VANE PROMESSE
Sono bastati pochi mesi della nuova amministrazione per poterne apprezzare due caratteristiche principali, almeno per il momento: l'estremo verticismo e l'assenza di serietà nelle politiche produttive (e dunque sociali).
Delle tante promesse fatte in campagna elettorale, la Giunta e il Sindaco hanno perso forse memoria: non passa giorno o comunicato che non facciano altro che ricordare che i SOLDI NON CI SONO!!
Non lo sapevano prima? Il loro stesso Partito non li aveva messi al corrente ?
I soldi non c’erano prima e purtroppo non ci sono adesso: il Sindaco invece di dare dell’incapace alle opposizioni, dovrebbe rendere conto di tutto quello che ha promesso in campagna elettorale (dare lavoro e abbassare le tasse, principalmente).
Ritorna quindi il tema sul quale solo Castello A Sinistra ha puntato il dito in campagna elettorale (vedasi soprattutto il dibattito organizzato da CNA e Confesercenti): perché fare tante promesse ai cittadini quando le risorse sono poche? Perché attaccarsi a speranze molto deboli senza prevedere piani più ponderati, più seri e completi?
Ad oggi ci pare chiaro che non esista un “piano B”. Il sindaco di un comune di 17000 abitanti non può creare occupazione in maniera diretta, ma nel nostro caso non ha saputo nemmeno salvare le lavoratrici ed i lavoratori della Pucci: contratto di solidarietà e licenziamento rimandato per un anno. In sostanza, caro lavoratore, inizia a cercarti un'altra sistemazione da solo. Di concreto cosa sta facendo l'amministrazione Falorni? Creare percorsi di ricollocamento attraverso l'attivazione di corsi professionali con l'Unione dei Comuni? Niente.
Dunque con questa esperienza, come potremmo fidarci delle sue parole riguardo al dramma della Shelbox? Un dramma occupazionale che da anni è stato utilizzato dal Partito Democratico come serbatoio di voti in cambio di inutili promesse. Adesso si tratta di ripartire da zero: quali sono le proposte del PD? Affidarsi a qualche altro “buon investitore”?
Quanto successo alla Shelbox permette purtroppo di analizzare il sottofondo culturale di PD, Forza Italia e similari, e quindi anche dell'attuale amministrazione. L'azienda è entrata in crisi non per mancanza di mercato, ma per errori dei proprietari; i lavoratori conoscevano quanto c'era da fare per continuare la produzione e gli ordini non mancavano. L'ideologia dominante, che pervade purtroppo anche parte del maggiore sindacato, la CGIL, ha spinto a fidarsi delle istituzioni e di qualche provvidenziale investitore. In questo momento di crisi, inoltre, lo Stato ha rimpinzato di soldi le maggiori banche, e non i lavoratori, dicendo che sicuramente le prime avrebbero investito in favore dei secondi. Quanto accaduto alla Shelbox è un esempio che questa pagliacciata non funziona, e che, al di là dell'esperienza dei lavoratori nel proprio settore, i grandi imprenditori e le banche rappresentano un problema e non la soluzione per l'occupazione.
Ci preme sottolineare che stiamo puntando il dito sui grandi imprenditori, non sulle piccole partite IVA che, a conti fatti, non sono altro che lavoratori dipendenti dal mercato (e quindi dai pesci più grandi) e dalle banche, ma senza diritti sindacali.
Cogliamo l'occasione anche per volgere una critica, costruttiva s'intende, a chi, anche tra i lavoratori, si è affidato a chi governa da anni attaccando e distruggendo i loro stessi diritti. Il Partito Democratico ritiene che si debba dare la stessa importanza all'imprenditore che licenzia (e si salva) e al lavoratore licenziato (e magari senza più diritti); questa è la realtà ormai da tempo e non c'è più ragione per avere fiducia in questo partito e nei suoi maggiori rappresentanti.
Riteniamo che si debbano dimenticare le promesse e le demagogie e che da tempo sia giunto il momento dell'autorganizzazione tra i lavoratori. Su questa base siamo aperti a discutere e proporre soluzioni per l'occupazione in Valdelsa.
CASTELLO A SINISTRA
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