venerdì 24 ottobre 2014

Governo Renzi: presidenziale, reazionario, populista

Governo Renzi: presidenziale, reazionario, populista
Il governo Renzi, il 63° di questa repubblica, il terzo nominato direttamente dal presidente Napolitano, dopo Monti e Letta che aveva presentato le dimissioni con il tweet (“stai sereno”) dell’‘amico’ Matteo, svela il suo vero volto.
Il governo Renzi, come i precedenti recenti e più lontani, ha i soliti problemi: stabilità, governabilità, politica di austerità, che vuol dire scaricare la crisi del sistema capitalista sulle spalle degli operai, dei lavoratori, delle masse popolari. Un governo che, in continuità con i precedenti, risponde in tutto e per tutto alle direttive europee e internazionali (Ce, Bce, Fmi …).
Renzi che a parole si vanta di non essere il burattino di vecchi partiti e del ceto politico, in realtà è non solo un burattino della finanza, delle banche, delle multinazionali, ma anche quello incaricato da questi di imprimere un’accelerazione alle scelte scellerate ed ancora più antipopolari.
Le controriforme istituzionali, elettorali e costituzionali, devono eliminare lacci e lacciuoli, cioè ogni impedimento all’esecutivo che determina un intralcio ai diktat dei padroni italiani e stranieri. Per questo serve un parlamento esautorato del suo potere legislativo. Renzi è lo strumento dell'involuzione reazionaria per traghettare una Repubblica parlamentare a quella del governissimo, passando dal bipartitismo imperfetto (Dc al governo e Pci all’opposizione) al bipartitismo perfetto con maggioranza e opposizione di governo della “grande coalizione”, fino al presidenzialismo. Aiutato e sostenuto da un capo dello Stato, come Napolitano, al secondo mandato per la prima volta nella storia di questo paese, garante degli interessi dell'imperialismo italiano ed europeo.
Renzi per la sua età, la sua smisurata ambizione, la sua capacità di venditore della "premiata ditta", per la sua spregiudicatezza nel promettere era (ed è) l'uomo da poter presentare dopo Berlusconi, del governo Monti dei professori e del grigiore di Letta. La sintesi tra il decisionismo craxiano e il populismo berlusconiano gli permette di effettuare la mezza truffa degli “80 €” ampiamente ripresi dalle nuove tasse e dagli aumenti di tariffe e servizi; di ridicolizzare la stessa Costituzione, lo Statuto dei lavoratori, il lavoro.
Di fronte alla dilagante disoccupazione e alla povertà crescente - tra promesse e parole vuote di contenuto - s’inventa il jobs act che sancisce la precarietà e, per controllare il conflitto, marcia velocemente all’approvazione di ‘riforme’ che alimentano autoritarismo e populismo. Addirittura, ammonisce gli stessi sindacati confederali per l'immobilismo di questi anni, per non aver difeso le categorie più esposte allo sfruttamento come i precari, lavoratori di serie B che Renzi vorrebbe equiparare, con la retrocessione di tutto il mondo del lavoro, alla c.d. serie A.
Uno schiaffo proprio ai sindacati concertativi subalterni a governi, lobbies e partiti, che hanno accettato passivamente le peggiori contro-riforme: dalle pensioni al precariato, all’attacco dell'art.18, e che ora possono essere anche loro “rottamati” in nome di un “interesse nazionale”.
Renzi millanta un consenso elettorale europeo del 40,8% nascondendo il fatto che la sua è stata la vittoria degli sconfitti (Grillo, Berlusconi, Monti, ecc.) perché il 60% degli elettori non ha votato. Una bella rappresentatività democratica! Una minoranza del paese governa grazie alla maggioranza di questa minoranza!
Con Renzi nessuna novità. La necessità della “governabilità”/stabilità, da definire come “rapporto tra l’autorità delle istituzioni di governo e la forza delle istituzioni di opposizione” era già sostenuta da Gianni Agnelli ai tempi della sua presenza nel ‘Club Bilderberg’*. La governabilità è il principio regolatore della loro democrazia, mentre i vecchi partiti, in particolare quelli delle classi subalterne, sono progressivamente scomparsi o totalmente trasformati in collaborazionisti più o meno fedeli alla causa del grande capitale
Renzi con il suo governo, per conquistarsi un posto di rilievo nelle stanze dei bottoni delle grandi potenze imperialiste, non solo fa i “compiti” ma aspira ad essere il “primo della classe”. In questo periodo di presidenza del semestre europeo rassicura l'imperialismo Usa di provvedere alla ratifica del trattato TTIP, un devastante accordo internazionale che cancella ogni tipo di regolamentazione in vari settori: dell'alimentazione, della sanità, del lavoro, delle privatizzazioni ecc, a favore delle multinazionali e degli Usa.
Renzi con il suo governo - per partecipare alla spartizione delle risorse - conferma il mantenimento di tutte le missioni nei vari scenari di guerra; il pieno appoggio ai disegni imperialisti degli Usa e della Nato in Europa e nel Mediterraneo, sostiene il colpo di Stato in Ucraina e i massacri nazisti nei confronti della popolazione che si ribella - un vero insulto per una Repubblica nata dalla Resistenza contro il nazifascismo; - la “finta guerra” all'Isis (Islam politico al servizio dell'imperialismo occidentale) che è in realtà la continuazione dell'attacco alla Siria e pretesto per l'eliminazione dei combattenti Curdi; collabora con il sionismo israeliano nell’aggressione e lo sterminio del popolo palestinese, incrementa le spese militari contro la spesa sociale.
- Mobilitiamoci ed organizziamoci contro gli attacchi alle condizioni di lavoro e di vita dei vari governi borghesi antioperai ed antipopolari!
- L’unica vera riforma, oggi, è la lotta per la ricostruzione del Partito comunista per abbattere il marcio sistema capitalista!
Ottobre 2014 Coordinamento comunista toscano


* Il gruppo “Club Bilderberg” nacque il 29 maggio 1954 e prese il nome dell’albergo in Olanda in cui si riunì la prima volta. E’ un’organizzazione aristocratica e oligarchica, un “governo ombra/invisibile mondiale”, costituitosi per combattere il comunismo e l’Urss. 

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