Giorgio Cremaschi: “No a Berlusconi e no all’Europa delle banche, scendiamo di nuovo in lotta”
Ancora una volta un governo impresentabile, con un Presidente del Consiglio ridicolo e squalificato, apre la via ai diktat della dittatura finanziaria.
Diciamo di no a Berlusconi.. Ma diciamo no con altrettanta forza alle misure che i due principali governi di destra europei, quello francese e quello tedesco, insieme al potere autoritario della finanza e delle banche, vogliono imporre in Italia, così come hanno fatto in Grecia. Diciamo no al taglio delle pensioni, nuova brutale aggressione ai diritti sociali del mondo del lavoro. Diciamo no ai licenziamenti ancor più facili, alla flessibilità selvaggia, alle privatizzazioni, che contraddicono, tra l’altro, la decisione democratica del referendum. Bisogna di nuovo scendere in piazza e avere chiaro che tutti i movimenti di lotta, dai lavoratori ai cittadini indignati, agli studenti, ai movimenti ambientali, hanno oggi due avversari. Da un lato il governo in carica, dall’altro il governo unico delle banche e della finanza che ha commissariato il governo Berlusconi e che vuole imporre le sue decisioni al nostro paese. Non c’è alcuna unità nazionale accettabile per tagliare le pensioni e i diritti dei lavoratori. Bisogna mettere in discussione la schiavitù del debito e chiarire che nessuno può pagare oggi i tassi di usura del debito pubblico per salvare le banche. Occorre una svolta radicale nelle scelte di politica economica e sociale e bisogna mettere in discussione i patti e le regole che hanno portato al disastro quest’Europa governata dalla finanza. Per questo in tutta Italia va rilanciata la lotta per la difesa del lavoro e dello stato sociale. Bisogna dire di no alla schiavitù del debito.
Roma, 24 ottobre 2011
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