Governo
Renzi: presidenziale, reazionario, populista
Il
governo
Renzi,
il 63° di questa repubblica, il terzo nominato direttamente dal
presidente Napolitano,
dopo
Monti e Letta che aveva presentato le dimissioni con il tweet
(“stai
sereno”) dell’‘amico’ Matteo, svela il suo vero volto.
Il
governo Renzi, come i precedenti recenti e più lontani, ha i soliti
problemi: stabilità, governabilità, politica di
austerità,
che vuol dire scaricare la crisi del sistema capitalista sulle spalle
degli operai, dei lavoratori, delle masse popolari. Un governo che,
in continuità con i precedenti, risponde in tutto e per tutto alle
direttive europee e internazionali (Ce, Bce, Fmi …).
Renzi
che a parole si vanta di non essere il burattino di vecchi partiti e
del ceto politico, in realtà è non solo un burattino della finanza,
delle banche, delle multinazionali, ma anche quello incaricato da
questi di imprimere un’accelerazione alle scelte scellerate ed
ancora più antipopolari.
Le
controriforme
istituzionali, elettorali e costituzionali, devono eliminare lacci
e lacciuoli,
cioè ogni impedimento all’esecutivo
che determina un intralcio ai diktat dei padroni italiani e
stranieri. Per questo serve un parlamento esautorato del suo potere
legislativo. Renzi è lo strumento dell'involuzione reazionaria per
traghettare una Repubblica parlamentare a quella del governissimo,
passando dal bipartitismo imperfetto (Dc al governo e Pci
all’opposizione) al bipartitismo perfetto con maggioranza e
opposizione di governo della “grande coalizione”, fino al
presidenzialismo. Aiutato e sostenuto da un capo dello Stato, come
Napolitano, al secondo mandato per la prima volta nella storia di
questo paese, garante degli interessi dell'imperialismo italiano ed
europeo.
Renzi
per la sua età, la sua smisurata ambizione, la sua capacità di
venditore della "premiata ditta", per la sua
spregiudicatezza nel promettere era (ed è) l'uomo da poter
presentare dopo Berlusconi, del governo Monti dei professori e del
grigiore di Letta. La sintesi tra il decisionismo craxiano e il
populismo berlusconiano gli permette di effettuare la mezza truffa
degli “80 €” ampiamente ripresi dalle nuove tasse e dagli
aumenti di tariffe e servizi; di ridicolizzare la stessa
Costituzione, lo Statuto dei lavoratori, il lavoro.
Di
fronte alla dilagante disoccupazione e alla povertà crescente - tra
promesse e parole vuote di contenuto - s’inventa il jobs
act
che sancisce la precarietà e, per controllare il conflitto, marcia
velocemente all’approvazione di ‘riforme’ che alimentano
autoritarismo e populismo. Addirittura, ammonisce gli stessi
sindacati confederali per l'immobilismo di questi anni, per non aver
difeso le categorie più esposte allo sfruttamento come i precari,
lavoratori di serie B che Renzi vorrebbe equiparare, con la
retrocessione di tutto il mondo del lavoro, alla c.d. serie A.
Uno
schiaffo proprio ai sindacati concertativi subalterni a governi,
lobbies e partiti, che hanno accettato passivamente le peggiori
contro-riforme: dalle pensioni al precariato, all’attacco
dell'art.18, e che ora possono essere anche loro “rottamati” in
nome di un “interesse nazionale”.
Renzi
millanta un
consenso
elettorale europeo del 40,8% nascondendo il fatto che la sua è stata
la vittoria degli sconfitti (Grillo, Berlusconi, Monti, ecc.) perché
il 60% degli elettori non ha votato. Una bella rappresentatività
democratica! Una minoranza del paese governa grazie alla maggioranza
di questa minoranza!
Con
Renzi nessuna novità. La necessità della “governabilità”/stabilità,
da definire come “rapporto
tra l’autorità delle istituzioni di governo e la forza delle
istituzioni di opposizione”
era già sostenuta da Gianni Agnelli ai tempi della sua presenza nel
‘Club Bilderberg’*. La governabilità è il principio regolatore
della loro democrazia,
mentre i vecchi partiti, in particolare quelli delle classi
subalterne, sono progressivamente scomparsi o totalmente trasformati
in collaborazionisti più o meno fedeli alla causa del grande
capitale
Renzi
con il suo governo, per conquistarsi un posto di rilievo nelle stanze
dei bottoni delle grandi potenze imperialiste, non solo fa i
“compiti” ma aspira ad essere il “primo della classe”. In
questo periodo di presidenza del semestre europeo rassicura
l'imperialismo Usa di provvedere alla ratifica del trattato TTIP, un
devastante accordo internazionale che cancella ogni tipo di
regolamentazione in vari settori: dell'alimentazione, della sanità,
del lavoro, delle privatizzazioni ecc, a favore delle multinazionali
e degli Usa.
Renzi
con il suo governo - per partecipare alla spartizione delle risorse -
conferma il mantenimento di tutte le missioni nei vari scenari di
guerra; il pieno appoggio ai disegni imperialisti degli Usa e della
Nato in Europa e nel Mediterraneo, sostiene il colpo di Stato in
Ucraina e i massacri nazisti nei confronti della popolazione che si
ribella - un vero insulto per una Repubblica
nata dalla Resistenza
contro il nazifascismo; - la “finta guerra” all'Isis (Islam
politico al servizio dell'imperialismo occidentale) che è in realtà
la continuazione dell'attacco alla Siria e pretesto per
l'eliminazione dei combattenti Curdi; collabora con il sionismo
israeliano nell’aggressione e lo sterminio del popolo palestinese,
incrementa le spese militari contro la spesa sociale.
- Mobilitiamoci
ed organizziamoci contro gli attacchi alle condizioni di lavoro e di
vita dei vari governi borghesi antioperai ed antipopolari!
- L’unica vera
riforma, oggi, è la lotta per la ricostruzione del Partito comunista
per abbattere il marcio sistema capitalista!
Ottobre
2014 Coordinamento
comunista toscano
* Il
gruppo “Club
Bilderberg” nacque
il 29 maggio 1954 e prese il nome dell’albergo in Olanda in cui si
riunì la prima volta. E’ un’organizzazione aristocratica e
oligarchica, un “governo
ombra/invisibile
mondiale”, costituitosi per combattere il comunismo e l’Urss.
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