areaglobale
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WE WANT SEX
(2010, “Made in Dugenham”)
Siamo nel 1968, a Dugenam, sede inglese della Ford.
Sono gli anni in cui le donne escono dalle case e dalla cura del “focolare” per entrare nelle fabbriche. Sono gli anni della crescita economica, della "golden age" post-seconda guerra mondiale. Sono anche gli anni in cui parte dell'industria automobilistica nord-americana viene de-localizza in un’Europa devastata dalla guerra alla ricerca di salari più bassi e di profitti più alti; una de-localizzazione, peraltro iniziata da anni, che proseguirà poi, nei decenni successivi, verso Corea, Brasile, Sudafrica, Cina e che produrrà, con lo spostamento delle attività, anche lo spostamento della conflittualità sociale, la crescita del movimento sindacale e, con esso, delle condizioni materiali dei lavoratori nei paesi di destinazione delle de-localizzazioni.
Nel 1968, alla Ford inglese, ci sono 44.000 lavoratori ma le donne sono in tutto solo 187. Discriminate dal punto di vista salariale, in quanto percepiscono meno degli uomini a parità di mansioni, iniziano una battaglia che non avrà solo un valore sindacale, ma finirà per diventare un simbolo della lotta delle donne contro la discriminazione di genere.
Il film non è scevro di limiti, specialmente nella misura in cui tende a proporre un modello di “femminismo interclassista” che dovrebbe unire la donna-operaia combattiva con la donna-moglie svalutata dal marito manager con la donna-ministra sensibile alle lotte delle donne…
Non che non vi fossero, specialmente in quegli anni, discriminazioni a tutti i livelli nei confronti delle donne. Ma ogni lotta si afferma e si sviluppa solo dentro un ben preciso contesto storico e attraverso la determinazione dei lavoratori. Non certo per effetto delle concessioni di personalità più o meno illuminate.
Il principale pregio del film è quello di offrire l’“occasione” per raccontare la storia di una vera ed importante lotta delle donne contro le logiche del capitale e di trattare, sia pure parzialmente, i temi delle de-localizzazioni, del sindacato connivente con le imprese, dell’importanza dell’autonomia e del protagonismo delle lavoratrici…
Quindi, vediamo il film, ma soprattutto non perdiamo l’occasione per trasformare ancora una volta la Giornata Internazionale della Donna in una giornata di lotta – in questo caso culturale e politica – contro una società che inevitabilmente vorrà ricondurre le donne, sotto la spinta della crisi, dentro le mura domestiche, magari a sgobbare per pochi euro l’ora come le cinque donne morte il 4 ottobre scorso, a Barletta, dentro un laboratorio sepolto dal crollo di una palazzina pericolante
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8 marzo. Giornata Internazionale della Donna
Non solo una festa ma una giornata di lotta
Giovedì 8 marzo 2012
Centro culturale “Pablo Neruda”
Via Stradella 57d, Ronchi, Marina di Massa (MS)
ore 19 piccolo buffet
a seguire presentazione della Giornata Internazionale della Donna e proiezione del film “We want sex”
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10 marzo 2012
Centro culturale e di documentazione “Bertolt Brecht”
Piazzetta San Gaetano 1, Schio (VI)
ore 17 presentazione della Giornata Internazionale della Donna e proiezione del film “We want sex”
a seguire piccolo buffet
Per informazioni:
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Ricordiamo la pubblicazione:
La rivoluzione delle donne (reloaded)
Con testi di Aleksandra Kollontaj, lettere dal carcere di Petra Krause e Heidi Peutsch, ricordi di Teresa Noce, poesie di Assata Shakur, fotografie di Tina Modotti...
[scarica opuscolo] 2011, 32 pag, A5, PDF
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mercoledì 7 marzo 2012
8 Marzo: Non solo una festa ma una giornata di lotta
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