martedì 27 marzo 2012

Vicenda inceneritore di Selvapiana. Sgherri :”Errore lampante in un Piano pieno di errori!"


CONSIGLIO REGIONALE DELLA TOSCANA
GRUPPO CONSILIARE “FEDERAZIONE DELLA SINISTRA – VERDI”

Vicenda inceneritore di Selvapiana.  Sgherri :”Errore lampante in un Piano – quello interprovinciale dei rifiuti Ato Centro  – dove errori sono tanti e di fondo, che sarebbe quindi da modificare profondamente”


Firenze, 27 marzo. Il caso dell’inceneritore di Selvapiana, previsto in area ad elevato rischio idraulico e configgente per questo con le normative regionali, è l’esempio lampante di errore in un Piano dove errori e approssimazioni sono tali e tante che chiederebbero una sua profonda e radicale revisione. Il Piano interprovinciale dei rifiuti dell’Ato centro – di questo parlo- ,  attualmente adottato ed in attesa delle osservazioni, può ancora essere rivisto e possono ancora essere profondamente corrette tutta una serie di scelte che altrimenti consegnerebbero l’Ato centro a costi elevatissimi per il conferimento dei rifiuti.
Si tratta di correggere previsioni di aumento dei rifiuti (dal 2007) contraddette negli anni, di aggredire un maniera significativa il fatto che la produzione procapite di rifiuti in Toscana e nell’Ato in questione è tra le più alte d’Italia e questo determina un costo elevatissimo per i cittadini, mentre il 65% di raccolta differenziata non è stato raggiunto e nel Piano non sono previste scelte convincenti per raggiungerla nel futuro; inoltre sono del tutto approssimative le tabelle mercelologiche e dunque la composizione media dei  rifiuti prodotti nell’Ato è del tutto inaffidabile, avendo come conseguenza che viene del tutto sottostimata la presenza dei rifiuti organici -  quelli facilmente smaltibili in compost - che abbatterebbero immediatamente la produzione complessiva dei rifiuti. Il risultato è che c’è nel Piano un assoluto sovradimensionamento dei rifiuti prodotti e quindi delle necessità impiantistiche finali in particolare di inceneritori. Lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati viene infatti quantificato in 540 mila tonnellate annue circa,  di cui il Piano fissa in 365 mila tonnellate/anno la capacità complessiva del trattamento termico (inceneritori), quando con il solo raggiungimento del 65% di raccolta differenziata – e contestualmente la diminuzione di produzione procapite - il quantitativo di rifiuti indifferenziati da smaltire si ridurrebbe a poco più di 270.000  tonnellate/anno, che si ridurrebbero a 165.000 dopo un pre-trattamento meccanico che ne selezionasse il 40% (con l’utilizzo dei cosiddetti “impianti a freddo”). Questo ci dice che le previsioni impiantistiche sarebbero sovradimensionate di circa la metà rispetto al fabbisogno di smaltimento dei rifiuti se accompagnato da semplici e concreti aggiustamenti del Piano. Aggiustamenti necessari, in un piano che invece proprio nell’aspetto impiantistico sovrastimato insiste nel prevedere – fra gli altri – impianti con localizzazioni sbagliate – Selvapiana-, impianti in aree già fortemente inquinate – come la Piana Fiorentina – o potenziamenti di impianti già più volte fermati in passato per sforamenti di inquinanti da essi provenienti (fra tutti la diossina) come è il caso di Montale. Un piano quindi da modificare profondamente.

La capogruppo
Monica Sgherri

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