mercoledì 25 marzo 2015

Trasporto sanitario. Sgherri (PRC in Regione): proposta di legge che fa scelta ideologica e penalizza tante associazioni

Comunicato Stampa

Trasporto sanitario. Sgherri (PRC in Regione): proposta di legge che fa scelta ideologica e penalizza tante associazioni di volontariato che coprono la maggior parte del servizio. Voto contrario”.

Firenze, 25 marzo. Proposta di Legge che interviene sul sistema sanitario di emergenza urgenza: “Profondamente sbagliato il merito e il metodo. Si porta di corsa in approvazione questa legge, con un urgenza che non si basa su nessuna oggettiva necessità e si compie una scelta che non tiene per niente conto delle profonde critiche di tante associazioni del settore (determinanti nel garantire l’attività di trasporto sanitario), che hanno già annunciato un ricorso al TAR.
Una legge che seleziona poche “grandi” associazioni di volontariato come unici interlocutori, dandogli un finanziamento del 6%  (circa 5 milioni di euro) di quanto previsto per il sistema di emergenza urgenza  per espletare funzioni tecnico burocratiche, sottraendo risorse che dovrebbero invece devolute direttamente alle piccole e grandi associazioni di volontariato per  poter sostenere i gravosi costi di cui sono caricati negli ultimi anni. Così Monica Sgherri – esponente di Rifondazione Comunista e Capogruppo in Consiglio Regionale. 
Non è in discussione il dover dare – precisa Sgherri – adeguate risorse economiche alle associazioni di volontariato (che svolgono un lavoro prezioso nell’ambito tra l’altro del trasporto sanitario) ma, appunto, riteniamo profondamente sbagliato escludere da queste risorse le tante associazioni che – seppur di dimensioni piccole o medie – rappresentano però il 40 % delle realtà che operano nel settore e il 65% delle attività effettivamente svolte.
Perché proprio a questa esclusione si arrivava nella prima stesura di questa legge, solo in parte corretto nell’ultima, laddove il contributo veniva erogato solamente alle “realtà maggiormente rappresentative”: determinate  non però sulla base – come avrebbe dovuto essere – dell’attività effettivamente svolta ma sulla semplice rappresentatività che esse hanno.
E questo, ripeto, va a colpire tutte quelle associazioni più “piccole” prima ricordate.
Al fondo rimane il dubbio che parte di queste risorse si voglia che venga sottratta alle associazioni per contribuire alle attività effettivamente svolte e essere invece destinata a coprire costi burocratici e generici; quindi in danno delle attività svolte medesime. 
Lo considero – conclude Sgherri-,  sbagliato, ciò va a detrimento di un servizio basilare per il sistema sanitario, e con dietro motivazioni di selezione degli interlocutori che sa di scelta ideologica


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