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giovedì 5 dicembre 2013
Ferrero alla vigilia del congresso: pronta la lista anti-austerity per le Europee
Ferrero alla vigilia del congresso: pronta la lista anti-austerity per le Europee
di Matteo Pucciarelli - la Repubblica – Si riparte domani da Perugia, nono congresso della sua storia. Il terzo di fila fuori dal Parlamento. Con Paolo Ferrero sempre in pista.
Segretario ma allora Rifondazione esiste ancora?
«Trentamila iscritti, mille congressi di circolo, 120 gruppi di acquisto popolari, cellule operaie ancora attive come all’Ilva di Taranto. Ci siamo ancora, una militanza non settaria, con pochi mezzi ma molta passione».
Lei si ricandida di nuovo?
«Da noi il presidenzialismo non c’è, decideranno i delegati. Intanto c’è un documento di maggioranza che dice una cosa chiara però: costruire una sinistra di alternativa dal basso, una testa un voto. E fuori dal centrosinistra».
Quindi con il Pd è una storia definitivamente chiusa?
«Il Pd è un partito di centro, con un premier e un prossimo segretario post-dc. Che si limitano ad amministrare l’esistente. Noi invece, per fare un esempio, proporremo un Piano per il Lavoro da un milione e mezzo di posti di lavoro. Dicono che non è fattibile? Non è vero, un’altra possibilità esiste».
La prospettiva del Prc in vista delle europee qual è?
«Abbiamo un candidato presidente giovane e vincente come Alexis Tsipras, leader di Syriza.Pensiamo a una lista della sinistra anti-austerity, creata dal basso, in modo democratico e unitario».
Sel può rientrare in questo disegno? Superare il 4 per cento non sarà facile nè per voi nè per Vendola.
«Loro vogliono entrare nel Pse, che sostiene le larghe intese un po’ ovunque. A me piacerebbe molto se invece si costruisse insieme una Sinistra Europea più forte. Il disegno di Altiero Spinelli è stato tradito. E occorre disobbedire ai trattati».
Landini e Rodotà, gli organizzatori della manifestazione del 12 ottobre “Costituzione via maestra” rientrano nel vostro progetto?
«Il Prc ha aderito sia a quel corteo che a quello del 19. Democrazia e diritti da una parte, antagonismo sociale dall’altra. Si possono e si devono unificare le lotte».
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