COMUNICATO STAMPA
Il Comune di Pisa sapeva
fin dall’inizio
Apprendiamo con stupore che il vicesindaco
alla Protezione Civile, Paolo Ghezzi, ha denunciato il fatto che il Comune di
Pisa sia stato escluso dai tavoli tecnici degli enti coinvolti nella
discussione delle strategie da seguire per il recupero dei bidoni tossici e che
si è dovuto, persino, rivolgere al presidente della Regione Toscana, Enrico
Rossi, per avere il sostegno politico alla sua richiesta di partecipazione.
Il vicesindaco Ghezzi utilizza l’escamotage
dell’indignazione per tutelarsi dalla pesante accusa di non avere fatto niente
per allertare in tempo i suoi cittadini. Siamo, infatti, in possesso di
documenti ufficiali che smentiscono quanto da lui sostenuto.
Lo stesso giorno in cui si verificò la
perdita in mare dei 198 bidoni tossici, la Capitaneria di Porto di Livorno
mandò una nota a tutti gli enti interessati al disastro, ultimo in elenco il
Comune di Pisa. Era il 17 dicembre 2011 e la nota parlava chiaramente di “merce
pericolosa” caduta in mare. Si aggiungeva, inoltre, che la sostanza “ a base di
silicato di alluminio…qualora fuoriuscita dai fusti tenderebbe al
galleggiamento.
E’ pertanto possibile che eventuale parte del
carico disperso possa spiaggiarsi”. Sempre il 17 dicembre al Comune di Pisa è
arrivata una seconda nota dalla Direziomare di Genova in cui si parlava di
“autocombustione del prodotto in presenza di aria” e della “natura tossica del
prodotto” con l’ “obbligo di intervenire per una sua eventuale bonifica solo se
dotati di appositi dispositivi di protezione individuale”. Cosa sarebbe
accaduto, chiediamo al vicesindaco Ghezzi, se qualche cittadino avesse trovato
in acqua o sulla spiaggia qualcuno di questi fusti tossici e, privo di adeguate informazioni sulle cautele da
usare, avesse tentato di aprirli? Perché la popolazione non è stata allertata
sul pericolo che poteva, e può ancora oggi, correre dal momento che non sono
stati ancora individuati tutti i fusti in mare?
E quando Ghezzi si lamenta di non essere
stato invitato ai tavoli tecnici perché non dice che la Capitaneria di Porto di
Livorno, già due giorni dopo l’incidente, il 19 dicembre, ha aggiornato con
altra nota le attività in corso informando anche il Comune di Pisa che erano
iniziate le riunioni con i rappresentanti dell’ISPRA locali ed il Consulente
chimico del porto e che il giorno 20 dicembre ci sarebbe stata una “riunione
tecnica” anche con l’ARPAT? Perché il vicesindaco Ghezzi non si è informato per
partecipare a quelle prime riunioni di cui, puntualmente, lo stava avvertendo
la Capitaneria di Porto di Livorno?
Perché il vicesindaco Ghezzi non ha fatto
assolutamente niente dopo avere partecipato a Livorno, il 16 gennaio scorso,
all’incontro in Prefettura con il Ministro all’Ambiente Clini di tutti gli enti
coinvolti nel disastro dei bidoni tossici?
Perché si è disinteressato del problema fino
a qualche giorno fa quando ha cercato di recuperare credibilità politica agli
occhi di chi non è a conoscenza dei fatti reali?
I documenti parlano chiaro. Il Comune di Pisa
fu avvertito fin dal primo giorno del disastro e colpevolmente si è
disinteressato del problema per ben due mesi dall’accaduto.
Maurizio Bini
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