mercoledì 22 agosto 2012

n+1 - Newsletter numero 189, 18 agosto 2012


  n+1
 
Rivista sul "movimento reale che abolisce lo stato di cose presente"
 
Newsletter numero 189, 18 agosto 2012
 
Supplemento alla rivista n+1
Direttore responsabile: Diego Gabutti
Registrazione al tribunale di Torino n. 5401 del 14 giugno 2000
 
 
 
Onore ai proletari di Marikana
 
Lavoravano in una miniera di platino e lottavano contro condizioni disumane. Anonimi padroni internazionali, sindacati collaborazionisti e forze repressive dello stato li avevano messi con le spalle al muro dichiarando illegale lo sciopero. Occupavano una collina, diventata simbolo della loro unione contro tutti. Avevano già avuto dei caduti negli scontri dei giorni precedenti. La polizia, armi alla mano e protetta da furgoni blindati, li stava circondando. Armati di lance e di machete, stavano forse cercando di rompere l'assedio. Li hanno massacrati a raffiche di armi automatiche: 42 morti e 78 feriti. "Erano armati e attaccavano, la nostra è stata legittima difesa" ha detto il capo della polizia. I filmati confermano. Capito?Attaccavano illegalmente invece di piagnucolare su diritti legali calpestati. Già, non erano che dei negri selvaggi.
 
 
A perfect storm
 
Cibo
 
La peggiore siccità degli ultimi cinquant'anni ha colpito gli Stati Uniti facendo calare significativamente la produzione di cereali, tanto che la FAO ha chiesto a Washington di sospendere il loro utilizzo nella distillazione di etanolo per carburanti. Anche l'India, la Russia e l'Australia denunciano enormi danni dovuti alla siccità, mentre in Brasile piogge fuori stagione hanno rovinato i raccolti di canna da zucchero. In un mondo globalizzato esisterebbero tutti gli strumenti per una politicaglobale dell'alimentazione, ma le varie borghesie nazionali non sono in grado di attivarli. Il Capitale non è sfiorato dal problema e anzi come al solito tenta di valorizzarsi attraverso speculazioni varie. Allo scopo dichiarato di evitare rivolte della fame come quelle del 2008 si terrà a settembre l'ennesimo G20. Facile profezia: il risultato sarà lo stesso di allora.
 
 
Economia
 
Nouriel Roubini, economista di fama, ha rilasciato una strana intervista. Di fronte a una sbigottita intervistatrice del network Bloomberg, ha detto nervosamente che in una crisi sistemica i palliativi non servono a niente. Se nulla cambia, un crollo globale, apocalittico, è sempre più probabile. Il 2013 potrebbe essere peggio del 2008. Le banche sono supermercati della finanza, fanno di tutto e illegalmente, mostrando macroscopici conflitti d'interesse. I banchieri sono avidi da mille anni, quindi il problema non è farli diventare agnellini, bensì quello di impedir loro di nuocere. "Nessuno è andato in galera dopo la crisi finanziaria. Le banche fanno cose illegali ma nel migliore dei casi si beccano una multa. Se qualcuno finisse in carcere, servirebbe forse di lezione. Oppure qualcuno finirà impiccato per le strade". Un monito? Una previsione? Di certo il processo in corso è inesorabile e le parole dell'economista fanno curiosamente eco a un movimento sociale contro l'avidità capitalistica.
 
 
Società
 
Nel mese di luglio i minatori delle Asturie hanno marciato su Madrid unendosi al movimento metropolitano di studenti e lavoratori. Ne sono seguiti giorni di scontri con la polizia. La quale non solo ha bastonato "unitariamente" minatori, giovani senza riserve, impiegati senza tredicesima, vecchiette senza pensione, ma ha addirittura manifestato in piazza per conto suo, contro i tagli nel settore sicurezza. Hanno protestato anche i pompieri. Intanto in Nordafrica e in tutto il Medio Oriente non cessano gli scioperi, le rivolte e le guerre per procura, segno di un malessere sociale che varie forze cercano di convogliare. In Sudafrica minatori esasperati hanno attaccato con lance e machete la polizia, la quale ha sparato con armi automatiche facendo una strage. Episodi che si svolgono su piani paralleli possono convergere, saldarsi in una fiammata generale. E' il meccanismo della "tempesta perfetta" (perfect storm), espressione coniata dai meteorologi quando, nel 1991, sull'Atlantico, si sommarono in sincronia da manuale tutti i fattori che danno origine a un ciclone.
 
 
 
Vecchissima Italia
 
In "La Sicilia e i siciliani", Marx scriveva: "Quando le prime luci avevano appena cominciato a diffondersi sulle tenebre medievali, i siciliani avevano già ottenuto con le armi non solo varie libertà comunali, ma anche i rudimenti di un governo costituzionale, quale allora non esisteva in nessun altro luogo. Prima di ogni altra nazione europea, i siciliani stabilirono col voto il reddito dei loro governi e dei loro sovrani". Chi incomincia per primo, prima invecchia, e la Sicilia più che vecchia è putrefatta. Come del resto tutta l'Italia, crogiuolo sperimentale del capitalismo alle sue origini. Le città-Comune descritte dal Cattaneo come orgoglio italico, un tempo feconde tra produzione e traffici mercantili, oggi falliscono a decine, finendo commissariate (170 a maggio). Soffocarono quando le rotte si spostarono dal Mediterraneo agli oceani, oggi soffocano insieme con l'intera Europa, mentre produzione e traffici si spostano altrove.
 
 
 
99 Picket Lines
 
L'AFL-CIO, il più grande sindacato americano, ha organizzato alcune settimane fa a New York una marcia dei lavoratori della Consolidated Edison. Il movimento Occupy Wall Street ha mobilitato i suoi militanti utilizzando le stesse parole d'ordine dei volantini sindacali ma con evidente significato diverso. "This is not a walkout, it's a lockout!" vuol dire: "questo non è uno sciopero, è una serrata". Di solito per "sciopero" si usa "strike", e "lockout" vuol dire genericamente blocco. "Lockout" fu utilizzato sia dai portuali che bloccarono la West Coast nel 2002, sia da OWS nel 2011, quando furono bloccati prima il porto di Oakland e, successivamente, tutti i porti della West Coast da San Diego a Vancouver. Occupy tende a spostare il conflitto dall'interno dei posti di lavoro alla piazza e quindi mette a disposizione degli scioperanti la sua struttura logistica per l'organizzazione dei picchetti, diffusi sul territorio e coordinati attraverso la Rete (99 Picket Lines). Essendo OWS espressione di questa società, ne assume le forme di comunicazione e organizzazione, trasformandole a proprio vantaggio, elevandole a patrimonio collettivo, dal quale i proletari hanno subito attinto.
 
 
 
Giochi olimpici
 
Una mobilitazione combinata di polizia, esercito e servizi segreti come quella per le Olimpiadi di Londra non si vedeva dalla Seconda Guerra Mondiale: 40.000 uomini, due navi da guerra, aerei da caccia, squadre speciali anti-bomba, elicotteri da combattimento, missili installati sul tetto dei palazzi, armi soniche in grado di disperdere la folla, scanner biometrici e sistemi di controllo del contagio di malattie. L'Afghanistan è la palestra in cui si addestrano le forze per la repressione, le metropoli occidentali sono il terreno di verifica nella guerra preventiva contro il nemico interno. E mentre nel Regno Unito si licenziano 20.000 soldati a causa dei tagli, per controllare il buon funzionamento dei Giochi Olimpici vengono spese cifre colossali, lievitate di svariati ordini di grandezza rispetto ai previsti 3 miliardi di sterline. Una delle manifestazioni di potenza che ricordano quella dell'Impero Romano d'Occidente, dissanguato da legioni troppo numerose e, nonostante ciò, non in grado di contrastare la pressione dei "barbari" ai confini.
 
 
 
Co-working
 
Chi vuole può anche prendersela con il padrone cattivo che si specializza nel "delocalizzare" la produzione all'estero, ma anche se lo ammazzasse come nel film Louise Michel, troverebbe sempre qualcuno che è "padrone" a livello  più alto, fino ad arrivare al Capitale anonimo e autoreferente. La delocalizzazione è fenomeno legato a quello che Marx chiamava "esercito industriale di riserva", che può essere dovunque e che in ogni modo a sua volta è legato alla "legge della miseria relativa crescente". La quale, tra l'altro, sta diventando miseria assoluta e non risparmia iperlaureati, ultraspecializzati, masterizzati vari che rimangono inesorabilmente disoccupati o sono costretti a vendersi per niente in infiniti stage. Si tenta di rimediare dando vita a comunità cosiddette professionali, dove ognuno condivide con altri locali, attrezzature, comunicazioni, servizi, sale riunioni, persino cucine, zone notte e palestre per il relax. E' auto-sfruttamento organizzato e lo chiamano co-working. Ma, come in tutti i fenomeni del capitalismo decomposto, c'è lo zampino del diavolo (cioè del comunismo): in posti del genere si affievolisce oggettivamente la divisione sociale del lavoro, si accomunano conoscenze diversificate in insiemi che potrebberoessere organici, tempo di lavoro e tempo di vita tendono a coincidere, mentre scompare il "dispotismo di fabbrica" d'altri tempi. Questo che appare come un povero rigurgito di individualismo localista proudhoniano, un espediente per sopravvivere risparmiando, è da mettere in relazione con i milioni e milioni di individui per i quali non esiste più il lavoro e sono costretti adaccomunare risorse.
 
 
 
In ritardo di una rivoluzione
 
Su Il Sole 24 Ore si critica "la brutalità del comando e il dominio dell'economia sulla vita pubblica e sui diritti", un "nuovo feudalesimo che sottrae la sovranità agli Stati e alle istituzioni" con una "revisione totale dei diritti dei cittadini e delle istituzioni democratiche... dedite ormai solo all'esecuzione delle decisioni di gerarchie esterne e fuorvianti". Il piagnisteo piccolo-borghese sulla conculcata sovranità popolare e democratica è antico quanto il capitalismo. Alla troika composta da FMI, BRI e WTO (Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale e Organizzazione per il Commercio Mondiale) si aggiungono i sottoprodotti locali come la Federal Reserve americana, la Banca Centrale Europea e le Grandi Banche private (troppo grandi per fallire e quindi autorizzate a ogni delitto economico), e naturalmente i Governi, sempre più autoinsediati piuttosto che eletti dal popolo. Si capisce che c'è di che piangere di fronte a questi "leviatani burocratici" intenti a schiacciare il povero cittadino. Ma l'odio contro le "plutocrazie dai cinque pasti al giorno" è già stato sperimentato e la "rivoluzione liberale", la restaurazione degli ideali illuministici borghesi, era solo nella testa di Gobetti. Resta la rivoluzione senza aggettivi.
 
 
 
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