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lunedì 31 ottobre 2011
Democratizzare l'Europa
Donatella della Porta è docente di sociologia presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Istituto Universitario Europeo di Firenze. Condirettrice della European Political Science Review, è anche coordinatrice del progetto di ricerca Demos (Democracy in Europe and the Mobilisation of Society) finanziato della Commissione europea. Ha diretto il Gruppo di ricerca sull'azione collettiva in Europa (Grace).
Professoressa Della Porta, organismi non eletti (Bce e Commissione europea) impongono a governi eletti politiche economiche impopolari: le democrazie nazionali, espressione della sovranità popolare, sono destinate a lasciare il posto a una tecnocrazia sovranazionale, in cui i cittadini tornano a essere sudditi come ai tempi degli imperi?
E' sbagliato pensare alla sovranità nazionale dei Paesi europei come una cosa intatta prima della nascita dell'Unione europea, perché essa era già stata fortemente limitata e intaccata nei decenni passati dal gioco delle superpotenze o dagli interessi dei Paesi europei più forti.
Detto questo, è importante sottolineare che gli Stati hanno ceduto volontariamente sovranità, prima che alle istituzioni europee, ai mercati. Come le politiche neoliberiste di deregolamentazione e privatizzazione adottate da tutti i governi europei all'inizio degli anni '90, la politica ha graziosamente lasciato al mercato il potere di regolare ambiti di grandi importanza, dal lavoro ai servizi sociali essenziali.
Con l'adesione all'Unione europea, gli Stati hanno ceduto ulteriori quote di sovranità alle istituzioni centrali europee che, questo è evidente, soffrono di un di un grave deficit di rappresentanza, visti gli scarsi poteri del Parlamento europeo nei confronti degli organi esecutivi: Commissione e Consiglio.
La proposta di creare un Tesoro europeo avanzata dal presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e quella di sanzioni punitive agli Stati che non rispettano i dettami dell'Ue avanzata dal presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, possono essere viste come i primi passi verso la creazione degli Stati Uniti d'Europa?
Magari si arrivasse a un sistema federale democratico come quello statunitense, con un analogo bilanciamento tra poteri e una politica che tiene conto anche di aspetti sociali, non solo puramente finanziari! Le odierne istituzioni europee rimangono fortemente sbilanciate a favore del potere esecutivo. E le proposte da lei citate rimangono anch'esse circoscritte a un ambito squisitamente finanziario. Senza un Parlamento europeo con i poteri di un vero parlamento e senza una politica europea che pensi anche ai problemi del lavoro e della giustizia sociale, l'idea di uno Stato federale europeo rimane lontana.
Ma il trasferimento di sovranità degli Stati nazionali, già in piena crisi di rappresentatività della volontà popolare, a un Superstato centrale europeo, ancor più distante dai cittadini e vicino ai poteri forti (banche e multinazionali), non rischia di cancellerà ogni traccia di democrazia, intesa non come processo elettorale, ma come reale potere dei cittadini di influenzare le decisioni dei governanti?
Al contrario, ritengo che la crisi di rappresentatività democratica a livello nazionale troverà una soluzione proprio in una reale ed effettiva rappresentanza democratica in sede sovranazionale, europea. Si tratta di un processo storico evolutivo lento e difficile, anche conflittuale, ma la direzione è questa: ripiegare a livello nazionale significherebbe non riuscire a gestire problemi che ormai nazionali non sono più.
Anche durante la formazione degli Stati-nazione i neonati parlamenti nazionali avevano scarsa rappresentanza democratica: i parlamentari hanno agito a lungo come rappresentanti di istanze regionali e i problemi di giustizia sociale sono stati affrontati solo grazie alla spinta del nascente movimento operaio e sindacale. Anche a livello europeo dovrà avvenire qualcosa del genere.
Se dunque il trasferimento di sovranità dagli Stati alle istituzioni sovranazionali europee è un processo storico inevitabile, quasi naturale, come si può far sì che esso imbocchi una strada democratica e non élitaria? Quale il ruolo storico degli odierni movimenti, a iniziare dagli Indignados?
Finora l'Europa è stata vissuta come un potere neutrale, puramente burocratico-amministrativo, insomma tecnico, non politico. L'unica conflittualità è stata finora quella tra confliggenti interessi nazionali. La crisi economica e il dibattito su come contrastarla sta invece dimostrando che le decisioni europee sono eminentemente politiche. E' evidente, ad esempio, che le misure imposte alla Grecia o all'Italia non hanno nulla a che fare con la crescita, e che anzi, da un punto di vista keynesiano, sono fortemente depressive.
Di fronte all'emergere della dimensione politica europea, però, sia le forze politiche tradizionali, partiti di sinistra e sindacati, sia i movimenti di protesta popolare come gli Indignados, appaiono ancora troppo legati a una dimensione nazionale. Il Forun Sociale Europeo, i vari controvertici e le proteste del 15 ottobre sono un primo abbozzo di coordinamento sovranazionale: questa è la strada da percorre per costruire un Europa democratica e sociale.
Enrico Piovesana
PRC e BSA a lavoro nelle Cinque Terre per aiutare gli alluvionati
PRC La Spezia
La Liguria ha bisogno di noi; le BSA mobilitate per l'emergenza alluvione:
C'è posta per te - di Alessandra Daniele
http://www.carmillaonline.com/archives/2011/10/004082.html#004082
Pace fatta fra i leader europei: finalmente è stato individuato l'autentico responsabile della crisi economica mondiale, che perciò dovrà pagarne tutte le spese.
Tu.
No, non è il solito ''tu'' retorico, si tratta proprio di te che stai leggendo.
Sei licenziato.
Alza il culo, raccogli le tue cianfrusaglie, e levati dai coglioni.
Sì, subito, i mercati non aspettano.
No, non c'è più niente che tu possa fare per evitarlo, l'Articolo 18 è clinicamente morto. Ormai si tratta solo di staccare la spina, e il Vaticano non si oppone. Chiamalo pure Articolo Mortis.
Cosa c'è, sei incazzato/a, anzi ''indignado'' come dite voi? Calmati.
Ti sconsigliamo di scendere in piazza, ha piovuto, è allagata dal fango.
Ti sconsigliamo di provare a bruciare un'automobile, sei così incapace che finiresti per bruciare la tua.
Torna a casa, e accendi la Tv. Ci sono sempre in onda vari talk show, e in tutti c'è Sallusti. Terreo e ubiquo, come Padre Pio. Ascolta le sue sante parole, e vergognati.
Tu sei un parassita. Un peso morto. Per anni hai preteso di essere pagato per lavorare, e persino di essere pagato dopo aver lavorato, ormai vecchio e inutile.
Un sopruso che i mercati non intendono più subire.
Il lavoro non è un diritto, è una merce. E tu non potrai più costringere nessuno a comprare la tua merce avariata.
Tu non ci servi. Al mondo ci sono milioni di disperati pronti a strisciare per un decimo del tuo stipendio, tu non sei competitivo, sei un pessimo affare, anzi, sei proprio una patacca.
Levati dai coglioni, e ringraziaci di non averti denunciato per truffa.
Ringraziaci di aver difeso la libertà dei mercati, di aver trovato l'ingranaggio guasto che inceppava la meravigliosa macchina del Capitalismo.
Tu sei il guasto. E sarai rimosso, in modo che la macchina del Capitalismo torni a macinare risorse umane e naturali a pieno regime.
Il futuro di cui parli non ti è stato rubato, non è mai esistito. Tu non hai mai avuto nessun futuro. Tu sei un rudere, un fossile, un rifiuto tossico del passato da spazzare via.
Sei un ostacolo al progresso, sei una zavorra per l'alta velocità. Sei la carcassa scheletrica del cane randagio che blocca la strada al SUV dell'avvenire.
Raccogli le tue ossa marce, e sgombera.
La pazienza del Capitalismo è finita.
É Vendola a dividere la sinsitra
No alla libertá di licenziamento
"Gli studi evidenziano una cosa sola e cioe' che la liberta' di licenziamento produce un unico effetto: quello di aumentare la disoccupazione. In questo contesto le dichiarazioni di Casini a favore dei licenziamenti facili sono gravissime. Ed e' scandaloso che il centro sinistra pensi di fare un accordo con Casini per il dopo Berlusconi. Per fare cosa, per proseguire la stessa politica di Berlusconi?"
Scalfari mente sulle intenzioni della UE
giovedì 27 ottobre 2011
Notizie Resistenti n. 382
ti invita alla lettura delle notizie pubblicate sul sito www.resistenze.org nell'ultima settimana:
Storia
- Moammar El Gheddafi: Il libro verde
Imperialismo e globalizzazione
- Dalle guerre dell'oppio alle guerre del petrolio
Economia
- Il vero significato del Quantitative Easing
Mondo - politica e società
- Linciato il "tiranno" e nel cielo di Tripoli volano gli avvoltoi
- Gheddafi è morto combattendo con dignità e coerenza
Europa - politica e società
- MES: un colpo di stato in 17 paesi
Brasile
- Gheddafi giustiziato. NATO e i media esultano
Cile
- Il più grande saccheggio del paese: il rame
Colombia
- Un paese intriso di sangue: Le cifre del terrore nel primo anno di Santos
Grecia
- Resoconto dei due giorni (19 e 20 ottobre) di sciopero
- Il KKE sull'attacco criminale alla grande manifestazione. Foto video documenti
Honduras
- L'Aguán dinanzi alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani
Kazakistan
- Vietata l'attività del Partito Comunista per un anno e mezzo
Libia
- Crimine di lesa umanità: l’esecuzione di Muhammar el Gheddafi
- Quel "killer" di Las Vegas arrivato da una base in Sicilia
Repubblica Dominicana
- Privatizzazione dell'educazione: nuova arma strategica di esclusione sociale
Siria
- Altra dimostrazione di massa pro-Assad ignorata dai media (video)
- Il CNS regala alla NATO le chiavi della contraerea siriana
Venezuela
- Il governo condanna l'assassinio di Gheddafi
Italia - politica e società
- Marina militare ed ENI a difesa del petrolio libico
- Lo sfottò sulla letterina
Lettere
- In memoria di Muhammar Kaddafi
Appuntamenti
- Roma 29/10/11 - E' meglio un Parlamento dei nominati o un parlamento dei lavoratori?
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FABBRICANDO CASE
PISA sala convegni STAZIONE LEOPOLDA
FABBRICANDO CASE
Questioni abitative, consumo del territorio, vivibilità
a cura di
RIFONDAZIONE COMUNISTA PISA GRUPPO REGIONALE FDS - VERDI TOSCANA
mercoledì 26 ottobre 2011
Napoli come Parigi, l'acqua è di nuovo pubblica
Presidio contro la crisi
ROTTAMIAMO RENZI!
Queste stesse politiche che contestiamo sono le medesime messe in atto
dalla BCE contro le quali il 99% della popolazione ha detto No,Noi la
Crisi non la paghiamo!
LOTTIAMO CON GLI SPEZZINI!
RIFONDAZIONE, I COMUNISTI CHE FANNO!
Ferrero: non siamo servi della Merkel
Attacco fascista ad un ostello in Val Susa
Hanno devastato e imbrattato i locali della reception della struttura gestita da Nicoletta Molinero.
Esprimiamo la nostra più totale solidarietà a Nicoletta e a Giada, che gestiscono l'ostello, e la più totale condanna per quanto accaduto.
Sono stati distrutti oggetti e documenti relativi alla lotta contro il Tav e alla lotta partigiana.
L'esempio di democrazia e di civiltà dimostrato ieri dal movimento No Tav e dai valsusini, ha scatenato questa reazione mafiosa.
Chiediamo una risposta democratica e di civiltà da parte di tutte le persone libere di questo paese. [ambientevalsusa no tav]
Ferrero: se invece che per la TAV i soldi si usassero per curare il territorio...
Paolo Ferrer, PRC
«Il Manifesto» – Intervista a Wu Ming 1 sul post-15 ottobre
«Il Manifesto» – Intervista a Wu Ming 1 sul post-15 ottobre
[Su «Il Manifesto» di oggi, a firma Roberto Ciccarelli, compare quest'intervista a Wu Ming 1. Il titolo è «Wu Ming, autocritica in movimento». Nel sommario, il dibattito su Giap è definito «il più franco e orizzontale sul 15 ottobre».]
«Bisogna raccogliere tutte le informazioni possibili prima di decidere che un suono è rumore». Con questa citazione di Tom Waits, Wu Ming 1, membro del collettivo degli autori di Q (come Luther Blissett), 54 e Altai, è intervenuto a metà della fluviale discussione sulla manifestazione del 15 ottobre avvenuta sul blog Giap. Nei 467 post prodotti in tre giorni, di suoni se ne sono registrati parecchi e anche il “rumore” è stato meno fastidioso degli inviti alla delazione di massa, o alla ricostruzione dei fatti in base ai rapporti dell’intelligence registrati nell’ultima settimana. Nella discussione pubblica più lunga e articolata avvenuta in rete, molti partecipanti hanno dichiarato senza remore di aver preso parte agli scontri in Piazza San Giovanni, pur riconoscendo che molte cose non hanno funzionato e la manifestazione ha avuto un esito politicamente disastroso. E così anche chi ha condannato con decisione gli scontri ha riconosciuto la difficoltà di leggere i fatti distinguendo tra «violenti» e «non violenti». Finita la lettura, un elemento sembra emergere con chiarezza: la convinzione che la divisione tra la “massa” e “pochi facinorosi” non regge più, così come è a dir poco inadeguato dirsi soddisfatti per aver fatto fallire una manifestazione.
Più che un’auto-narrazione, o il tentativo di individuare una mediazione impossibile, la discussione su Giap può essere considerata lo strumento per ridefinire un campo della riflessione politica che oggi non trova spazio nei movimenti, nella sinistra o sui media mainstream. «Curioso che un blog di scrittori sia stato eletto a luogo di dibattito, anche lacerante, sulla débâcle del 15 – conferma Wu Ming 1 – Forse ha supplito a una carenza di spazi senza bandiere, o forse è solo un luogo dove si riesce a discutere, perché bonificato da troll e provocatori. Noi siamo intervenuti poco. Avevamo seguito l’evento da Bologna, entrando e uscendo dal reparto di cardiologia dov’era ricoverato un nostro compagno. Un po’ per questo, un po’ per non sembrare grilli parlanti, abbiamo deciso di ascoltare, di seguire il divenire senza tentare una sintesi».
PENSIONI - FERRERO (PRC - FEDERAZIONE DELLA SINISTRA): L'’INPS È IN ATTIVO: TOCCARE LE PENSIONI NON HA SENSO. GOVERNO SUCCUBE DEI DIKTAT UE: SI DIMETTA
martedì 25 ottobre 2011
TRA CINQUE ANNI IN ITALIA NON SI POTRA' PIU' ABORTIRE
IL BOOM DEGLI OBIETTORI
TRA CINQUE ANNI IN ITALIA NON SI POTRA' PIU' ABORTIRE
PENSIONI: FERRERO, GOVERNO SUCCUBE DIKTAT UE, SI DIMETTA
Google, Facebook. Il prodotto sei tu
K. Marx, "Capitolo VI inedito del Capitale" (ed. it. Firenze, 1969; pagg. 57-58)«L’incremento delle forze produttive sociali del lavoro, o delle forze produttive del lavoro direttamente sociale,socializzato (reso collettivo) mediante la cooperazione, la divisione del lavoro all’interno della fabbrica, l’impiego dellemacchine e in genere, la trasformazione del processo di produzione in coscienteimpiego delle scienze naturali, della meccanica, della chimica ecc. e della tecnologia per dati scopi, come ognilavoro su grande scala a tutto ciò corrispondente [...] questo incremento, dicevamo, della forza produttiva del lavoro socializzato in confronto al lavoro più o meno isolato e disperso dell’individuo singolo, e con esso l’applicazione della scienza – questo prodotto generaledello sviluppo sociale – processo di produzione immediato, si rappresentano ora come forza produttiva del capitale anziché come forza produttiva del lavoro, o solo come forza produttiva del lavoro in quanto identico al capitale; in ogni caso, non come forza produttiva del lavoratore isolato e neppure dei lavoratori cooperanti nel processo di produzione.
Questa mistificazione, propria del rapporto capitalistico in quanto tale, si sviluppa ora molto più di quanto potesse avvenire nel caso della pura e semplice sottomissione formale del lavoro al capitale.»
Il ruolo genocida della NATO
Safe European Home Da Parigi a Londra; da Atene a Roma. Cosa ci dicono le rivolte nelle metropoli europee
WEB: www.areaglobale.org
EMAIL: info@areaglobale.org
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Parliamo di crisi economica non perché i poveri sono poveri o perché milioni di persone muoiono per fame o per malattie curabilissime. Parliamo di crisi economica perché i capitalisti non riescono ad avere saggi di profitto adeguati ai propri investimenti di capitale, perché le imprese e le banche falliscono, perché il profitto ristagna o addirittura cala... La crisi è sempre crisi del capitale, sebbene le sue conseguenze si riversino drammaticamente sulla condizione dei lavoratori in termini di aumento della disoccupazione e di riduzione dei salari.
I riots in Europa ci dicono che la rabbia c'è, almeno in alcuni settori giovanili non influenzati dai soliti personaggi e movimenti decotti.
Ci dicono anche che questa rabbia può trasformarsi in coscienza? Forse; oggi è presto per dirlo e comunque questo non avverrà spontaneamente. Se la coscienza fosse un prodotto spontaneo – come qualcuno sembra ancora illudersi - le cose sarebbero già cambiate da secoli.
Certamente una cosa si può dire.
Che l'auto celebrazione estetica del conflitto e la sua relega alla dimensione esistenzialistica sarebbe la peggiore delle morti politiche. E che un conflitto cieco, senza progettualità - un “anti” senza un “per” - è destinato inevitabilmente ad essere depotenziato, strumentalizzato, sconfitto.
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Informazioni:
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Safe European Home
Da Parigi a Londra; da Atene a Roma. Cosa ci dicono le rivolte nelle metropoli europee
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