martedì 25 novembre 2014

No al jobs act mercoledì 26 alle ore 18 mobilitazione in via Martelli, Firenze

No al jobs act
mercoledì 26 alle ore 18 mobilitazione
in via Martelli contro la firma
alla Camera del jobsact


Con jobs act si avrà una riduzione dei salari, dei diritti, un aumento della precarietà e della delocalizzazione e una maggior facilità e libertà di licenziare.
Con il disegno di legge delega il governo potrà legiferare quasi indisturbato su una serie di materie che riguardano l’ordinamento generale del mercato del lavoro.
Cosa prevede il jobs act, l'innovazione del governo Renzi, in continuità con i precendenti?
AmmortizzatoriQualora sussista una situazione di disoccupazione involontaria, il governo dovrà assumere tutele uniformi e in linea con la storia contributiva dei lavoratori, ad esempio, sarebbe l’allargamento dell’Aspi anche ai co.co.co.
Semplificazioni
Si punta a dimezzare gli atti burocratici necessari ad avviare e gestire il rapporto di lavoro. Si punta, così, all’eliminazione di norme che riducano i problemi tra amministrazione e datori di lavoro, ad esempio sugli infortuni, con l’obbligo di trasmissione alle autorità che penderà proprio sulla PA.
Contratti
Contratto a tutele crescenti, che aumenteranno in relazione all’anzianità di servizio e introduzione prossima del compenso orario minimo, applicabile a tutti i rapporti di lavoro. Inoltre cambia il demansionamento, ma con tutela alla “professionalità”.
Maternità
Si prevede l’introduzione a carattere universale dell’indennità di maternità, ossia anche a chi versa contributi a gestione separata ed estensione al diritto alla prestazione anche in caso di mancato versamento dei contributi per opera del datore di lavoro.
Anche senza il jobs act i padroni per licenziare non hanno mai avuto impedimenti. Ora i padroni avranno ancora più motivi per festeggiare.
Già con lo Statuto dei Lavoratori (legge 300 del 1970) e l'art.18 presente i padroni hanno sempre trovato il modo di licenziare i lavoratori, anche quando i giudici hanno dato ragione ai lavoratori. Gli esempi sono innumerevoli e dimostrano che, anche quando i lavoratori si sono rivolti al giudice per chiedere l'applicazione dell'art.18, i padroni hanno sempre fatto quello che vogliono, figuriamoci senza.
Domani sarà anche peggio, perché sarà negata anche quella minima difesa sul piano legale.



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