L’URLO DELLA SCUOLA…..IL SILENZIO DELLA POLITICA
Lettera
aperta ai politici ed agli amministratori pubblici di Parma
La
scuola italiana urla, la scuola di Parma urla, la mia scuola urla…..
Incapace
di farlo coralmente, ad una sola voce, esigendo il rispetto dell’art. 3 della
Costituzione, lo fa in modo convulso, con le molte voci di cui è composta.
Urla
K., che provoca e picchia i compagni per sentirsi vivo ed accettato……. urlano
L., K., G., cercando qualcuno che li ascolti, mentre l’insegnante cerca di
dividersi tra loro e 25 altri compagni…. urlano i genitori respinti dalle
scuole, nelle loro richieste inascoltate dal Ministero…..urlano i docenti tra
di loro, litigando nelle riunioni, per tappare buchi ormai sbrindellati…..
Ma
non ci sono soltanto urli: c’è anche la rassegnazione di chi ha visto negli
anni una crescente disattenzione, un abbandono della scuola pubblica…e ha perso
la voglia di chiedere, di esigere ciò che è un diritto, non un regalo. Non solo
una voce di bilancio da ripianare.
Ricordo,
due anni fa, un’assemblea in cui si chiedeva ai parlamentari locali di
attivarsi verso il Ministero per esigere il pagamento di quei crediti che le
scuole stavano aspettando.
La
Riforma Gelmini-Tremonti cominciava a far sentire i suoi effetti.
La
risposta dei partecipanti fu: deve cadere questo Governo, perché le cose
cambino veramente.
Ora
c’è un altro governo, appoggiato, tra gli altri, anche da quel partito che era
all’opposizione e invocava, insieme a noi, le dimissioni del Ministro Gelmini.
Ma
il silenzio sulla scuola è tombale.
Nessun
atto. Nessun superamento dei tagli. Nessuna prospettiva.
Nessun
politico che chieda rispetto per questa scuola di tutti.
Le
priorità sono altre.
Salvare
il paese? Come si può salvare il paese, se si massacrano i più piccoli?
L’unico
punto in cui si parla di scuola, nel decreto in discussione, è per inserire le
prove Invalsi come obbligatorie. Nulla di più.
Neanche
una parola per le classi che non potranno formarsi, obbligando a stipare gli
alunni/e in classi sempre più numerose ed invivibili.
Neanche
una parola per tutte le famiglie che non troveranno posto nelle classi a tempo
pieno, nei tempi prolungati, nelle scuole dell’infanzia che non ci sono….
Neanche
una parola sul fatto che negli ultimi 3 anni nella nostra Provincia ci sono
2400 alunni/e in più, 25 classi in meno, 307 docenti in meno…..e per il
prossimo anno il trend continuerà!
Neanche
una parola sui finanziamenti alle scuole, che sono arrivati a quota zero.
Cos’è
cambiato, visto che le regole attuali sono ancora quelle dettate dalla
famigerata Legge 133 Gelmini-Tremonti?
Cos’è
cambiato, se tutti i funzionari ministeriali non hanno altra preoccupazione se
non quella di rispettare la legge finanziaria, che chiede di non superare la
spesa dell’anno precedente, incurante della realtà che le scuole si trovano ad
affrontare?
Chi
ha intenzione di mettere mano a tutto questo, per cercare un vero futuro per la
scuola pubblica?
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