Nuovo incontro al Ministero
dello Sviluppo Economico di Richard Ginori 1735 SpA sul fondo di salvataggio e
moratoria dei debiti. Mentre nello stabilimento di Sesto Fiorentino continua la
vergognosa telenovella sul corretto pagamento degli stipendi. La proprietà
oltre a non onorare gli impegni sottoscritti a livello sindacale e convenuti
con le istituzioni sulla presentazione del piano industriale, rilancio delle
attività produttive, investimenti
e tenuta dei livelli occupazionali continua a non pagare gli stipendi. Una
modalità scorretta e irresponsabile giocata sulla compressione e violazione dei
diritti. Rifondazione Comunista esprime ancora forte preoccupazione circa
l’inattendibilità del CdA e per il forte clima di precarizzazione aziendale e
di violazione dei diritti e chiama le Amministrazioni Locali, tra cui la
Provincia di Firenze a mantenere alta l’attenzione e il livello di iniziativa a
sostegno della vertenza. Domanda di attualità art. 39 del Regolamento del
Consiglio Provinciale.
Il CdA Richard Ginori 1735
SpA ha reso noto che Lunedì 27 febbraio presso il Ministero dello Sviluppo
Economico avrà luogo il secondo
incontro del tavolo istituzionale
per verificare le condizioni sul ricorso alla legge 512/ 1982, la cosiddetta legge
Guttuso con la quale “…è possibile pagare i debiti tributari
mediante cessione allo Stato di beni che abbiano un valore artistico attestato
dal Ministero dei Beni Culturali…”.
In questo contesto è bene
ricordare che nel primo incontro ministeriale, la proprietà Richard Ginori
aveva richiesto un interessamento sul fondo di salvataggio e una moratoria dei
debiti, ricevendo a parole, disponibilità ministeriali ad interessarsi alla
velocizzazione dei tempi per accedere al fondo e alla rateizzazione dei debiti
verso lo Stato.
Secondo quanto riportato dalla
stampa la società estinguerà i propri debiti con lo Stato tramite la cessione
del Museo della Porcellana di Doccia una operazione che consentirebbe alla
società di “…ottenere
in cambio l'azzeramento dei debiti fiscali e previdenziali di Ginori e
costituire un sostanzioso credito d'imposta da utilizzare nel prossimo
quinquennio…”.
Diverse sono le valutazioni
che vengono fatte sulla rilevanza dell’incontro del 27 Febbraio, che ha detta
del Presidente di Richard Ginori, dovrà avere una concreta operatività “…dopo che nel primo incontro abbiamo
verificato una significativa convergenza di intenti e ottenuto la disponibilità
dei creditori pubblici, Agenzia delle Entrate, Inps e Equitalia, a questo tipo
di procedura…”.
Una dichiarazione da dover
prendere con le necessarie cautele dato che spesso le esternazioni della
proprietà vengono smentite dai fatti.
La situazione per ora rimane
complessa e fluida anche in
relazione al fatto che la settimana precedente in Piazza Affari, era stato
sospeso il titolo Ginori per eccesso di rialzo e era stata resa pubblica la forte irritazione della Consob, l’autorità di borsa, , per
il modo in cui Ginori, società quotata,
aveva diffuso la notizia di un prossimo accordo.
Oltre ai movimenti presso il ministero
ci sono quelli che vengono effettuati nei livelli delle Amministrazioni Locali,
Regione Toscana, Provincia di Firenze e nei tavoli che sono stati costituiti
presso i quali la società Richard Ginori 1735 SpA continua ad essere mancante
su diversi impegni, piano industriale, stabilizzazione dei debiti, assetti
societari, investimenti e rilancio delle attività produttive, tenuta dei
livelli occupazionali, rispetto dei diritti individuali e collettivi dei
lavoratori a partire dagli stipendi. Così come sia la Regione Toscana che la
Provincia di Firenze devono ancora precisare quanto a suo tempo è stato
dichiarato di un loro intervento a “sostegno del Museo della Porcellana”.
Sul fronte dei lavoratori, continua il
tiremmolla sugli stipendi, tra bonifici annunciati e non effettuati, tra gli
inaccettabili ritardi nel pagamento in tranche dei salari dovuti, tra
comunicazioni aziendali che spesso contraddicono il volere della proprietà.
Sembra che la strategia dell’azienda punti ancora e solo nel differimento stipendiale. Una
modalità insolita, di basso profilo e socialmente iniqua poiché ignora che i
lavoratori da parte loro hanno già dato. Continua dunque il clima di forte
incertezza e precarietà che sta trovando giuste resistenze sindacali e un clima
di ostilità tra i lavoratori: “…intanto si avvicina la scadenza del mese e per la terza
volta nell'ultimo trimestre i lavoratori di Ginori non riscuoteranno lo
stipendio nei tempi normali. Le retribuzioni di febbraio slitteranno di alcuni
giorni e inizialmente saranno pagate solo al 50 per cento, così come è avvenuto
per quelle di gennaio….”.
Gli scriventi Consiglieri
provinciali di Rifondazione Comunista
nell’esprimere forte
preoccupazione per quanto sta accadendo ai lavoratori della Richrad Ginori in
merito al corretto pagamento degli stipendi e per il clima di forte precarietà
nel qual sono costretti a vivere a causa di una costante inattendibilità da
parte della proprietà, che ad ogni occasione, trova il modo di non onorare
alcun impegno assunto in sede sindacale e istituzionale,
nel ribadire la piena
solidarietà e sostegno ai lavoratori, in relazione al nuovo incontro previsto
in sede Ministero dello Sviluppo Economico per il 27 febbraio
chiedono al Presidente della
Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire dettagliatamente gli esiti dell’incontro in
merito alla moratoria dei debiti e agli impegni di consolidamento e rilancio
delle attività produttive. Altresì chiediamo di sapere gli impegni che la proprietà
intende realizzare per la tenuta dei livelli occupazionali, compresi i
lavoratori precari, il piano industriale e il rispetto dei diritti individuali
e collettivi a partire dagli stipendi. Infine chiediamo di sapere gli aggiornamenti del tavolo interistituzionale
aperto in Regione Toscana con la provincia di Firenze, Comune di Sesto
Fiorentino, proprietà e sindacati sulle questioni a tutt’oggi rimaste in
sospeso e come si intende intervenire per interrompere il vergognoso
differimento degli stipendi tutto giocato sulla pelle dei lavoratori.
Andrea Calò Lorenzo Verdi
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