mercoledì 21 agosto 2013

LA NUOVA SCUOLA PREMIA I SIGNORSÌ SENZA SPIRITO CRITICO


LA NUOVA SCUOLA PREMIA I SIGNORSÌ SENZA SPIRITO CRITICO
 
Le direttive Ue e Ocse trasformano listruzione per creare generazioni più flessibili sul lavoro
 
di Christian Raimo - 18 August 2013
 
Quando si parla del mondo del lavoro e del mondo della scuola sembra sempre che si parli di due questioni totalmente distinte. E invece, nellItalia con il Pil che crolla, nel mare magnum delle fugacissime questioni estive, ci sono un paio di notizie che si accoppiano per farci capire come dobbiamo immaginarci il futuro prossimo.
 
La prima è la disfida modello western tra Fiom e Fiat, simboleggiata al meglio dal duello in pieno sole tra Marchionne e Landini: il contenzioso nello specifico è la sentenza della Cassazione che obbligherebbe la Fiat a dare spazio ai delegati della Fiom, mobbizzati e licenziati senza nemmeno quegli ultimi scrupoli che sono gli articoli della Costituzione. Dalla parte di Marchionne stanno quelli che invocano un modello dindustria nuovo, senza i laccioli di un sindacato-reliquia. Dalla parte di Landini i difensori di diritti lesi da una globalizzazione che è tale solo nella deregulation.
 
La seconda è che il concorso per docenti che ha coinvolto milioni di persone in Italia sta volgendo al termine: entro lestate ci saranno i vincitori. Da una parte, anche qui, cerano gli oppositori del concorso pensato ancora una volta una tantum, dallaltra ex ministro Francesco Profumo in testa coloro che hanno millantato questo concorso come linizio di un rinnovamento della scuola, con lassoldamento di nuovi insegnanti 2.0 armati di tablet e di una cultura didattica à la page.
 
Ma coshanno in comune la Fiom e il concorsone? Cè uno strano spettro che aleggia su entrambi. Quello di un concetto-mondo che fluttua nel linguaggio aziendale e nel linguaggio della scuola. Chi per esempio ha preparato lorale del concorso in questa mezza estate lha dovuto ruminare fino allassorbimento osmotico: stiamo parlando delle famigerate competenze. Una parola stravincente di una neo-lingua ibrida. Le competenze: la scuola del futuro sarà una scuola delle competenze; questa scuola del futuro preparerà una società del futuro basata anche questa sulle competenze. I tre operai della Fiat sospesi forse non lo sapevano, voi: sappiatelo. 
 
Non si tratta di un restyling meramente linguistico, ma di un concetto che evoca un progetto di formazione abbastanza nuovo. La sua elaborazione compiuta per la scuola può essere datata al 2010 quando le Indicazioni Nazionali (che sarebbero il modo in cui sono stati riorganizzati i programmi scolastici) si sono adattate a una poco visibile rivoluzione teorica partita dagli anni Novanta che ripensava il mondo in cui viviamo alla luce di una fantomatica società della conoscenza.
 
Chi è stato a voler ripensare il mondo? Beh, parliamo soprattutto dellUnione europea e altri organismi internazionali tipo lOcse, secondo i quali esiste un presupposto che dovremmo dare per scontato nelleducazione del futuro: se si migliora la qualità del servizio distruzione, si offrono ai cittadini le condizioni per la costruzione di una vita realizzata e per il buon funzionamento della società. 
 
Il punto di partenza è stato il progetto DeSeCo (Definition and Selection of Competencies), da cui sono man mano scaturiti fior di documenti fino ad arrivare alla Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, datata 2006, dove si definiscono quali sono le competenze di base che servirebbero in questa nuova so

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