giovedì 22 marzo 2012

Newsletter PRC - 22-03-2012


Newsletter PRC - 22-03-2012
di Francesco Lucat - 22.03.12
Oggi siamo stati (in due, io ed il compagno Carlo Verona) a raccogliere le firme alla Cogne dalle 12 alle 14 (Entrata/uscita di due turni). Avevo molta paura che gli operai ci mandassero a stendere perchè nessuno faceva niente per loro. Invece è stata una cosa entusiasmante, da far venire le lacrime agli occhi (che infatti sono puntualmente arrivate). Abbiamo raccolto 92 firme che ti spedisco in allegato col solito metodo delle tre tranches. In certi momenti si è formata una piccola coda al tavolinetto dove avevamo messo i moduli. Sono firme operaie, che pesano. Tanta preoccupazione, tanta consapevolezza della gravità della situazione. Nessuna rassegnazione. All' inizio, ottimo incontro con la RSU della FIOM che era uscita dalla fabbrica perchè il TG3 locale doveva intervistarlo. Leggi tutto

di Romina Velchi - 22.03.12Il nodo scorsoio si stringe sempre più attorno al collo del Pd. La riforma del lavoro, con a corredo il boccone avvelenato della modifica (leggi cancellazione) dell'articolo 18 rischia di diventare per il partito di Bersani un vero Vietnam. Quello che, approfittando della ghiotta occasione per sottrarre voti ai Democratici, promette Antonio Di Pietro "in Parlamento e in piazza" per fermare il provvedimento del duo Monti-Fornero. Il Pd è nell'angolo, proprio mentre, al contrario, il Pdl può permettersi il lusso di prendere le difese di Napolitano, il quale con il suo intervento a favore dell'accordo ha suscitato molte polemiche soprattutto a sinistra - da Cremaschi a Ferrero – e ancora insiste a promuovere le mosse del governo (ieri ha detto che la riforma del mercato del lavoro "non può essere identificata con la sola modifica dell'articolo 18: per poter dare un giudizio bisogna vedere il quadro di insieme" e che occorre "attenzione e misura da parte tutti"). Leggi tutto

di Marco Sferini - 22.03.12Muro contro muro: questo è il volto che il governo dei professori mette avanti a poche ore dal tirare le somme sulla riforma del mercato del lavoro. Sono moltissimi gli elementi contraddittori che proprio dalle percentuali e dalle cifre emergono e che fanno dire alla CGIL un secco “no” a questa impostazione frontale, priva di dialogo che viene mantenuta dall’esecutivo senza troppe emozioni o suggestioni. E’ lapidario Mario Monti: “Sull’articolo 18 la questione è chiusa”, dice il bocconiano presidente del Consiglio. In casa PD alcuni tergiversano, D’Alema parla di riforma pasticciata, Bersani si esprime negativamente e annuncia che il suo partito chiederà dei ritocchi al decreto del governo. Ma c’è anche una parte dei democratici che, invece, digerisce volentieri il depotenziamento dell’articolo 18 e che vede nel rigorismo montiano e forneriano l’unica via per uscire dalla crisi con un sostegno al padronato non da poco. Leggi tutto

di Domenico Gallo - 22.03.12Lo sciopero indetto dalla Fiom lo scorso 9 marzo scorso si fondava sull'ammonimento che il lavoro è un bene comune, da rivendicare con intransigenza, perchè particolarmente maltrattato in questa contingenza storica. Non si può non essere d'accordo, il lavoro è un bene comune, ma non è un bene esistente in natura, come l'acqua, è un bene comune in quanto istituito dalla Costituzione come supremo bene pubblico repubblicano. Il principio lavorista, generato dall'art. 1 della Costituzione (l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro) costituisce uno dei cinque principi fondamentali che reggono l'edificio delle Costituzione (gli altri – secondo la nota definizione di Costantino Mortati – sono il principio democratico (art. 1), il principio personalista (art. 2 e 3), il principio pluralista (art.2), il principio internazionalista o supernazionale (artt. 10 e 11). Leggi tutto

di Luca Casarini - 22.03.12Tutta la retorica della flexsicurity per salvare i giovani, dei sacrifici da far fare ai più garantiti per rompere il dualismo del mercato del lavoro, del togliere un pò di "privilegi" per estendere le tutele in maniera universale, tutto questo armamentario si è rivelato solo fuffa. Parole, propaganda, balle. Per come è andata questa pseudo trattativa, condotta dal governo con l'ausilio del monarca Giorgio Napolitano, che ha già lanciato l'anatema nei confronti di coloro che oseranno "rompere" il vincolo della Grande Coalizione, sembrano due i veri obiettivi dell'esecutivo. Il primo è palese, e riguarda quella sfera simbolica attraverso la quale si costruiscono le reputation degli stati solventi e credibili per coloro che acquistano il loro debito: la "bastonatura" dei sindacati "riottosi", di quelli che vorrebbero negoziare, anche solo in minima parte, prezzo e condizioni di vita della forza lavoro che rappresentano. Leggi tutto

di Riccardo Bellofiore e Giovanni Vertova - 22.03.12L'obiettivo dell'università non deve essere lo studente come prodotto appetibile per il mondo del lavoro, o un sapere funzionale a esigenze «just in time» delle imprese. Per questo urge riprendere una critica dei saperi. E va contestato alla radice l'impianto della riforma Gelmini Vorremmo proseguire la discussione aperta da Burgio e Marella sulla valutazione. Crediamo ci si debba innanzi tutto chiedere da dove venga questa centralità della valutazione. Si è partiti da due problemi reali: il reclutamento e gli avanzamenti di carriera: questione incancrenita dall'indecenza baronale e dalla gestione localistica dei concorsi, da cui la docenza di sinistra non si è smarcata davvero; la presenza di docenti dalla scarsa produzione scientifica. Leggi tutto

di Luigi Ficarra - 22.03.12Lo Statuto dei lavoratori è una legge di attuazione costituzionale. Con esso si afferma che i lavoratori non vendono solo la merce forza lavoro al capitale ma sono anche soggetti di pieno diritto come stabilito dall'art. 1 ("libertà di manifestare le proprie opinioni politiche e sindacali nei luoghi di lavoro nel rispetto della Costituzione: art. 2 cost."); dall'art. 8 ("divieto di indagini, al momento dell'assunzione e dopo, sulle opinioni dei lavoratori"); dall'art. 14 ("diritto di costituire associazioni sindacali nei luoghi di lavoro", e di "costituire in essi - art. 19 - rappresentanze sindacali"); dall'art. 18 ("diritto di essere reintegrati nel posto di lavoro, con emanazione del relativo ordine da parte del giudice, quando viene accertata la illegittimità del licenziamento intimato dal c.d. datore di lavoro, in realtà fruitore dello stesso"); dall'art. 20 ("organizzare assemblee di lavoratori nelle fabbriche e negli uffici"); dall'art. 28 ("diritto di far reprimere dal giudice ogni condotta antisindacale posta in essere dal padrone"); dall'art. 2 che vieta al padrone di impiegare le "guardie giurate" per controllare l'attività dei lavoratori, e dall'art. 4 che vieta l'uso di impianti audiovisivi per il controllo dei medesimi. Leggi tutto








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