sabato 14 marzo 2015

SVENTATO GOLPE IN VENEZUELA

Firenze, 25 Febbraio 2015

Comunicato Stampa

SVENTATO GOLPE IN VENEZUELA. L’ARCI ESPRIME SOLIDARIETA’ AL POPOLO VENEZUELANO E AL LEGITTIMO GOVERNO 
Nonostante i media italiani quasi non ne abbiano parlato, un brutale tentativo di golpe è stato sventato in Venezuela negli scorsi giorni. Un golpe che prevedeva, tra l’altro, il bombardamento di Caracas e l’uccisione del legittimo presidente Nicolas Maduro, dal 2013 alla testa di un governo socialista dopo aver vinto le elezioni. Il golpe era stato organizzato dalle forze di opposizione della destra antichavista che da mesi operano azioni violente per destabilizzare il paese. Vi era coinvolto persino il sindaco di Caracas, oscuro personaggio implicato nelle stragi degli studenti del 1989 e nel fallito golpe contro Chavez nel 2002, oltre a un ristretto gruppo di ufficiali. Il piano, chiamato “Operazione Gerico”, comprendeva l’uccisione in carcere di un membro della opposizione di destra, allo scopo di incolparne il governo e creare un pretesto all’azione. Secondo il governo venezuelano, diversi paesi stranieri, tra cui gli Stati Uniti, avrebbero appoggiato attivamente il golpe. Il 12 febbraio un aereo avrebbe dovuto bombardare il canale televisivo Telesur, alcuni ministeri, il palazzo presidenziale e avrebbe dovuto uccidere il presidente Maduro: sarebbe stata messa al suo posto una deputata della destra estrema, che avrebbe immediatamente ottenuto il riconoscimento di alcuni ex presidenti latinoamericani, in mancanza del riconoscimento ufficiale delle nazioni latinoamericane. 

Fortunatamente l’undici febbraio i principali organizzatori del golpe sono stati arrestati. Poco a poco tutti gli altri golpisti sono caduti nella rete della sicurezza venezuelana. Il golpe è stato sventato, e il legittimo governo può continuare il suo percorso più forte di prima. Ma un campanello d’allarme è suonato per il popolo venezuelano e per tutti coloro che hanno a cuore l’autodeterminazione dei popoli.

Il terreno per il golpe è stato preparato accuratamente dalla destra venezuelana, che un anno fa ha iniziato a mettere in atto violente proteste, chiamate “guarimbas”, che hanno causato fino ad oggi 49 morti e centinaia di feriti. Allo stesso tempo i grossi imprenditori legati all’opposizione per mesi hanno attuato una politica di accaparramento dei beni primari, incolpando il governo socialista della loro mancanza, salvo poi rivendere le merci al mercato nero o contrabbandarle. Sono state scoperte molte tonnellate di beni imboscati, nel quadro di una tecnica ben collaudata che mira a far scomparire i prodotti di base per poi incolpare il governo della loro mancanza, una tattica che in Cile spianò la strada al golpe di Pinochet contro Allende. È noto è che gli USA da tempo cercano in ogni modo di far cadere il governo venezuelano, appoggiando la destra locale e cercando di isolare diplomaticamente il paese. Hanno approvato sanzioni contro il Venezuela lo stesso giorno in cui annunciavano al mondo l’inizio di nuove relazioni con Cuba. E va ricordato che Evo Morales, il presidente della Bolivia, ha recentemente affermato che gli Stati Uniti hanno causato artificialmente il crollo del prezzo del greggio per colpire al cuore il Venezuela, la cui economia dipende quasi esclusivamente dal petrolio, nazionalizzato dal governo Chavez ed utilizzato per portare avanti i numerosi programmi sociali in favore delle classi subalterne. 

Quello che non si perdona al Venezuela, come a Cuba, all’Argentina e oramai a tante altre nazioni latinoamericane, è di essersi sottratte ai voleri di Washington, di cercare strade autonome di crescita e sviluppo, e di essere riuscite ad avviare un processo di integrazione latinoamericana che è ormai irreversibile e che va in direzioni diametralmente opposte a quelle storicamente gradite agli Stati Uniti: ad oggi molti dei paesi latinoamericani hanno stabili governi socialisti o progressisti, rifiutano le imposizioni nefaste della Banca Mondiale o del FMI e procedono speditamente su una strada di riforme che va nel senso della ripubblicizzazione dei beni comuni e delle nazionalizzazioni delle risorse locali. Una strada evidentemente incompatibile con l’ottica del colonialismo o del Washington Consensus, ovvero il liberismo.

Per questo l’Arci Toscana intende ribadire la propria amicizia e la propria solidarietà al popolo venezuelano, al presidente Maduro e al legittimo governo. Intende altresì rafforzare un canale informativo diretto con la rappresentanza in Italia delle istituzioni venezuelane per ottenere informazioni in modo costante e approfondito, data anche l’evidente inadeguatezza dell’informazione italiana, e intende adoperarsi per farle conoscere quanto più possibile al proprio corpo associativo.
Si invia alla stampa e al sig. Ambasciatore in Italia il presente comunicato affinchè si verifichino le possibilità di sviluppare nel modo più opportuno  quanto sopra auspicato.

Per ARCI Toscana
Gianluca Mengozzi
Presidente

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