Newsletter PRC n. 229
Dimissionaria la Segreteria Nazionale di Rifondazione Comunista
28.02.13La segreteria nazionale di Rifondazione Comunista, riunita per valutare i risultati delle elezioni politiche, desidera innanzitutto ringraziare le compagne e i compagni per la generosità del loro impegno personale, sia sul piano politico che organizzativo. Le compagne e i compagni di Rifondazione sono stati infatti la spina dorsale della campagna elettorale di Rivoluzione Civile sui territori. Il risultato di Rivoluzione Civile è stato negativo. Non siamo riusciti in campagna elettorale a far emergere il profilo antiliberista, di sinistra e popolare della lista, che è rimasta schiacciata tra le spinte al voto utile e quelle al voto di protesta. Al di là di ogni altra considerazione, l’insuccesso della lista ha quindi una precisa ragione politica nell’incapacità di interpretare ed intercettare il forte disagio sociale e il largo dissenso verso le politiche di austerità. Leggi tutto
Perché «tifiamo rivolta» nel Movimento 5 Stelle
di Wu Ming - 28.02.13
Mettetevi comodi, vi raccontiamo una storia.
Due giorni fa, durante il pomeriggio dello spoglio elettorale, la rivista Internazionale ci ha chiesto uno o più brevi testi da inserire nel «flusso» della sua diretta web dedicata al voto.
- Volentieri!
- Grazie!
Abbiamo scritto un rapido, sintetico intervento intitolato «Il Movimento 5 Stelle ha difeso il sistema», dove ricapitolavamo e ribadivamo posizioni che i lettori di questo blog conoscono bene.Leggi tutto
Mettetevi comodi, vi raccontiamo una storia.
Due giorni fa, durante il pomeriggio dello spoglio elettorale, la rivista Internazionale ci ha chiesto uno o più brevi testi da inserire nel «flusso» della sua diretta web dedicata al voto.
- Volentieri!
- Grazie!
Abbiamo scritto un rapido, sintetico intervento intitolato «Il Movimento 5 Stelle ha difeso il sistema», dove ricapitolavamo e ribadivamo posizioni che i lettori di questo blog conoscono bene.Leggi tutto
Le alternative del dopo voto
di Alfonso Gianni - 28.02.13
Dopo il non esito del voto di domenica e lunedì, si pongono diverse alternative cui bisognerebbe rispondere in modo netto.
La prima. I mitici e famigerati mercati non hanno gradito. La Borsa di Milano chiude con meno quattro, ma anche le altre capitali europee viaggiano con il segno meno. È tutta l’Europa che traballa, e non potrebbe essere diverso date le premesse. Contrariamente al leit motiv di Bersani, noi non siamo la Grecia quanto a impatto sullo scenario europeo. Lo spread rimbalza a 340, 50 punti in più, pari a un aggravio di costo per lo Stato di circa 1,5 mld su base annua. Il quadro macroeconomico non è buono, ma pensare che esso sia solo il frutto della instabilità politica italiana significa vivere in un mondo virtuale e non avere mai capito le dinamiche di fondo di questa crisi economica epocale.Leggi tutto
Dopo il non esito del voto di domenica e lunedì, si pongono diverse alternative cui bisognerebbe rispondere in modo netto.
La prima. I mitici e famigerati mercati non hanno gradito. La Borsa di Milano chiude con meno quattro, ma anche le altre capitali europee viaggiano con il segno meno. È tutta l’Europa che traballa, e non potrebbe essere diverso date le premesse. Contrariamente al leit motiv di Bersani, noi non siamo la Grecia quanto a impatto sullo scenario europeo. Lo spread rimbalza a 340, 50 punti in più, pari a un aggravio di costo per lo Stato di circa 1,5 mld su base annua. Il quadro macroeconomico non è buono, ma pensare che esso sia solo il frutto della instabilità politica italiana significa vivere in un mondo virtuale e non avere mai capito le dinamiche di fondo di questa crisi economica epocale.Leggi tutto
Capire per cambiare
di Roberto Gramiccia - 28.02.13
Mantenere la lucidità in questi momenti non è facile. Ma bisogna farlo. E allora, consapevole della complessità di un’analisi esaustiva del voto che rinvio ad altre e più autorevoli sedi, vorrei limitarmi a dire una cosa soltanto, preceduta da qualche considerazione preliminare. Il pessimo risultato elettorale che Rivoluzione civile ha ottenuto è sicuramente dovuto al nodo scorsoio nel quale la lista Ingroia è rimasta strangolata: quello costituito del voto utile al Pd e dal terremoto di consensi che Grillo è riuscito a scatenare. Questo è vero. Ma non basta a spiegare il nostro fallimento. Col senno di poi ora sono tutti pronti a parlare di una “sconfitta annunciata”. Ma si tratta di discorsi a vanvera.Leggi tutto
Mantenere la lucidità in questi momenti non è facile. Ma bisogna farlo. E allora, consapevole della complessità di un’analisi esaustiva del voto che rinvio ad altre e più autorevoli sedi, vorrei limitarmi a dire una cosa soltanto, preceduta da qualche considerazione preliminare. Il pessimo risultato elettorale che Rivoluzione civile ha ottenuto è sicuramente dovuto al nodo scorsoio nel quale la lista Ingroia è rimasta strangolata: quello costituito del voto utile al Pd e dal terremoto di consensi che Grillo è riuscito a scatenare. Questo è vero. Ma non basta a spiegare il nostro fallimento. Col senno di poi ora sono tutti pronti a parlare di una “sconfitta annunciata”. Ma si tratta di discorsi a vanvera.Leggi tutto
Bersani e il “Grillo” nella testa
di Franco Frediani - 28.02.13
“The show must go on”! La tentazione di parlare della situazione politica venutasi a creare all’indomani del dopo voto, soprattutto all’interno di Rifondazione Comunista, è forte, ma non è questo il contesto giusto per cercare di trovare una sintesi sul “come e cosa fare”. Il gruppo dirigente ha tempestivamente e dignitosamente avviato il percorso della discussione che poi porterà alle decisioni future e definitive; meglio dunque “ascoltare” la realtà che ci circonda, magari cercando di offrire una corretta traduzione della stessa. Il dato di fatto è sotto gli occhi di tutti: nessun vero vincitore, almeno tale da consentire una serena governabilità del paese. Bersani e soci sono appesi alla decisione di Grillo, primo dato che fa capire la debolezza politica del Partito Democratico. Leggi tutto
“The show must go on”! La tentazione di parlare della situazione politica venutasi a creare all’indomani del dopo voto, soprattutto all’interno di Rifondazione Comunista, è forte, ma non è questo il contesto giusto per cercare di trovare una sintesi sul “come e cosa fare”. Il gruppo dirigente ha tempestivamente e dignitosamente avviato il percorso della discussione che poi porterà alle decisioni future e definitive; meglio dunque “ascoltare” la realtà che ci circonda, magari cercando di offrire una corretta traduzione della stessa. Il dato di fatto è sotto gli occhi di tutti: nessun vero vincitore, almeno tale da consentire una serena governabilità del paese. Bersani e soci sono appesi alla decisione di Grillo, primo dato che fa capire la debolezza politica del Partito Democratico. Leggi tutto
La pentola scoperchiata
di Barbara Spinelli, da Repubblica - 28.02.13
La cosa più difficile, dopo il gran botto delle elezioni, è districare il groviglio di luoghi comuni, frasi fatte, formule-slogan che ci accompagnano da mesi e anni. La parola populismo innanzitutto.
Ovvero quest’accusa lanciata disordinatamente contro chiunque abbia l’ardire di accusare i politici regnanti e le loro vaste provinciali inadeguatezze. Ma anche vocaboli come sacrifici, austerità: presentati come nobili porte strette che ci avrebbero restituito prestigio europeo, e che dovevamo alle generazioni future. Infine il concetto-chiave: governabilità. Leggi tutto
La cosa più difficile, dopo il gran botto delle elezioni, è districare il groviglio di luoghi comuni, frasi fatte, formule-slogan che ci accompagnano da mesi e anni. La parola populismo innanzitutto.
Ovvero quest’accusa lanciata disordinatamente contro chiunque abbia l’ardire di accusare i politici regnanti e le loro vaste provinciali inadeguatezze. Ma anche vocaboli come sacrifici, austerità: presentati come nobili porte strette che ci avrebbero restituito prestigio europeo, e che dovevamo alle generazioni future. Infine il concetto-chiave: governabilità. Leggi tutto
Elezioni, la sconfitta del giornalismo
di Marco Alloni - 28.02.13
Le recenti elezioni italiane hanno decretato diversi sconfitti, primi fra tutti il Pd e Rivoluzione civile. I giornalisti ne hanno disinvoltamente dimenticato un terzo: se stessi.
Vorrei essere molto esplicito: i giornalisti non ne hanno azzeccata una, e tuttavia continuano a pontificare come se qualcuno avesse loro conferito un qualche diritto di prescienza. Si chiama opinionismo, naturalmente. Ma ha i chiari caratteri del vaniloquio.
D’altronde è inevitabile che sia così. Avendo ridotto la realtà alla sua rappresentazione mediatica, costoro hanno perso di vista la complessità con cui il reale si manifesta. Lo hanno parcellizzato in statistiche, proiezioni, categorie politologiche e diatribe televisive. Leggi tutto
Le recenti elezioni italiane hanno decretato diversi sconfitti, primi fra tutti il Pd e Rivoluzione civile. I giornalisti ne hanno disinvoltamente dimenticato un terzo: se stessi.
Vorrei essere molto esplicito: i giornalisti non ne hanno azzeccata una, e tuttavia continuano a pontificare come se qualcuno avesse loro conferito un qualche diritto di prescienza. Si chiama opinionismo, naturalmente. Ma ha i chiari caratteri del vaniloquio.
D’altronde è inevitabile che sia così. Avendo ridotto la realtà alla sua rappresentazione mediatica, costoro hanno perso di vista la complessità con cui il reale si manifesta. Lo hanno parcellizzato in statistiche, proiezioni, categorie politologiche e diatribe televisive. Leggi tutto
Krugman: Un voto contro l’austerità
di Paul Krugman, International Herald Tribune - 28.02.13
Due mesi fa, quando Mario Monti si è dimesso dalla carica di Capo del Governo Italiano, il giornale “The Economist” ha espresso l’opinione che la “prossima campagna elettorale sarà soprattutto un test sulla maturità e sul realismo degli elettori italiani”. Presumibilmente questa azione matura e realistica avrebbe dovuto portare al ritorno di Monti, che è stato essenzialmente imposto all’Italia dai suoi creditori, al ruolo di Capo del Governo, questa volta con un reale mandato popolare.
Non sembra che le cose siano andate per questo verso. Il partito di Monti é arrivato quarto, non solo arrivando dietro l’essenzialmente comico Silvio Berlusconi, ma anche dietro al vero comico Beppe Grillo, la cui mancanza di una piattaforma coerente non gli ha impedito di diventare una forza politica poderosa.Leggi tutto
Due mesi fa, quando Mario Monti si è dimesso dalla carica di Capo del Governo Italiano, il giornale “The Economist” ha espresso l’opinione che la “prossima campagna elettorale sarà soprattutto un test sulla maturità e sul realismo degli elettori italiani”. Presumibilmente questa azione matura e realistica avrebbe dovuto portare al ritorno di Monti, che è stato essenzialmente imposto all’Italia dai suoi creditori, al ruolo di Capo del Governo, questa volta con un reale mandato popolare.
Non sembra che le cose siano andate per questo verso. Il partito di Monti é arrivato quarto, non solo arrivando dietro l’essenzialmente comico Silvio Berlusconi, ma anche dietro al vero comico Beppe Grillo, la cui mancanza di una piattaforma coerente non gli ha impedito di diventare una forza politica poderosa.Leggi tutto
Grillo chiude a Bersani, ma è rivolta sul web
di Pierpaolo Farina - 28.02.13
Grillo chiude a Bersani e lo definisce “un morto che parla” (a proposito di insulti dati e ricevuti), ma a quanto pare l’elettorato grillino non ci sta a lasciarsi sfuggire l’occasione di essere determinante e di condizionare le scelte di un eventuale governo di minoranza a guida PD.
A parte lo zoccolo duro dei fan duri e puri che non vogliono sentire ragioni e concepiscono il verbo del Capo come la suprema verità (oramai ci siamo abituati), c’è anche chi si lamenta: “Ora i ragazzi sono in Parlamento: falli lavorare, e fatti da parte. O vali più di uno?” Centinaia i commenti dello stesso avviso.Leggi tutto
Grillo chiude a Bersani e lo definisce “un morto che parla” (a proposito di insulti dati e ricevuti), ma a quanto pare l’elettorato grillino non ci sta a lasciarsi sfuggire l’occasione di essere determinante e di condizionare le scelte di un eventuale governo di minoranza a guida PD.
A parte lo zoccolo duro dei fan duri e puri che non vogliono sentire ragioni e concepiscono il verbo del Capo come la suprema verità (oramai ci siamo abituati), c’è anche chi si lamenta: “Ora i ragazzi sono in Parlamento: falli lavorare, e fatti da parte. O vali più di uno?” Centinaia i commenti dello stesso avviso.Leggi tutto
Libertà dei media in Europa: un milione di firme
di Fulvio Fammoni - 28.02.13
Cos’è una “Iniziativa dei cittadini europei”? E’ la richiesta, rivolta direttamente alla Commissione europea, perché produca un atto legislativo sulle materie per le quali ha competenza a legiferare. E’ uno strumento utilizzabile dal 2012 ma ancora poco conosciuto e troppo poco usato. La proposta deve essere sostenuta da almeno un milione di cittadini in almeno sette Stati dell’Unione.
Un buon numero di associazioni e organizzazioni europee ha deciso di utilizzare questo strumento per tutelare e promuovere il pluralismo dei media e la libertà dell’informazione. In Italia a sostenere l’Iniziativa è un comitato di cui, con la Cgil, fanno parte tutte quelle associazioni che da anni si battono contro la censura e i bavagli, contro l’omologazione e per una informazione libera.Leggi tutto
Cos’è una “Iniziativa dei cittadini europei”? E’ la richiesta, rivolta direttamente alla Commissione europea, perché produca un atto legislativo sulle materie per le quali ha competenza a legiferare. E’ uno strumento utilizzabile dal 2012 ma ancora poco conosciuto e troppo poco usato. La proposta deve essere sostenuta da almeno un milione di cittadini in almeno sette Stati dell’Unione.
Un buon numero di associazioni e organizzazioni europee ha deciso di utilizzare questo strumento per tutelare e promuovere il pluralismo dei media e la libertà dell’informazione. In Italia a sostenere l’Iniziativa è un comitato di cui, con la Cgil, fanno parte tutte quelle associazioni che da anni si battono contro la censura e i bavagli, contro l’omologazione e per una informazione libera.Leggi tutto
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