martedì 22 aprile 2014

"La mia Pasqua di digiuno operaio"

"La mia Pasqua di digiuno operaio"

Parla l'operai della Lucchini di Piombino che ha scelto di proclamare per tre giorni lo sciopero della fame: "Io non faccio festa"
http://firenze.repubblica.it/cronaca/2014/04/22/news/la_mia_pasqua_di_digiuno_operaio-84145434/

Tre giorni senza mangiare. Accampato davanti alla portineria delle acciaierie Lucchini di Piombino dove lui, Paolo Francini, operaio di 54 anni, lavora dal 1980 alla movimentazione dei carri ferroviari, sempre all'aperto col sole e col freddo. "Forse è per questo che non sto soffrendo troppo", racconta, "in fondo sono abituato ai disagi". La notte si copre con un sacco a pelo, di giorno si alimenta solo con acqua e qualche bicchiere di latte, ha iniziato lo sciopero della fame domenica mattina e lo ha portato avanti fino alle 8 di oggi, in tempo per entrare in fabbrica per il suo turno. Ha deciso da solo e ha protestato da solo. La Fiom, da anni impegnata nella trattativa per scongiurare la chiusura della Lucchini, non incoraggia azioni singole. "Massima solidarietà a Paolo da parte nostra, ovviamente", spiega il capo dei metalmeccanici Luciano Gabrielli. "Il fatto è che in questa fase così delicata noi pensiamo che ogni iniziativa risulti più forte se adottata collettivamente. Per esempio domani, 23 aprile, alle 16 abbiamo convocato tutti i sindaci e candidati sindaci della zona, da Gavorrano a Cecina, per chiedere aiuto, collaborazione e interesse su una vertenza che mette in gioco il destino di un intero territorio".


Francini però giura di non essersi sentito abbandonato, anzi. "Parecchi colleghi sono stati con me a digiunare invece di fare il pranzo di Pasqua con le loro famiglie e altri hanno dormito insieme a me qui fuori tutta la notte", giura. "Ieri è venuto il sindaco e ho ricevuto un messaggio di solidarietà da Cremaschi, per me questo è molto importante". Giuliano Parodi, aspirante sindaco di Suvereto, ha raccolto subito l'appello: "Francini sta facendo lo sciopero della fame davanti alla fabbrica ma intorno a lui non ci sono figure istituzionali a sostenerlo", dice. "E' naturale concludere che chi pensa che la crisi Lucchini sia solo un problema di Piombino e dei suoi operai commette un grave errore".

Già due volte negli ultimi tre anni Francini aveva preso l'iniziativa. "Ho smesso di mangiare per cinque giorni ma poi ho dovuto smettere per poter andare al lavoro, mi mancavano le forze, era piena estate. Stavolta ho voluto riprovarci perché proprio non ce la facevo a restare a casa per far finta che fosse una Pasqua qualsiasi, qui non c'è niente di normale, le nostre famiglie e la nostra serenità sono legate alla sopravvivenza delle acciaierie e mi fa disperare l'idea che non siamo riusciti a far diventare la Lucchini un caso nazionale". Francini chiama in causa il governo Renzi: "Siamo gli unici in Italia a produrre le rotaie, un prodotto competitivo, e nessuno sembra accorgersene. Per questo dico che non dobbiamo arrenderci, abbiamo un mese di tempo per giocarci il tutto per tutto, se non lo facessimo dopo ci mangeremmo le mani, è un dovere morale. 

La parola fine non è ancora scritta ma quasi sicuramente l'altoforno oggi o domani cesserà di colare e verrà "caricato in bianco" senza essere spento. La fase dormiente dura un mese e in questo mese bisogna concentrare la più sensazionale delle proteste. Solo così possiamo sperare di avere un futuro, perché gli ammortizzatori sociali non servono a niente se dopo quelli c'è il vuoto, c'è il nulla, c'è la disoccupazione". 

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