giovedì 28 febbraio 2013

Democratici: ansia per le comunali. E parte l’autocritica


Democratici: ansia per le comunali. E parte l’autocritica
Riccardo Chiari, il manifesto 27/02/2013
Anche se resta la prima regione per consensi al Pd, nei democrat toscani è scattato l'allarme rosso. Effetto diretto di un calo, molto pesante, che va dall’8 al 9%. Sono 350mila voti persi. Per giunta in quelle che dovevano essere elezioni da stravincere, per dare il tradizionale contributo al partito nazionale.
Poco consola che il Pdl abbia ceduto addirittura il 14% (perdendo anche lui 350mila voti) e la Lega sia stata azzerata.
«È chiaro che ci aspettavamo di più - ammette il segretario regionale del Pd Andrea Manciulli - e faremo autocritica, il risultato atteso non era questo». Parole inconsuete. Ancora più diretto Enrico Rossi: «Non ho mai visto la sinistra vincere se non intercetta la rivolta morale e la protesta sociale».
Quella del presidente toscano, ieri soddisfatto solo dalla concessione della cittadinanza italiana ai tre ambulanti senegalesi gravemente feriti dal neofascista Gianluca Casseri, è una osservazione legata al panorama nazionale. Ma in una regione che vede il Pd egemone, e di consolidato governo, Rossi tocca anche le più profonde ragioni del successo del M5S, diventato seconda forza della Toscana con un trionfale 24%.
Il «principe dei numeri» Antonio Floridia conferma: «M5S ha preso 530 mila voti: prima di analisi più approfondite è possibile ipotizzare che siano arrivati in prevalenza dalla sinistra e dal centrosinistra». Certo da Rivoluzione Civile (ridotta al 2,5%) ma non da Sel, salita di 30mila voti anche se con con una percentuale del 3,8% non soddisfacente. Il responsabile
dell’Osservatorio elettorale regionale offre anche la più probabile chiave di lettura del fenomeno: «Andrà analizzato caso per caso - puntualizza Floridia - come abbiano inciso conflitti locali su impianti energetici o opere infrastrutturali. Ma da una prima valutazione, sembra proprio che ci siano elementi in questo senso».
Di qui le ragioni del campanello d'allarme per i democratici, che proprio sulle grandi opere e gli impianti di incenerimento stanno andando avanti senza esitazioni. Mentre Matteo Renzi continua a non commentare i risultati - di ieri un laconico «non è giornata» - proprio da Sel sono arrivate alcune parole chiare. «Abbiamo preso impegni con chi ci ha dato il voto - avverte Renzo Ulivieri, non eletto ma infaticabile in campagna elettorale - non ci perdonerebbero accordi di governo con Monti o addirittura con Berlusconi».
Niente inciuci, confermano le neo deputate Martina Nardi e Marisa Nicchi e la neo senatrice Alessia Petraglia. L’unica strada è quella di andare avanti provvedimento per provvedimento, con proposte autonome: «Per dare risposte al malessere, alla fatica di vivere e alla rabbia, tutte figlie di una crisi fortissima che abbiamo trovato girando nei mercati e nelle fabbriche».
E con una preferenza: «Gli eletti del M5S sono di cultura di centrosinistra - osserva Nardi - con loro potrebbero esserci delle convergenze». Mentre il coordinatore  regionale Giuseppe Brogi guarda alle elezioni di primavera a Siena, Pisa, Viareggio e Massa: «Servirà molta umiltà, in particolare a Siena, altrimenti si faràmolta fatica». Avviso diretto naturalmente al Pd.

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