Abitare sociale serve un confronto e il coinvolgimento dei sindacati casa.
Poco o nulla si sa ufficialmente del progetto abitare sociale presentato da Picchi in regione. Si dice che di poco o niente si tratta: pochi studi nessun progetto nemmeno preliminare (di massima ) niente di divulgabile perché ci sarebbe poco da divulgare.
Fatto è che di una proposta così rilevante si sa poco e dentro e fuori dalle aule del consiglio proprio non se ne parli, ne sia mai stato fatto un incontro confronto nemmeno con i sindacati casa (alla faccia dell’informazione e partecipazione). Però per quel poco che si sa è un progetto di espansione e consumo territoriale, con la destinazione di vendita in proprietà maggioritaria e una piccola quota di affitto concordato, e concentra in una sola area tutti i volumi previsti nelle varie aree di trasformazione della città. Tutto l'opposto di quello che si era detto di voler fare: niente più grossi insediamenti concentrati ma piccoli interventi diffusi. E soprattutto nessuna nuova espansione ma investimento sul recupero, ma soprattutto non si capisce cosa abbiano di sociale, specie in tempo di crisi, abitazioni di proprietà pur agevolata. Comprendiamo che le cooperative facciano molta pressione per ottenere nuove occasioni di lavoro, restiamo contrari a nuovi massicci insediamenti su territori in periferia ancora liberi.
Al solito si continua a decidere in tre e ad informare eletti, forze sociali e uffici solo a cose fatte evitando un confronto necessario e dovuto. Non basta il responsabile del DS che ha in mente grandi progetti per risolvere l'E.A ma non lo dice a nessuno, ora anche l'assessore Picchi è diventato autistico per scelta. Nessuno dovrebbe far politica da solo. In questa nuova stagione di discredito della politica è del tutto nocivo. Ci auguriamo di avere al più presto una convocazione sul tema specifico dei progetti dell'abitare sociale.
Daria Faggi
Livorno 5 marzo 2012
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