martedì 28 agosto 2012

LUCCA E LA QUESTIONE BIOMASSE



LA QUESTIONE
 BIOMASSE
Rispetto al problema degli impianti termoelettrici a biomasse sono estremamente preoccupanti le scelte politiche nazionali ed è molto grave la situazione provinciale. Sotto spinte politiche e imprenditoriali prive di ogni scrupolo e trasparenza, gli impianti a biomasse ormai spuntano ovunque, di ogni natura e taglia, spesso anche inefficienti sotto il profilo energetico (vedi Alce). L’assenza di un complessivo e chiaro Piano Energetico territoriale e sovraterritoriale e la sostanziale incapacità politica di governare con conoscenza, coscienza e indipendenza la questione energetica stanno esponendo il territorio e la popolazione a gravi rischi ambientali e sanitari. L’amministrazione provinciale, i maggiori partiti, i sindacati e perfino alcuni sindaci inadeguati sostengono business dannosi per l’ambiente e la salute. I cittadini devono difendersi in Tribunale dai loro stessi rappresentanti politici (vedi Gallicano) e questo è intollerabile e devastante anche sotto il profilo sociale.
Dopo l’inqualificabile avallo dato dalla politica locale ai progetti a biomasse dell’Alce e della Feu de Bois (quest’ultimo fortunatamente già bocciato dal TAR e dal Consiglio di Stato) e dopo l’amara sorpresa degli impianti a olio vegetale di San Marco e San Pietro a Vico, ecco adesso materializzarsi la conversione a combustione di biomasse degli ex inceneritori di Castelnuovo e di Falascaia.
I massimi ricercatori a livello mondiale sono oggi molto critici al proliferare della combustione di biomasse solide e liquide, ma la politica pare avere altre priorità rispetto al bene comune e alla difesa della salute. Per il summit dei G8 di Camp David (Maryland) del 18 e 19 maggio 2012, le Accademie delle Scienze dei paesi dei G8 (per l’Italia l’Accademia Nazionale dei Lincei) assieme alle Accademie delle Scienze di sette paesi emergenti (Cina, India, Brasile, Messico, Sud Africa, Indonesia e Marocco) hanno inviato ai leader mondiali dei G8 un report, pubblicato dall'Accademia Nazionale Tedesca delle Scienze Leopoldina, contenente una serie di raccomandazioni sui problemi globali più cruciali che devono urgentemente essere affrontati per lo sviluppo sostenibile del nostro pianeta. Se condo i 20 accademici che hanno contribuito al report, il ricorso alla combustione delle biomasse deve essere limitato in generale, poiché tale combustione non riduce i gas serra ma anzi in molti casi contribuisce pericolosamente al loro aumento. http://www.leopoldina.org/de/politik/empfehlungen-und-stellungnahmen/g8-statements.html
Una severa critica all’energia da biomasse  era già stato espressa precedentemente anche da Leonardo Maugeri, tra i massimi esperti mondiali di energia, ex manager dell'Eni, attualmente docente di economia e geopolitica dell’energia all’Università di Harvard. Nel suo libro “Con tutta l’energia possibile” Maugeri afferma: “In sé l’espressione biomasse ingenera molta confusione, dal momento che il prefisso “bio” sembra associarla all’idea di un’energia “pulita”. In realtà, gran parte dell’energia che si produce da biomasse è sporca, inquinante e dannosa…Un consumo su vasta scala di biomasse, a partire dal legno, avrebbe conseguenze devastanti per l’ambiente e i territori in cui viviamo.” books.google.com/books?isbn=887339499X
Quella delle biomasse è quindi una vera e propria TRUFFA ECOLOGICA. Ma, oltre a non avere nulla di ecologico, la questione rappresenta anche una TRUFFA ECONOMICA ai danni dei contribuenti. Ora spiego perché.
Le normative vigenti considerano gli impianti a biomassa come impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e pertanto tali impianti accedono a lauti incentivi economici. Adesso però, in base al DM del 6 luglio 2012, saranno incentivati economicamente, con soldi pubblici, anche gli “impianti a biomasse” alimentati con  “rifiuti per i quali la frazione biodegradabile  e'  determinata forfettariamente con le modalita' di cui all'Allegato 2” e “ rifiuti non provenienti da raccolta differenziata diversi dalla lettera c” (art. 8 comma 4 lettere c – d).Il decreto prevede addirittura incentivazioni particolarmente alte proprio per gli impianti che utilizzano rifiuti. Il tutto in perfetta linea di continuità con i contributi già previsti nel 2007 dall’allora ministro Bersani(governo Prodi).http://www.gazzettaufficiale.it/guridb/dispatcher?service=1&datagu=2012-07-10&task=dettaglio&numgu=159&redaz=12A07628&tmstp=1345477060394
Questo significa che ci possono essere centrali a biomasse che ricevono lauti incentivi bruciando ad esempio legna vergine per il 51% e per il resto rifiuti indifferenziati. Nella tabella 6.A del Decreto Ministeriale vengono elencati i rifiuti “a valle della raccolta differenziata per i quali è ammesso il calcolo forfettario dell’energia imputabile alla biomassa”, cioè rifiuti il cui incenerimento negli impianti viene premiato con contributi economici. Fra i rifiuti combustibili negli impianti a biomasse troviamo: rifiuti plastici, cuoio conciato (scarti, cascami, ritagli, polveri di lucidatura contenenti cromo), rifiuti da materiali compositi (fibre impregnate, elastomeri, plastomeri), pitture e vernici di scarto, pneumatici fuori uso,  plastica e gomma, scarti della separazione meccanica nella produzione di polpa da rifiuti di carta e cartone, fanghi di scarto… un elenco lunghissimo c he comprende anche rifiuti sanitari e veterinari a rischio infettivoe rifiuti misti (cioè praticamente di tutto).
Nel decreto ministeriale la volontà politica è chiaramente espressa nella premessa “in molti paesi d’Europa, anche a causa della crisi finanziaria, è in corso un ripensamento delle politiche nazionali sulle fonti rinnovabili – in qualche caso in maniera drastica, come avvenuto in Spagna e in Portogallo, ove sono stati sospesi a tempo indeterminato tutti gli incentivi per i nuovi impianti. In questo contesto, l’Italia intende continuare lo sviluppo delle energie rinnovabili, ma con un approccio più efficiente.” Evidentemente l’efficienza, per il governo Monti, sta nell’ incenerire rifiuti di ogni genere nelle cosiddette centrali a biomasse e nel premiare con i soldi pubblici chi inquina l’ambiente e danneggia la salute dei cittadini.
POSSIBILE CHE DI FRONTE A TANTA INSIPIENZA  E SFRONTATAGGINE NESSUNO NELLE ISTITUZIONI   FACCIA  SENTIRE  CONCRETAMENTE  IL SUO DISSENSO?
Su questo tema è indispensabile e urgente aprire un dibattito fra tutti coloro che hanno a cuore ambiente, salute e legalità.
Donatella Zanotti (Comitato Ambiente e Salute di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca)

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