martedì 20 marzo 2012

Una legge sotto attacco.


Una legge sotto attacco.

Reporter dopo il confronto con Monica Sgherri Capogruppo consiliare "Federazione della Sinistra -Verdi" della Regione Toscana sulla L.R per la partecipazione n°69/2007.

Si è svolto venerdì scorso il primo incontro programmato dall'Osservatorio Trasformazione Urbane.
La discussione è stata assai interessante e conferma l'impressione che in questa fase politica la partecipazione sia vissuta come un fastidioso fardello, le critiche e la resistenza dei comitati contro opere ambientalmente pericolose, tendono a essere criminalizzate e la stessa democrazia in forma delegata e rappresentativa è vissuta come un impedimento al decisionismo di tipo presidenziale. Si respira desiderio di delega totale e assoluta.

Monica Sgherri che invece al contemporaneo uso della democrazia diretta e della rappresentativa (“le due gambe del sistema democratico”) crede molto, ha fatto un suo bilancio della legge oggetto della nostra discussione, sostenendo che i principi fondamentali della proposta a suo tempo largamente condivisa, siano ancora validi. Ha sottolineato che il processo partecipativo costituisce un arricchimento anche per gli eletti, e che pur non essendoci (salvo nel caso di bilancio partecipato) nessuna cessione di delega, la pubblica amministrazione nel caso di respingimento delle proposte scaturite dal percorso partecipativo è tenuta a motivare con chiarezza le ragioni del rigetto. Ha sottolineato come vi debba essere estremo rispetto e correttezza nei confronti della cittadinanza attiva che si è impegnata (in modo disinteressato e generoso) e che non è tollerabile un voltafaccia sugli impegni assunti.
Ha chiarito anche che a suo avviso non si può imputare il rallentamento delle opere pubbliche ai processi partecipativi, i comitati “ninby” (non nel mio giardino) si formano proprio per difetto di partecipazione, e  che l'ascolto non è mai un ostacolo ma una opportunità per migliorare l'informazione e approfondire le problematiche. Molti gli interventi che hanno sottolineato l'importanza di mantenere attiva questa legge, sia pure con una revisione critica. È stato sottolineato l'uso improprio che qualche volta si è cercato di attuare, confondendo la ricerca di consenso con la partecipazione, e che non basta un dibattito in sezione o in circoscrizione o il coinvolgimento nella discussione sulle scelte delle categorie, portatrici di interessi economici privati, per parlare di scelta partecipativa.
Alcuni limiti sono stati evidenziati: il fatto che non vi sia una divisione in settori per diversificare il processo di partecipazione: assai diverso è il parere condiviso per una verifica ambientale o la scelta di delegare quote di bilancio (bilancio partecipato) altra questione l’indicazione delle priorità di interventi di riqualificazione, o decidere l'opportunità di una grande opera di impatto rilevante, per cui bisogna discutere se farla oppure dove farla, etc.. 
In merito al referendum come strumento di partecipazione diretta all'interno dell’osservatorio da sempre le posizioni sono assai diversificate, ma su due punti c'è convergenza: la necessità di una ottima e pluralistica informazione e l'abolizione del quorum.
Certo è evidente che i processi partecipativi, che puntano a soluzioni condivise attraverso la mediazione dei conflitti e la valorizzazione di quanto unisce piuttosto che di ciò che divide, e dunque costringono a un continuo approfondimento delle questioni è un traguardo auspicabile che non divide tra maggioranze e minoranze.
Opinione comune di tutto l’osservatorio la necessità di un approfondimento sui processi partecipativi per l'adozione e lo studio dei piani regolatori comunali (piano strutturale regolamento urbanistico) che devono essere processi a tempo indeterminato, perché il controllo sulla trasformazione del territorio, deve essere continuo. Perciò l'attuale normativa in questo senso appare limitata. Si potrebbe compensarla limitando i finanziamenti regionali ad alcune fasi e prevedendo l'apertura in ogni comune di urban center permanenti che garantiscano la continuità del processo.
Il modello di progetto partecipativo elaborato dall'osservatorio  e consegnato al comune su cui ci confronteremo nel prossimo incontro, è un tentativo di tracciare le coordinate di una gestione informata e condivisa del territorio che è il più importante bene comune. Proprio dal conflitto e dalla partecipazione critica può venire il rimedio per rilanciare il processo democratico oggi in grave affanno.
L’impegno del capogruppo regionale di Rifondazione come il fatto che le sue proposte di mantenere la legge regionale n°69, siano state approvate dal consiglio regionale ci fa ben sperare; tuttavia se non si produce un  allargamento del  dibattito e della attenzione sui processi di partecipazione questa legge anche se rettificata non potrà dare i frutti sperati.
Osservatorio trasformazione urbane Livorno
Livorno 20 marzo 2012

PROSSIMO INCONTRO

Diritto alla città futura
La partecipazione democratica nei processi decisionali per la modifica del territorio

Giovedì 22 marzo 2012 ore 17,30,
presso Ex Chiesa degli Armeni, (g.c.)
Via della Madonna 32 – Livorno
Sala Riunioni

Incontro con
Mauro Grassi 
Assessore Comune di Livorno territorio e all’ambiente. alla  valorizzazione del

sul modello di sviluppo della città e la partecipazione dei cittadini nei processi decisionali per l'urbanistica livornese. 
Secondo  dei quattro incontri pubblici, promossi dall'Osservatorio Trasformazioni Urbane per introdurre al processo partecipativo sui nuovi strumenti urbanistici della città.


Partecipate!!!   Diffondete l'invito!!!

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