Grandi manovre
nel Mediterraneo della flotta Usa in preparazione di un attacco alla Siria mentre
i vecchi colonialisti inglesi e francesi fanno da apripista contro un paese che
costituisce una diga contro l’espansionismo statunitense in Medio Oriente e
contro il progetto sionista del “Grande Israele”.
Si prepara una
guerra con presupposti simili a quelle passate ma le cui conseguenze saranno
ben peggiori. Ancora la strategia scellerata USA/UE per il controllo del
"Nuovo Medio Oriente" sfrutta la carta della guerra dopo aver tentato
di inserire le nefandezze dei "ribelli" all'interno del quadro delle
proteste popolari inscenate in altri paesi del Mediterraneo, provocherà un
crescendo incontrollabile di focolai di integralismo. Anche Russia e Cina non
staranno a guardare.
Sono oltre due
anni che dall’esterno si alimenta la rivolta contro la Siria e il suo governo -
secondo il quotidiano francese Le Figaro, i gruppi di “rivoltosi”, o meglio
mercenari, sarebbero addestrati dai nordamericani in Giordania e passerebbero
il confine con la complicità di forze israeliane e giordane – solo il 17 agosto
scorso sarebbe entrato in Siria un gruppo di 300 uomini.
È un dejà vu,
si agita lo spettro dell’uso di armi chimiche per giustificare l’intervento e distruggere
interi paesi, uccidere intere popolazioni civili per rapinare le loro risorse,
saccheggiare, rintuzzare i movimenti rivoluzionari e tutelare i loro interessi
strategici nella regione ed espandere l’aggressione contro l’Iran.
Una sperimentata
pratica come nel 1999 con il “modello Kosovo” dove la Nato intervenne senza
neppure la legittimazione formale dell’Onu, giustificazioni come 10 anni fa in
Iraq, prepotenze come più recentemente in Libia.
È urgente
mobilitarsi contro l’intervento militare in Siria sotto qualsiasi forma si
presenti perché è una guerra reazionaria e imperialista condotta da potenze e
monopoli con a capo Usa e UE che rischia l’estensione del conflitto ben oltre
il Medio Oriente.
Al tempo stesso
lottiamo contro il governo Letta-Alfano che sarebbe coinvolto direttamente come
lo è stato per l’Afghanistan, l’Iraq, la Jugoslavia, la Libia con un ulteriore
peso economico (anche attraverso il rincaro delle vertiginose spese militari
già aumentate di 5,5 miliardi dal governo delle “larghe intese”) e che
graverebbe ancora sulla classe lavoratrice e le masse popolari italiane, sempre più orfane di una rappresentanza a sinistra
che prenda chiare posizioni riguardo alla difesa dei popoli che subiscono le
guerre imperialiste.
La guerra è la
soluzione dell’Imperialismo alla propria crisi. La lotta per l’emancipazione e
il socialismo e la Resistenza sono la risposta dei popoli.
Continuiamo la
battaglia contro le basi Usa e Nato nel nostro territorio - strumenti di aggressione
delle avventure militari -; contro le missioni militari all’estero e per
l’uscita dell’Italia dalla Nato e dall'Unione Europea. Contro l’imperialismo
della UE e del nostro Governo ribadendo che il nostro Paese deve rimanere fuori
da questa prova di forza anche con l’intervento Onu.
Come comunisti
difendiamo la sovranità nazionale e l’indipendenza della Siria come
l’autodeterminazione di tutti i popoli, a fianco della eroica Resistenza
Palestinese. Per mobilitare un ampio fronte contro la guerra in Siria che veda
i comunisti, gli antimperialisti, le forze democratiche e progressiste battersi
contro un intervento criminale che provocherà maggiori sofferenze alle
popolazioni aggredite mettendo a rischio la stessa pace del mondo.
Comitato Comunista “Fosco Dinucci”
(Firenze)
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