venerdì 16 agosto 2013

Areaglobale - News 15/08/2013

(Appunti per un'introduzione al materialismo storico e alla dialettica)
[Antiper] Dalla filosofia alla concezione materialistica della storia

Del rapporto tra marxismo e filosofia hanno trattato tanti libri da riempire intere biblioteche. Il “dilemma” è ricondotto, in definitiva, alla questione, posta da tutti i filosofi “di mestiere”, dell’insufficiente, nascosto, frainteso o addirittura mistificato “statuto filosofico” del marxismo. Nel parlare di marxismo e filosofia si va da chi afferma che il problema del marxismo è quello dell’assenza di uno specifico spazio filosofico (Preve) a chi afferma che un po’ di buona filosofia c’è, ma bisogna depurarla da deformazioni economicistiche, storicistiche, umanistiche (Althusser), a chi sostiene che in Marx è posto in modo tutto sommato chiaro il problema ontologico fondamentale (Lukacs).

Come è naturale, i filosofi chiedono più filosofia. Così come, del resto, gli economisti chiedono più economia, i sociologi più sociologia, ecc… Molto raramente si ricorda che una delle conclusioni teoriche di Marx – giusta, o anche sbagliata che possa essere considerata – è quella del superamento della divisione disciplinare della conoscenza (si potrebbe dire, della divisione del lavoro nel campo della conoscenza) e l'adozione di un approccio olistico – diciamo, interdisciplinare - ai problemi che in genere vengono catalogati come “filosofici”, “economici”, “storici”, “sociali”, “psicologici”, ecc...

«il marxismo non si lascia collocare in nessuno dei comparti tradizionali del sistema delle scienze borghesi, e anche se si intendesse approntare appositamente per esso... un nuovo comparto chiamato sociologia, esso non vi rimarrebbe tranquillamente, ma continuerebbe a uscirne per infilarsi in tutti gli altri. “Economia”, “filosofia”, “storia”, “teoria del diritto e dello Stato”, nessuno di questi comparti è in grado di contenerlo, ma nessuno di essi sarebbe al sicuro dalle sue incursioni se si intendesse collocarlo in un altro» [1]

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(Antifascismo)
[CCD Brecht] Intervento sull'”eccidio di Schio” nell'incontro "La Resistenza dopo il 25 aprile. Incontro con Massimo Recchioni"


La notte tra il 6 e il 7 luglio 1945 una decina di partigiani appartenenti alle brigate “Ramina-Bedin” ed “Ismene” della Divisione “Garemi” entrano nelle carceri di Schio e giustiziano 54 detenuti fascisti ferendone altri 17. Questo, in estrema sintesi, l'episodio conosciuto come “eccidio di Schio”; un episodio che, al di la delle sue reali dinamiche, a volte strumentalizzate, altre volte lasciate nell'ombra, ha fatto discutere molto, non solo nei giorni successivi, ma anche nel corso degli anni, tanto da essere usato come grimaldello per sdoganare personaggi e linee politiche in netto contrasto con le aspirazioni di libertà, solidarietà ed uguaglianza che avevano contraddistinto larga parte dell'esperienza partigiana...

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(Antifascismo)
[CCD Brecht] Introduzione dell'incontro "La Resistenza dopo il 25 aprile. Incontro con Massimo Recchioni"


Buongiorno a tutti e grazie per essere qui oggi.

Presento questo incontro anzitutto ringraziando Massimo Recchioni e tutti voi per aver accettato il nostro invito. Massimo è l’autore di alcuni libri dedicati alla storia della Volante Rossa di Milano e di Francesco Moranino - il Comandante “Gemisto” – collocati prevalentemente nella fase politica successiva alla Liberazione, una fase spesso trascurata ma importante per mostrare che la Resistenza non terminò in un giorno e che vi fu una lunga fase di transizione dentro la quale la spinta verso una trasformazione sociale profonda dell’Italia rimase viva. A quella spinta che animò la parte migliore della Resistenza e gli anni ad essa seguenti noi ci richiamiamo dal punto di vista storico e politico.

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(Antifascismo)
[Areaglobale] VIDEO dell'incontro con Massimo Recchioni del 7 luglio a Schio

 
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(Questioni del lavoro)
[SLAI Cobas] Dossier FIAT 2013 e video sulla conferenza stampa a Montecitorio


Con un bonifico, l’11 marzo 1992, l’allora a.d. della Fiat Cesare Romiti versò a Craxi una mazzetta di 4 miliardi di lire in una banca svizzera (la Banque Internationale Luxembourg). La fotocopia dell’assegno fu recapitata da Craxi (latitante ad Hammamet) allo Slai cobas tramite l’avv. Lo Giudice. Lo Slai cobas consegnò copia del bonifico alla Procura di Torino nell’ambito del processo alla “tangentopoli Fiat” e contribuì in modo determinante alla condanna dell’a.d. Fiat poi confermata da sentenza di Cassazione del 27/11/2009...

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