[redazione del sito www.rete28aprile.it]
In piazza contro Monti, Marchionne e Draghi
di Giorgio Cremaschi
L’assenza ufficiale del Partito democratico dalla manifestazione della Fiom è solo un ulteriore segno della crisi profonda di questa forza politica.
Il governo Monti si muove come un treno, anzi come una Tav, nella devastazione dei diritti sociali e civili del paese. Il suo è il classico programma della destra liberale europea, quello di Merkel e Sarkozy, di cui non a caso Monti si augura la rielezione. Questo è anche il programma della Bce guidata da Draghi.
In una famigerata lettera inviata ancora al governo Berlusconi,
Questa politica di austerità e tagli comunque non rinuncia agli sprechi. Il primo è proprio quello della Tav in Valle Susa, ed è per questo che la lotta di quel popolo e di quel movimento parla a tutta l’Italia. Il secondo è quello degli F35, il cui costo abnorme passa sotto silenzio mentre non si trovano neanche i soldi per assumere gli insegnanti di sostegno.
In continuità con il periodo berlusconiano resta poi la copertura governativa alla continua aggressione ai diritti dei lavoratori e alla sfacciataggine di Marchionne. Che da un lato afferma di amare tutto di Monti, e credo che ne sia ricambiato, e dall’altro continua a rispondere con arroganza e strafottenza alla Fiom e a quelle persone perbene che gli chiedono che fine abbia fatto il suo programma di investimenti e di lavoro.
Insomma un partito minimamente di sinistra avrebbe non una, ma mille ragioni per scendere in piazza con i metalmeccanici. La segreteria del Pd non ne ha trovata neanche una e questo segna la sua crisi. La stessa del Pasok Greco, che è precipitato all’8% mentre sostiene i governi bipartisan che massacrano quel paese.
Il 9 marzo quindi i metalmeccanici scendono in piazza contro Marchionne, contro l’attacco al contratto, ma anche contro il governo. E’ inutile usare infingimenti. Le lotte in campo oggi, tutte, possono essere diverse, ma l’avversario è comune. Quel governo autoritario delle banche e della finanza che distrugge i diritti e la democrazia e di cui nel nostro paese non sono certo una giustificazione o una copertura le continue benedizioni da parte del Presidente della Repubblica.
E’ vero, la manifestazione della Fiom ha un significato più vasto, come ce l’hanno quella dei No Tav e le altre lotte: esse sono il segnale del risveglio di un paese che, nonostante la melassa del palazzo e dell’informazione, comincia a scoprire e a contestare il disastro economico e le responsabilità del governo. Un risveglio che reagisce all’abulia dei sindacati confederali e allo stato confusionale e all’inettitudine di ciò che resta del centrosinistra. Lo sciopero dei metalmeccanici segnerà un punto di svolta, è l’avvio di un processo di lotta, di opposizione, di alternativa.
Per questo, subito dopo, diamo appuntamento il 31 marzo a Milano per scendere in corteo dalla Bocconi a piazza Affari, cioè per manifestare contro le vere sedi delle decisioni che stanno distruggendo i diritti sociali e civili del nostro paese.
7 marzo 2012
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