giovedì 24 gennaio 2013

Dichiarazione di Gallori Ezio, ex sindacalista e macchinista FS sul licenziamento di Riccardo Antonini


Dichiarazione di Gallori Ezio, ex sindacalista e macchinista FS sul licenziamento di Riccardo Antonini

Nel dare la mia totale solidarietà al ferroviere Riccardo Antonini faccio questa dichiarazione su Mauro Moretti.

Ho conosciuto Mauro Moretti, segretario nazionale dello SFI-CGIL. Era allora “il compagno” Moretti. Dopo ho assistito alla sua brillante carriera nel campo dei Manager (padroni).
Ora è divenuto uno dei più duri di loro e mi pare usi la sua vanità, e anche l’arroganza dei forti, per licenziare lavoratori che certo non rubano, ma cercano di difendere i loro diritti.
Così è stato per Dante De Angelis e così pare sia per Riccardo Antonini, quando non ha accettato neppure la mediazione di un giudice del lavoro super partes. Forse pensa che la riassunzione di Antonini metta in discussione la sua immagine di uomo forte?
Per fortuna ci sono ancora ferrovieri (e compagni) con la schiena dritta, che credono nella giustizia e nei diritti.
Vorrei ricordare a Moretti che ai miei tempi quando un ferroviere causava un danno alle ferrovie lo doveva ripagare. Se i danni di centinaia e centinaia di euro risarciti ai licenziati e poi riassunti pesassero sul suo personale portafoglio andrebbe più cauto.
Anche perché queste spese gravano su tutti i contribuenti.
Per questo presenterò un esposto alla Corte dei Conti.
 
Gallori Ezio 


Perché non ho mollato …

Oggi era in programma l’udienza per la firma del “Verbale di Conciliazione Giudiziale” sulla mia reintegrazione. L’Ad delle ferrovie Moretti ha firmato, il sottoscritto No perché si tratta di un verbale che mette in discussione la dignità e la coscienza del sottoscritto. Se e quando rientrerò in ferrovia, questo sarà in piedi e a testa alta, non in ginocchio e con il cappello in mano, come vorrebbe il sig. Moretti.
Questa mattina ho assunto responsabilmente e coerentemente la difficile decisione di non sottoscrivere quel verbale per salvaguardare la mia dignità. Non era possibile sottoscrivere un documento che nega la verità, non era possibile sottostare a questo ricatto. Non si può, sempre e comunque, barattare la dignità. La strage di Viareggio non si compra, non si baratta, non si svende.
Il sig. Moretti pensava di incassare un “risultato” da spendere contro i lavoratori impegnati su sicurezza e salute e contro i familiari dell’immane tragedia di Viareggio oltre a farne una inutile e falsa strumentalizzazione politica. Forse non ha ancora capito che ‘Viareggio’ non sta sul mercato e non è disponibile a subire alcun tipo di ricatto o di compravendita.
In questi mesi ho mostrato profondo senso di responsabilità accettando la proposta di conciliazione del giudice del 5 luglio 2011 (respinta dalle ferrovie) ed ancora con la proposta di conciliazione presentata questa mattina nella quale non pretendo dal sig. Moretti di riconoscere l’opera di denigrazione, di ricatto, di minaccia, di provocazione attuata nei miei confronti da quando sono impegnato in questa battaglia per sicurezza, verità e giustizia.
La forza per proseguire questa lotta la ricevo da numerosi familiari presenti anche al presidio di martedì 22 gennaio a Lucca.
Saputo di quanto accaduto questa mattina, un familiare a me molto caro mi ha inviato questo sms: “Ciao Riccardo, hai scelto la strada più difficile per te e per la tua famiglia, ma hai anche scelto l’unica che può cambiare questo sistema. Ti ringrazio a nome mio e della mia famiglia. Un abbraccio”.
       
24 gennaio 2013                                                             
Riccardo Antonini
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