IL CONSIGLIO COMUNALE di Arezzo
VISTI gli esiti dei Referendum del 13/14 giugno, che hanno sentenziato politicamente ed in modo inequivocabile la volontà della grande maggioranza del popolo italiano di voler affidare la gestione (oltre che la proprietà) dei Servizi Pubblici Locali – in primis del Servizio Idrico Integrato – ad enti totalmente pubblici, senza la partecipazione di società private;
CONSIDERATO CHE:
· il primo effetto dei Referendum consta nell’abolizione dell’art. 23bis del D.L. n. 122/2008 e del suo Regolamento attuativo (DPR 168/2010) creando vuoti normativi che dovranno essere riempiti da una nuova legge, che dovrà evidentemente rispettare il risultato referendario, tendente ad una gestione del tutto pubblica e partecipata del servizio in oggetto;
· la legge di che trattasi dovrà – al fine di uniformarsi allo spirito dei Referendum – trarre linfa vitale dalla proposta di legge di iniziativa popolare presentata in Parlamento nel 2007, della quale fu avviata la discussione il 22.1.2009 ma subito accantonata, recante in epigrafe “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico”, per la quale furono raccolte oltre 400.000 firme;
· un ulteriore effetto si concretizza tramite l’abolizione della norma sulla “adeguata remunerazione” del capitale investito, che dovrebbe comportare l’immediata e sostanzialmente automatica revisione al ribasso delle tariffe praticate dal gestore aretino;
RITENUTO che allo stato – nelle more dei provvedimenti attesi e nei limiti della propria competenza in materia – l’Amministrazione Comunale di Arezzo possa:
1. prendere atto del risultato dei Referendum – favorevole ad una gestione totalmente pubblica del servizio idrico integrato e quindi contrario alla remunerazione del capitale investito tramite il raggiungimento di un profitto su tale bene comune – e di conseguenza avviare gradualmente il processo di verifica per la fuoriuscita dal sistema pubblico/privato Nuove Acque SpA, visto anche l’illegittimo ingresso di ACEA nella compagine privata di Nuove Acque SpA, certificato dagli stessi avvocati di ATO4 illegittimo;
2. dare mandato ad una commissione speciale del consiglio comunale lo studio del processo di ripubblicizzazione del servizio idrico nel nostro territorio nel rispetto dell’esito referendario.
3. ritenere che – nell’eventualità di un esito del suddetto processo favorevole alla ripubblicizzazione del servizio prima della scadenza naturale – la strada migliore per la gestione del servizio in questione sia rappresentata da Consorzi Pubblici o Aziende Speciali, prevedendo al contempo la più larga partecipazione democratica delle cittadine e dei cittadini utenti;
4. chiedere a Nuove Acque SpA – in quanto azionista di peso – la revisione immediata delle tariffe, alla luce dell’abrogazione della norma sulla “adeguata remunerazione” del 7% del capitale investito;
DELIBERA
1. DI AVVIARE con gradualità - conseguentemente - un processo di verifica per la fuoriuscita dal sistema pubblico/privato Nuove Acque, tenuto conto anche dell’ illegittimo ingresso di ACEA nella compagine privata di Nuove Acque SpA, certificato dagli stessi avvocati di ATO4;
2. DI DARE MANDATO – proprio ai sensi e per gli effetti delle novità emerse dalle norme abrogate – ad una Commissione interdisciplinare ad hoc istituita, lo studio del suddetto processo, concertandone la nomina ed invitando a parteciparvi anche esperti di fiducia della totalità dei comuni facenti parte di ATO4, nelle forme ritenute più opportune per efficienza, efficacia ed economicità.
3. DI PROCEDERE alla costituzione di una commissione speciale del consiglio comunale per la rivisitazione del servizio idrico nel nostro territorio in direzione della ripubblicizzazione del servizio e del rispetto dell’esito referendario. Tale commissione, come previsto dall’art. 14 del regolamento del Consiglio Comunale dovrà avere carattere referente, sviluppare indagine conoscitiva con audizione di vari soggetti (ente gestore, organi di controllo, comitato per l’acqua pubblica, esperi in materia, ecc.) con durata massima di tre mesi al fine di relazionare al Consiglio comunale per le specifiche deliberazione conseguenti e le iniziative comuni con altri consigli comunali del territorio.
4. DI RITENERE che – nel caso di un esito del suddetto processo favorevole alla ripubblicizzazione del servizio prima della scadenza naturale – la strada migliore per la gestione del servizio in questione sia rappresentata da Consorzi Pubblici o Aziende Speciali, prevedendo al contempo la più larga partecipazione democratica delle cittadine e dei cittadini utenti.
5. DI CHIEDERE a Nuove Acque SpA – in quanto azionista di peso – la revisione immediata delle tariffe, alla luce dell’abrogazione della norma sulla “adeguata remunerazione” del 7% capitale investito.
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