venerdì 16 marzo 2012

RSU Università 2012. Vinti e vincitori.



RSU Università 2012. Vinti e vincitori.

di Proletaria Vox,  13.03.2012
        Come noto, lo scorso 8 Marzo si sono aperte le urne di tutti gli enti pubblici e delle scuole in Italia, a conclusione di tre giorni di votazione per il rinnovo delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU).
        L’unico settore che consente, ad oggi, di sviluppare poche e parziali riflessioni è ancora una volta l’Università, non fosse altro per la raccolta capillare e completa dei dati fornita dalla FLC-CGIL.  I dati relativi al Pubblico Impiego (Ministeri, Parastato, Agenzia delle Entrate, etc…) non sono invece, purtroppo, ancora disponibili. Non per noi, almeno…
        Certo è che a leggere i comunicati di ciascuna sigla  tutti sono vincitori e tutti avanzano inesorabilmente, tanto che a provare a far seriamente dei conti la somma totale delle percentuali supera abbondantemente il 100%.  E'  il solito "risultato"  della comunicazione politica, nulla di più...         Nell’attesa della piena completezza dei dati del Pubblico Impiego e della Scuola, dunque, le nostre prime considerazioni su quanto avvenuto nel settore Università.

In allegato lo schema riassuntivo, sede per sede, fornito da FLC-CGIL.
         Un commento generale sopra gli altri e valido per tutti: il mancato accorpamento, previsto da Brunetta, di tutti i comparti di Pubblico Impiego in non più di tre o quattro mega-comparti ha garantito la sopravvivenza di praticamente tutte le sigle precedenti ed anche di nuove, anche le più conflittuali ed indigeste ai vari governi.   Il "baricentro"  politico, non a caso, si sposta con decisione verso sinistra e con una partecipazione elevata di votanti, il 77%  circa.
        Il dato, per chi scrive ovviamente positivo, non era affatto scontato.    Speriamo continui ad essere così...
        La CGIL è il vero soggetto trionfatore. Dal precedente 31% circa balza al quasi 35% e stacca la CISL, ormai, di più di 12 lunghezze percentuali!  Seppure la FLC, oltre la Funzione Pubblica, sia stata assente dallo sciopero del 9 Marzo della FIOM, è evidente il riflesso positivo guadagnato da questi.
        A maggior ragione, dopo lo scrutinio di questi voti, è legittimo pensare che l’annuncio di una partecipazione di FLC allo sciopero FIOM avrebbe prodotto un ulteriore, forte avanzamento.        Peggio per loro.        Ad ogni modo, pur con il biasimo per quella ed altre assenze, va detto che la FLC, nel corso degli ultimi tre anni, ha “corretto”  la sua rotta sapendo intercettare in più occasioni le varie “onde”  di studenti, docenti e personale dipendente contrari alle riforme più penalizzanti per l’Università e l’Istruzione Pubblica, Gelmini e Brunetta in primis.
        Molto le resta da fare sulla “rotta” intrapresa, ma già con i risultati di queste RSU può tranquillamente confidare sul gradimento di più di un terzo dell’intero comparto ed impostare con più serenità un miglior modo di rappresentanza e tutela dei lavoratori.

        La CISL e la UIL, indissolubilmente legate da più di una “complicità”  con il governo Berlusconi prima, e con quello Monti ora, ricevono la giusta paga che solitamente si dà ai collaborazionisti.  Il fardello della sconfitta che portano sulle spalle, infatti, è dovuto quasi per intero alla loro sciagurata politica di svendita di diritti e dignità dei lavoratori, anche loro iscritti…
         CISL passa dal 26,15% al 22,19%  con un quasi meno 4%  che la porta dritta sul gradino più alto dei penalizzati.   E’  la sigla ritenuta più indigesta.
         UIL risulta la seconda in ordine di NON gradimento, perdendo “soltanto” un 1,2%. Dal 15,13% cala al 13,93%.         Effetto (non voluto) di una minore esposizione di Angeletti rispetto all’onnipresenza urticante di Bonanni.  
        E’ vero, dunque, che le loro facce iniziano ad essere un problema per le loro stesse organizzazioni…

        Lo SNALS, apparentemente in affanno dopo la scoppola della sua mancata elezione al CUN nel 2010, pare risorgere e recupera il cedimento avuto nel 2007 e, seppure di poco,  supera addirittura il risultato del 2004, arrivando oggi a raggiungere un 11,5%. 
        Con tutta evidenza, parte delle perdite di CISL e UIL sono sicuramente qui.

        La CISAL, nella sua ormai consueta altalena, perde il recupero ottenuto nella scorsa tornata e cede punti anche rispetto al 2004.       Oggi conta appena un 5,49%.
        A meno di una massiccia campagna di tesseramento è a forte rischio la sua “rappresentatività nazionale” nel comparto.

        La UGL, il sindacato della governatrice del Lazio, continua la sua discesa agli inferi, perdendo progressivamente e costantemente dal 2004 ad oggi che registra uno striminzito 1,55%.        Pare del tutto naturale che, da buon soggetto filogovernativo, condivida la stessa sorte di CISL e UIL.
        
        I sindacati gialli vengono così respinti in blocco e con piena e matura consapevolezza dei lavoratori universitari.

        La USB (ex RdB) sconta ancora oggi lo “schiaffo di Bologna”  del 2007. Fu allora, infatti, che perse la “rappresentatività nazionale”  conquistata nel 2004, proprio a causa dell’abbandono della sua più grossa struttura (in termini di iscritti e di voti).
        Nel 2004, con la presentazione di sole 25 liste ed una copertura largamente inferiore al 40%  del personale universitario italiano, era riuscita nell’impresa che, ancora oggi, sembra invece disperata per la USB che ha presentato nel 2012 la cifra record di ben 34 liste per una copertura di oltre lo80% dello stesso personale (fonte, la stessa USB).
        Tradotto in cifre: nel 2004 i voti erano 2.866 (7,28%); nel 2007 i voti crollano a 2.365 (5,71%) e nel 2012 “risorgono”  a 2.688 (6,64%). 
        Insomma, tanto sforzo sembra aver prodotto davvero molto poco.        Come per la CISAL vale il principio per cui, a meno di una massiccia campagna di tesseramento… è ancora oggi a forte rischio la sua “rappresentatività nazionale”   nel comparto.
        Da segnalare il crollo di molte sue “roccaforti”  tradizionali (Milano, Trieste, Napoli), o la scomparsa addirittura totale (Padova, Sassari, Sissa d Trieste…) di sue rappresentanze, compensato solo minimamente da due eccezionali sorpassi nei confronti di CGIL (Siena e Polito) ed altri minori, ma soprattutto compensato dall’effetto “pop corn”  dato dalle nuove sedi.
        E’  noto infatti che per chi si presenta per la prima volta, non fosse altro che come collettore di una protesta altrimenti impossibile, è generalmente atteso un buon risultato o quanto meno un “ingresso”  tra gli eletti.   Ma...    
        ...una conquista non è mai tale per sempre. Il difficile non è tanto la conquista, quanto il mantenimento della conquista.  (Sun Tzu – L’arte della guerra)
        Gli ALTRI, seppure di molto poco, crescono ancora. Nel 2004 erano appena il 2,62%; nel 2007 erano il 3,57%; oggi sono arrivati al 3,84%.
        Tra questi, vale la pena sottolineare, si celano soprattutto CUB e COBAS
         Naturalmente vale anche per essi lo stesso ragionamento sull’effetto “pop corn”  nelle sedi di nuova acquisizione.
        Tuttavia, alcune sedi ormai “storicizzate”  (per esempio Bologna e Pisa, rispettivamente per le due sigle qui citate) e, soprattutto, il percorso unitario da esse intrapreso (in alcune realtà si sono già presentate liste comuni CUB-COBAS)  fanno ben sperare in una loro futura crescita. Auguri.

Un saluto.              Proletaria Vox


A seguire, sul blog http://blog.libero.it/VoceProletaria

Sindacalismo.La CGIL si spacca sull'Art. 18.  Di Fabio Sebastiani.
http://blog.libero.it/VoceProletaria/11154203.html

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