giovedì 9 ottobre 2014

Articolo 18, un storia esemplare di giustizia che non arriva. Presidio per Riccardo Antonini. Firenze, 13-10-2014



                                                                     ancora
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Articolo 18, un storia esemplare di giustizia che non arriva.
Presidio per Riccardo Antonini. Firenze, 13-10-2014


Due sentenze che - anche di fronte ad un gravissimo disastro - subordinano
all'impresa la sicurezza ed il diritto di espressione nei luoghi di lavoro


<Allegato di posta elettronica.png>
Lunedì 13 ottobre dalle ore 09.00 alle ore 13.00 presidio a Firenze
di fronte al Palazzo di giustizia, via A. Guidoni 61, ingresso Peretola

 

Riccardo Antonini è un ferroviere di Viareggio, licenziato dalla RFI per aver contribuito
 al processo sulla strage ferroviaria, 
con 32 morti, avvenuta nella sua città il 29 giugno 2009 
Il suo impegno sociale e la sua militanza politica e sindacale, che da decenni pratica con
 coerenza e lealtà, lo hanno portato a promuovere e partecipare a tutte le iniziative - politiche,
giudiziarie e di divulgazione in tema di sicurezza e ricerca della verità -  seguite al
disastro avvenuto nella stazione in cui lavorava,senza lasciarsi intimidire dal fatto che
tra gli imputati figurano i massimi dirigenti della stessa azienda di cui è dipendente

Egli si può, inoltre, definire un superstite poiché lavorava a pochi metri
dal punto in cui quella tragica notte è avvenuta l'esplosione; se fosse
 accaduto di giorno sarebbe stato coinvolto assieme a tutti i colleghi

La sua costante presenza a fianco dei familiari delle vittime e il suo contibuto di idee e di militanza
rappresenta un nobile esempio di solidarietà concreta e partecipazione attiva alla vita democratica 
RFI ha ritenuto che la sua 'consulenza' gratuita offerta durante la fase dell'incidente probatorio si
configurasse come un'attività in contrasto con il 'dovere di fedeltà' all'azienda poiché la
stessa Società e i suoi amministratori - tra cui l'ex ad, Mauro Moretti - sono imputati per i gravi reati
relativi alla strage e quindi 'controparte' delle vittime e dei loro familiari

 Il ricorso contro il suo licenziamento è stato respinto dal giudice  Nannipieri del
Tribunale di Lucca e 
poi dalla Corte d'Appello di Firenze, presieduta dal giudice Bronzini

Bronzini, applicando addirittura l’art. 348 bis c.p.c 
“l’impugnazione è dichiarata inammissibile dal giudice
competente quando non ha una ragionevole probabilità di essere accolta”
 
ha respinto l'istanza di reintegro senza
 una vera sentenza completa di motivazioni giuridiche ma con una scarna ordinanza di due pagine molto discutibili

Due pronunciamenti ingiusti, culturalmente orientati a vantaggio dell'impresa e contro il lavoro, che privilegiano il
 'dovere di fedeltà' rispetto alle libertà civili, al diritto di critica e al rispetto della vita e della salute delle persone
poiché ignorano che tutte le attività di Riccardo, 
conseguenti ad un fatto gravissimo, sono il frutto della sua
generosa disponibilità, 
finalizzate alla tutela dell'interesse collettivo, alla giustizia ed alla sicurezza dei treni, 

Una lettura ''fredda e crudele' del Codice civile che calpesta anche la memoria delle vittime
e chiarisce - se ce ne fosse bisogno - che pure con l'art. 18 le aziende licenziano senza remore
e che la 'giustizia', in questo e in tanti altri casi, ancora non arriva

Continuiamo a sostenere Riccardo e le sue battaglie civili anche criticando aspramente le due
 sentenze che fanno pendere la bilancia della giustizia dalla parte degli imputati e dei potenti

Lunedì 13 ottobre dalle ore 09.00 alle ore 13.00 presidio a Firenze
di fronte al Palazzo di giustizia, via A. Guidoni 61, ingresso Peretola

PER SAPERNE DI PIU'....

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