COMUNICATO STAMPA
Proposta di nuova legge elettorale regionale. Sgherri: “inaccettabile, una svolta autoritaria che cannibalizza i piccoli, con tante similitudini con quanto accade a livello nazionale!”
Firenze, 8 luglio. Il diritto di voto non è più uguale per tutti. Il Pd inventa le soglie di sbarramento variabili, a seconda che si sia più o meno di gradimento al partito padronale della coalizione, e la sostanza è una sola, cioè prendersi la maggioranza dei seggi nel prossimo consiglio regionale e uccidere chi non è omogeneo a un bipolarismo ormai clamorosamente fallito.
La novità sta anche nell’introduzione del ballottaggio perché con il 25% dei voti effettivi al primo turno si potrà poi avere la maggioranza assoluta del Consiglio Regionale.
Ai compagni della coalizione di maggioranza viene chiesto in cambio alla accondiscendenza di poter partecipare alla coalizione di cui il Pd è il padrone effettivo, per potere usufruire di una soglia di sbarramento più bassa, di condividere una legge che nega il principio che il voto è uguale per tutti e tutte. Così Monica Sgherri (Rifondazione Comunista) capogruppo in Consiglio Regionale – in merito alla conferenza stampa sulla legge elettorale regionale tenuto oggi dai rappresentanti di da alcuni gruppi politici di maggioranza in Consiglio Regionale. Un consiglio regionale - prosegue Sgherri - profondamente alterato vede oggi gruppi che non hanno più alcuna corrispondenza elettorale i quali, nella speranza di raggiungere un tre percento, hanno ceduto al ricatto di inventare soglie di sbarramento assassine per negare la rappresentanza politica a chi non è omogeneo e subordinato al Pd o a Forza Italia.
Non deve sfuggire a nessuno che questa legge elettorale è funzionale e parla anche alle difficoltà che Forza Italia sta attraversando, riconsegnandogli un ruolo protagonista nella coalizione di opposizione.
Non sfugge neanche la similitudine con il patto Renzi Berlusconi per l’italicum ed infatti non a caso è il segretario regionale del Pd a presentare la legge pochi giorni or sono.
Anche se non sfugge la scelta in controtendenza da quella nazionale di reintroduzione delle preferenze, doppie di genere, questo non può essere sufficiente per cambiare la cifra di una legge limitativa della democrazia, una vera e propria svolta autoritaria, lesiva del pluralismo.
In una fase politica dove la disaffezione al voto e l’astensionismo sono i dati caratterizzanti l’appuntamento elettorale, invece di incentivare la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e ridare dignità al voto e credibilità alle istituzioni si tenta il colpo finale di mano ossia quello di cancellare l’espressione di migliaia di elettori per appropriarsi del loro voto. Come dire via libera alle grandi coalizioni (alle condizioni del partito padronale) perché di fatto gli alleati di coalizione saranno ridotti a delle liste civetta perché più che probabilmente non raggiungeranno il 3% permettendo così al socio di maggioranza di cannibalizzarle.
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