pubblica» accusa il segretario regionale della categoria Alessandro Rapezzi, mentre «continuano gli effetti dei provvedimenti dei governi precedenti».


di MARIA CRISTINA CARRATU'

Lo scenario, per la Cgil, è presto delineato: «Dal prossimo settembre rischiamo di avere una scuola con classi sempre più numerose, con meno professori e meno custodi del dovuto, e cioè di minor qualità, meno sorvegliate e meno pulite». Secondo il sindacato «occorre al più presto fissare delle priorità, stabilizzare tutti i posti occupati da precari e adeguare finalmente l’organico alla necessità
quotidiana della scuola».

I posti
In
base alle preiscrizioni appena concluse, l’anno scolastico 201213 partirà con circa 4.000 studenti in più nelle scuole toscane, e secondo il Piano di dimensionamento della rete scolastica e dell’offerta formativa, appena approvato dalla Regione, servirebbero, dice la Cgil, «600 docenti in più, di cui per ora non c’è traccia». Le richieste, infatti, dice il Piano, costringono, se accolte, a formare 148,5 classi in più di scuola d’infanzia, 35 di elementare e 32 di media inferiore (per le superiori bisogna ancora capire come si sono distribuite le iscrizioni in una miriade di indirizzi). Un paradosso: il decreto dello scorso agosto assegnava alla Toscana 2.400 nuovi posti di ruolo a docenti e 2.000 a personale Ata (oggi coperti da precari) sulla base di concorsi vecchi anche di 13 anni, ma 193 posti da docente e 45 Ata non si riesce ad assegnarli: gli interessanti hanno ormai altre occupazioni, o sono irrintracciabili.

Il tempo pieno
A r
ischio, come sempre, anche il tempo pieno. Per il 201213 sono ben 175 le classi di scuola elementare (dove il problema è più sentito, perché in quelle d’infanzia le 40 ore sono di solito garantite) che hanno chiesto di poter passare dalle 27 o 30 ore, alle 40 del tempo pieno, a cui andranno aggiunte le eventuali richieste provenienti dalle 35 nuove classi da aggiungere in base alle nuove iscrizioni. Una situazione «esplosiva», secondo la Cgil. Le scuole, infatti, non potendo soddisfare tutte le richieste, dovranno fare scelte con criteri decisi in autonomia, ma che offriranno il fianco a contenziosi: «Che cosa meriterà di essere considerato più importante? Essere disoccupato, o single con figlio a carico? Con reddito basso o con casa vicino alla scuola? E’ evidente» prevede la Cgil «che per quanto oggettivi possano essere i criteri, ogni famiglia esclusa avrà l’impressione di aver subito un’ingiustizia».

I supplenti
Men
o fondi alle scuole (sono fermi al 2007, dice la Cgil), vuol dire meno soldi in cassa per far fronte alle supplenze temporanee. Col risultato che, quando si può, ai supplenti si cercherà di non fare ricorso, ovviamente a scapito della qualità della didattica. Gli alunni verranno sempre più distribuiti in altre classi, con disagio sia loro che degli alunni e dei prof «ospitanti». Non basta: sarà inevitabile anche la riduzione dei docenti assegnati alle attività dei Piani di offerta formativa, e dei supplenti del sostegno. Secondo il sindacato, «i dirigenti scolastici che decideranno di nominare lo stesso dei supplenti si esporranno perciò, come già fino ad oggi, al rischio di ingiunzioni», nel caso in cui, per colpa dei proverbiali ritardi del ministero nel coprire (comunque a consuntivo) le spese sostenute dalle scuole, non fossero in grado di corrispondere i pagamenti in tempi ragionevoli.

Pulizia e custodi
Da
settembre, dice la Cgil, le scuole saranno sempre meno pulite e meno sorvegliate. Il personale Ata (custodi e bidelli, ma anche amministrativi), già sotto di 100 di posti l’anno scorso, con i nuovi iscritti lo saranno di altri 100. E siccome dai 1.300 alunni in su gli Ata restano gli stessi, causa accorpamenti delle scuole previsti dalla Regione verranno sforbiciati altri posti. A rischio anche i servizi di pulizia e sorveglianza ad appalto esterno (400 addetti nella provincia), già decurtati del 31% ma reintegrati finora con la cassa integrazione in deroga. Gli appalti però sono da poco scaduti, «e nel nuovo anno non ci sarà più questa possibilità». I bidelli in servizio, insomma, già carichi di straordinari, dovranno accollarsene ancora di più. Mentre in molte scuole si ricorre già al buon cuore delle famiglie per la fornitura di detersivi e addirittura qualche pulizia.

Le superiori
Sem
pre più grave il frazionamento degli indirizzi di studio delle scuole superiori. «La riforma Gelmini» dice la Cgil «avrebbe dovuto snellire e razionalizzare, ma in pratica, e comprensibilmente, ogni territorio cerca di dotarsi del massimo dell’offerta possibile. Col risultato, però, che spesso indirizzi doppione vengono replicati in scuole poco distanti fra loro e altri, invece, mancando risorse e docenti sufficienti a coprire le necessità, depennati». Il che, in tempi di finanze depresse, non è certo il modo migliore per utilizzare i pochi soldi disponibili. Secondo la Cgil, insomma, «serve un maggior coordinamento fra le Province, cui oggi spetta la decisione sugli indirizzi, e soprattutto una più vincolante programmazione da parte della Regione: non è pensabile che un segmento scolastico così importante, anche per il futuro ingresso nel mondo del lavoro, sia lasciato al caso».


(La Repubblica, 03 marzo 2012)



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