giovedì 28 febbraio 2013

UNA FRITTATA DI UOVA. MARCE.


GIOVEDÌ 28 FEBBRAIO 2013

 di Fulvio Grimaldi

Il paniere conteneva un bel mucchio di uova, belle lucide, grosse, di gallina, tacchino, oca, perfino alcune di struzzo color rosso cardinalizio. Uova che da tempi immemorabili occupano e colmano il cestino tutte insieme, in perfetta intesa, senza lasciare neanche un angolino ad altri, pronti a evolversi in pulcini che perpetuino le stesse specie. C’è piombato sopra il destino e ha fatto la frittata. Quando qualcuno è andato a rovistare tra i gusci, ha dovuto mettersi la maschera antigas per il gran fetore: erano tutte marce. Il destino, nel caso delle uova colorate di importazione, si chiamava scandali e sfracelli della più corrotta e assolutista istituzione del mondo, con il suo capo costretto alla fuga da rivali e da minacce di morte. Sconvolgente vedere come tante persone comuni, bipedi umani autentici, cercassero, piangendo e rimpiangendo, di incollare i cocci di quei gusci rosso cardinalizio. Che, per quanto striati di muffa tossica, dal colto e dall’inclita venivano elogiati come il migliore papa che ci si sarebbe potuti augurare, il grande teologo che prosegue la lunga linea di dottori della Chiesa, virtuosi della decorazione del nulla. Bravi preti come l’ottimo Don Gallo, il quale ancora non ha capito di essere agnello nella tana delle volpi, invocano il ritorno alla “Chiesa delle origini”. Come se, passando da una setta esoterica in rivolta contro Roma, al sanguinario e famelico saccheggio dell’impero da parte dei vescovi a partire da Costantino, una “Chiesa delle origini” diversa dall’orrido carcinoma presente ci fosse mai stata.




Tornando in metafora, per le uova di produzione nazionale il destino si chiama Beppe Grillo e, dietro di lui, una tempesta di grandine i cui chicchi si chiamano passione, emozione, entusiasmo, visione, antagonismo, rivoluzione. Una grandinata come dal ’68-’77 non si era mai più vista. Abbiamo fatto delle cazzate anche noi del ’68 e seguenti, ma, per tutti i bischeri del mondo, per una decina di anni abbiamo sconvolto il mondo e sparato semi in cielo e in terra. Semi che via via, qua e là sul pianeta, indignados, Syriza, arabi, latinoamericani, germogliano e fioriscono grazie a una memoria che noi, o piuttosto la hybris della Storia, ha saputo conservare e trasmettere. Allora, unite dalla bisogna, le ossa di varie carogne, mafia, regime, Chiesa, terroristi, satrapi, pretoriani, si sono unite e hanno formato la zattera in cui questi morti viventi sono arrivati a riguadagnare la riva. Sono sopravvissuti e hanno infierito sul paese e su mezzo mondo, chi con rapine, omicidi e botte, chi incapsulandoci in una mummificazione appresa dai gerarchi pseudosinistri, parassiti del sangue nobile dei partigiani.

Su queste uova di avvoltoi e serpenti, altro che i poveri pennuti citati sopra, è piombato il meteorite delle Stelle. Cinque, a cui hanno voluto fare da corteo celebrativo quei frammenti di cielo che dal cosmo, negli stessi giorni, il buon Giove  ha lanciato sulla Terra. Chi ha rotto le fetide uova  non paga, anzi fa pagare, e i cocci sono tutti tornati sulla zattera, in fuga verso le zone oscure dalle quali erano scaturiti. Tutti a dire, anche Grillo, che si tratta di miracolo spuntato dal nulla, appena un par d’anni fa. Mica vero. Il faro acceso nella seconda metà del secolo scorso era fioco, ma acceso. Inoltre, io ricordo un Grillo che da vent’anni, nei suoi spettacoli di “comico”, va scagliando parole e dati, dati che tutti gli altri ignoravano o occultavano, contro i signori  della malversazione, del genocidio morale, culturale, sociale, militare. E, pur disconoscendolo, per spocchia o ignoranza, al suo fianco marciavano  i movimenti che sparavano sulle destre stragiste e inchiodavano le “sinistre” accidiose e traditrici, nel nome della pace, dei beni comuni, dell’ambiente, della giustizia, della morale, della comunità. Grazie a loro, in tanti paesi, si è emersi alla modernità, superando i detriti della “classe operaia contri tutti”, votata all’inutile sacrificio, alla disperazione, alla rassegnazione, al vincente 99% contro l’1%, scaturito, guarda caso, sulle rive opposte del mondo, nel cuore dell’Impero come nelle terre delle sue vittime, da Occupy Wall Street al Cairo e alle piazze Syntagma o Del Sol, ai resistenti di Libia, Siria, Bahrein, Yemen.

Non c’è proprio alcun dubbio che il Movimento 5 Stelle sia parte trainante di quel 99%, mentre tutti gli altri si sono intruppati nell’1% di zombie pasciuti, per quanto visibilmente sdentati. Non c’è neanche un dubbio che gli zombie, vedi la Notte dei morti viventi di George Romero, non vorranno attrezzarsi a rispondere, con piogge di fuoco e di manette, episodi tipo mafia-Stato del 1992-1993, o tipo Cia-Mossad-DC a Piazza Fontana e seguenti, al Grillo e al quarto di italiani che hanno ridato sangue all’emofilia  di sinistra: beni comuni, scuola e sanità pubblica, lavoro, giovani al timone, basta colonialismo, Nato, Usa, basta F35, basta guerre, basta banchieri, basta Tav e gronde varie. Tutto l’essenziale per riprendere la strada giusta, roba che quelli sotterrati definitivamente nella cripta dei sarcofagi dal loro 3%, tra Svendola e l’Obamafilo Ingroia, borbottavano sottovoce per non infastidire troppo l’esistente.



Ora sono stupefacenti due cose. La giravolta del “manifesto”, dei suoi guri rincitrulliti alla Asor Rosa, dei “destri e sinistri” allevati alla grandiosa lezione del trasformismo italiota, che non manca mai di far accedere sopravvissuti al predellino del vincitore, passati, tra voto e prima proiezione, da scherno, ingiurie, deformazioni del vero, spocchia, previsioni apocalittiche, su Grillo, all’ “attenta riflessione”, alla considerazione, al riconoscimento, addirittura all’offerta. “Il Fatto quotidiano”, unico organo d’informazione che aveva mantenuto sulla marea montante un minimo di analisi rispettosa ed equilibrata, aveva però malamente intitolato dopo il voto: “Bersani si aggrappa alla zattera di Grillo”. Non è così, ottimo Travaglio, la zattera è quella di Bersani, è alla deriva con i cocci, i grillini sono un aliscafo e Bersani implora che gli lancino una corda e lo trainino alla sopravvivenza.

L’altra cosa stupefacente è il modo smanierato con cui cari interlocutori hanno reagito alla mia pubblicazione, due post fa, di un assennato articolo di Scanzi, giornalista del “Fatto”, su Grillo e grillini, con valutazioni alterne e obiettive, che io condivido, e a un cappelletto in cui mi permettevo di sbertucciare quei conducator di “sinistra” oggi finiti nel solaio delle “buone cose di pessimo gusto”. Ci fosse un Guido Gozzano, li canterebbe meglio di me. C’è chi, dai paradossali pulpiti di un PCL, coadiuvante di stermini reazionari chiamati “rivoluzioni”, al tempo stesso antimperialista e antigheddafiano, mi ha annunciato “la separazione delle nostre strade” dopo anni di lotte comuni. C’è chi mi ha voluto accoratamente convincere, me che le avevo studiato attentamente sul posto, come il fenomeno Grillo fosse della stessa origine e natura  delle rivoluzioni colorate (Serbia, Venezuela, Ucraina, Georgia, Libano…) allestite dagli Usa. Il polemista non è però chiesto come mai Grillo abbia ridotto sulla zattera Cia Monti, Bersani, Casini, Fini, Vendola, Berlusconi e tutta la Cupola dei loro burattinai, mentre quelle “rivoluzioni” la Cia le scatenava contro leader antimperialisti come Milosevic, Chavez, gli Hezbollah, Janukovic.  Vi offro un breve florilegio di quelle argomentazioni arrivatemi sul blog e intenderete la differenza tra voci del sottosuolo e fischio di meteoriti.

Ovviamente né io, né nessuno potrà sapere come andrà a finire con Grillo e l’inquietante Casaleggio, con tutti i rampolli inediti della politica che affolleranno il parlamento e magari, fra un po’ si accapiglieranno fra di loro. Ma penso che sull’onda anomala di una passione da maremoto convenga surfare. Ci travolgerà, annegandoci o, peggio,facendo aggrappare alcuni a quella zattera, oppure ci porterà dove le premesse indicano che vorrebbero portarci i suoi freschi sconosciuti. Chi lo sa. Intanto c’è una cosa buona per la quale gli rendiamo grazie: non avremo tra i piedi gente come Favia, Lotti, Grassi, e simili. Resta, rintanato nel taschino di Bersani, Vendola. Non tutte le ciambelle riescono col buco. Chiudo richiamando il parallelo impressionante con la Grecia, in piedi come nessun altro. La Grecia della combine videopoker  Pasok-Nuova Democrazia come quella PD-PDL-Monti, dei reperti solipsisti KKE come Ingroia, e delle Cinque Stelle come Syriza. L’Europa si straccia le vesti, I tedeschi definiscono il contraccolpo “elezione di due clown” e Napolitano, colui che con un colpo di Stato ha messo il paese del 99% in mano all’1%, risponde sdegnato “da presidente di tutti gli italiani”. Chi sono i clown?



Lasciatemi aggiungere un piccolo vanto personale. Il presidente della Serbia, Timoslav Nikolic, promosso dalla dignità serba a successore del vendipatria Mesic, nella stessa cerimonia con cui ha premiato Vladimir Putin, ha avuto la generosità di insignirmi della Medaglia d’oro della Repubblica Serba, “per meriti culturali e di pubblica informazione”. Troppo buono. Avevo solo scritto, filmato, detto e pubblicato “meglio serbi che servi”. Ma eravamo in pochi. Quelli poi messisi con Ingroia non c’erano.
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Commenti al mio post su Grillo e mia risposta.

Fulvio ha detto...
Ragazzi, diamoci una calmata. C'è qualcosa di viscerale nella forma in cui chi non gradisce Grillo e il suo movimento reagisce a un discorso che, pure, era problematico e cercava di distinguere il grano dal loglio. E' simile all'atteggiamento di Bush davanti all'Iran o alla Corea del Nord: il "male assoluto". Generalizzazioni in negativo che disconoscono fatti acclarati e che indicano una profonda insicurezza. L'insicurezza di chi da anni vede disintegrarsi, degenerare, minchionarsi le forze politiche che avrebbero dovuto corrispondere ai suoi gusti e per esorcizzare la catastrofe inveisce contro chi raccoglie e porta avanti con successo proprio le istanze che i falliti avrebbero dovuto incarnare. Questa stereotipata accusa di "fascismo", "turpiloquio", "populismo", che non corrisponde assolutamente alla realtà del seguito di Grillo, da tutti gli analisti seri riconosciuto proveniente in massima parte dalla sinistra radicale, è un segno di profondo smarrimento e sfiducia. E poi, ben vengano i voti degli altri che non ne possono più: evidentemente le sedicenti sinistre non sono state capaci di attirarli.
Il fatto che si prenda cappello e si strepiti contro chi cerca di studiare il fenomeno Grillo con un minimo di attenzione e obiettività, nel bene, che c'è, e nel male, che c'è, è reazione assai simile a quella dei burocrati stalinisti e consociativisti del '68. Per me è molto significativo che Grillo stia terrorizzando tutta la vecchia, sporca, corrotta, ipocrita politica, tutta indistintamente controrivoluzionaria. Se non altro merita rispetto per questo. Poi, come ho sempre ripetuto, si vedrà. E se i risultati non corrisponderanno all'attesa, sapremo affrontare anche Grillo e andare oltre.
Anonimo Anonimo ha detto...
L'ho sempre letta e seguita con interesse Sig.Grimaldi, ma da oggi non lo farò più.

Grillo persona non so come la pensi, ma i suoi seguaci sono il peggio del fascismo senza cultura, dell'arroganza, della violenza verbale e fisica. Sono come e peggio di Casa Pound.

Se ne accorgerà presto anche lei. Saluti.
22 febbraio 2013 22:08
 EliminaGiorgio ha detto...
Chi in questi giorni ha conosciuto il popolo grillino,ha avuto a che fare non con un pubblico culturalmente critico,ma con una massa di giovani e meno giovani, frequentatori di curve da stadio, visceralmente anticomunisti,paurosamente ignoranti o rampanti, comunque intolleranti, violenti avvezzi all'insulto gratuito. Quando Grillo scrisse di politica estera,il 99% dei commenti sul blog delirarono di tutt'altro.Non ne vedremo mai uno in piazza contro una guerra. Il programma è vacuo su evasione,corruzione,lavoro,Stato sociale.Diliberto non sarà eletto e come lui i caudilli della sinistra, tranne Di Pietro. NO GRAZIE.VOTO INGROIA.
23 febbraio 2013 16:43
 EliminaGiorgio ha detto...
Caro Alex1 , il Sig.Anonimo può fare quelle considerazioni sulla base del fatto che i grillini scrivono centinaia di insulti gratuiti (maiali, ecc.) sui forum di Rivoluzione Civile, dei quali il linguagggio di "Luca" sopra di te è un esempio.I grillini non hanno stigmatizzato nè le minacce di morte ricevute da Ingroia, nè le provocazioni fasciste ai comizi,nell'ultimo dei quali stava parlando il figlio di Aldo Cervi,non si dicono fascisti ma nemmeno antifascisti. Fanno parte di un blocco sociale alternativo al lavoro dipendente. Dipingere il grillino come antimilitarista,internazionalsita,pacifista ci vuole fantasia:non fosse altro perchè l'unica visione organica che abbiamo sulla politica internazionale sono i video deliranti sul sito di casaleggio.
Giorgio.
Ora praticamente tutti i leghisti votano 5stelle...cos'è, sono diventati bravi? O come diceva Brecht, siamo riusciti a sciogliere un popolo e eleggerne un altro?

Vedo chi sono i "grillini" e faccio le mie valutazioni, senza offendere nessuno.
 


Quoto l'intervento di Giorgio, ve ne accorgerete di chi sono questi, gente che senza il computer non è capace di relazionarsi, per la quale twitter o facebook sono il 90% dei contatti sociali, che non sanno nulla di lavoro, di economia, di solidarietà, che sanno solo dire "vaffanculo" e "via tutti", che corrono dietro a puttanate come le scie chimiche o le auto a carbone, e mi stupivo che una persona che stimavo (ma in fondo stimo ancora) come il sig.Grimaldi li sostenesse.

Ripeto, non parlo di Grillo persona, lui è un affabulatore, sa fare il suo mestiere, infatti è da dieci anni che getta i semi della campagna elettorale nei suoi spettacoli da 50 euro a botta (ben spesi eh...è bravo e piaceva anche a me).. Ma in parlamento lui non ci sarà, il suo lavoro è finito ieri, li ci andranno leghisti e fascisti sotto altro nome.
 

Non capisco come sia possibile che Fulvio Grimaldi si sia lasciato abbindolare da questo "movimento". Il movimento di grillo è il movimento arancione in ucraina, è il movimento delle rose in georgia, è il movimento 5 ottobre in serbia, è il movimento zafferano in myanmar, è il movimento 6 aprile in egitto. Insomma, è SOROS. Stessi slogan, stessi metodi di comunicazione (facebook e twitter, estensioni del governo americano) stesse parole. Te ne accorgerai presto, caro Fulvio. Un caro saluto

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