COMUNICATO STAMPA
Le due giornate di sciopero nella CTT di Pisa e provincia,
alla seconda delle quali s’è aggiunto lo sciopero nel livornese, sono servite
agli autoferrotranvieri per mettere in campo un’espressione di unità e
determinazione che non erano affatto scontate, anche in considerazione del
fatto che la legge che disciplina gli scioperi nel trasporto pubblico è stata
concepita per sanzionare con multe pesantissime i lavoratori e così permettere
alla aziende di fargli ingoiare di tutto di più.
La radicalità e la combattività delle due giornate
rappresentano la vera conquista di questa lotta, che gli autisti del servizio
pubblico non hanno condotto a testa bassa, come da più parti si vuole far
credere, ma con la consapevolezza che la decisione spietata e irresponsabile
della CTT (contro le loro condizioni di lavoro e salariali e contro lo stesso
servizio pubblico e, quindi, contro il diritto della cittadinanza al trasporto
collettivo) non si può battere coi giochini che da marzo hanno caratterizzato la
prassi dei sindacati ufficiali, ma col conflitto vero e, se necessario, a
oltranza, fuori dagli schemi imposti da una legge-capestro.
Il risultato immediato della lotta consiste nel fatto: 1)
che la CTT ha dovuto fare marcia indietro rispetto alla disdetta unilaterale
degli accordi integrativi, che aveva aggravato di brutto la prestazione
lavorativa e taglieggiato, già da ottobre, di 250-300 euro la busta paga; 2)
che, a partire dal 9 dicembre, riprenderà il balletto degli incontri tra
sindacati ufficiali e azienda (un “déjà vu”, che dura dai primi mesi del 2013)
per arrivare, entro il 31 gennaio, a un accordo, dentro il quale la CTT (si può
esserne certi) intende infilare pretese inaccettabili per i lavoratori; 3) che,
in mancanza di accordo, i “top-managers” del trasporto riprenderanno, entro i
30 giorni successivi, la strada della disdetta.
Punto e a capo. Non solo per l’azienda, ma anche per i
lavoratori, che dovranno pensare a riprendere la strada degli scioperi, a cui
sarà bene che comincino a organizzarsi già da ora, valorizzando in pieno la
loro assemblea settimanale autonoma entrata in scena da parecchie settimane.
È questo lo strumento fondamentale per darsi una
indipendenza di decisioni sugli obiettivi, sulle forme di lotta e sul
coinvolgimento solidale della cittadinanza, sottraendosi in questo modo al
giogo oppressivo delle centrali sindacali, che anche venerdì sera, all’uscita
dall’incontro di trattativa in Prefettura (da dove avevano cacciato due autisti
Cobas), hanno dato prova di grande capacità quanto a calpestare la democrazia,
al punto di non mettere in discussione l’accordo raggiunto tra gli
autoferrotranvieri presenti, ma di affidarne la presentazione trionfalistica al
piccolo demagogo di turno.
Per la ripresa della lotta i Cobas non faranno mancare la
loro collaborazione.
(7 dicembre 2013)
Federico
Giusti, Marcello Pantani
CONFEDERAZIONE
COBAS - PISA
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