mercoledì 30 aprile 2014

BCinforma - Newsletter del P.C. Internazionalista (Battaglia Comunista)

-------- 2014-05-01 - PRIMO MAGGIO
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BCinforma - Newsletter del P.C. Internazionalista (Battaglia Comunista)

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-------- VOLANTINO PER IL PRIMO MAGGIO 2014
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*Contro sfruttamento, miseria, barbarie, occorrono lotta e partito di classe*

Sono passati sette anni dallo scoppio della bolla dei /subprime/, ma il
sistema capitalistico e` ancora in crisi; per questo, da decenni, il capitale
ha imboccato due vie: l'aggressione permanente alle condizioni di esistenza
della classe lavoratrice e lo sviluppo abnorme della speculazione
finanziaria.

Il microprocessore, la caduta delle barriere politiche che ostacolavano
l'unificazione del mercato mondiale della forza lavoro, la delocalizzazione
hanno rimodellato la precedente composizione di classe. Il lavoro salariato
e` stato messo in concorrenza verso il basso a livello internazionale, ai
metodi di sfruttamento piu` moderni si sono affiancati massicciamente quelli
considerati Ottocenteschi (mai scomparsi, per altro): l'allungamento
dell'orario e della vita lavorativa, l'abbassamento del salario, oltre che
l'aumento dei ritmi e dei carichi di lavoro. Si e` sviluppata, inoltre,
un'area enorme di disoccupazione, che indebolisce oggettivamente le capacita`
di lotta degli occupati. A rendere ancora piu` drammatico il quadro, si
aggiunge la precarieta`, in molti paesi la principale forma di assunzione, in
particolare per i giovani. In questo modo, non solo la spinta
all'abbassamento del salario al di sotto del valore della forza lavoro (non
si arriva a fine mese) riceve un aiuto potente, ma si accentua la
frammentazione della classe e si rafforzano gli strumenti di
intidimidazione-ricatto del padronato.

Tuttavia, alla borghesia la predazione del salario diretto non basta: si
getta sulla rapina del salario indiretto e differito, cioe` dello "stato
sociale", la` dove esiste. Gli "aiuti" del Fondo Monetario Internazionale, i
piani di "aggiustamento" dell'Unione Europea prevedono tagli agli stipendi
degli statali, alla sanita`, alla scuola, alle pensioni, ai servizi sociali
in genere, con ricadute pesanti sulla stragrande maggioranza della
popolazione. In Europa, il proletariato greco - e parte della piccola
borghesia - e` quello che, finora, sta pagando il prezzo piu` alto, ma la
poverta` avanza a passi da gigante dappertutto.

Di fronte a un attacco capitalistico di questa portata, le condizioni per
rispondere si complicano di molto, ma non possono essere prese come scusanti
dai sindacati, ai quali spetta un ruolo di primo piano nella predisposizione
dello scenario delineato. Il sindacalismo "ufficiale" si rende complice del
padronato e dei governi, firmando, sempre, accordi peggiorativi, soffocando
ogni espressione della lotta di classe che minacci di scavalcare le
compatibilita` economiche, confermando di essere la cinghia di trasmissione
degli interessi borghesi dentro la classe lavoratrice. Il sindacalismo
"alternativo" si dimostra impotente a condurre un'azione di contrasto
efficace nei confronti del capitale, rincorrendo un riformismo radicale
incompatibile - dunque illusorio - con la struttura del capitalismo attuale
e, in particolare, con la fase di crisi strutturale.

All'azione paralizzante del sindacalismo - e dei partiti della sinistra
borghese - si aggiunge un altro elemento, che intossica e devia le coscienze
proletarie: il nazionalismo. Privata della speranza in un'alternativa al
capitalismo con il crollo del falso "socialismo reale" (in realta`
capitalismo di stato), la classe operaia non di rado cade nella trappola di
chi vuol far credere che padroni e operai, sfruttatori e sfruttati abbiano
gli stessi interessi, in nome della patria. E' un vecchio trucco, ma che
funziona se e quando il proletariato perde la propria identita`, accetta la
divisione in classi della societa` come una cosa normale e, dunque, non spera
in ne` tanto meno e` disposto a lottare per un mondo diverso, diventando
cosi` massa di manovra e carne da macello degli scontri scatenati dagli
opposti interessi borghesi.

La reazione della nostra classe e` finora molto debole, soprattutto nei paesi
"avanzati"; in quelli "emergenti" si sono avute lotte di massa che hanno
talvolta potuto raggiungere qualche risultato sul piano salariale. E'
l'ennesima dimostrazione che gli spazi per le lotte rivendicative si sono
ristretti fortemente, con l'avanzare della crisi e del parassitismo
finanziario. Questo, pero`, non vuol dire che non abbia senso lottare, al
contrario! Bisogna farlo, per strappare quello che e` possibile strappare,
per cominciare a rispondere, rallentandola, all'aggressione del capitale,
ritessendo l'unita` della classe oltre le divisioni di categoria a partire
si` dal terreno "economico", per portarsi sul piano politico di attacco alla
borghesia. Non e` un passo semplice e in ogni caso impossibile, in mancanza
dello strumento politico della lotta di classe: il partito rivoluzionario.

Tanto nella "metropoli" quanto nei paesi "in via di sviluppo" manca
l'avanguardia politica internazionale e internazionalista che sappia captare
e dirigere l'energia sprigionata dalla classe proletaria all'attacco non di
questo o quell'aspetto dell'oppressione capitalistica, ma dell'intero
sistema.

L'aumento dello sfruttamento, la devastazione ambientale fino alla
compromissione della vita del pianeta, la violenza e la guerra sono quello
che puo` offrirci la borghesia, se il suo modo di produzione non viene
buttato tra i rottami della storia. A noi serve una societa` diversa nella
quale i mezzi di produzione e distribuzione siano socializzati, non gestiti
dai padroni. Una societa` dove la produzione risponda al soddisfacimento dei
bisogni, nel rispetto dell'ecosistema, non alla logica del profitto. Per
arrivare a questo, bisognera` necessariamente passare attraverso il
rovesciamento dello stato capitalista e la presa del potere politico da parte
del proletariato. La Tendenza Comunista Internazionalista, di cui il
PCInternazionalista e` parte, ha questo obiettivo: unisciti a noi!

Stampa e diffondi:
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-------- VOLANTINO PER IL 25 APRILE
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*Contro il fascismo, contro la democrazia borghese. Per il comunismo!*

Il fascismo non e` nato per la volonta` malvagia di un gruppo politico o per
l'avidita` e la follia di un unico personaggio, Mussolini. Il fascismo nasce
in Italia con il sostegno dei padroni, per contrastare la reazione proletaria
alla miseria e allo sfruttamento.

All'inizio degli anni venti i lavoratori, sull'esempio della rivoluzione
d'Ottobre, stavano minacciando le basi del dominio borghese, dando vita ad un
crescente movimento di classe con scioperi, occupazioni delle terre e delle
fabbriche. Il terrore fascista - affiancatosi allo stato - e la politica
addormentatrice del riformismo socialdemocratico (che paralizzo` molte
energie proletarie) stroncarono quella minaccia. La persecuzione dei
comunisti, degli anarchici e di tutti gli oppositori politici (alla borghesia
non serviva piu` il vecchio personale politico liberal-riformista), la
repressione dei movimenti proletari, il mantenimento, anzi, l'accrescimento
di un livello disumano di sfruttamento furono i risultati ottenuti dal
fascismo.

Qual e` stato il risultato della Resistenza? Nel 1943 la guerra ormai era
persa; allo stesso tempo, settori importanti del proletariato italiano
rialzavano la testa: molti soldati disertavano il fronte, scoppiavano
scioperi e manifestazioni operaie contro la guerra e contro le condizioni di
estrema miseria. Un fermento proletario che andava politicamente spinto
contro le fondamenta del sistema, contro i padroni e non semplicemente contro
il fascismo. Il Comitato di Liberazione Nazionale e quindi il PCI hanno
diretto il movimento partigiano senza mai dargli un indirizzo rivoluzionario:
non ne avevano intenzione! Molti partigiani proletari lottarono valorosamente
credendo di liberarsi definitivamente dallo sfruttamento padronale, ma non fu
cosi`: essi furono ingannati dal CLN ed in particolare dal PCI stalinista. Il
reale risultato della "/liberazione/" fu la democrazia borghese e - allo
stesso tempo - l'annullamento di un potenziale rivoluzionario, con tanta
gioia per i padroni. Con la caduta del fascismo la borghesia si e`
semplicemente cambiata d'abito, s'e` messa il vestito buono, quello
"/democratico/". Per i padroni nulla e` cambiato, sfruttatori erano e
sfruttatori sono rimasti, ma soprattutto poco e` cambiato per noi proletari:
sfruttati eravamo e sfruttati lo siamo tuttora.

In questo senso, e` errato quindi per noi fare distinzione - nella sostanza -
tra i partiti istituzionali "/democratici/" e le formazioni neofasciste: e`
fuorviante assegnare alle organizzazioni neofasciste il ruolo di "/pericolo
numero uno/". Oggi non lo e`, perche` alla borghesia, per adesso, non serve
la camicia nera, anche se in tutta Europa, sulla spinta della crisi si
sviluppano movimenti neofascisti e nazisti (vedi Alba dorata in Grecia, lo
Jobbik in Ungheria ecc.), i quali tentano di sfruttare - deviandolo su falsi
obiettivi - il profondo malesser sociale col veleno del nazionalismo e del
razzismo. Il fascismo (vecchio o nuovo) e` un prodotto del capitalismo, e`
uno strumento nelle mani dei padroni cosi` come lo sono la "/democrazia/", i
servili sindacati, i diversi partiti parlamentari. Bisogna lottare contro il
capitalismo e quindi contro tutti i prodotti (politici, burocratici,
ideologici e repressivi) di questo sistema. Il nostro antifascismo e` frutto
del nostro anticapitalismo: solo cosi` ha un senso.

La questione non e` quindi /democrazia/ o /fascismo/, la questione da porre
e`: capitalismo o comunismo. La dimensione della crisi economica con tutte le
conseguenze sulla classe proletaria (intensificazione dello sfruttamento,
precarieta`, poverta` ecc.), sull'ambiente, sull'intera umanita`, mostra
chiaramente la necessita` di una societa` completamente diversa, che produca
per soddisfare i bisogni dell'umanita`, nel rispetto dell'ecosistema, non per
i profitti di una piccola minoranza. Una societa` nella quale i mezzi di
produzione e distribuzione siano socializzati e non gestiti in modo privato
(o nazionalizzato...) da un pugno di borghesi, una societa` dove la
produzione non risponde alla logica del profitto ma sia finalizzata al reale
soddisfacimento dei bisogni. Un cambiamento storico rivoluzionario che non
potra` essere confinato ad un unico paese, ma che dovra` necessariamente
assumere carattere internazionale.

*L'umanita` ha bisogno di uscire dal capitalismo, ha bisogno di una societa`
comunista. Pero` non illudiamoci, questo cambiamento rivoluzionario della
societa` non avverra` recuperando le attuali istituzioni borghesi,* ma potra`
avvenire solo attraverso la presa del potere politico da parte di chi vive
del proprio lavoro e produce la ricchezza di tutti: il proletariato.

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