L'urlo della scuola
di Mila Spicola
09/03/2012
l'Unità
C’è bisogno di urlare
per difendere la scuola statale italiana?
A Bologna riparte la
protesta a difesa della scuola. La voce l’abbiamo alzata in tanti in questi
ultimi anni, non è servito. E’ chiaro. Perché a fronte dello stile diverso dal
precedente, questo governo non è chi stia brillando per sostanziali cambi di
passo per quel che riguarda le azioni a sostegno della scuola statale, al di là
dei desiderata e delle dichiarazioni.
Gli ultimi eventi , i provvedimenti
dichiarati e smentiti subito dopo, dal concorso per i docenti, al riordino
degli anni dell’obbligo e del ciclo di studi, all’ultimo sulla stabilizzazione
dei docenti precari, ci disegnano un quadro frammentato di desideri e di
proposte subito rimangiate nel nome della scarsità di risorse. Il risultato? Un
estrema incertezza legata alla presa d’atto dello status quo: la scuola rimane
povera e in difficoltà e non si affacciano all’orizzonte provvedimenti
strutturali ma solo marginali. Ed ecco che torna a farsi viva e necessaria la
protesta. Si ricomincia da Bologna, da cui parte un invito: una mobilitazione
per il 23 marzo seguita da una giornata dibattito il 24 marzo che si terrà
nella città emiliana. La manifestazione si chiama significativamente “L’urlo
della scuola”.
La storia di questo
movimento congiunto di genitori e insegnati ( www.assembleascuolebo.org ) inizia dalla notte bianca della
scuola nell’ottobre 2008 fino allo sciopero della fame dello scorso giugno,
durato una settimana e sostenuto con il loro corpo da più di 100 persone fra
genitori e insegnanti.
Da quegli eventi è
nata un’esperienza permanente di partecipazione civile a difesa della scuola,
della sua qualità innanzitutto, come bene comune.
“L’urlo è nato
dall’esigenza di rilanciare l’interesse per la scuola, l’istruzione e la
ricerca come unica parola d’ordine per il futuro di questo disgraziato paese. I
professori con le loro parole dell’economia dovrebbero fare un salto di qualità
e aprire i cordoni della borsa che difendono come cani da guardia, perché se
non si investe in scuola nessun futuro sarà possibile per i bambini, per i
ragazzi, ma soprattutto per tutto il paese.
Ci aspettiamo che
ognuno nel suo piccolo e nella sua scuola faccia quello che riesce ad
organizzare: dal volantinaggio dell’appello, ad indossare la spilletta con la
primula – simbolo di una nuova primavera per l’istruzione pubblica – a
scambiare due parole davanti a scuola con altri genitori o in sala insegnanti
per ribadire quello che non va e quello che si vorrebbe in più dalla scuola
fino alle occupazioni, le manifestazioni, le assemblee, i frozen, ognuno con la
sua creatività e la sua voglia di urlare.” Cosi Marina D’Altri e Ambrogio
Vitali, tra gli organizzatori della manifestazione.
La giornata è anche
il momento per mettere a punto e presentare una Convenzione Nazionale per la
Scuola Pubblica, un momento di riflessione e ripartenza per coagulare
i tanti movimenti e associazioni che in questi anni hanno difeso
coraggiosamente e instancabilmente la qualità e il valore della scuola pubblica
statale.
“Dopo l’Urlo di
attenzione del 23 dunque le proposte del 24 marzo. L’intenzione è quella di
raccogliere le forze più sensibili ai temi dell’istruzione pubblica per
discutere di una possibile piattaforma di richieste su cui mobilitarsi per far
sì che la scuola di tutti possa domani essere ed apparire una scuola
all’avanguardia, laica, libera, solidale, come la scuola immaginata dagli
articoli 3, 33, 34 della nostra Costituzione. Un bene comune non alienabile e
non disponibile alle avventure di politiche ottuse e senza visione. Si
alterneranno interventi e contributi. “
Ulteriori
informazioni, lo spazio per le adesioni e i contributi (richiesti e graditi) suwww.urlodellascuola.it . Spero siate presenti, se non
fisicamente, almeno con le azioni. Io ci sarò.
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